Il Settecento e l'Ottocento
Gli anni a cavallo fra XVIII e XIX secolo portarono diverse novità nel patrimonio artistico regionale, che inizio a concentrarsi in maniera sempre più prevalente all'arte civile, fino ad allora sempre rimasta in secondo piano rispetto all'arte sacra. Si ebbe una diffusa trasformazione di palazzi medievali e fortificati in residenze gentilizie in tutto l'Abruzzo, che così andava assumendo un aspetto diffusamente barocco nei suoi centri principali.
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Dal Novecento a oggi
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L'inizio del secolo vide, in particolare nella fascia costiera, un diffuso sviluppo dello stile liberty, che presto però lascerà il posto allo stile razionalista durante gli anni del regime fascista.
In particolare a Pescara la trasformazione urbana fu massiccia, guidata prevalentemente dagli architetti Vincenzo Pilotti e Cesare Bazzani.
La città, in precedenza divisa nelle due municipalità di Pescara e Castellammare Adriatico, venne unificata ed elevata a capoluogo di provincia nel 1927, e tutti i necessari edifici amministrativi vennero costruiti nel tipico stile celebrativo del regime.
Con le grandi distruzioni causate dai bombardamenti di Pescara, la città dovette affrontare un'estesa opera di ricostruzione, che con esiti spesso contrastanti, pose le basi per un certo sperimentalismo architettonico cittadino, che annovera fra i suoi ultimi esponenti la Fontana la Nave di Pietro Cascella ed i due attraversamenti del fiume, il ponte del Mare ed il ponte Flaiano.
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Pittura e scultura
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Gli affreschi medievali di Capestrano, Pianella e Bussi, risalenti all'XI secolo, furono le prime e più significative manifestazioni di arte visiva sopravvissute fino ad oggi; nei secoli successivi le testimonianze si moltiplicano, con i cicli di Fossa, Bominaco, Ronzano, Loreto Aprutino, Castelvecchio Subequo e Atri.
A partire dal Quattrocento si inizia a sperimentare una fusione fra gli stili tardo gotico e rinascimentale; un esempio di questa commistione si ebbe ad Atri, dove l'arte di Andrea De Litio, per la sua complessità e originalità, segnò il momento conclusivo della stagione pittorica medioevale abruzzese ed insieme quello d'inizio dell'età propriamente rinascimentale.
I principali lavori dell'artista sono conservati nella basilica di Santa Maria Assunta. Negli stessi anni a Guardiagrele operava il fabbro Nicola da Guardiagrele, i cui crocifissi, paliotti e busti sacri segnarono notevolmente l'arte scultorea del ferro in regione. Tra i suoi lavori maggiori il Paliotto di Teramo, conservato nella collegiata di Santa Maria Maggiore.
I primi esempi di pittura rinascimentale, a cavallo tra '400 e '500, furono prodotti da Saturnino Gatti, che lavorò nelle chiese dell'Aquila, e soprattutto nella chiesa di San Panfilo a Tornimparte. Nel XVIII secolo la pittura trovò affermazione anche sulla ceramica, coronando con la notorietà internazionale l'arte della maiolica, una tradizione che fin da due secoli si era sviluppata presso Castelli, Rapino, Anversa degli Abruzzi e Loreto Aprutino.
Uno dei massimi esponenti, con la sua bottega, fu Carmine Gentili, che sperimentò varie cromature e tipi di ritratto sulla maiolica spaziando ed ampliando il tradizionale modello del bozzetto bucolico con elementi vegetali in cornice.
Nella seconda metà dell'Ottocento si affermò il pittore Teofilo Patini da Castel di Sangro, con le sue opere Bestie da soma, La catena, L'erede, Vanga e latte, Ritorno all'ovile e Pulsazioni e palpiti, celebrando la vita semplice e povera dei contadini abruzzesi; successivamente raggiunse la notorietà Francesco Paolo Michetti di Francavilla al Mare, con la sua opera più famosa "La figlia di Iorio", rifatta più volte, una conservata nel palazzo della provincia di Pescara (versione definitiva, giorno, tempera), un'altra nel Museo Palazzo de' Mayo a Chieti (versione precedente, tramonto, olio).
Michetti si dedicò a molte altre opere, come ad esempio un ritratto dell'amico Gabriele d'Annunzio, con cui lavorò nello studio del "cenacolo michettiano" preso il convento Michetti a Francavilla od il suo contributo nell'affermazione del giovane scultore Costantino Barbella, specializzato nella creazione di piccoli oggetti in bronzo e argilla, la cui collezione si trova a Chieti.
Alla fine del XIX secolo fu attivò soprattutto Basilio Cascella, l'esponente più famoso della pittura abruzzese moderna, insieme ai figli Tommaso, Michele e Gioacchino. Molte delle tele, che oscillano tra realismo e post-impressionismo, sono conservate nella Pinacoteca Cascella ad Ortona (quelle di Basilio), e nel Museo Cascella di Pescara.
Molto attivi anche gli scultori Nicola Eugenio D'Antino, Pietro Cascella e Andrea Cascella nipoti di Basilio, Gabriele Smargiassi ed i fratelli Palizzi di Vasto, di scuola napoletana; in particolare Filippo Palizzi, uno dei pittori animalisti più noti dell'Ottocento.
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