IL FARO DEI SOGNI

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Claudio Orciani1
view post Posted on 18/12/2023, 21:33 by: Claudio Orciani1     Top   Dislike
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Scoraggiarci non ci viene così naturale?
Smarrire il cuore per agire, assumendo l'etimologia di coraggio da cor+agere; o più semplicemente perdere il cuore, non averlo più: cor+habere.
Basta pochissimo per perderlo il cuore:
una piccola frustrazione, un dolore fisico che implacabile ritorna, uno sgarbo ricevuto, una telefonata che non arriva, per non parlare delle scosse più gravi che spesso ci sorprendono, come sganassoni improssivi, o sveglie sonore ......
Le ginocchia non ci tengono più, come diceva Omero dei suoi eroi, l'energia vitale cala velocissima, sprofonda, e noi ci ritroviamo svuotati, nullificati, impotenti, e pieni di amarezza: non c'è niente da fare, pensiamo, e niente serve a niente, vorrei morire!
Sì lo scoraggiamento è una sorta di suicidio, uno sperimentare tutta l'amarezza della morte, come fallimento definitivo, implosione di ogni senso.
Tutto qui?
Siamo così impotenti, foglie al vento, che in autunno già pronte sono a cadere?
Sì, e no.
Sì, cadiamo molto spesso nel buco nero dello scoraggiamento.
No, perché quel buco può diventare sorgente di vita nuova, fonte cioè di qualcosa che il nostro piccolo io non conosce, e che solo perdendo il proprio piccolo cuore, nel momentaneo scoramento, può acquisire.
Scoraggiarsi insomma, perdere il cuore, è il presupposto per acquisire un altro Cuore, immensamente più vasto, e incommensurabilmente più coraggioso.
San Paolo direbbe: "in noi opera la morte, ma in voi la vita" (2Cor 4,12): ciò che ci mortifica interiormente cioè scatena in noi una straordinaria potenza che irradia vita per tante persone, muovendoci ad un nuovo e imprevedibile agire.
Difficile ginnastica, direte voi, e avete perfettamente ragione: questa è un'atletica tremenda, ma a me pare anche l'unica tollerabile.
L'alternativa infatti consiste nel perdere il coraggio, e rimanere nell'impotenza paralizzante più o meno mascherata da attivismo, da patologie, o da depressione.
No, c'è una modalità iniziatica di fronteggiare l'esistenza:
c'è un modo spirituale di scoraggiarsi per ritrovare il Cuore,
di morire per ridestarci Viventi,
di fallire per il vero Trionfo.
Che in questi giorni di fine anno, giorni sempre molto difficili e pieni di travagli, più o meno consapevoli, i paradossi spirituali possano illuminare i nostri cuori, e ricolmarci di gioia, come la stella che ci guida al nostro Eterno Natale.

Marco Guzzi

 
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