IL FARO DEI SOGNI

Molise

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Sanità



Il sistema sanitario regionale è gestito dall'ASREM (Azienda Sanitaria Regionale del Molise), che è presente nel territorio con sette distretti socio-sanitari (Campobasso, Isernia, Termoli, Larino, Venafro, Bojano-Riccia, Agnone) e sei presidi ospedalieri:

Ospedale "Antonio Cardarelli", Campobasso
Ospedale "Ferdinando Veneziale", Isernia
Ospedale "San Timoteo", Termoli (CB)
Ospedale di comunità "Giuseppe Vietri", Larino (CB)
Ospedale di comunità "San Francesco Caracciolo", Agnone (IS)
Ospedale di comunità "Santissimo Rosario", Venafro (IS)
Sono presenti inoltre in ambito specialistico il Gemelli Molise di Campobasso, già sede distaccata della facoltà di medicina e chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, e l'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico "Neuromed" di Pozzilli (IS).

Si affiancano a queste altre strutture, sia private sia convenzionate con l'azienda sanitaria regionale.


***
Cultura - Arte
***


Epoca romana


La caratteristica principale che distingue e universalizza l'arte molisana è l'architettura: infatti dell'epoca della prima colonizzazione italica dei Sanniti Pentri, si conservano fortificazioni a mura ciclopiche, che servivano a delimitare i territori e le aree sacre attorno ai villaggi, salvo poi divenire punti di guardia e di controllo durante gli scontri con Roma dal IV secolo al I secolo a.C.

Gli esempi migliori di muraglie, lunghe anche chilometri poste lungo le dorsali montuose, composte da pietre ciclopiche, sono quelli di Duronia, Baranello, Monte Acero, Venafro, Monte della Civita Superiore di Bojano, Pietrabbondante e Altilia di Sepino.

In seguito alla colonizzazione romana, gran parte del patrimonio architettonico italico è andato irrimediabilmente modificato secondo gli accomodamenti dell'Urbe: le città principali di Venafrum, Bovianum, Aesernia, Saepinum, Bovianum Vetus (Pietrabbondante), Larinum si dotarono di strutture nuove come i fori, i templi della Triade Capitolina, le strade a cardi e decumani, i sepolcri monumentali, e soprattutto i complessi termali e gli anfiteatri, i cui esempi migliori si trovano nei siti archeologici di Larino, Venafro, Sepino e Pietrabbondante.




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Epoca Medioevale


Allo sfaldamento dell'Impero Romano, la ricostruzione delle città riprese intorno al X-XII secolo, mentre già dall'epoca longobarda erano state erette nei punti strategici le torrette di vedetta, che poi diventeranno veri e propri castelli fortificati.

Al periodo longobardo-franco (VIII-IX secolo) risale l'edificazione dell'importante cenobio dell'abbazia di San Vincenzo al Volturno, che insieme ai monasteri di Cassino e Farfa possedeva gran parte delle terre del centro-sud Italia sino all'Adriatico.

Il monastero si presenta alquanto manomesso, privato del complesso di San Vincenzo Maggiore (poi diventato sito archeologico), con in piedi soltanto l'Abbazia Nuova del XIII secolo. La "cripta di Epifanio vescovo" rappresenta il primi importante ciclo pittorico di affreschi della regione, risalente al IX secolo, con le raffigurazioni del martirio di San Lorenzo, della gloria di Epifanio, e della Crocifissione.


Sempre al periodo longobardo risale la costruzione della fortezza di Civita Superiore di Bojano, di Tufara, di Roccamandolfi e di Campobasso (il fortilizio sopra cui nel XV secolo verrà costruito il castello Monforte).

Nel periodo normanno (XII-XIII secolo) furono costruiti altrettanti castelli nella regione, come Castello D'Alessandro di Pescolanciano, il castello angioino di Vastogirardi, il castello normanno di Torella del Sannio (XIII secolo), a pianta trapezoidale con tre torri circolari, il castello di Castropignano, posto in cima al promontorio roccioso che sovrasta il paese e la Valle del Biferno; e poi ancora il Castello Pignatelli di Monteroduni (si presenta nel rifacimento in dimora gentilizia del XV-XVI secolo), quello di Cercemaggiore (in seguito palazzo baronale).

Di quest'epoca, abbastanza conservatosi nello stile originario, è il Castello Svevo di Termoli edificato da Federico II nel 1247, insieme alla cinta muraria del borgo vecchio attorno al Duomo. Nell'epoca angioina, vennero eretto i castelli di Colletorto (mirabile è la torre merlata), Civitacampomarano, Venafro (che verrà trasformata nel XV-XVI secolo nel Castello Pandone), Cerro al Volturno, e Riccia (di cui rimane la torre cilindrica).

Dal punto di vista religioso, dal X al XIV secolo i maggiori templi cristiani d'interesse romanico e gotico (malgrado delle manomissioni barocche e neoclassiche negli interni), sono il Duomo di Larino con la mirabile facciata gotica di Francesco Petrini (1319), una delle più rappresentative del gotico molisano, il Duomo di Termoli in stile romanico pugliese, la chiesa di San Giorgio e quella di San Leonardo a Campobasso, poste ai piedi del castello, la chiesa madre di San Giorgio di Petrella Tifernina (1165), e i complessi abbazia di Santa Maria di Canneto a Roccavivara (a guardia della sponda sinistra del Trigno) e di Santa Maria della Strada presso Matrice (CB).

Si presume che quest'ultima chiesa fosse stata eretta sopra un tempio romano, con la facciata a salienti decorata con pseudo protiro e due lunette laterali, rosone centrale a raggi, e bassorilievi a motivi animali. Il monumento funebre interno è del XIV secolo, ricavato nella navata sinistra.

La chiesa santuario di Santa Maria di Canneto invece risale al IX secolo, con facciata a spioventi in pietra liscia, col portale romanico e il rosone. L'interno a tre navate absidate ha copertura a capriate, colonne romane provenienti da un tempio, e un pregevole pulpito scolpito in pietra nel 1223, della scuola abruzzese del maestro Ruggero di Guardiagrele (l'autore dei pulpiti di San Clemente a Casauria, Santa Maria in Valle Porclaneta, San Paolo di Peltuino e San Pelino); tale pulpito mostra un parapetto ornato da sette archi, con figure di monaci, la scena dell'Ultima Cena, scolpita su paliotto d'altare.

Dell'epoca gotica (XIV-XV sec) si hanno gli esempi della già citata Cattedrale di Larino, del Duomo di Venafro (anche se si tratta di un rifacimento degli anni '60 eliminando le coperture barocche), e delle chiese parrocchiale di San Silvestro a Montefalcone nel Sannio, l'abbazia di Santa Maria di Faifoli a Montagano, della chiesa di Sant'Erasmo e di Santa Maria del Parco a Bojano (in parte gotica è anche la facciata del Duomo di San Bartolomeo, anche se subì varie distruzioni, in particolare nel 1805 e nel 1943), la chiesa di Sant'Emidio ad Agnone con mirabile portale a ghimberga dello stile dei portali abruzzesi di Vasto, e della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo a Tufara (CB).



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Rinascimento e barocco



In coincidenza con l'umanesimo, nei primi anni del Quattrocento, nel Molise entrò il rinascimento, favorito anche nel campo architettonico dalla necessità di ricostruire alcuni borghi e città distrutte dal terremoto del 1456, come Campobasso soprattutto.

Tale terremoto tuttavia distrusse anche opere rinascimentali che erano state già completate, sicché di questo periodo artistico nella regione si contano pochi esemplari, danneggiati irreparabilmente anche dal terremoto del 1805.

Timidi esempi di costruzioni rinascimentali si hanno soprattutto nei palazzi signorili di Agnone, nella chiesa di Sant'Antonio abate di Campobasso, e nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Riccia (CB).

Fu costruita nel '500, con la facciata decorata da due grandi paraste, portale rettangolare centrale, e in alto la trabeazione formata da architrave, fregio e cornice.

Il rifacimento della chiesa madre di San Marco ad Agnone comportò la realizzazione di un portale in stile veneziano, per la presenza di numerose maestranze in loco; a Gildone nella chiesa di Sant'Antonio venne realizzato un dipinto di scuola umbra della Madonna col Bambino tra angeli e santi.

L'epoca rinascimentale in Molise, per quel che rimane, costituisce il fiorire dei palazzi signorili, ricavati per lo più dei castelli medievali. Ne sono testimonianza il Palazzo Santangelo, Nuonno, D'Onofrio, e Apollonio presso Agnone; il palazzo vescovile di Antonio Attilio a Sepino, il Palazzo Carafa di Jelsi, il palazzo marchesale di Fornelli, il palazzo baronale ricavato dal castello ducale di Macchia d'Isernia e quelli di San Martino in Pensilis.

In dimore principesche furono trasformati anche i castelli di Ferrazzano, Riccia, Pescolanciano, Carpinone, Bagnoli del Trigno, Monteroduni, Venafro.

Per quanto riguarda l'arte sacra, si ricorda innanzitutto la Dormitio Virginis, pittura su tavola presso la chiesa di Santa Maria Assunta di Riccia; l'altare in pietra del 1543 e il fonte battesimale del 1580, situate nella chiesa madre di Lucito (CB); la copia della Sacra Sindone presso la Collegiata di Santa Maria Assunta a Ripalimosani, con la torre campanaria alla cuspide cipollinea del 1532, coeva di altre torri campanarie presenti nel territorio, che hanno affinità soprattutto con i due campanili di Venafro, delle chiese dell'Annunziata e del Cristo Re.


Di questo periodo sono anche la croce in pietra di Castelbottaccio di Antonio De Cristofaro (1550), e quella di San Giovanni in Galdo; nella Cattedrale di Larino sono stati realizzati pannelli lignei dell'Ultima Cena e il "Trasporto di San Pardo a Larino"; nella chiesa madre di Macchia Valfortore si trovano dipinti pregevoli di Antonio Solario, detto "lo Zingaro", opere di lui sono conservate anche a Casacalenda.


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Il tardo Rinascimento molisano è caratterizzato dalla figura di Fabrizio Santafede, che realizzò la Natività per la chiesa madre di Casacalenda, mentre la Vergine del Rosario, che era custodita a Lucito, è nel Museo Nazionale d'Abruzzo a L'Aquila; dipinti del XV-XVI secolo di vari autori, alcuni ignoti, si trovano presso l'episcopio e nel Santuario dei Santi Cosma e Damiano a Isernia, e nelle chiese madri di Pesche, Guglionesi, Agnone, e Cerro al Volturno.

A Campobasso, presso il Palazzo Magno, si trova una tela del 1592 ritraente Pace tra i Crociati e i Trinitari; affreschi di scuola benedettina si trovano nella chiesa di Santa Maria delle Grotte presso un romitorio nel territorio comunale di Rocchetta a Volturno (IS), così come pitture presso la cripta di San Casto nel Duomo di Trivento (XIV secolo).

Nell'epoca di transizione dal rinascimentale al barocco, l'artista più famoso fu Antonio Solario di Chieti (secondo altri di Civita d'Antino), detto "lo Zingaro".

Di origini venete, si ispirò alle tele di Vittore Carpaccio, tra le sue opere ci sono il dipinto della chiesa madre di Casacalenda, ritraente la morte di San Giuseppe; a Montorio nei Frentani nella chiesa di Santa Maria Assunta realizzò l'Assunzione, a Rotello nella chiesa di San Nicola realizzò la Deposizione.

La matrice di fondo della pittura molisana barocca è data dalla scuola di Napoli, Paolo Gmaba fu amico del Solimena, cui si attribuiscono Caduta degli Angeli nella chiesa parrocchiale di Ripabottoni, la tela dell'Immacolata nella Cattedrale di Larino, e Cacciata dei mercanti dal Tempio nel convento di San Francesco, sempre nella stessa città, e La Pietà nella chiesa di San Martino a Castelpetroso.

Paolo Gamba (1712-82), molisano di Ripabottoni, realizzò numerosi dipinti per la chiesa parrocchiale del paese natio, lavorando anche in Puglia e Abruzzo, e nel Lazio.

Nella chiesa madre di Ripabottoni si conservano le tele della Madonna del Rosario - Maria SS. del Carmelo - San Rocco con gli angeli; altre sue opere sono a Fossalto, Sant'Elia a Pianisi, Colletorto, Agnone nella chiesa convento di San Francesco, poi a Casacalenda presso la chiesa di Santa Croce. Altro pittore molisano barocco fu Benedetto Brunetti di Oratino, che realizzò tele per la chiesa madre dell'Assunta, e per lo splendido oratorio del Carmine, interamente rivestito in legno intagliato e dorato, con tele.




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Neoclassicismo ed eclettismo



Il periodo neoclassico in Molise è caratterizzato prevalentemente dalla ricostruzione di mezza regione dopo il disastroso "terremoto di Sant'Agata" del luglio 1805, che colpì il Matese, tra Bojano e Benevento.

Gli esempi migliori, quasi sempre chiese e palazzi signorili, è la facciata della Cattedrale di Isernia, rifatta da Berardino Musenga: la facciata si rifà alle costruzioni dei templi romani, con pronao ionico, tipico frontone triangolare, mentre l'interno mostra ancora caratteri tardo barocchi, con le tre navate divise da colonnato ionico.

Musenga rifece anche la chiesa madre di San Michele a Baranello, anche Campobasso fu interessata da importanti lavori di rifacimento, in particolar modo la Cattedrale della Trinità, e le chiese di San Giovanni del Gelsi e del Sacro Cuore, mentre sorgevano il Palazzo del Convitto, il Palazzo San Giorgio sopra l'ex monastero dei Celestini, il Palazzo Magno, la Prefettura e la Banca di Napoli.

Identica sorte di restauro neoclassico subirono il palazzo ducale di Larino, la chiesa di Santa Maria della Croce a Campobasso, e le parrocchiali di Filignano, Montaquila, Vinchiaturo e Trivento (il duomo venne quasi rifatto daccapo, eccettuala la cripta medievale, eretta sopra il tempio di Diana).

Dell'eclettismo molisano (liberty e neogotico), i migliori esempi sono la palazzina sul laghetto di Venafro, e la Basilica santuario di Maria Santissima Addolorata presso Castelpetroso, in puro stile neogotico, eretta nel 1890.


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Tradizioni e folclore
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In Molise sono assai diffuse le tradizioni di carattere religioso quali le processioni, come quelle del venerdì santo di Campobasso e di Isernia con la sfilata degli incappucciati, il Festival dei Misteri di Campobasso, la regata di San Basso a Termoli (CB), la solenne processione di San Nicandro a Venafro (IS) caratterizzata dal canto dell'inno, la processione di Capracotta (IS) in onore della Madonna di Loreto ogni tre anni, la festa del grano in onore di Sant'Anna a Jelsi (CB), la festa in onore di Santa Cristina a Sepino (CB), la sfilata dei carri di San Pardo a Larino (CB), i carri di Sant'Antonio e l'ultimo sabato di aprile a Santa Croce di Magliano (CB), la festa e il fuoco di Sant'Antonio Abate il 17 gennaio a Palata (CB), Colli a Volturno (IS) e Colletorto (CB), la storica carrese del 30 aprile di San Leo i tradizionali altari di San Giuseppe e la festa di San Biagio a San Martino in Pensilis (CB) nel basso Molise, oltre al caratteristico "Volo dell'angelo" del 1 e 2 luglio a Vastogirardi (IS).


Dal punto di vista prettamente folcloristico si segnala il Festival della Zampogna di Scapoli (IS), l'Eddie Lang Jazz Festival che si svolge nella cornice del castello Pignatelli di Monteroduni (IS), il Macchia Blues a Macchia d'Isernia, la Pezzata a Capracotta (IS), la 'Ndocciata di Agnone (IS), il Bonefro Rock Festival, la tartufata a Miranda (IS), la festa dell'uva a Riccia (CB), la Via Dolorosa a Colli a Volturno (IS), "gl'Cierv'" a Castelnuovo al Volturno (IS) e Il ballo dell'orso di Jelsi (CB).




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Musica


La musica in Molise ha ancora un'impronta generalmente popolare, basata sulla tradizione secolare della figura dello zampognaro.

Gli zampognari in Molise sono particolarmente radicati nel centro di Scapoli (IS), dove esiste anche il Museo del Bufù e della Zampogna, insieme a botteghe artigianali dove si continua la tradizione della fabbricazione di questo strumento musicale.

I canti popolari sono diffusi in tutta la regione, mescolati ai balli del saltarello tradizionale, ma anche con i canti delle minoranze slave presenti nella pianura costiera molisana di Ururi e Portocannone.

Per questa tradizione nel 1954 Diego Carpitella e Alberto Mario Cirese hanno pubblicato un disco di registrazioni, affinché la tradizione orale della lingua arbresche non vada perduta in regione.


Altra forma di canto popolare tipico del Molise e del basso Abruzzo è la "maitunata", ossia un gruppo di stornelli cantati per occasioni, completamente improvvisati, ma racchiusi in un preciso schema metrico e tematico.

La maitunata è generalmente diffusa a Campobasso, Sepino e Tufara. La città di Campobasso è inoltre sede dell'orchestra sinfonica regionale e del conservatorio di musica "Lorenzo Perosi".


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Teatro
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Le prime forme di tradizione teatrale molisana si hanno dai reperti archeologici rinvenuti a Larino, Pietrabbondante, Venafro e Sepino, quando dal I secolo a.C. i Romani costruirono i teatri e anfiteatri per spettacoli circensi e di tragedie classiche.

Successivamente bisognerà aspettare il XVIII secolo, quando i teatri esistevano solamente presso le cappelle di alcuni palazzi nobiliari, il più antico dei quali il seicentesco teatrino del Castello Pandone di Venafro.

Dall’Ottocento il teatro divenne d’uso mondano, e si formarono le prime compagnie teatrali locali, che misero in scena gli spettacoli in voga che si componevano nella Capitale.

Tra i più grandi teatri del Molise si annovera il Teatro Savoia di Campobasso, seguito dal piccolo Teatro del Loto di Ferrazzano (uno dei più piccoli d’Italia), e dal Teatro Italo-Argentino di Agnone, costruito nel primo ‘900 lungo il corso principale.


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La compagnia teatrale principale molisana è il “Teatro Stabile del Molise”. In regione sono presentii seguentiTeatri:


Provincia di Campobasso

Teatro Savoia di Campobasso
Teatro Risorgimento di Larino
Teatro del Loto di Ferrazzano
Teatro K di Casacalenda


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Provincia di Isernia

Teatro Unità d'Italia di Isernia
Teatro Italo-Argentino di Agnone
Teatro comunale di Bojano.



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Letteratura
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Non si attesta la presenza di scrittori e poeti molisani nell'epoca del dominio Sannita dei Pentri; tuttavia il territorio allora detto "Samnium" compare nelle opere dei principali storiografi romani Tito Livio, Plinio il Vecchio, Tacito soprattutto per la parte storica riguardante le "guerre sannitiche".

Anche i greci naturalizzati romani Diodoro Siculo, Strabone, Claudio Tolomeo, Polibio fecero alcuni riferimenti, principalmente a carattere etno-antropologico, sul Molise nello specifico citando nelle loro opere la città di Venafro esaltandone il clima mite e salubre, l'eccellente olio e la produzione di materiali edilizi.


Nell'epoca medievale la letteratura in Molise assume la connotazione dei canti e dei laudari composti da preti, e da documenti notarili. Nel campo della storiografia, l'esempio più importante del XII secolo è il Chronicon Vulturnense di un tal monaco Giovanni, riguardante la storia dell'abbazia di San Vincenzo al Volturno dalla fondazione carolina (IX secolo) sino all'XI, permettendo così un'importante ricostruzione anche dal punto di vista archeologico delle vicende del cenobio, uno dei principali dell'Italia meridionale sino al XV secolo.

Nel Medioevo pieno si hanno poche testimonianze cronachistiche sul Molise, principalmente si tratta di regesti e privilegi redatti da notai e protonotai, che verranno raccolti per le opere storiografiche del XVII-XVIII secolo.

Tra questi storici moderni il più illustre è Domenico La Porta, che ha scritto Historia della Contea di Molise, pubblicato 2015, mentre il cardinale Anton Ludovico Antinori negli Annali degli Abruzzi (1771) menzionò il Molise in base ad alcuni fatti storici accaduti nel Medioevo, legati all'Abruzzo.

Poi viene Raffaello Genari con la sua Historia della Città e Regno di Napoli (1750), dove si fa menzione in alcuni capitoli anche della Terra di Lavoro, dove gran parte del Molise era incluso sino al 1927.


Dal punto di vista della ricerca letteraria, i poeti e i romanzieri più famosi del Molise sono stati Francesco Jovine, noto nel panorama nazionale per il libro Le terre del Sacramento, Benito Jacovitti per aver creato il fumetto di Cocco Bill, poi Laura Vitone (poetessa crepuscolare ottocentesca), Giuseppe Jovine e Vincenzo Rossi, poeti decadentisti, e infine Nicola Iacobacci, che nelle sue poesie recupera i miti e le tradizioni molisane, alternando l'ambientazione di città-campagna.

Nell'ambito della letteratura dialettale si ricordano Giuseppe Altobello detto "Minghe Cunzulette", Michele Cima, Domenico Sassi ed Eugenio Cirese.



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Cinema




Due mogli sono troppe di Mario Camerini (1950), girato quasi interamente a Colli a Volturno.

La legge è legge di Christian-Jaque (1958), girato interamente a Venafro.

...continuavano a chiamarlo Trinità di E.B. Clucher (1971), con alcune scene girate a Venafro.

Il prefetto di ferro di Pasquale Squitieri (1977), con alcune scene girate a Colli a Volturno.

I magi randagi di Sergio Citti (1996), con alcune scene girate a Rocchetta a Volturno, Sesto Campano e Venafro.

Non ti muovere di Sergio Castellitto (2004), con alcune scene girate a Bojano, Oratino e Sepino.

Il sole dei cattivi, di Paolo Consorti (2013), con alcune scene girate a Larino.

Sole a catinelle di Gennaro Nunziante (2013), con alcune scene girate a Petrella Tifernina, Sepino, Casacalenda, Limosano e Provvidenti.

Il viaggio di Alfredo Arciero (2017), girato sulla tratta ferroviaria Carpinone - Sulmona e in diverse località molisane come Campobasso, Isernia, Ripalimosani, Limosano, Sepino, San Pietro Avellana, Vinchiaturo e Bagnoli del Trigno.



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Monumenti e luoghi d'interesse - Città d'arte



Campobasso: città di origini sannite, si sviluppò in epoca romana e fu ricostruita dai Normanni che edificarono il castello sopra una torre di guardia, in cima al monte che sovrasta l'abitato storico.

Campobasso ebbe pieno sviluppo nel Medioevo dal XIII secolo in poi, e venne ricostruita con un'ampia cinta fortificata voluta da Nicola Monforte dopo il disastroso terremoto del 1456, il quale riedificò anche l'attuale Castello Monforte a guardia della cittadella.

Il centro di Campobasso si divide in due nuclei storici: quello medievale che si arrampica sul monte del castello, e il nuovo centro di Gioacchino Murat fatto costruire dopo il 1805, alle porte del paese vecchio, dove si trovano la centralissima Piazza Pepe, la Piazza e il Corso Vittorio Emanuele e il corso Mazzini.

In cima alla montagnola si erge il quattrocentesco castello con il santuario della Madonna del Monte (o Santa Maria Maggiore, frequentata anche da Padre Pio), e dalla fortezza partiva la cinta muraria che abbracciava tutto il nucleo medievale, demolita dal sisma del 1805 e inglobata nelle case, dove è ancora è possibile vedere alcune porte di ingresso allineate con le torri (Porta Sant'Antonio a ovest, Porta San Nicola a sud-ovest, Porta Mancina a sud-est e Porta San Paolo a est).

Dopo il terremoto del 1456 il centro nevralgico della vita cittadina è divenuta la piazzetta con la chiesa di San Leonardo, a differenza della parte di sopra con la chiesa di San Bartolomeo e l'ancora più periferica chiesa romanica di San Giorgio, usata come sepolcro dei cittadini e delle famiglie illustri.

Diversi sono i palazzi rinascimentali e settecenteschi, come il Palazzo Japoce, il Palazzo Angioino, il Palazzo Mazzarotta sede del museo sannitico di Campobasso.


Scendendo sempre più in basso si trovano il Teatro Savoia accanto l'ottocentesca Cattedrale della Santissima Trinità e il Palazzo Magno.

In Piazza Vittorio Emanuele si trovano diversi edifici progettati insieme ai principali decumani della città a scacchiera, come il Palazzo San Giorgio (comune, ricavato dall'ex monastero dei Celestini), il Palazzo della Banca d'Italia, il Banco di Napoli e il Convitto Nazionale "Mario Pagano".



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Isernia: città antica, risorse nel Medioevo divenendo una delle città più importanti molisane. Il nucleo antico, benché non più racchiuso tra le mura, presenta ancora le caratteristiche originali, malgrado i bombardamenti del 1943 che distrussero il rione dell'attuale Piazza Celestino, dove si trovava la presunta casa natale di Pietro da Morrone, accanto alla medievale Fontana Fraterna.

Il borgo si sviluppa a ellisse, delimitato al centro dal corso Marcelli che sbocca in piazza della Cattedrale di San Pietro, in stile barocco-neoclassico, dove si affacciano le facciate della chiesa di Santa Chiara, dell'ex convento di San Francesco, del Palazzo d'Avalos e dell'ex Complesso di Santa Maria delle Monache.


Il centro nuovo si è sviluppato a nord intorno a Piazza Tedeschi, dove si trovano il parco delle Rimembranze, il complesso del Sacro Cuore e i principali palazzi degli uffici amministrativi.


Nei pressi del centro si trovano anche l'eremo dei Santi Cosma e Damiano e il parco archeologico di "Isernia La Pineta".

Venafro (IS): è una delle città più antiche del Molise, posta in un punto fondamentale di comunicazione con Caserta, Napoli e Roma.

Fu città dei Sanniti, come dimostrano i ritrovamenti presso il monte Santa Croce (la Rocca Saturno) effettuati nel 2002 dall'archeologo locale Franco Valente. Quando nel I secolo a.C. fu conquista dai romani, Venafro cambiò completamente aspetto ed è possibile rintracciare alcuni manufatti antichi conservatisi, come l'anfiteatro romano che sorgeva fuori dal perimetro murario e il teatro presso il Castello Pandone, le terme, le ville signorili e le testimonianze conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Santa Chiara. Anche la pianta della città è frutto della ricostruzione romana, con il nuovo sistema viario formato da cardi e decumani (via Plebiscito, Via Cavour, via Porta Guglielmo, Corso, Garibaldi, Via Amico da Venafro, Via Duomo, Via del Carmine, via Mura Ciclopiche, Largo Torre del Mercato).


Fu costruito anche un acquedotto romano, che prelevava le acque dalla sorgente del Volturno, distribuendola non solo alle ville, ma anche ai lotti della centuriazione. L'acquedotto di Venafro è in opera cementizia, con pareti interne ricoperte da intonaco levigato, avente larghezza di 65 cm per altezza di 160 cm.


Dopo il dominio romano, Venafro fu conquistata dai Longobardi, che edificarono la primitiva Cattedrale presso il colle Sant'Angelo, insieme a una torre di vedetta denominata "Torricella".

Nei secoli successivi Venafro godette sempre dei benefici dei signori che si succedevano al potere, tra cui i napoletani Pandone, che riedificarono l'imponente castello che sovrasta la cittadella.


Il centro storico ha un aspetto stilistico settecentesco, con mirabili esempi del barocco napoletano evidenti sia nelle strutture palaziali che nelle chiese, delle quali la chiesa dell'Annunziata risulta essere, insieme alla chiesa del Gesù, l'esempio più riuscito.

In posizione decentrata si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta, di origini romaniche, ristrutturata nel Settecento in stile barocco, e ripristinata con interventi massicci negli anni '60 nell'ipotetico stile medievale.

Nei dintorni sorgono altre costruzioni di rilievo, come la Basilica e il Convento di San Nicandro, la chiesa di San Francesco, la chiesa di Sant'Agostino, la chiesa del Carmine e numerose altre chiese, Palazzo Caracciolo conosciuto popolarmente con il nome di "Torre del Mercato", il Cimitero Militare Francese, la Palazzina Liberty.



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Agnone (IS): la cittadina posta al confine con l'Abruzzo, è stata ricostruita nel Medioevo con un sistema murario difensivo, benché un villaggio esistesse sin dall'era dei Sanniti.

La città ebbe da subito un fiorente commercio delle materie prime, tanto che aveva contatti perfino con i Veneziani, income dimostrano i palazzi gentilizi, che imitano le caratteristiche dell'edilizia civile della Serenissima.

Nel XIII secolo circa venne fondata la nota "Pontificia fonderia di campane Marinelli", che fabbrica ancora i bronzi per i campanili delle chiese dapprima italiane, e adesso anche per le altre nel mondo. Benché il perimetro murario non si sia conservato, sono ancora riconoscibili gli slarghi con le scomparse porte di accesso.

Il borgo antico è delimitato al centro dal corso Vittorio Emanuele II, accessibile da Porta Maggiore, e dal corso Garibaldi, situato all'estremo sud del paese, dove si trovano le antiche chiese di San Pietro, il monastero di San Francesco e San Marco Evangelista, la chiesa più antica della città.

Altre strutture religiose di notevole rilievo stilistico (esternamente gotiche e internamente barocche), sono la chiesa di Sant'Antonio abate (la più grande di Agnone) e la chiesa di Sant'Emidio, protettore contro i terremoti, che per secoli afflissero la cittadina.

La Fonderia Marinelli si trova nella moderna città tardo-ottocentesca, sviluppatasi presso le campagne che erano di proprietà del monastero di San Bernardino e di Santa Maria a Maiella.



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view post Posted on 27/12/2023, 10:00     Top   Dislike
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Bagnoli del Trigno (IS): piccolo borgo situato a poca distanza da Agnone, sviluppatosi nel Medioevo come insediamento fortificato per il controllo della vallata, e successivamente nel tardo Settecento estesosi più a valle.

Nella parte più antica, aggrappata a una montagna spaccata in due corni, si trovano le case pastorali inframmezzate a chiesette, come quella di Santa Caterina, mentre sopra i picchi della montagna torreggiano il Castello Ducale Sanfelice e la chiesa di San Silvestro.

La parrocchia è nella parte bassa del paese, tardo-ottocentesca, dedicata all'Assunta.

Nel paese il 18 agosto si svolge la festa rievocativa "Frammenti d'Antico", in cui si celebrano i costumi e le abitudini paesane dal Medioevo sino al Settecento mediante serate a tema e sfilate lungo il corso principale.


Bojano (CB): la città, posta alle porte del Matese e della provincia di Benevento, è una delle più antiche del Molise, fondata dagli italici Sanniti. L'antica Bovianom aveva riti e tradizioni religiose proprie, quando dal III secolo a.C. si trovò a combattere nelle guerre sannitiche contro Roma, vincendo inizialmente presso le Forche Caudine, e successivamente venendo attaccata in vari scontri, dalla seconda guerra fino alla terza, quando la città capitolò definitivamente.

Con la definitiva conquista romana, la città cambiò nome in Bovianum e venne riedificata alla romana, i cui monumenti sono scomparsi, essendo andato perduto anche gran parte dell'impaginato medievale della connotazione urbana, a causa di vari disastrosi terremoti, ultimo dei quali quello di Sant'Anna, che ha danneggiato anche la Cattedrale di San Bartolomeo.

Bojano infatti fu sede diocesana sin dal VI secolo, favorita dal governo longobardo di Benevento, ed era sorvegliata e ben protetta dal castello di Rocca di Civita Superiore, che ebbe vari proprietari dopo Federico II, dai Pandone agli Aragonesi, fino alla rovina totale dopo il 1805.


Il terremoto distrusse anche le porte con le mura che cingevano la città e Bojano si presenta come una cittadina ottocentesca, con abitazioni e chiese di stampo neoclassico, conservando solo alcuni sparuti esempi di barocchismo e goticismo, principalmente nelle strutture palaziali primarie (il Palazzo Ducale, il Palazzo del Museo Civico) e nelle chiese (il Duomo, Santa Maria a Prato e Sant'Emidio).


L'abitato di Civita Superiore che troneggia sopra il Monte Crocella, affiancato dagli eremi medievali di San Michele e Sant'Egidio, era anch'esso cinto da mura, in parte ancora conservate, ed è caratterizzato da semplici case pastorali intervallate da due piazze con le chiese maggiori, delle quali la parrocchia è di San Giovanni.

Poco più in alto si erge la pianta dell'antico Castello Pandone, le cui origini risalgono alle fortificazioni sannite.



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view post Posted on 30/12/2023, 21:56     Top   Dislike
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Castropignano (CB): piccolo borgo che si erge presso la cresta di un monte, separato dall'antico castello medievale.

Il castello sarebbe stato costruito sopra una fortificazione sannita del IV secolo a.C., anche se l'area fu frequentata anche nel Neolitico.

Il presidio di origine longobarda fu ampliato dai normanni e andò in cessione ai De Sangro-Lucera, successivamente trasformato nel XVII secolo in residenza nobiliare.

Una leggenda vuole che il castello (danneggiato da incuria e dai bombardamenti del 1943), avesse 365 stanze, cambiate ciascuna per ogni giorno dell'aqnno dai proprietari.

Nel borgo antico le case sono di pietra, caratterizzate dall'impronta del rifacimento settecentesco per le varie necessità che si andavano a sommare secolo dopo secolo.

Le chiese più importanti sono quelle del Santissimo Salvatore e di Santa Lucia.


***

Capracotta (IS): piccolo borgo non lontano da Agnone, Capracotta è stata fondata come castello fortificato nel Medioevo, e mantenne l'aspetto antico fino alla devastazione del 1943, quando venne distrutta dai nazisti in fuga sulla linea Gustav.

Il paese, ricostruito quasi completamente seguendo l'antico schema originario di case combatte e sobrie, per sopportare il peso della neve, ha scoperto dagli anni '50 la vocazione turistica dello sci e delle escursioni montane, divenendo il secondo comprensorio sciistico del Molise dopo Campitello Matese. Il piccolo borgo ha pianta ellittica, con la parte più alta dominata dalla chiesa barocca di Santa Maria Assunta, circondata dalle case.

Una via conduce al serpentone della periferia, dove si trovano la chiesa di Sant'Antonio e la villetta comunale.



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view post Posted on 4/1/2024, 11:32     Top   Dislike
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Castel San Vincenzo (IS): si trova in una zona montuosa con il fulcro centrale nel lago San Vincenzo, posto tra i comuni di Castel San Vincenzo, Rocchetta a Volturno e Cerro al Volturno.
In origine questi castelli erano i feudi della potente abbazia di San Vincenzo al Volturno, ancora esistente, benché reliquia di un complesso monastico molto più vasto, andato quasi distrutto, e recuperato nel percorso archeologico di "San Vincenzo Maggiore - Cripta di Epifanio".


Oltre il contesto naturale della riserva lacustre e la chiesa di San Vincenzo al Volturno, il centro conserva ancora la caratteristica di borgo medievale fortificato, accessibile da un arco d'ingresso, e diviso in due principali rioni, quello della chiesa di San Martino e il secondo della chiesa di Santo Stefano.



Civitacampomarano (CB): di origine incerta, forse sannita, il nome "Campomarano" risale al 999 d.C., quando l'imperatore Ottone III confermò la donazione della chiesta di Sant'Angelo al borgo, realizzata nell'870 dal principe longobardo Arechi II in favore della basilica di Santa Sofia di Benevento. Il borgo si sviluppò attorno all'antico castello svevo, poi angioino, fregiandosi del titolo di "civitas".

Tra le bellezze del paese c'è proprio il monumentale castello medievale, che si trova dietro la chiesa di Santa Maria Maggiore, semi-distrutta da una frana, di cui resta il torreggiante campanile.

Altre chiese sono quella di San Giorgio e della Madonna delle Grazie, mentre per quanto riguarda l'architettura civile si trovano a Civitacampomarano una casa mercantile rinascimentale e l'abitazione che dette i natali al patriota Vincenzo Cuoco.



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view post Posted on 8/1/2024, 21:23     Top   Dislike
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Colletorto (CB): la prima menzione ufficiale del paese si ha in un documento del 1320 degli angioini,m dove viene chiamato "Collis Tortus".

Dopo il periodo della casa D'Angiò, nel Quattrocento il borgo divenne proprietà della regina Giovanna II di Napoli, la quale realizzò l'imponente torre cilindrica che ancora sovrasta l'abitato, divenendone il simbolo, e riedificò l'antico castello, trasformandolo in palazzo di rappresentanza, situato esattamente tra la torre e la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.

Il borgo è molto variegato e offre altri monumenti non meno importanti d'interesse architettonico, come la chiesa del Purgatorio dai campanili gemelli, il convento di Sant'Alfonso Maria dei Liguori e la chiesetta di Santa Maria di Laureto.


Frosolone (IS): paese noto per la produzione artigianale di coltelli, conserva molto bene il nucleo medievale-settecentesco ancora racchiuso in parte della mura, specialmente nella zona del Palazzo D'Alena (l'antico castello).

Il corso Vittorio Emanuele divide in due il borgo, passando per il piazzale del Duomo di Santa Maria Assunta, ed è costituito da eleganti casette in pietra; altri edifici di interesse dentro le mura sono la chiesa di San Pietro e di San Rocco, mentre nella parte moderna si trovano il Museo dei Coltelli e l'ottocentesca Fontana dell'Immacolata.


Gambatesa (CB): sorge su un villaggio romano, dove sono state rinvenute monete e armi. Il villaggio fu saccheggiato dai barbari dopo la caduta romana, e nel XIII secolo fu riedificato, prendendo il nome dal signore Riccardo di Gambatesa, del casato angioino, che prese il potere nel castello medievale.

Avendo due figlie, ottenne che il nipote Riccardello, figlio di Sibilia e Giovanni Monforte di Campobasso, aggiungesse al cognome quello paterno, dando inizio a un nuovo casato.

Essendo per vari secoli, fino al XVIII secolo, roccaforte dei Di Capua, che dettero il proprio nome al castello, Gambatesa nel 1799 divenne municipio.

Conserva l'impianto urbano medievale-settecentesco, arroccato attorno al Castello, esternamente ancora di fattezze medievali, ma all'interno trasformato in palazzo gentilizio, ricco di notevoli affreschi rinascimentali, raro esempio conservatosi nelle strutture signorili in Molise. La chiesa principale, barocca, è dedicata a San Bartolomeo.


Guglionesi (CB): si trova nei pressi della costa molisana, e fa parte di quel comprensorio di borghi molisani che nel XV secolo ha risentito degli influssi orientali-slavi e croati, che ne hanno contaminato lo stile di vita culturale e architettonico per quanto riguarda i palazzi e le chiese principali.

L'impianto circolare dimostra che il borgo fu fortificato attorno all'antico castello centrale, scomparso, ma ciò che risalta subito all'occhio è il connubio di architettura religiosa-civile settecentesca tra tradizione centro-italiana e quella della penisola balcanica.

Un esempio primario è la Collegiata di Santa Maria Maggiore, ricostruita più volte, e presentante un impianto settecentesco, con opere di Michele Greco da Valona, e la cripta gotico-romanica dove si trova il reliquiario del patrono Sant'Adamo.


Altri esempi architettonici, dove intervenne anche la mano mediatrice dello stile romanico pugliese, sono la chiesetta di San Nicola e la chiesa di Sant'Antonio di Padova, in un originale compendio di romanico-gotico molisano.



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36 replies since 13/9/2023, 19:21   2666 views
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