IL FARO DEI SOGNI

Nuovi poeti

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Abbracciatele forte le persone che vi sembrano forti.

C’è stato un tempo in cui bastava una carezza per farle tremare.

Oggi basta l’ombra di una paura per farle cadere.

Abbracciatele forte le persone che vi sembrano forti.

Voi non sapete quanto sia prepotente il grido del dolore che cerca di uscire dall’anima, quando un sorriso diventa maschera per le lacrime ingoiate ad occhi bassi e per la voglia di scappare al mare lontano dal mondo.

Abbracciatele forte le persone che vi sembrano forti.

Diventate la forza che non sentono più...


N. Berardino

 
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Ho bisogno di alleggerire le spalle,
perché è da troppo tempo che sono cariche di pesi
che non ho voluto, non ho chiesto.
E poi ci sono sotto le mie ali,
ci sono io…
che ho bisogno di volare.


Alda Merini

 
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Faccio parte di quella stirpe
a cui nessuno ha mai regalato nulla,
a cui nessuno ha mai concesso fiducia o simpatia.
Faccio parte di quella stirpe
che ha dovuto conquistarsi tutto da sola,
le stesse cose degli altri,
ma col doppio della fatica e del lavoro.
Faccio parte di quella stirpe
che soffre ma non implora,
che ama ma non supplica,
che rispetta ma non piega il capo.
La mia stirpe è quella di coloro che
si sono conquistati tutto,
di quelli che sanno correre dei rischi,
perché siamo quelli che hanno imparato
a cavarsela in ogni situazione.
La mia ribelle stirpe non la potrai mai addomesticare,
né con i soldi, nè con l'amore
nè con false lusinghe: la mia stirpe è ribelle,
e l'entusiasmo che ci accompagna va oltre l'arcobaleno...
Laddove nasce il vento.

Manuele Dalcesti

 
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Chissà, mi domandavo
Se chi ti invidia quella forza che hai
sapesse quanto ti è costata
tutte le volte che un “si”
sarebbe stato comodo
ma per non accontentarti
invece di seguire una delle tante mode
invece di seguire una delle tante strade
ti sei messa a scrivere la tua
ogni volta
reinventandola da zero
passo dopo passo
sogno dopo sogno.

Chissà, mi domandavo
se chi ti invidia quella forza che hai
sapesse cosa si nasconde
dietro la semplicità del tuo sorriso
che credono che vivere leggeri
equivalga a prendere la vita con leggerezza.
Se sapessero che i tuoi mostri
li hai incontrati tutti
che ti sei affrontata a cuore aperto
prima di accettarti.
E ti senti dire spesso
“Vorrei sapere ascoltare, come sai ascoltare tu”
Non lo sanno
quanto silenzio hai dovuto ingoiare
prima di trovare le parole giuste.
Non lo sanno loro
quanti “Non fa niente”
ti sono usciti sottovoce dalle labbra.
E invece eccome se faceva
faceva tanto male.

Chissà se chi ti invidia quella forza che hai
sa cosa significhi
non avere nulla da nascondere
ma desiderio di farsi trovare.
Se sa che che non è facile
accettare di essere persone speciali.
Che a volte preferiresti che tutto ti scivolasse addosso.
A volte vorresti una pelle
dove non resti tutto scritto
tutto impresso.
A volte preferiresti non averle
tutte quelle cicatrici.
Non averli, tutti quei ricordi.

Chissà se chi ti invidia quella forza che hai
riuscirà mai a capire che dal dolore non si sfugge.
Che il dolore va vissuto fino in fondo e poi compreso.
Che non esistono altri modi per convincersi
che la bellezza esista.
Che oggi, se puoi dirti una persona libera
è solo perché non hai mai creduto
di poter essere qualcun altro
se non te stessa.
E ti sei messa in viaggio
quel giorno in cui hai urlato basta
in cerca della tua felicità.


Andrew Faber

 
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voulez vous le monde, madame?


Sconvolta. Voglio essere continuamente sconvolta.
E tutti mi dicono che la devo smettere, che così si resta soli, che bisogna accontentarsi e scendere a compromessi, sì ma chi l'ha deciso?
Chi l'ha deciso che quelli che vivono una vita insieme amano davvero e tutti gli altri no?
Chi l'ha deciso che non possiamo cercare di più continuamente?
Chi l'ha deciso che svegliarsi da soli dopo una certa età è disdicevole?
Chi? Voglio sapere chi, i nomi, i cognomi. Tutto. Io voglio sconvolgermi, voglio fare casino, voglio scappare, voglio far incazzare tutti, e poi voglio farmi perdonare, voglio farmi ricordare, voglio farmi notare.
Non sono matura. Oddio, è vero. Ma chi l'ha deciso che per essere maturi dobbiamo diventare infelici? Chi?
Io non ci sto, io faccio la rivoluzione.

(andifeelunsafe.tumblr.com)

 
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.
Tra i credenti e i non credenti, io scelgo gli incredibili. Io faccio voto di vastità.”

Alessandro Bergonzon
 
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Coloro che non imparano niente dai fatti sgradevoli della propria vita costringono la coscienza cosmica a riprodurli tante volte quanto sarà necessario per imparare ciò che insegna il dramma che è accaduto.

Carl Gustav Jung

 
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Non aspettare nessuno.
Incontra gente, viaggia, visita una città che ti incuriosisce, o riscopri la tua: girala a piedi, fotografala come se non l’avessi mai vista.
Non aspettare che arrivi qualcuno a salvarti. Perché potrebbe non arrivare nessuno.
Quasi mai succede. Devi salvarti tu.
Devi volerti bene.
Devi guardarti dall’esterno e domandarti “Che cosa farei io per me se fossi una persona che mi ama?”
E farlo.
Far sentire la tua voce.
Imparare a chiedere aiuto.
Imparare a dire che cosa c’è che non va.
Arrabbiarti, anche.
E soprattutto imparare ad essere stupidamente felice, senza motivo.
Sai quella felicità cretina, inossidabile, quella specie di scudo luminoso su cui tutto rimbalza che ci viene fuori quando siamo innamorati?
Ecco. Non aspettare che arrivi qualcuno a dartelo.
È tuo. Sei tu che lo crei.
Impara come.

E fatti questa magia ogni volta che ne avrai bisogno.

Catherine BlackCENTER]
 
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view post Posted on 10/12/2023, 06:58     Top   Dislike
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L’altra mattina la mia mamma mi ha chiamato e mi ha detto: “Ho letto un articolo che parlava delle sedie vuote a Natale, del male che fanno”, e le tremava la voce mentre parlava.
Io, poi, a queste sedie vuote ci ho pensato per tre giorni, un po’ anche di notte, e mi ci è venuto perfino il mal di pancia, perché a me la tristezza si accumula tutta lì, nemmeno nel cuore o nella testa.
Nella pancia.
A un certo punto, però, mi sono detta: “se tutti stiamo a pensare alle sedie vuote, a quelli che non ci sono, a chi non c’è mai stato, a chi non c’è più, chi ci penserà a chi è rimasto?
A chi c’è ancora, chi ci pensa?”
A me il Natale non fa tanto bene, perché mi ricorda quanta magia perdiamo per strada, mi ricorda quante speranze mandiamo al patibolo senza nemmeno accorgercene, e insomma: ci sono giornate che mi piacciono di più, tipo il primo giorno di primavera, il giorno in cui cambia l’ora e ci regalano un po’ di luce, il giorno in cui mi sveglio e gli alberi del mio viale sono arrossiti e si preparano a spogliarsi davanti a tutti.
Eppure quest’anno voglio provare a viverla meglio, quest’anno ho un buon proposito per oggi (mi piace andare per gradi, un giorno alla volta, perché poi domani chissà).
Oggi voglio pensare alle sedie piene, a quello che è rimasto, a tutto quello che è sopravvissuto, a tutto quello che c’è.
Alle sedie vuote rivolgerò un sorriso, e non si offenderanno.
Chi non c’è più non si offende se ogni tanto proviamo ad essere felici.


Susanna Casciani

 
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S’innamorò come s’innamorano sempre le donne intelligenti: come un’idiota.

A. Mastretta

 
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"Lei era stanca.
Stanca di essere comprensiva con tutti.
Stanca di dire sempre “si va bene” quando avrebbe voluto
mandare tutto all'aria.
Lei,
lei era stanca di parlare senza essere capita
né ascoltata.
Stanca di passare sempre per quella forte
che può sopportare tutto.
Lei,
lei che dietro quei sorrisi nascondeva un'anima
calpestata e tanto dolore.
Lei,
lei chiedeva di essere capita attraverso i suoi silenzi.
Lei,
lei chiedeva un briciolo d'amore , qualcuno che le dicesse:
" ora basta con te ci sono io, andrà meglio vedrai".
Lei che piange di nascosto.
Lei che solo io posso capire.

Rosanne Donatiellou

 
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view post Posted on 5/1/2024, 06:09     Top   Dislike
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La ballata delle donne

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.

Edoardo Sanguineti

 
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FILASTORTA D'AMORE

C’era una volta un principe azzurro,
tutto il contrario di un uomo buzzurro,
era cresciuto a pane e romanzi,
“salva una bella che poi ti fidanzi”.
Questo la mamma gli aveva insegnato
“La donna è indifesa, tu sei corazzato,
la donna è in balia di mostri e grifoni,
tu sei cavaliere e ai draghi le suoni”.
C’era una volta una bella regina
che crebbe sua figlia da crocerossina,
“gli uomini, cara, non san quel che fanno,
tu devi aiutarli a non far troppo danno.
Più sembrano forti, più vanno salvati,
amati, vestiti, stirati e lavati.
ti guardano duri, ti parlano bruschi
ma sotto quel guscio son tanti molluschi”.
Un giorno i due salvatori in potenza,
andarono a un party di beneficenza
lei vide un ragazzo spaurito e sperduto
lui vide una donna in cerca di aiuto.
E prima che i tocchi dicessero E’ tardi
scoccò la scintilla all’incrocio di sguardi.
Lei disse: “ho capito il dolore che hai dentro…”
Lui: “portami il drago, che in fronte lo centro”.
Lei: “…tu sei un bambino con occhi d’adulto…”
Lui: “… dai fatevi sotto o streghe d’occulto…”
Lei: “… il grande nemico è dentro te stesso…”
Lui: “… maghi e mannari venuti a congresso”.
Continuarono a lungo a salvarsi a vicenda
su ferite fantasma mettevan la benda.
Se lei riposava lui correva a baciarla
ché al sonno d’eterno doveva sottrarla.
E se lui si faceva di vino un bicchiere
lei già lo curava dal vizio del bere.
Poi giorno su giorno nel quotidiano
svanisce l’afflato, subentra l’umano.
Così quell’azzurro si stinge d’amore
arriva la rabbia più sorda, il livore
e dopo una vita passata a salvare,
capiscon che ha senso, a volte, sbagliare.
Cadere è la vita che fa il proprio corso
l’amor non è il Banco di Mutuo Soccorso.
Amarsi è lasciarsi sbagliare a vicenda
Il principe azzurro è solo leggenda."

Enrica Tesio

 
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view post Posted on 24/1/2024, 07:02     Top   Dislike
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Lui non cercava di farsi perdonare.
Sperava che lei dimenticasse.
E lei dimenticò lui.

Viviana De Donno
Dipinto: Edvard Munch

 
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A lungo mi sono chiesta come fosse possibile che persone intelligenti, il più delle volte colte, spesso autonome economicamente, accettassero di essere oggetto di violenza all'interno della propria relazione.
Adesso so che contano l'educazione femminile, frutto di secoli di addestramento alla subordinazione, e anche la parallela formazione maschile, imbevuta di proiezioni dominanti e possessive.
Contano i modelli sociali patriarcali, e conta moltissimo la sensibilità popolare educata all'idea che uno schiaffo sia solo una carezza veloce, nella convinzione diffusa che l'amore sia tale anche quando procura occhi pesti, zigomi lividi e sospette cadute dalle scale. Conta perfino che ogni titolo di quotidiano insista nel definire «delitto passionale» l'omicidio di una donna per mano del suo uomo, come se la morte fosse amore portato alle sue estreme conseguenze.

Michela Murgia, Ave Mary

 
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43 replies since 23/8/2023, 15:00   726 views
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