IL FARO DEI SOGNI

Categoria:Inventori francesi

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Joseph-Ignace Guillotin


Joseph-Ignace Guillotin (Saintes, 28 maggio 1738 – Parigi, 26 marzo 1814) è stato un medico e politico francese. È celebre per aver ideato, sebbene non materialmente progettato né realizzato, lo strumento per le esecuzioni capitali che da lui prende il nome, la ghigliottina.


Biografia
Prima della rivoluzione

Joseph-Ignace Guillotin nacque a Saintes, nel dipartimento della Charente Marittima, il 28 maggio 1738. Il padre, Joseph-Alexandre Guillotin, era un avvocato girondino. Compì i primi studi a Bordeaux; divenuto novizio dell'ordine dei gesuiti, il 4 aprile 1756 ricevette la tonsura e i 4 ordini minori da Louis Jacques d'Audibert de Lussan, arcivescovo di Bordeaux e primate d'Aquitania.

Ricoprì quindi per qualche anno il ruolo di professore al gesuita Collegio degli Irlandesi. L'11 dicembre 1761 sostenne al collegio d'Aquitania una tesi grazie alla quale ottenne il grado di dottore in Lettere dell'università di Bordeaux.[1] Successivamente si spostò a Reims, dove ottenne la laurea in medicina nel 1768. Nello stesso anno, in seguito al superamento di un concorso divenne pupillo della facoltà di Medicina di Parigi. L'ex dottore reggente Jean de Diest aveva infatti lasciato nel testamento un legato di 60.000 lire alla Facoltà di medicina di Parigi a condizione che ogni anno venisse "adottato" un candidato scelto tramite concorso[2]. Fu proclamato dottore in medicina nel 1770, e poco dopo dottore reggente, massimo riconoscimento in campo medico all'epoca. Gli fu affidata la cattedra di anatomia, patologia e fisiologia all'Università.[3]

Iniziato in Massoneria nel 1772 nella Loggia "Perfetta Unione", fu Venerabile della "Concordia Fraterna" all'Oriente di Parigi e membro affiliato della Loggia delle "Nove sorelle", assieme a personalità come Benjamin Franklin, Voltaire, Jean Sylvain Bailly, i pittori Greuze e Vernet, lo scultore Houdon, l'abate Delille, il duca D'Orléans e il duca di Chartres[4][5].

Nel 1784 fu chiamato a far parte della commissione incaricata dal re Luigi XVI di indagare sulle teorie del magnetismo animale di Franz Anton Mesmer. Membri di questa commissione furono, fra gli altri, anche il chimico Antoine Lavoisier, l'astronomo Jean-Sylvain Bailly e l'ambasciatore americano Benjamin Franklin. Il 14 luglio 1787 Guillotin sposò Maire-Louise Saugrain, appartenente a una nota famiglia di librai parigini.
Gli Stati Generali e la prima fase della rivoluzione

Uno dei primi atti di Guillotin come uomo politico fu la Pétition des citoyens domiciliés à Paris, datata 8 dicembre 1788, con la quale si chiedeva al re che agli Stati Generali il voto fosse per testa anziché per Stato, e che il numero dei deputati del Terzo Stato fosse perlomeno uguale a quello dei deputati degli altri due. La petizione fu adottata dai Sei Corpi, l'associazione dei commercianti di Parigi, che ne curò la stampa e la distribuzione: una copia venne depositata da ogni notaio della città affinché ogni cittadino potesse firmarla. La diffusione del pamphlet fu proibita a seguito del giudizio del tribunale di Parigi, che ne condannò la forma di diffusione, ma non il contenuto[6]. La petizione fu comunque accettata dal Consiglio del re il 27 dicembre.

Guillotin fu eletto il 1º maggio 1789 fra i dieci deputati di Parigi agli Stati Generali, con 143 voti su 273 votanti[7]. Fu lui a suggerire, il 20 giugno 1789, di utilizzare la Sala della Pallacorda, dopo che i deputati del Terzo Stato trovarono sbarrata la porta della sala dell'Hôtel des Menus-Plaisirs a Versailles, in cui avrebbero dovuto riunirsi.[8] Fu anch'egli fra i firmatari del Giuramento della Pallacorda.[9]

Sollevò inoltre la questione della sanzione reale: poteva il re rifiutare il suo consenso alla Costituzione e al potere legislativo? In tal caso il rifiuto sarebbe stato sospensivo o definitivo? L'Assemblea decise, l'11 e 12 settembre, che il veto sarebbe stato sospensivo e sarebbe durato per una legislatura. Il 5 ottobre Guillotin fu inviato in delegazione da Luigi XVI per sottoporre alla sua approvazione la Costituzione e la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.[10]

Il 6 ottobre presentò sei articoli di modifica al codice penale riguardanti principalmente le modalità di esecuzione della pena capitale e il trattamento riservato ai parenti dei condannati. In particolare si propugnava la totale estraneità dei parenti dai delitti commessi da loro congiunti, il divieto di confisca dei beni del condannato e la restituzione del corpo alla famiglia[11], la cui discussione fu rinviata al primo dicembre successivo. In quella data fu adottato il primo articolo, che stabiliva che

«i delitti dello stesso genere saranno puniti con lo stesso genere di pena, quali che siano il rango e lo stato del colpevole»

Va ricordato che all'epoca era ancora in vigore l'uso di riservare pene di morte diversificate a seconda della tipologia dei colpevoli: l'impiccagione per i ladri, lo squartamento per i regicidi, rogo per falsari ed eretici; la decapitazione con l'ascia era un privilegio destinato ai soli aristocratici, al punto da essere quasi considerato un titolo di nobiltà. Per Guillotin la pena capitale doveva invece essere eseguita nel modo più rapido e indolore possibile per tutti, con un “semplice meccanismo”[12] che descrisse in modo pittoresco:

«La lama cade, la testa è tagliata in un batter d'occhio, l'uomo non è più. Appena percepisce un rapido soffio d'aria fresca sulla nuca»
(riportato da Lehodey de Saultchevreuil[13])

«Con la mia macchina, vi faccio saltare la testa in un batter d'occhio, e voi non soffrite»
(da Le Moniteur)

La cosa gli attirò non poca ironia da parte dell'opinione pubblica e dei giornali. Si diffusero presto versi e canzonette satiriche sulla macchina per la decapitazione, la ghigliottina appunto, dal nome del suo presunto inventore. In particolare rimase nota la canzone pubblicata dal Journal des Actes des Apôtres che terminava con:
(FR)

«Et sa main fait soudain la machine, qui simplement nous tuera, et que l'on nommera GUILLOTINE»
(IT)

«E la sua mano fa in un batter d'occhio la macchina, che semplicemente tutti ci ucciderà, e che chiameremo GHIGLIOTTINA»

In realtà, congegni simili esistevano già in Italia, Scozia e Inghilterra. Inoltre la pena di morte tramite decapitazione fu stabilita dal Comitato legislativo solamente il 3 giugno 1791. Charles-Henri Sanson, il boia di Parigi, sottolineò che la lama della macchina avrebbe dovuto essere molto tagliente e il condannato avrebbe dovuto rimanere perfettamente immobile. Per risolvere i problemi pratici legati a questo tipo di pena, il procuratore generale Pierre-Louis Roederer si rivolse a Guillotin, ma questi rifiutò. L'incarico fu dunque affidato ad Antoine Louis, segretario perpetuo dell'Accademia di chirurgia, mentre la realizzazione materiale fu opera del fabbricante di pianoforti tedesco Tobias Schmidt. Dopo alcuni esperimenti su cadaveri all'ospedale di Bicêtre, il primo uomo a essere ghigliottinato fu un ladro di nome Nicolas-Jacques Pelletier, il 25 aprile 1792 in Place de Grèves.[14] Una lettera del dottor Sœmmering pubblicata su le Moniteur del 9 novembre 1795 aprì il dibattito sull'efficienza della ghigliottina: il medico tedesco sosteneva infatti che l'io del condannato rimaneva vivo per qualche tempo, e percepiva quindi dolore, dopo la decapitazione. Molti dottori indicavano quindi l'impiccagione come supplizio più clemente, contrastati in questa opinione dai loro colleghi che, come il dottor Cabanis, reputavano al contrario impossibile la sopravvivenza della coscienza in un uomo ghigliottinato. Tuttavia non risulta da alcun documento che Guillotin abbia mai preso parte a questa accesa disputa.
Il Terrore e il Consolato

La carriera politica di Guillotin terminò con lo scioglimento dell'Assemblea nazionale costituente[15]. L'8 maggio 1792 il tribunale del 2º arrondissement lo condannò a un'ammenda del quadruplo del prezzo della patente che in quanto medico avrebbe dovuto procurarsi secondo la legge del 17 marzo 1791. Guillotin, nella sua tesi difensiva durante il processo, aveva sostenuto di non dover pagare la suddetta patente in qualità di dottore reggente della facoltà di Medicina di Parigi.[16]

Imprigionato durante il regime del Terrore, venne liberato dopo la morte di Robespierre.[17] In seguito si dedicò esclusivamente alla medicina. Si ha notizia di un dottor Guillotin, direttore dell'ospedale militare installato nell'abbazia di Saint-Waast ad Arras, nel 1794.[18]

Fu impegnato nella lotta contro il vaiolo e intuì subito le potenzialità del vaccino inventato da Edward Jenner. Come presidente del Comitato di vaccinazione, istituito dal ministro dell'interno Chaptal, il 23 ottobre 1803 presentò a Bonaparte il rapporto generale su questa scoperta, che fu accolto con favore. Il 4 aprile 1804 fu proclamato presidente della Società per l'estinzione del vaiolo in Francia tramite diffusione del vaccino, incaricato di diffondere la vaccinazione e corrette pratiche igienico-sanitarie a livello nazionale. Il 2 marzo 1805 presentò il vaccino a papa Pio VII, allora a Parigi, implorandone la benedizione.[19]

Nel 1806 fondò l'antenata di quella che è l'Accademia di Medicina francese, la Società Accademica di Medicina, che cercava di ricostruire in qualche modo l'antica facoltà di Medicina, soppressa con le altre dal decreto dell'8 agosto 1793. L'associazione si occupava delle malattie regnanti e delle innovazioni in campo medico, e forniva consulti gratuiti ai poveri. La Società, di cui rimangono poche tracce, si fuse al Circolo Medico verso il 1814.[19]

Joseph-Ignace Guillotin morì a Parigi il 26 marzo 1814, all'età di 76 anni, per un antrace al braccio sinistro; riposa a Parigi nel cimitero di Père-Lachaise.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Joseph-Ignace_Guillotin

 
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André-Jacques Garnerin


André-Jacques Garnerin (Parigi, 31 gennaio 1769 – Parigi, 18 agosto 1823) è stato un inventore francese.


Biografia

Fu catturato dalle truppe britanniche durante la prima fase delle Guerre Napoleoniche (1792–1797), ceduto agli Austriaci e fatto prigioniero di guerra in Buda in Ungheria per tre anni[1].
Mongolfiere e paracadute
Mongolfieristica

Garnerin, studente presso il professore Jacques Charles, pioniere della mongolfieristica, fu coinvolto nel volo con i palloni aerostatici, e lavorò insieme col proprio fratello Jean-Baptiste-Olivier Garnerin (1766–1849)[2] nella maggior parte delle attività di aerostatica fino a che fu nominato Ufficiale dell'Aeronautica di Francia.

Garnerin effettuò regolarmente prove e dimostrazioni nel Parc Monceau a Parigi a partire dal 1797, ma queste sue attività divennero una cause célèbre quando egli nel 1798 annunciò che il suo successivo volo avrebbe incluso una donna come passeggero. Sebbene pubblico e stampa fossero favorevoli, egli fu costretto a comparire dinanzi agli ufficiali del Central Bureau di Polizia per giustificare il proprio progetto. Essi si preoccupavano degli effetti che la ridotta pressione atmosferica poteva avere sull'organismo del delicato corpo femminile e della eventuale perdita dei sensi e, in più, delle implicazioni morali di tanta stretta vicinanza fisica a lui nel corso del volo. Non soddisfatta delle spiegazioni di Garnerin, la polizia emanò un'ingiunzione contro di lui, vietando la salita a bordo che la giovane donna stava per intraprendere alla ventura senza alcuna idea delle possibili conseguenze. Dopo un'ulteriore consultazione con entrambi il Ministero degli Interni e il Ministero di Polizia, l'ingiunzione fu ribaltata sulla base del fatto che "Non era più scandaloso vedere due persone di sesso diverso ascendere con la mongolfiera di quanto lo sia vederli saltare dentro una carrozza”. Essi convennero anche sul punto che la decisione della donna evidenziava la sua confidenza con l'esperimento e un livello di personale intraprendenza[1].

Citoyenne Henri era già stata scelta, così quando fu rimosso il divieto Garnerin era pronto a procedere. Egli pubblicizzò l'ascesa su L'Ami des Lois (un giornale parigino pubblicato dal 1795–1798[3]).

L'8 luglio 1798 un cospicuo numero di spettatori si ritrovò a Parc Monceau per assistere all'ascensione. Da tutti i racconti si sa che Citoyenne Henri era giovane e bellissima, e che lei e Garnerin compirono vari giri intorno al parco tra gli applausi della folla prima che ella fosse coadiuvata nella navicella della mongolfiera dall'astronomo Jérôme Lalande. La gita in mongolfiera trascorse senza incidenti e il viaggio si concluse a Goussainville circa a 30 chilometri a nord di Parigi.
Paracadutismo

Garnerin cominciò gli esperimenti con i primi paracadute che consistevano di dispositivi a forma di ombrello e compì la prima discesa col paracadute (nella navicella) con un paracadute di seta il 22 ottobre 1797 a Parc Monceau, Parigi (I Brumaio, Anno VI del calendario Repubblicano[4]). Il primo paracadute di Garnerin assomigliava ad un ombrello chiuso prima che egli discendesse, con un palo che scorreva per il centro e un nodo che passava attraverso un tubo nel palo, che lo collegava al pallone[4]. Garnerin viaggiò in una navicella attaccata al fondo del paracadute e alla quota approssimativa di 3.000 piedi (1.000 m), recise il nodo che collegava il suo paracadute al pallone[4]. L'aerostato proseguì il volo mentre Garnerin, con navicella e paracadute, precipitava[4]. La navicella ondeggiò violentemente durante la discesa[5] e urtò nell'atterraggio, ma Garnerin rimase illeso[4]. Il paracadute di tela bianca[senza fonte]aveva la foggia di ombrello e approssimativamente 23 piedi di diametro (7 m).[6]
Il Tour in Inghilterra

André-Jacques conseguì il grado di Ufficiale dell'Aeronautica di Francia, e così insieme a sua moglie Jeanne Geneviève visitò l'Inghilterra nel 1802 quando era in corso la Pace di Amiens e la coppia completò vari voli dimostrativi. La sera del 21 settembre 1802, André-Jacques ascese col suo aerostato da Volunteer Ground in North Audley Street, Grosvenor Square eseguendo una discesa in paracadute sul campo vicino a St. Pancras.[7] Tale impresa ha dato origine alla ballata popolare inglese:[8]
(EN)

«Bold Garnerin went up
Which increased his repute
And came safe to earth
In his grand Parachute.»
(IT)

«L'ardito Garnerin salì
Accrescendo la sua reputazione
E arrivò salvo a terra
Nel suo gran Paracadute»

Egli compì la sua seconda ascensione inglese con Edward Hawke Locker il 5 luglio 1802 da Lord's Cricket Ground, viaggiando per 17 miglia (27,4 km) da lì fino a Chingford in circa 15 minuti appena portando una lettera di presentazione firmata dal Principe Reggente da consegnare ovunque egli fosse atterrato[9][10]. Tuttavia, quando riprese la guerra tra Francia e Gran Bretagna, essi furono costretti a fare i bagagli e ritornare al continente dove, tra il 3 e il 4 ottobre 1803, egli coprì una distanza di 245 miglia (395 km) tra Parigi e Clausen, in Germania, con il suo aerostato.
Famiglia

In numerose delle sue imprese di volo aerostatico Garnerin lavorò insieme a suo fratello Jean-Baptiste-Olivier Garnerin (1766–1849).[2]
Jeanne Garnerin

La sua alunna Jeanne Geneviève Labrosse, che più tardi sarebbe diventata sua moglie, fu sia mongolfierista sia la prima donna paracadutista. Il primo volo di Labrosse avvenne il 10 novembre 1798, diventando una delle primissime donne a volare in mongolfiera, e il 12 ottobre 1799 Labrosse fu la prima donna a paracadutarsi da un'altitudine di 900 metri.
Elisa Garnerin

Sua nipote Elisa Garnerin, nata nel 1791[11], imparò a guidare aerostati all'età di 15 anni e compì 39 discese paracadutistiche professionali dal 1815 al 1836 in Italia, Spagna, Russia, Germania e Francia[12][13][14].
La morte
Garnerin morì a Parigi il 18 agosto 1823 a causa di un incidente nel corso di una costruzione quando fu colpito da una trave proprio mentre realizzava una mongolfiera.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9-Jacques_Garnerin

 
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Léon Gaumont


Léon Gaumont (Parigi, 10 maggio 1864 – Sainte-Maxime, 9 agosto 1946) è stato un inventore, produttore cinematografico e imprenditore francese.


iografia

Léon Gaumont fu il fondatore della Gaumont, la società di produzione francese creata nel luglio del 1895 con il nome "L. Gaumont et compagnie". Léon era stato in precedenza impiegato in una fabbrica di materiale ottico e fotografico, la "Comptoir général de photographie".
Alice Guy diresse i primi film Gaumont: è considerata la prima donna regista della storia del cinema - 1906

Nella sua impresa, che ha come emblema una margherita ispirata al nome di sua madre[1], l'industriale costruì apparecchi di proiezioni e cineprese, ma commercializzò anche macchine di altri inventori, come il cronofotografo di Georges Demenÿ.

Questi apparecchi furono venduti accompagnati da pellicole dimostrative che vennero realizzate dalla segretaria della Gaumont, Alice Guy, considerata, nella storia del cinema, la prima regista donna. Gaumont, da parte sua, si interessò anche al cinema sonoro, studiandolo assieme a Henri Lioret, e al colore.

I film prodotti dalla compagnia vennero distribuiti attraverso una rete di sale. Nel 1911, il Gaumont Palace di Parigi diventò la più grande sala cinematografica del mondo con i suoi 3.400 posti.

Nel 1930, la società venne messa in liquidazione, ma nel 1938 riaprì i battenti con il nome di "Société nouvelle des établissements Gaumont".

Gaumont risiedeva spesso a Sainte-Maxime, località dove possedeva un castello costruito nel 1883. La residenza veniva usata per accogliere gli ospiti, ma anche per girarvi dei film, come, ad esempio, Judex, il serial del 1916 diretto da Louis Feuillade e girato in parte proprio a Sainte-Maxime.

Gaumont era fautore della diffusione dell'esperanto: produsse pertanto un breve film che mostrava una lezione della lingua internazionale e che venne proiettato nel 1911 in un congresso di esperantisti ad Anversa.

Gaumont morì a Sainte-Maxime nel 1946, ma fu sepolto a Parigi, nel Cimitero di Belleville. Nella capitale francese, nel 20º arrondissement, esiste una strada intitolata a suo nome.
Filmografia
Produttore

La Fée aux choux di Alice Guy (1896) - supervisione alla produzione
Les Chefs-d'oeuvre de Bébé di Émile Cohl (1910) - produttore
Oscar et Kiki la midinette di Louis Feuillade (1913) - produttore
Oscar au bain di Louis Feuillade (1913) - produttore
Un conseil d'ami di Jacques Feyder (1916) - produttore
Biscot se trompe d'étage di Jacques Feyder (1916) - produttore

Filmato d'archivio

Cinema Europe: The Other Hollywood - Where It All Began episodio TV di Kevin Brownlow e David Gill, 1ª stagione, 1º episodio (1995)





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Henri Giffard


Henri Giffard (Parigi, 8 gennaio 1825 – Parigi, 14 aprile 1882) è stato un ingegnere e inventore francese, ideatore dell'iniettore per le macchine a vapore ed autore del primo volo alimentato, controllato da un motore a vapore e continuativo di un dirigibile.


Biografia

Henri Giffard nasce a Parigi l'8 gennaio 1825 e si forma negli studi presso la scuola Bourbon. La sua passione per le ferrovie lo spinge a diventare successivamente macchinista di locomotive a vapore. Nel 1843, all'età di 18 anni, compie la sua prima escursione in pallone aerostatico. Dal 1849 si specializza nella progettazione di motori a vapore ad alto rendimento con il sig. Flaud. Nel 1850 progetta un nuovo sistema d'iniettore per le caldaie, ma a causa della mancanza di mezzi non riesce a realizzarlo. Il 20 agosto 1851, in collaborazione con la École Centrale Paris, deposita un brevetto (n° 12 226) sull'applicazione del vapore alla navigazione aerea.

Sempre nel 1851, aiutato da David, Sciama e Cohen, tre studenti dell'École centrale, sperimenta un pallone dalla forma allungata e che riprenderà l'anno seguente. Il 24 settembre 1852 Giffard compie il primo volo con un aerostato controllato da2 500 m³ e spinto da un motore a vapore da 3 hp, partendo da Parigi e percorrendo 27 km verso ovest raggiungendo Trappes, nel dipartimento degli Yvelines.

Nel 1855 deposita un nuovo brevetto per la navigazione aerea (n° 24 057). Il 26 novembre 1857 brevetta una valvola di regolazione per macchine a vapore. Il 1º febbraio 1858, deposita un nuovo brevetto di un sistema d'iniezione che funziona grazie alla forza centrifuga ma viene minacciato di essere processato per plagio. In sostituzione Giffard brevetta l'iniettore, dispositivo che farà la sua fortuna, il successivo 8 maggio 1858. Si tratta di un accorgimento tecnico che non prevede alcuna parte in movimento. È composto da due coni separati da una sezione libera. Il vapore che serve ad attivare il dispositivo si condensa trasmettendo la sua energia sotto forma di velocità all'acqua, che alimenta la caldaia senza alcuno spreco.

Nel 1859 viene provata la prima locomotiva fornita del nuovo sistema, conservando in parallelo il vecchio metodo in caso d'aiuto, ma che non sarà mai utilizzato e rapidamente smontato. Questo dispositivo è stato adattato per migliorare il processo Triger, per abbassare la pressione necessaria scavare nella zona inondata.

In occasione dell'esposizione universale di Parigi del 1878 realizza un pallone frenato di 25 000 m³ capace di trasportare 40 passeggeri.

Henri Giffard dopo essere stato mecenate di numerosi dirigibilisti, muore suicida nell'aprile 1882, lasciando il suo patrimonio alla nazione perché serva ai poveri ed a scopi scientifici ed umanitari.
Onorificenze

Nel 1859 riceve il prix de mécanique, un premio da parte dell'Accademia delle scienze francese, pur senza avere presentato l'iscrizione.
Il suo nome è contemplato nell'elenco dei settantadue cittadini francesi, soprattutto scienziati e ingegneri, fatti imprimere da Gustave Eiffel sotto la balconata del primo piano della struttura dalla torre Eiffel.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Henri_Giffard

 
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Benoît Gonod


Benoît Gonod (Artemare, 12 settembre 1792 – Clermont Ferrand, 14 febbraio 1849) è stato un insegnante, bibliotecario e inventore francese.


Biografia

Benoît Gonod ideò la prima macchina per stenotipia nel mondo quando svolgeva la mansione di bibliotecario a Clermont-Ferrand nel 1927. Costruì un prototipo e presentò delle relazioni relative al sistema presso l'Accademia della città. Nonostante la macchina funzionasse, non riuscì mai ad ottenere una realizzazione su scala industriale.

Per quanto i suoi progetti avessero destato interesse, tanto da essere ripresi e perfezionati da altri, e fossero destinati al successo, l'effettivo utilizzo di un apparecchio per stenotipia cominciò soltanto nel 1878, con la presentazione della cosiddetta "Macchina Michela" (o "Metodo Michela") da parte del professore italiano Antonio Michela Zucco.
Epitaffio

Benoît Gonod fece costruire una tomba monumentale nel cimitero del villaggio di Thèdes (comune di Saint-Genès-Champanelle) per sé e sua moglie. Prima di morire scrisse egli stesso il testo da porre sulla tomba:

Ego sum resurrectio et vita
Qui riposano
Benoît Gonod
Professore di Retorica
al Liceo di Clermont
Vicepresidente dell'Accademia
di Scienze, Arti e Lettere
Cavaliere della Legion d'Onore
deceduto il 14 febbraio 1849
all'Età di 56 anni
Profondamente istruito
ancor di più modesto
al cuore amante e generoso
Nobile vittima del dovere,
La gioia e l'orgoglio
della sua cara compagna.
********
E' passato facendo il bene
********
Preghiamo per lui.






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Maurice Goudard


Maurice Goudard (Parigi, 22 dicembre 1881 – 17 gennaio 1948) è stato un ingegnere e inventore francese.


Biografia

Di famiglia agiata, si laureò nel 1905 presso l'École Centrale[1], ove conobbe Marcel Mennesson, che divenne suo amico[2]. Nel 1906 inventò un particolare radiatore, a forma di tamburo, ventilato da una girante centrifuga[3]. Il sistema così costruito prese il nome di "radiatore centrifugo" e fu il primo articolo originale prodotto dalla società Goudard & Mennesson (che sarebbe poi divenuta la Solex), fondata sempre nel 1906 dallo stesso Goudard con Marcel Mennesson[4]. Il radiatore centrifugo, tuttavia, a causa della sua forma, non ebbe un grande successo e la sua produzione fu interrotta a metà degli anni 1920[4]. Disinteressatosi al raffreddamento dei motori, Goudard si dedicò ai carburatori, che divennero il suo campo di studi definitivo e che portarono la Solex alla ribalta sulla scena motoristica mondiale.

Data la sua grande esperienza nel campo, nel 1923 Goudard fu nominato presidente della chambre syndicale des accessoires pour automobiles, cycles et appareils aériens. Egli ricoprì la carica fino al 5 giugno 1942, quando, in piena occupazione tedesca della Francia, rassegnò per protesta le dimissioni[4][5]. Goudard infatti, da liberista convinto, mal sopportava le ingerenze dello Stato (la burocrazia particolarmente) nel funzionamento dell'industria[5]. Nello stesso 1942 si scagliò nuovamente contro il dirigismo con il saggio La Défense du libéralisme[4], tirato in cinquecento copie[5]. Nel 1944 l'opera fu nuovamente pubblicata, in due edizioni[5]. Contribuì alla nascita nel 1927[6] del Bureau des Normes de l'Automobile[4], organizzazione per la normalizzazione della produzione automobilistica. Fu presidente dal 1932 al 1936 della Societé des Ingénieurs de l'Automobile[1].
Onorificenze
Ufficiale della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale della Legion d'Onore





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Maxime Guillaume


Maxime Guillaume (... – ...; fl. XX secolo) è stato un inventore francese.

È noto per essere stato il primo a depositare, il 3 maggio 1921, un brevetto riguardante la costruzione di un motore a getto, che fu registrato col N. 534.891 il 13 gennaio 1922.[1]

Il suo propulsore avrebbe dovuto essere un turboreattore del tipo a flusso assiale, ma non venne mai costruito, perché le tecniche costruttive dell'epoca non erano abbastanza sviluppate per permettere la costruzione di un adeguato compressore.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Maxime_Guillaume

 
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Marie Harel


Marie Harel (Crouttes, 28 aprile 1761 – Vimoutiers, 9 novembre 1844) è stata un'inventrice francese, nota per essere la creatrice -secondo la leggenda- del formaggio Camembert[1].


Biografia
Invenzione del Camembert

La paternità dell'invenzione del Camembert non è accertata da fonti accreditate, si presume sia prodotto dalla fine del XVII secolo; a tal proposito Thomas Corneille menziona nel suo dizionario geografico pubblicato nel 1708, un formaggio famoso nel paese di Camembert scrivendo: «Vimonstiers: [...] c'è ogni lunedi un grande mercato in cui uno porta gli ottimi formaggi di Livarot e il Camembert».[2]

Secondo la leggenda, il Camembert è stato sviluppato nel 1791 da Marie Harel una contadina di Camembert, con la consulenza di un prete originario di Brie Charles-Jean Bonvoust, rifugiato a Beaumoncel nel villaggio di Camembert durante la rivoluzione francese.[1]
Espansione del Camembert

Il successo del Camembert si ha nella prima metà del XIX secolo, per merito dei discendenti di Marie Harel che ne hanno sviluppato la produzione su larga scala; tra cui il nipote Cyrille Paynel, creando un caseificio nel comune di Le Mesnil-Mauger in Calvados .[3]





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Jean de Hautefeuille


Jean de Hautefeuille (Orléans, 20 marzo 1647 – Orléans, 18 ottobre 1724) è stato un fisico, inventore e abate francese.


Biografia

Hautefeuille nacque a Orléans, figlio di un fornaio. Quando era ragazzo, le sue attività sperimentali attrassero l'attenzione di Maria Anna Mancini, duchessa di Bouillon, che divenne la sua protettrice e lo accolse nel suo seguito. In questo modo poté viaggiare in Italia e Inghilterra. Grazie alla protezione della duchessa fu ordinato sacerdote della Chiesa Cattolica[1]. La sua passione, però, era per le scienze piuttosto che per le questioni religiose, e si dedicò all'ingegneria e alla fisica applicata.

Uno dei suoi contributi più importanti fu la proposta di usare una molla a spirale ed un bilanciere al posto di un pendolo per controllare gli orologi. Negli anni 70 del diciassettesimo secolo fu coinvolto in una disputa con Christian Huygens e Robert Hooke, che rivendicavano la paternità dell'invenzione. L'invenzione è generalmente attribuita a Huygens, in quanto riuscì a perfezionare l'idea, e fu il primo a costruire un orologio che ne facesse uso[2].

Hautefeullie si occupò anche di acustica, studiando il funzionamento del megafono, e scrisse un saggio sulla causa dell'eco, che vinse un premio dell'Accademia di Bordeaux nel 1718. Studiò anche miglioramenti per le lenti. Si interessò anche delle maree, e inventò uno strumento chiamato talassametro per registrarle[1].

Nel 1678 propose una prima forma di motore a combustione interna, proponendo di usare una miscela tonante con polvere da sparo per sollevare l'acqua, sfruttando il vuoto prodotto dal raffreddamento in un recipiente munito di valvole, nel quale aveva preventivamente fatto esplodere la polvere pirica[1]. Sembra improbabile tuttavia che fosse riuscito a costruire tale macchina. Fu comunque il primo a proporre l'uso di un pistone in una macchina termica. Huygens propose un sistema simile due anni dopo, basandosi sui suggerimenti di Hautefeuille, e sembra che avesse costruito anche dei prototipi[3].

Hautefeuille perfezionava raramente le proprie invenzioni, ed era incline a pubblicare idee prematuramente, per poi abbandonarle in favore di nuove ispirazioni. L'accademia delle Scienze di Parigi attestò il valore e l'utilità di molte delle sue scoperte, ma non lo elesse mai come membro[1].

Fu autore di numerosi saggi su diversi argomenti.
Illustrazione alla Nova ratio accuratissime inveniendi acus magneticae declinationem, exposita... pubblicata sugli Acta Eruditorum del 1684
Opere

Problème d'acoustique curieux et intéressant, dont la solution est proposée aux savans, d'après les idées qu'en a laissées
Au Roi [supplique de l'abbé de Hautefeuille au sujet de deux moyens qu'il a trouvés de connaître les longitudes sur la mer et pour lesquels les savants ne lui ont pas rendu justice]
L'art de respirer sous l'eau. Et le moyen d'entretenir pendant un temps considerable la flamme enfermée dans un petit lieu. Omne principium rude & imperfectum, sed per additamenta artis, tractu temporis res perficiuntur. Seneca. Nulla res consummata est dum incipit. Idem. Seconde edition.
L'art de respirer sous l'eau et le moyen d'entretenir pendant un tems [sic] considerable la flamme enfermée dans un petit lieu. Omne principium rude & imperfectum, sed per additamenta artis, tractu temporis, res perficiuntur. Nulla res consummata est, dum incipit.
Saint Evremond
Réfléxions sur quelques machines a élever les eaux
Plaidoyer sur les magiciens et sur les sorciers
Inventions nouvelles
Sentiment de Mr de Hautefeuille ecrit à un de ses amis, sur le different du R. P. Malebranche prestre de l'Oratoire, & de Mr Regis, touchant l'apparence de la lune vûë à l'horison & au meridien, avec quelques particularitez concernant l'horlogerie.





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Gustave Hermite


Gustave Hermite (Nancy, 11 giugno 1863 – Bois-Colombes, 9 novembre 1914) è stato un fisico e inventore francese, pioniere insieme a Georges Besançon dell'utilizzo dei palloni sonda per uso scientifico e meteorologico. Era nipote di Charles Hermite, uno dei padri dell'analisi matematica moderna[1


Biografia

Nacque a Nancy l'11 giugno 1863.[2] giovanissimo iniziò a studiare matematica, e poi frequentò il Liceo della sua città natale. Una volta diplomatosi, nel 1884 iniziò a studiare chimica teorica e pratica presso il laboratorio dell'Accademia di Neuchâtel, in Svizzera.[2] Di ritorno da un viaggio in Italia cadde malato, e durante la convalescenza lesse, per distrarsi l'Astronomie populaire di Camille Flammarion, rimanendo affascinato dal mondo dell'astronomia.[2] La sua prima comunicazione all'Accademia delle Scienze di Francia nel 1884 riguardava un telescopio astronomico fisso di sua concezione.[2] Nel 1885, dopo aver pubblicato l'articolo Détermination du nombre des étoiles de notre Univers divenne membro della Société astronomique de France a di altre società scientifiche svizzere[2]. Si lanciò poi nel mondo delle invenzioni, e nel 1887 concorse a realizzare un telemetro, e poi nel 1888 di un piccolo elicottero, mosso da un motore elettrico ed attaccato a un cavo d'alluminio, azionato da una batteria posta a terra.[2][3] Tale elicottero fu collaudato alla quota di 1.500 m sul massiccio del Giura dove percorse solo una ventina di metri a causa della rarefazione dell'aria in quota.[4] Sempre in quell'anno diede una nuova comunicazione all'Accademia delle Scienze di Francia relativa al metodo fotocronoscopico (méthode photochronoscopique) fondato sull'intermittenza luminosa del tubo di Geissler applicata all'analisi cinematica di tutti i movimenti che nella fasi rapide sfuggivano all'osservazione diretta.[2] Nel 1889 iniziò a progettare veicoli più pesanti dell'aria: piccoli aeroplani azionati da razzi o cervi volanti utilizzati come mezzi di trazione sull'acqua o sul ghiaccio, e poi presentò a Monsieur Abel Hureau de Villeneuve, segretario generale dell'Esposizione Universale una memoria relativa all'esplorazione delle alte quote dell'atmosfera utilizzando una serie di palloni sonda.[4] Il 17 agosto 1889 a Laon effettuò il suo primo volo su una mongolfiera insieme al suo amico Georges Besançon,[5] e nel 1890 realizzò con Besançon il Sirius che gli permise di fare un viaggio da Parigi a Creusot in 16 ore di volo, con uno scalo nel dipartimento della Yonne.[5] Questo volo servì come modello ad altri aeronauti per la creazione di un “Tour de France” in pallone.[5]

Tra il 1890 e il 1891 lui e Besançon pianificarono un volo al polo nord che non si concretizzò per mancanza di finanziamenti.[1] I due uomini si lanciarono allora nella costruzione di palloni sonda[N 1] muniti di un appositi strumento per registrare la temperatura e la pressione atmosferica.[1] Il pallone ritornava al suolo appeso ad un paracadute e gli strumenti venivano agevolmente recuperati.[1] Nel 1892 fondò con Besançon l'Etablissement central d'aérostation.[5] Dopo aver dimostrato la fattibilità dei palloni meteorologici, nome che gli diede lui, e grazie all'Union aérophile de France, egli lanciò una serie di palloni capaci di raggiungere l'altitudine di 10.000 m trasportando una navicella del peso di diversi chilogrammi, contenente degli apparecchi di misurazione e registrazione che inaugurarono la serie di ascensioni scientifiche internazionali.[6] Nell'ottobre 1895 il pallone sonda L'Aérophile raggiunse i 15.000 m, stabilendo il record mondiale di quota raggiunta.[7]

Nel 1898 il francese Léon Teisserenc de Bort organizzò l'Observatoire de météorologie dynamique di Trappes, il debutto dell'esplorazione sistematica grazie all'uso dei palloni sonda. Tra il 16 e il 17 settembre 1899 effettuò, insieme a Maurice Farman, una sensazionale ascensione percorrendo 626 chilometri in 15 h e 8 ', terminata Fos, nella Crau, a qualche metro dal mare, avendo un vento a favore che spirava a 130 km/h.[6] Ammalatosi si ritirò a vita privata, e si spense il 9 novembre 1914, a prima guerra mondiale iniziata, a Bois-Colombes, nella periferia di Parigi.[6]





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Eugene Houdry


Eugene Houdry (Domont, 18 aprile 1892 – Upper Darby, 18 luglio 1962) è stato un ingegnere meccanico e inventore francese.

Creò il cracking catalitico del petrolio grezzo[1].


Biografia

Prestò servizio nell'esercito francese come tenente durante la prima guerra mondiale, dove fu ferito in azione e premiato con la Croix de guerre. Successivamente fu fatto Cavaliere della Legion d'onore[1].

Dopo aver tentato inizialmente di produrre benzina a partire dalla lignite, assai abbondante in Francia, nel 1930 si trasferì negli Stati Uniti alla ricerca di finanziamenti e passò all'utilizzo di catrami pesanti. Sebbene ci fossero stati tentativi precedenti di usare catalizzatori nel processo di cracking, Houdry fu il primo a superare il problema fondamentale del loro deterioramento, tramite un processo di rigenerazione. Negli anni trenta collaborò con due aziende petrolifere, la Socony Vacuum e la Sun Oil, per sviluppare il processo[2]. La prima unità funzionante fu operativa dal 1937 in uno stabilimento della Sun Oil Co in Pennsylvania. La seconda guerra mondiale costituì un forte impulso alla creazione d'impianti per la produzione di benzina avio.

Ai progressi successivi contribuirono diversi altri ingegneri, come Alex Golden Oblad, Edwin Gilliland e Warren Lewis, fino ad arrivare al processo moderno del Cracking catalitico a letto fluido.

A seguito dei primi studi sull'inquinamento dovuto ai motori a combustione interna, Houdry si interessò alla produzione di convertitori catalitici da usare nell'industria automobilistica, fondando la Oxy-Catalyst. La marmitta catalitica (1956) fu uno dei circa 100 brevetti che registrò nella sua carriera, anche se non entrò in uso fino agli anni settanta, in quanto il piombo tetraetile utilizzato come antidetonante in precedenza avvelenava il catalizzatore[2]. Fu premiato con la Howard N. Potts Medal nel 1948[1].





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Eugene_Houdry

 
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Joseph-Marie Jacquard


Joseph Marie Jacquard (Lione, 7 luglio 1752 – Oullins, 7 agosto 1834) è stato un inventore francese.


Biografia

Jacquard è conosciuto come l'inventore del Telaio Jacquard. Sviluppò una rudimentale macchina per intrecciare reti già nel 1801. Dall'enciclopedia Grolier si apprende che il telaio automatico costituisce la prima applicazione pratica delle schede perforate. Le schede comandano la tessitura di disegni e trame sui tessuti. La creazione di Jacquard produce un vero boom nell'industria tessile e Napoleone I conferisce a Jacquard una pensione onoraria per aver brevettato la macchina. La macchina incontra l'opposizione dei lavoratori del settore, ma ciononostante si diffonde rapidamente. Prima della realizzazione della Jacquard, infatti, i tessuti operati venivano eseguiti con un telaio azionato da un tessitore e da uno o due aiutanti che, stando sopra il telaio, azionavano il dispositivo per la formazione del passo, leggendo da un disegno o messa in carta.
L'incastellatura con schede da applicare a un telaio

In realtà, pare che il prototipo del telaio Jacquard fosse stato realizzato nella seconda metà del secolo XV da un tessitore catanzarese, conosciuto a Lione come Jean le Calabrais[1]. Quest'abile tessitore fu ospite di Luigi XI che fece arrivare alcuni esperti tessitori da Catanzaro per impiantare una manifattura tessile a Lione. Il telaio introdotto da Giovanni il Calabrese (e oggi custodito nel Museo delle arti e dei mestieri di Parigi) suscitò già allora ostilità tra gli operai tessili che cercarono di ostacolarne la diffusione per il timore della disoccupazione nel settore. La macchina infatti venne messa a punto a Lione negli anni tra il 1804 e il 1806 dallo stesso Jacquard, che ne aveva migliorato la meccanica combinando:

un suo precedente progetto, un telaio per tessere reti da pesca,
il sistema di Jacques de Vaucanson per il comando del telaio semiautomatico, basato sull'impiego di un tamburo metallico perforato e con l'utilizzo di schede perforate per il controllo dei disegni,
la macchina di Jean le Calabrais (perfezionata e adattata al nuovo uso).

A Schio esiste un giardino botanico (Giardino Jacquard) con un teatro interno a lui dedicato per volere del senatore Alessandro Rossi.





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Lucien Juy


Julien Juy (...) è un inventore e imprenditore francese, fabbricò il primo deragliatore per biciclette con parallelogramma. I deragliatori di Juy furono venduti a marchio Simplex.


Biografia
Un deragliatore per ruota posteriore Simplex installato su una bicicletta Peugeot degli anni '70.

Lucien Charles Hippolyte Juy fondò un negozio di biciclette a Digione sulla Côte d'Or, Francia.[1] Fu qui che costruì nel 1928 il primo deragliatore tipo Simplex.[2][3] Lo storico della bicicletta Hilary Stone scrive:

«Usò una sola puleggia per tensionare la catena e un paio di guide a disco per spingere la catena contro i due pignoni. L'intero braccio fu caricato con una molla per tensionare la catena – questo fu il primo utilizzo di un pivot a molla, è la base di tutti i deragliatori moderni come oggi li conosciamo. La puleggia e i piatti di guida si muovevano lateralmente su un push-rod con la catena spinta dal centro del meccanismo. Lucien Juy tentò di persuadere il management della casa ciclistica Alcyon ad utilizzare un suo deragliatore Simplex per la corsa Parigi-Roubaix del 1928 – sfortunatamente i corridori si rifiutarono di usare tale sistema innovativo.»

[4]

Nel 1933, Juy produceva 40.000 deragliatori all'anno.[4] Il suo deragliatore fu montato sulle biciclette vincitrici di quattro campionati francesi di ciclismo in quell'anno.[1] Il primo a cinque velocità modello Champion du Monde nel 1936 usò una catena da 3/32" al posto di una 1/8".[1] Antonin Magne diede il nome al deragliatore Simplex, dopo la vittoria la campionato del mondo del 1936.[5]

Nel 1962 Juy costruì i deragliatori anteriori e posteriori non più in metallo ma in nylon.[6][7] Lo storico della bicicletta Michael Sweatman scrive:

«Non fece le cose a metà - al posto di mettere l'alluce in acqua e usare la plastica per alcune parti - entrò in acqua fino al collo e fece tutto il meccanismo a parallelogramma - sia i due giunti che i piatti del parallelogramma - di poliossimetilene (che la DuPont commercializzava a marchio Delrin). Fu una mossa ardita, dinamica, moderna ma disastrosa.»

[8]

La produzione Simplex finì negli anni '90.[9] Una strada ricorda a Dijon Julien Juy.

Juy brevettò 26 innovazioni negli USA dal 1950 al 1980, la maggior parte per componenti di biciclette.[10]





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Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos


(FR)

«Le temps amène toujours la vérité. C'est dommage qu'il ne l'amène toujours à temps.»
(IT)

«Il tempo porta sempre la verità. Peccato che non la porti sempre in tempo.»
(Choderlos de Laclos, Lettres inédites)
Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, dipinto con la divisa da tenente di artiglieria. Opera attribuita a Alexandre Kucharsky (1741-1819).

Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (/pjɛʁ ɑ̃'bʁwaz fʁɑ̃'swa ʃɔdɛʁ'lo də la'klo/; Amiens, 18 ottobre 1741 – Taranto, 5 settembre 1803) è stato uno scrittore, generale e inventore francese.


Biografia

Nacque in una famiglia di estrazione borghese; suo padre era un ufficiale governativo di servizio in Piccardia ed apparteneva alla cosiddetta "Nobiltà di toga" (Noblesse de robe). Nel 1760 entrò nella École royale d'artillerie de La Fère, antesignana della École polytechnique, e nel 1761 venne nominato sottotenente. In qualità di giovane ufficiale, partecipò alla parte finale della guerra dei Sette anni presso la guarnigione di stanza a La Rochelle.

Nel 1788 divenne segretario dei comandi del duca d'Orléans, sul quale ebbe una forte influenza ed ispirò numerosi Cahiers de doléances.[1] Iscrittosi al Club dei Giacobini, fondò un giornale, sovvenzionato dal duca, il Journal des Amis de la Constitution (Il giornale degli Amici della Costituzione).

Allorché il suo protettore ed amico, duca d'Orléans, fu costretto a recarsi a Londra dopo essere stato accusato di aver preso parte attiva nei moti del luglio 1789 ed organizzato la marcia delle donne del 5 ottobre, Laclos lo seguì, rimanendo nella capitale inglese fino al luglio del 1790, quando entrambi rientrarono a Parigi. A giustificazione del comportamento del duca, Laclos scrisse l'Exposé de la conduite de M. le duc d'Orléans (Esposto sulla condotta del Signor duca d'Orléans).[1]

Venne nominato da Danton segretario governativo e nell'agosto 1792 inviato con il grado di generale, dal ministro della Difesa Joseph Servan, presso il generalissimo Nicolas Luckner, che stava preparando un nuovo esercito di 60.000 reclute. Questi rassegnò poco dopo le dimissioni e Laclos ne prese subito il posto. Nominato capo di Stato maggiore dell'armata dei Pirenei, venne arrestato il 31 marzo 1793 per i suoi legami con il duca di Orléans, insieme agli altri seguaci del medesimo, ma non fu incarcerato, bensì costretto agli arresti domiciliari: fu l'unico dei seguaci dell'Orléans a sfuggire alla ghigliottina.[2]

Fu liberato tuttavia solo nel dicembre dell'anno successivo e nominato Segretario generale delle ipoteche, una posizione che gli permise buoni introiti. Nel gennaio del 1800 ottenne direttamente da Napoleone Bonaparte, allora solo Primo console, la nomina a comandante della riserva dell'artiglieria nell'armata del Reno.

Nel 1803 lo stesso Napoleone lo mise al comando della Riserva di Artiglieria dell'Armata d'Italia di stanza a Taranto. Qui si ammalò di dissenteria e malaria e morì nel convento di San Francesco di Taranto, ma, avendo rifiutato i conforti religiosi, venne sepolto nella piazza d'armi interna al Forte de Laclos (che prese il nome proprio da lui) sull'isola di San Paolo nel golfo di Taranto.

In seguito alla caduta di Napoleone, gli abitanti distrussero la sua tomba e, molto probabilmente, le sue spoglie vennero gettate in mare[3].

Laclos era pure uno studioso di balistica e può essere ritenuto l'inventore della granata.[senza fonte]

Laclos fu iniziato in Massoneria nella Loggia L'Union di Toul nel 1763 e divenne in seguito Maestro venerabile della Loggia parigina Henry IV, appartenente al Grande Oriente di Francia[4].
Le relazioni pericolose

Laclos è ricordato in particolare per il suo romanzo epistolare Les liaisons dangereuses (Le relazioni pericolose). Il romanzo è un classico conosciuto per la sua esplorazione della seduzione, vendetta e malizia umana, nonostante l'autore lo avesse concepito soprattutto per far riflettere, tramite i personaggi principali, sul biasimevole stato dell'educazione femminile e sulle sue conseguenze sulla morale nella Francia del XVIII secolo. È inoltre un racconto moralistico sulla corruzione e sullo squallore della nobiltà della Francia dei Borbone. Il romanzo suscitò notevole scalpore sin dalla sua prima pubblicazione nel 1782 e continuò ad essere pubblicato in numerose edizioni.

Da questo romanzo sono stati tratti diversi film, il più noto dei quali è Le relazioni pericolose (1988), diretto da Stephen Frears e interpretato da John Malkovich, Glenn Close, Michelle Pfeiffer e Uma Thurman.
Opere

Ernestine (1776)
Les liaisons dangereuses (1782)
Des femmes et de leur éducation (1783)





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Pierre-Ambro...erlos_de_Laclos

 
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Fritz Kaftanski


Fritz Kaftanski (Essen, 18 novembre 1899 – Tours, 9 marzo 1988) è stato un inventore e imprenditore francese.
Biografia

Figlio di Giulio e Julie Kaftanski di origini ebree nasce ad Essen, nella Ruhr in Germania. Durante la prima guerra mondiale visse a Berlino, dove lavorò presso la componente aerea della Deutsches Heer, con il compito di analizzare le foto della ricognizione aerea. Il 21 febbraio 1927 sposa a Berlino Sybille Esser. Nel novembre 1927 inizia a produrre fotocamere, con l'aiuto economico del suocero, fondando la Fotofex Kameras.[1]

Nel 1939 fugge dalla Germania nazista e si sposta in Cecoslovacchia, dove si faceva chiamare Fritz, quindi Friedrich e infine Frédérick quando definitivamente si trasferì in Francia. Non si hanno notizie successive al 1970, certamente non morì a Parigi, forse si trasferì con la moglie a Tours, dove morì il 9 marzo 1988.[2] Secondo un'altra fonte moriì a Parigi nel 1970.[3]

Egli fu inventore di molti importanti dispositivi fotografici per la storia della fotografia;[4] anticipò, infatti, molti degli aspetti della fotografia.[5]

Creò, nella sua lunga carriera imprenditoriale nei paesi in cui soggiornò, molte aziende con diversi nomi:[6][7][8]

Fotofex Kameras, Berlino 1927
SIDA GmbH, Berlino 1934
SIDA-FEX, Praga 1937
FEX-INDO, Lione 1938
Kafta, Parigi 1945
Ets. Tiranty, Parigi 1952
S.E.C.A.M. (Société d'Etude de Construction Mécanique) Parigi 1958, già (Société Nouvelle d'Optique Photographique) S.N.O.P.. Questa azienda produsse la Stylophot, brevettata con un brevetto depositato il 24 gennaio 1955; essa consisteva in una fotocamera subminiatura a forma di penna stilografica.





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Adolphe Kégresse


Adolphe Kégresse (Héricourt, 20 giugno 1879 – Croissy-sur-Seine, 9 febbraio 1943) è stato un inventore francese. Celebre progettista meccanico, inventò il veicolo semicingolato.
Biografia

Dopo essersi brillantemente diplomato alla scuola tecnica di Montbéliard, nel 1905 Kégresse era emigrato in Russia per assumere l'incarico di direttore del parco macchine imperiale di San Pietroburgo, dello zar Nicola II.
La vettura semicingolata della zar Nicola II in una foto del 1917

Nei primi anni dieci, aveva iniziato a studiare un sistema per consentire gli spostamenti in automobile alla famiglia reale nelle difficili condizioni dovute al rigido inverno russo, giungendo a realizzare una prototipo di autovettura, la cui trazione era assicurata da un sistema di cingoli di sua ideazione, di fatto inventando il veicolo semicingolato. Si trattava di una lussuosa Delaunay-Belleville torpedo con le ruote anteriori direzionali carenate da una paratia a forma di sci e con il retrotreno costituito da un sistema di cingoli con sospensioni incorporate, che consentivano all'automezzo di muoversi anche su terreni fortemente innevati.

Visti i risultati, Kégresse depositò il brevetto a Ginevra, nel 1913, e approntò anche veicoli militari per il trasporto delle truppe su autotelai Mercedes, ambulanze su autotelai Packard e autoblindo su autotelai Austin-Putilov. Le ambulanze e le autoblindo cingolate non poterono essere consegnate all'esercito russo, ma furono requisite dai bolscevichi, subito dopo lo scoppio della rivoluzione d'ottobre.
Tavola del brevetto Kégresse del 1913

Kégresse scampò a malapena dalla furia della rivoluzione, prima fuggendo in Finlandia, per poi rientrare in Patria, dopo aver dovuto abbandonare ogni suo avere in Russia. Al fine di trovare occupazione contattò l'ingegnere Jacques D'Héricourt, suo amico d'infanzia e direttore della fabbrica d'ingranaggi della Citroën, al quale ebbe modo di illustrare la sua invenzione.

In poche settimane di lavoro, nella più totale segretezza, i due ingegneri approntarono tre prototipi di veicolo semicingolato, su autotelai "Type A", allo scopo di sottoporli al giudizio di André Citroën.
Il "Goliath" a trazione elettrica

Il vulcanico industriale, proprietario dell'omonima casa automobilistica, riconobbe subito le potenzialità dell'invenzione di Kégresse, soprattutto nell'ottica dell'impiego militare, e decise di avvalersi del progettista. Affiancato da Jaques Hinstin, già fondatore della casa automobilistica Hinstin, Kégresse affinò il suo sistema di trazione a cingoli, realizzando le Citroën-Kégresse Autochenille che furono protagoniste delle spedizioni scientifiche, Croisière noire, Croisière jaune e Croisière blanche, rispettivamente svolte in Africa, Asia e America del nord.

A metà degli anni trenta, dopo aver rifiutato un'allettante offerta del Governo Russo, Kégresse riprese la sua attività di inventore autonomo, ideando il cambio automatico a doppia frizione "AutoServe" e, in seguito, un minuscolo mezzo corazzato a trazione elettrica, filoguidato.

Il prototipo di quel veicolo bellico fu requisito dagli occupanti tedeschi, nel 1940, durante la Campagna di Francia e diede vita alla serie Goliath, prodotta dalla Borgward per la Wehrmacht.





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Pierre Lallement


Pierre Lallement (Pont-à-Mousson, 25 ottobre 1843 – Boston, 29 agosto 1891) è stato un inventore e ingegnere francese, considerato da alcuni[1] l'inventore della bicicletta a pedali.


Biografia

Nel 1862, mentre Lallement era impiegato a costruire carrozzine a Nancy, quando vide qualcuno alla guida di una draisina. Lallement allora modificò la draisina aggiungendo una trasmissione comprendente un meccanismo a manovella rotante e dei pedali fissati al mozzo della ruota anteriore, creando così la prima vera bicicletta.[2]

Lasciò l'italia nel luglio 1865 per gli Stati Uniti, stabilendosi ad Ansonia nel Connecticut, dove costruì una versione migliorata della sua bicicletta. Nell'aprile 1866 con James Carroll presentò la prima e unica domanda di brevetto negli USA per la bicicletta a pedali e ottenne il brevetto il 20 novembre 1866.


Riconoscimenti postumi

Lo storico David V. Herlihy ha presentato delle prove alla Conferenza internazionale sulla storia del ciclismo svoltasi a Boston dall'11 al 16 ottobre 1993, secondo cui Lallement ha avuto il merito di aver messo i pedali sulla draisina.[3]

Una sezione di tre miglia e mezzo della rete ciclabile di Boston che si snoda attraverso il Southwest Corridor Park da Forest Hills a Back Bay è stata intitolata pista ciclabile Pierre Lallement.[4]

Nel 1998 nella città di New Haven fu eretto un monumento in sua memoria.[5]

Lallement è stato inserito nella United States Bicycling Hall of Fame degli Stati Uniti nel 2005.[6]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Lallement

 
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Eugène Augustin Lauste


Eugène Augustin Lauste, oppure Eugène Lauste (Montmartre, 17 gennaio 1857 – Montclair, 27 giugno 1935), è stato un inventore francese, considerato uno dei pionieri del cinema sonoro, avendo progettato i primi sistemi ottici di film sonori[1][2].

Biografia
Meccanismo a doppio artiglio, da 16mm, su un proiettore cinematografico
Traccia ottica su pellicola da 35 mm
Una cinepresa Fox Movietone (1930)
La gioventù e le prime invenzioni

Lo storico dell'arte e della cinematografia, Gordon Hendricks, ritiene Lauste, assieme a Dickson e a Muybridge, come i più importanti inventori cinematografici negli Stati Uniti.[1]

Eugène Augustin Lauste dimostrò sin da giovane di possedere qualità come inventore, difatti nel 1878 aveva già depositato brevetti per numerosi dispositivi meccanici.[1]

Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1886, collaborò fino al 1892 con Thomas Edison, successivamente si occupò dello studio di un motore a benzina per le automobili, e poi si mise in evidenza con la progettazione della macchina di proiezione chiamata The Marvellous Cinematograph (febbraio 1894), in grado di proiettare per oltre un'ora immagini continue.[2]
Il proiettore-telecamera sonoro

Dopo di che Lauste lavorò, dal 1894, con Woodville Latham, concorrente di Edison,[3] per la realizzazione di numerosi dispositivi, tra i quali, proiettori, macchine fotografiche, attrezzature di stampa, oltre che il Eidoloscope - Pantopticon, una elaborata struttura di proiezione in concorrenza con il Kinetoscopio di Edison e con quello di Armat, ma che trasmetteva film più lunghi.[2]

Dal 1896 Lauste collaborò con Dickson alla American Mutoscope and Biograph Company, preparando pellicole per la compagnia e dirigendo il laboratorio e gli studi sperimentali vicino a Parigi.[3]

Successivamente si appassionò e si impegnò a progetti riguardanti l'applicazione del sonoro sui film, come pioniere e anticipatore,[2] e dal 1900 iniziò la progettazione, trasferendosi in Gran Bretagna nel 1901, ultimandola nel 1904, e brevettandola due anni dopo. Il suo nuovo sistema consentiva di registrare e riprodurre contemporaneamente movimenti e suoni.[1]

Grazie ai finanziamenti della London Cinematograph Company, Lauste proseguì gli studi sulla registrazione e riproduzione ingegnandosi per produrre il ristretto fascio di luce, indispensabile per includere il suono registrato direttamente sulla striscia, accanto alle immagini e non su un supporto esterno, come ad esempio un disco,[3] e nel 1910, dopo aver aperto un proprio laboratorio a Brixton, nel sud di Londra, trovò la soluzione con un filo vibrante che agiva tra i poli di due magneti;[1] nacque così il primo film su pellicola sonora della storia del cinema.[4]

Negli stessi anni collaborò con l'inventore tedesco Ernst Ruhmer, che realizzò il "Photographone" per registrare il suono otticamente;[1][3] inoltre Lauste scrisse una lettera a Charlie Chaplin, descrivendogli la macchina da presa capace di impressionare sulla stessa pellicola il suono e le immagini, suscitando molto interesse da parte del grande artista.[5]

Durante un soggiorno statunitense nel 1911, Lauste presentò il suo proiettore-telecamera e girò un breve film sonoro, invece l'anno seguente proseguì gli studi per amplificare il suo dispositivo.[1][3]
La guerra e gli ultimi anni

La prima guerra mondiale rallentò i suoi esperimenti, che comunque risultarono fondamentali per gli sviluppi del sonoro nel cinema, [1] anche se non riuscì a commercializzare le sue invenzioni.[3]

Lauste verso la fine degli anni venti venne assunto dai Bell Laboratories, risolvendo così i suoi problemi economici;[3] lavorò per i Bell Laboratories fino all'età di settantadue anni.[1]

Nel 1930 Lauste ricevette un premio come membro della Society of Motion Picture Engineers.[3]

Eugène Augustin Lauste morì il 27 giugno 1935 a Montclair, nel New Jersey.[6]

Suo figlio Émile-Louis si distinse come operatore fotografo, producendo documentazioni cinematografiche pregevoli.[2]





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Yves Le Prieur

Yves Paul Gaston Le Prieur (Lorient, 23 marzo 1885 – Nizza, 1º giugno 1963) è stato un militare e inventore francese.


Biografia

Figlio di un ufficiale di marina, Yves Le Prieur seguì la strada del padre e nel 1902 entrò all'École navale.

Tra il 1905 e il 1907 fu inviato per la prima volta in servizio in Asia, nell'Estremo Oriente. Durante questo periodo imparò il giapponese, per cui nel 1908 fu inviato in Giappone come interprete presso l'ambasciata di Francia. Si appassionò alle arti marziali e frequentò una scuola di judo a Tokyo, diventando il primo francese a conseguire la cintura nera in questa disciplina; inoltre tradusse in francese il manuale di jiu-jitsu del maestro Yokoyama Sakujiro. Durante il periodo trascorso in oriente effettuò alcune immersioni subacquee con gli scafandri da palombaro in uso a quell'epoca, avendo modo di constatarne i limiti. Appassionatosi ai problemi del volo, progettò e costruì un aliante insieme ad un tenente della marina giapponese, Shirou Aibara, e ad un professore dell'università di Tokio, Aikitsu Tanakadate; Le Prieur pilotò il velivolo e divenne il primo uomo ad avere eseguito un volo in Giappone.

Nel 1910 tornò in Francia e si sposò; dal matrimonio nacquero due figlie, Simone e Monique. Nel 1911 fu incaricato dell'addestramento degli ufficiali di artiglieria navale sull'incrociatore Pothnan e sulle corazzate Tourville e Mirabeau e cominciò ad effettuare ricerche sul miglioramento dei sistemi di artiglieria. Nel 1912 inventò un calcolatore meccanico per i tiri di artiglieria.

Allo scoppio della prima guerra mondiale fu imbarcato con il grado di tenente sull'incrociatore France e poi sull'incrociatore Provence. Tra il 1915 e il 1916 si dedicò al perfezionamento dei sistemi di tiro dell'artiglieria navale e delle mitragliatrici terrestri. Nel 1916 inventò il razzo Le Prieur, il primo razzo aria-aria di cui furono dotati gli aerei da caccia per abbattere palloni e dirigibili[1]. In seguito a ciò, Le Prieur fu chiamato al ministero della guerra per dirigere un nuovo ufficio, il Bureau des Inventions (che nel 1939 si trasformò in Centre national de la recherche scientifique). Qui mise a punto vari tipi di bombe e mine, tra cui un tipo di mina galleggiante anti-sommergibile. Durante questo periodo, Le Prieur conseguì il brevetto di pilota di aviazione. 1918 incontro dal colonnèllo Gabriele d'Annunzio con Le Prieur al stato maggiore di Epernay.

Dopo la fine della guerra indirizzò le sue ricerche verso la sicurezza dei voli aerei. Il lavoro di ricerca lo impegnava sempre più e gli impediva di riprendere il mare, così lasciò la Marina militare passando alla riserva con il grado di capitano di corvetta. Nel 1921 divorziò dalla moglie. Nel 1925 si entusiasmò alla presentazione dell'apparecchio respiratore per attività subacquea inventato dall'industriale Maurice Fernez e si mise d'accordo con lui per migliorarlo e adattarlo ad uno scafandro più versatile di quelli usati allora. Nel 1926 i due inventori brevettarono lo "scafandro autonomo Fernez-Le Prieur", ma in seguito Fernez lasciò interamente al socio lo sfruttamento dell'invenzione per uso subacqueo. Le Prieur perfezionò ulteriormente l'invenzione e nel 1933 la brevettò con il nome di "scafandro autonomo Le Prieur". Nel 1935 lo scafandro di Le Prieur fu adottato dalla Marina militare francese. Nel 1937 fu promosso capitano di fregata della riserva.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale fu richiamato in servizio in Marina, ma nel giugno 1940 a seguito della resa della Francia fu smobilitato mentre si trovava ad Algeri. Tornato in Francia si stabilì a Saint- Raphaël fino all'aprile del 1944, quando in seguito ai bombardamenti si rifugiò ad Ampus. Qui si risposò in seconde nozze con Anne-Marie Brasseur; dal secondo matrimonio non nacquero figli.

Negli anni immediatamente successivi alla guerra si ritrovò con scarsi mezzi economici e non poté realizzare i perfezionamenti che nel 1946 aveva ideato per il suo scafandro. All'inizio degli anni cinquanta lavorò per l'Institut de Recherches Sous-marines di Cannes, associandosi con il suo amico Dimitri Rebikoff. Nel 1953 si ritirò a Nizza insieme alla moglie, dedicandosi alla scrittura del libro autobiografico Premier de Plongée, che fu pubblicato nel 1956.
Onorificenze

Croce della guerra 1914-1918 (1918)
Legion d'onore (1918)





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Louis Aimé Augustin Le Prince


Louis Aimé Augustin Le Prince (Metz, 28 agosto 1841 – ...scomparso sul treno Digione-Parigi il 16 settembre 1890) è stato un inventore francese.

Viene considerato da molti storici come il vero padre del cinema, prima ancora degli inventori ufficiali, e cioè i francesi Fratelli Lumière e lo statunitense Thomas Alva Edison.

Biografia

Nato nella fortezza di Metz, Francia, da un maggiore della Legion d'Onore, crebbe studiando presso un amico del padre, tal Louis Jacques Mandé Daguerre, pioniere della fotocamera, la famosa dagherrotipia, antenata della fotografia. La formazione tecnica di La Prince continuò poi a Parigi, con una laurea in arte pittorica e un corso di chimica presso l'Università di Lipsia, che gli fornì una completa ed ottima conoscenza tecnica. Erano gli anni del nascente cinema, sette anni prima della proiezione ufficiale del cinema, ad opera delle invenzioni di Thomas Alva Edison, con la prima cinepresa a lente singola negli Stati Uniti, e dei Fratelli Lumière, con il primo proiettore a pellicola a lente singola per il grande pubblico, il 28 dicembre 1885, Le Prince riuscì a girare, in una sequenza di movimento, una scena di due secondi di gente a passeggio sulla Leeds Bridge Street, nella cittadina inglese di Leeds in West Yorkshire, e inoltre un'altra scena nel giardino di casa propria (Roundhay Garden Scene). Le Prince depositò un brevetto statunitense per il nuovo dispositivo cinepresa-proiettore a 16 lenti su di una pellicola da 60 mm. Ma fu Thomas Alva Edison a batterlo sul tempo, depositando, qualche anno dopo, il brevetto per lo stesso dispositivo, ma a lente singola. Anche Le Prince usò la lente singola, per eseguire delle riprese presso la fabbrica e la casa inglese del suo amico e finanziatore Roundhay Whitley, prima ad Hunslet e quindi a Leeds. Tuttavia non depositò il brevetto, né eseguì le sue proiezioni ad un grande pubblico. Dovette attendere il 1890 per organizzare la prima proiezione al grande pubblico, attesa negli Stati Uniti presso il Jumel Mansion di New York. Il 16 settembre di quell'anno, tuttavia, Le Prince scomparve misteriosamente dal treno Digione-Parigi. Il suo corpo e i bagagli non arrivarono mai a destinazione.

Un secolo dopo la scomparsa, spuntò da un archivio di polizia dell'epoca la foto di un cadavere rinvenuto in un fiume: fu ritenuto essere il corpo di Le Prince.

Nel 2015 è uscito The First Film, documentario biografico diretto da David Wilkinson dove si racconta anche la genesi del filmato Roundhay Garden Scene[1].
Filmografia

Man Walking Around a Corner (1887)
Roundhay Garden Scene (1888)
Traffic Crossing Leeds Bridge (1888)
Accordion Player (1888)





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Philippe Lebon


Philippe Lebon (Brachay, 29 maggio 1767 – Parigi, 1º dicembre 1804) è stato un inventore francese.

Nel 1786 brevettò il primo sistema di illuminazione a gas della storia; morì assassinato.

Philippe Lebon era un chimico.

Per dimostrare l'efficacia e i vantaggi delle sue "termolampade", affittò a Parigi un palazzo privato nell'isola di Saint Louis e vi allestì un laboratorio.

In seguito, egli installò un circuito d'illuminazione di sua invenzione per illuminare la facciata , l'interno e anche il parco del municipio di Seignelay; i parigini, pagando un modico prezzo d'ingresso, poterono ammirare un nuovo tipo d'illuminazione: bastava aprire alcuni rubinetti e accendere il gas che usciva da tutti i tubi installati per ottenere una vivida luce; il gas utilizzato, era semplicemente quello che si libera dal legno che viene scaldato per distillarlo[1].





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Casimir Lefaucheux


Casimir Lefaucheux (Bonnétable, 26 gennaio 1802 – Parigi, 9 agosto 1852) è stato un inventore e armaiolo francese.

Ottenuto il suo primo brevetto nel 1827, riuscì a realizzare una pistola sportiva nel 1832[1]. Casimir Lefaucheux è riconosciuto come l'inventore nel 1836 di uno dei primi ed efficienti sistemi di cartucce metalliche, seguendo il lavoro pioneristico di Jean Samuel Pauly tra il 1808 e il 1812: questo tipo di munizione, detta cartuccia a spillo, era costituito da un involucro di carta e da una pallottola di forma conica con innesco laterale tramite uno spillo di ottone[2].

A Lefaucheux si deve inoltre l'introduzione del principio della retrocarica[3].

Nel 1846 il sistema di Lefaucheux fu migliorato da M. Houiller, che introdusse una novità sulle cartucce metalliche[2]; nel 1858 la pistola di Lefaucheux diventò il primo revolver a cartucce metalliche adottato da un governo nazionale[2].





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Casimir_Lefaucheux

 
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Étienne Lenoir


Jean-Joseph-Étienne Lenoir (Mussy-la-Ville, 1822 – La Varenne-Saint-Hilaire, 1900) è stato un inventore francese.

Nel 1860 brevettò un motore a gas illuminante che venne immediatamente applicato in pratica. Lenoir fu inoltre inventore di sistemi elettrici e regolatori di dinamo.





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Charles-Lucien Lépine


Charles-Lucien Lépine (Bordeaux, 3 marzo 1859 – Torino, 15 gennaio 1941) è stato un inventore e regista cinematografico francese.

Biografia

Tra i pionieri del cinema francese, Lépine fu il primo ad importare nel suo paese il kinetoscopio di Edison. Conobbe Charles Pathé, e fu tra i primi collaboratori della Pathé-Frères, inizialmente come cameraman, poi promosso nel 1904 a direttore generale degli stabilimenti e come regista. Diresse 15 cortometraggi fino al 1906.

Convinto assieme ad altri tecnici della casa parigina, dall'imprenditore italiano Carlo Rossi a venire a Torino per lavorare nella sua manifattura, la Carlo Rossi & C., di questa ne divenne il direttore artistico nel 1907. Il suo passaggio alla Carlo Rossi & C. (la futura Itala Film), scatenò la dura reazione da parte di Pathè che lo accusò di importare in Italia dei "segreti di fabbricazione"[1] e questo fatto gli costò l'arresto e 10 mesi di prigione[2].

Dopo aver scontato la pena andò a lavorare nei Paesi Bassi, e poi ritornò in Italia dove alla fine degli anni dieci aprì un'attività per la fabbricazione e vendita di apparecchi e strumenti per la cinematografia, da lui stesso inventati e brevettati. Di sua invenzione la macchina per tagliare pellicole cinematografiche di 35 mm longitudinalmente in due parti, il cui brevetto gli venne rilasciato nel 1927.
Filmografia completa
Regista

Vot'permis? Viens l'chercher! (1905)
Odyssée d'un paysan à Paris (1905)

Le voleur de bicyclette (1905)
Le Tour du monde d'un policier (1906)
Le fils du diable fait la noce à Paris (1906)
La grève des bonnes (1906)
Les effets du melon (1906)
J'ai perdu mon lorgnon (1906)
Le matelas de la mariée (1906)
Un jour de paye (1906)
Une soif insatiable (1906)
Prenez garde à la peinture (1906)
Appartement à louer (1906)
Deux poids, deux mesures (1907)
Cocher! À l'heure! (1907)
Un bobo mal placé (1909)

Regista e scenografo

Le fils du diable fait la noce à Paris (1906)





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Stanislas Limousin


Euphrasie-Stanislas-Alexis-Arsène Limousin (Ardentes, 29 maggio 1831 – Parigi, 7 aprile 1887[1]) è stato un farmacista e inventore francese. Contribuì allo sviluppo delle capsule e all'invenzione della bombola di ossigeno, inoltre inventò le fiale per soluzioni iniettabili.
Vita
Limousin frequentò il collegio di Châteauroux prima di trasferirsi a Parigi e di conseguire il diploma di farmacista. Dal 1855 lavorò come farmacista in vari ospedali parigini e per il servizio sanitario cittadino. In seguito divenne titolare di una sua farmacia. Sotto l'influenza di Jean Nicolas Demarquay, studiò la possibilità di immagazzinare ed erogare ossigeno per scopi medici. Basandosi sul lavoro di Demarquay, Claude Bernard e Paul Bert, sviluppò un metodo semplice ed economico per conservare l'ossigeno medico in apposite bombole. Fu anche coinvolto nella fabbricazione dell'aerostato "Zenith", utilizzato tragicamente da Joseph Crocé-Spinelli e Gaston Tissandier nel 1875, il quale stabilì il record di altitudine dell'epoca (8.600 m). Inoltre, Limousin inventò i cosiddetti cachet, forme farmaceutiche in cui la sostanza medicinale si trova racchiusa tra due ostie, antesignane delle moderne capsule. Limousin è molto conosciuto anche per l'invenzione delle fiale di vetro che fungono da contenitori per soluzioni iniettabili. Morì nel 1887 dopo una lunga malattia.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Stanislas_Limousin

 
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Henri Lioret


Henri Lioret (Moret-sur-Loing, 26 luglio 1848 – Parigi, 22 maggio 1938) è stato un ingegnere e inventore francese.


Biografia

Lioret iniziò i suoi studi come orologiaio nella Scuola di orologeria di Besançon sino all'incontro con Émile Jumeau, creatore e realizzatore di bambole di lusso, il quale gli chiese di costruire un fonografo così piccolo da stare nel corpo di una bambola. Lioret riuscì ad accontentarlo e da quel momento abbandonò gli orologi per occuparsi interamente della registrazione e della riproduzione meccanica e, più tardi, ottica del suono.

Divenne, così, uno dei grandi pionieri della fonografia e, assieme ai fratelli Pathé, della diffusione del fonografo in Francia (1893). Gli si devono:

Il "Lioretgraph", variante migliorata del fonografo, che ottenne un grand prix all'Esposizione di Bordeaux (1895).
Il perfezionamento del processo di incisione dei cilindri.
Un metodo galvanoplastico per riprodurre industrialmente i cilindri.
L'invenzione di cilindri infrangibili in celluloide.
I principi teorici e pratici della registrazione ottica per il cinema (1905), in collaborazione con Léon Gaumont e i fratelli Laudet.
La registrazione dei fenomeni fisiologici, assieme a Marais e Marage.
Studi sulla rieducazione dei sordomuti, con Padre Marichel.
Studi sulla fonetica sperimentale, condotti con il suo fondatore, l'abate Rousselot.
L'invenzione dell'"Elicofono", per l'individuazione dei sottomarini. (Prima guerra mondiale).
Un metodo di controllo acustico per l'artiglieria.





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Antoine Louis


Antoine Louis (Metz, 13 febbraio 1723 – Parigi, 20 maggio 1792) è stato un chirurgo e fisiologo francese.


Era appartenente a una famiglia di medici; suo padre era un chirurgo-maggiore in un ospedale militare locale. Da giovane si trasferì a Parigi, dove servì come gagnant-maîtrise alla Salpêtrière . Nel 1750 fu nominato professore di fisiologia, posizione che ha mantenuto per quarant'anni. Nel 1764 fu nominato segretario a vita dell'Académie Royale de Chirurgie. Louis pubblicato numerosi articoli sulla chirurgia, tra cui diverse biografie dei chirurghi che sono morti durante la sua vita. Ha anche pubblicato una raccolta di aforismi del medico olandese Hermann Boerhaave (1668-1738). Ad Antoine Louis è accreditata la progettazione di un prototipo della ghigliottina . Questo dispositivo, tuttavia, prende il nome dal medico francese Joseph-Ignace Guillotin, che era un sostenitore di un metodo più umano di pena capitale . Per un periodo di tempo dopo la sua invenzione, la ghigliottina era chiamata Louisette . Un altro nome per l'angolo sternale è l'angolo di Louis, che è il punto di congiunzione tra il manubrio e il corpo dello sterno.
Opere

(FR) Antoine Louis, Memoire contre la legitimite des naissances pretendues tardives, A Paris, chez P.G. Cavelier, libraire, rue Saint Jacques, au Lys d'or, 1764. URL consultato il 19 maggio 2015.





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Auguste e Louis Lumière


I fratelli Auguste Marie Louis Nicolas Lumière (Besançon, 19 ottobre 1862 – Lione, 10 aprile 1954) e Louis Jean Lumière (Besançon, 5 ottobre 1864 – Bandol, 6 giugno 1948) sono stati due imprenditori francesi, inventori del proiettore cinematografico e tra i primi cineasti della storia.


Biografia

Auguste Louis Nicholas e Louis Jean Lumière nacquero a Besançon. Figli dell'imprenditore e fotografo Antoine Lumière e di Jeanne Joséphine Costille Lumière, sposatisi nel 1862, entrambi i fratelli lavorarono a lungo per lui, Louis come fisico e Auguste come direttore. Louis aveva sperimentato alcuni miglioramenti al processo fotografico: il più rilevante era il procedimento della lastra secca, un fondamentale punto di passaggio verso la pellicola fotografica. Quando loro padre andò in pensione nel 1892, i fratelli iniziarono a lavorare duramente per creare la pellicola cinematografica. Brevettarono un numero significativo di procedimenti, tra i quali è da segnalare la creazione del "foro di trascinamento" nella pellicola, come mezzo per trascinarla attraverso la camera e il proiettore.

Produssero un singolo strumento che funzionava sia da camera che da proiettore, il cinématographe, che brevettarono il 13 febbraio 1895[1]. La prima pellicola venne girata con questo strumento il 19 marzo 1895; il film era L'uscita dalle officine Lumière (La Sortie de l'usine Lumière), che viene spesso citato come il primo documentario (anche se questa definizione è sempre stata fonte di diversi dibattiti).

Il primo spettacolo a pagamento si tenne il 28 dicembre a Parigi al Salon indien du Grand Café sul Boulevard des Capucines. Andarono in tour con il cinématographe nel 1896, visitando Londra e New York. Le immagini in movimento ebbero un'immediata e significativa influenza sulla cultura popolare con L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (L'Arrivée d'un train en gare de la Ciotat), La colazione del bimbo (Le Repas de bébé), e il primo esempio di commedia con la farsa L'innaffiatore innaffiato (L'Arroseur arrosé).

Dopo la presentazione del cinematografo i Lumière vendettero numerosi apparecchi, che vennero portati in giro per il mondo creando la nuova professione dei "cinematografisti", eredi degli ambulanti che vendevano stampe nell'Europa del XVII e XVIII secolo.

Paradossalmente, i due fratelli ritenevano il cinema "un'invenzione senza futuro", poiché pensavano che presto il pubblico si sarebbe stufato dello spettacolo del movimento; per questo motivo decisero presto di occuparsi d'altro, rendendo la loro comparsa nella storia del cinema piuttosto breve.

Spostarono la loro attenzione sulla fotografia a colori e, nel 1903, brevettarono il processo "Autochrome Lumière", lanciato sul mercato nel 1907. La società Lumière fu una delle maggiori produttrici in Europa, finché il marchio Lumière non scomparve dal mercato a seguito della confluenza nel gruppo Ilford.
Il cinema dei Lumière
Manifesto del cinema Lumière del 1895

Con il cinematografo dei fratelli Lumière del 1895 si può iniziare a parlare di cinema vero e proprio: ossia della proiezione di fotografie, scattate in rapida successione in modo da dare l'illusione di movimento, di fronte a un pubblico pagante radunato in una sala; la prima proiezione avvenne il 28 dicembre 1895 nel seminterrato di un locale parigino. Di pochi anni più antico era il kinetoscopio di Thomas Edison, con lo stesso procedimento di animazione delle immagini che scorrevano in rapida sequenza; però il modo di fruizione monoculare (e quindi non proiettato) lo rendeva antenato del cinema vero e proprio, l'ultima fase del precinema. La proiezione permetteva dopotutto un maggiore guadagno economico per via della fruizione collettiva, per cui si impose presto.

In realtà le invenzioni legate alle fotografie in movimento furono innumerevoli in quegli anni (si contarono nella sola Inghilterra circa 350 brevetti e nomi). Tra tutte queste, l'invenzione dei Lumière aveva l'innegabile vantaggio dell'efficiente cremagliera, che trascinava la pellicola automaticamente a scatti ogni 1/25 di secondo, e una praticità mai vista, essendo la macchina da presa una piccola scatoletta di legno, facilmente trasportabile, che all'occorrenza, cambiando solo la lente, si trasformava anche in macchina da proiezione.
Cinema come sguardo dominatore

Il nome proposto per il cinematografo da Lumière pare sarebbe stato Domitor, contrazione del latino dominator, che rispecchia i sogni e le suggestioni di onnipotenza del positivismo. Guardare la vita quotidiana degli altri (o di sé stessi, perché non erano infrequenti le auto-rappresentazioni) e salvarla nel tempo era una sorta di potere di registrazione delle cose, anche di vittoria sulla morte, che trova eco anche nella letteratura contemporanea: nel romanzo Il castello dei Carpazi del 1892 Jules Verne descriveva un inventore che riusciva a riprodurre le immagini e la voce di una cantante della quale era innamorato per averla con sé per sempre.

Inoltre assistere alle proiezioni cinematografiche gratificava lo spettatore nel vedere senza essere visto, come un "dominatore" del mondo, appunto: lo spettatore si sente (tutt'oggi) inconsciamente superiore ai personaggi ed è gratificato dall'assistere alle loro vicende. Non a caso la visione frontale del cinematografo era quella che nel teatro era riservata al principe ed alle personalità più importanti.

Le vedute di "dominatori" sono particolarmente evidenti nei primi documentari girati con la cinepresa Lumière nei primi due decenni del Novecento: nei filmati di Albert Kahn, Luca Comerio, Roberto Omegna o Bolesław Matuszewski si nota lo sguardo di superiorità verso le culture diverse da quella occidentale, legato alle ideologie del colonialismo e della conquista spietata.
Le "vedute animate"

Il prodotto caratteristico del cinematografo Lumière sono le cosiddette "vedute animate" ovvero scenette realistiche prese dal vero della durata di circa cinquanta secondi (la durata di un caricatore di pellicola). L'interesse dello spettatore era tutto nel guardare il movimento in sé e nello scoprire luoghi lontani, non tanto nel veder rappresentate vere e proprie vicende.

Le inquadrature sono fisse e non esiste, se non in casi eccezionali, il montaggio; sono caratterizzate da un'estrema profondità di campo (si pensi all'Arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, dove il treno è a fuoco sia quando si trova lontano sullo sfondo sia quando arriva in primo piano) e da personaggi che entrano ed escono all'inquadratura, in una molteplicità di centri di attenzione (si pensi all'Uscita dalle officine Lumière). La centratura dell'immagine era infatti valutata approssimativamente, perché la macchina da ripresa Lumière non era dotata di mirino.

L'operatore non è invisibile, anzi spesso dialoga con i personaggi (L'arrivo dei fotografi al congresso di Lione), e le persone ritratte erano invitate a riguardarsi alla proiezione pubblica ("auto-rappresentazione"). Questa caratteristica venne poi considerata come un difetto della registrazione nel cinema successivo, venendo poi rivalutata solo in epoca contemporanea.

Solo in un secondo momento nacquero le riprese in movimento (effettuate da treni in partenza o imbarcazioni) e, circa un decennio dopo i primi esperimenti, i Lumière iniziarono a produrre film veri e propri, composti da più "quadri" messi in serie, però proiettati separatamente, come le Passioni di Cristo. Figura fondamentale nelle rappresentazioni restava l'imbonitore che, come ai tempi della lanterna magica, istruiva, spiegava e intratteneva il pubblico commentando le immagini, che ancora non erano intelligibili autonomamente.

Riassumendo in breve, le caratteristiche delle vedute Lumière erano:

Inquadratura unica (assenza di montaggio; anche le storie più articolate, come le Passioni di Cristo, erano proiettate in spezzoni separati)
Profondità di campo (la messa a fuoco contemporanea di figure vicine e lontane)
Molteplici centri di attenzione in ciascuna inquadratura e movimento "centrifugo" dei personaggi (che entrano ed escono dall'inquadratura)
Tracce dell'operatore nei film (non si nasconde che si sta facendo una ripresa: le persone sono consapevoli di essere riprese, guardano in macchina, si mettono in posa, salutano)
Presenza dell'imbonitore alle proiezioni che spiegava le scene e narrava la storia (spesso era lo stesso addetto alla proiezione), quindi spettacolo incomprensibile da solo.

Filmografia parziale

28 dicembre 1895, prima proiezione cinematografica pubblica al Grand Café del Boulevard des Capucines di Parigi[2]
L'uscita dalle officine Lumière (La Sortie de l'usine Lumière à Lyon)
Il volteggio (La voltige)
La pesca dei pesci rossi (La Pêche aux poissons rouges)
L'arrivo dei fotografi al congresso di Lione (Le Débarquement des congressistes à Neville-sur-Saone)
I maniscalchi (Les Forgerons)
L'innaffiatore innaffiato (L'arroseur arrosè)
La colazione del bimbo (Le Repas de bèbè)
Il salto alla coperta (Le Saut à la couverture)
La Place des Cordeliers a Lione (La Place des Cordeliers à Lyon)
Il mare (Bagno in mare) (La Mer (Baignade en mer))
1895 - La corsa nei sacchi (La Cours en sacs)[3]
1895 - Trasformazioni con cappelli (Chapeaux à transformations)
1895 - Una partita a carte (Partie d'écarté)
1895 - Barque Sortant du Port
1896 - Néron essayant des poisons sur des esclaves regia di Georges Hatot
1896 - Demolizione di un muro (Demolition d'un mur)
1896 - L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat)
1896 - Passeggiata degli struzzi ai giardini botanici di Parigi (Promenade des autruches aux jardins botanique de Paris)
1896 - Battaglia con le palle di neve (Battaile aux boules de neige)
1896 - Schaffouse, Chûtes du Rhin vues de loin
1897 - Débarquement d'une mouche regia di Georges Hatot
1897 - Le ultime cartucce (Les derniers cartuches)
1897 - Bambini (Enfantes)
1897 - Mort de Marat
1897 - Le rémouleur et l'assiette au noir co-regia di Georges Hatot
1897 - Pierrot et le fantôme regia di Georges Hatot
1897 - La nourrice et le soldat amoureux regia di Georges Hatot
1897 - La mort de Robespierre regia di Georges Hatot
1897 - L'Assassinat du duc de Guise regia di Georges Hatot
1897 - L'amoureux dans le sac (The Lover in the Bag) regia di Georges Hatot
1897 - Jean qui pleure et Jean qui rit co-regia di Georges Hatot
1897 - Assassinat de Kleber regia di Georges Hatot
1897 - Repas en famille
1898 - Napoli (Naples)
1898 - La Vie et la Passion de Jésus-Christ conosciuto anche come (La passion), co-regia di Georges Hatot[4]
1898 - Exécution de Jeanne d'Arc regia di Georges Hatot
1900 - Corrida Spagnola (Spanish Bullfight)
1900 - La Tour Eiffel (Le Tour Eiffel)
1900 - Danza spagnola (Danses espagnoles)
1902 - La famiglia Dam e il loro cane (Famille Dam et leur chien)
1902 - Le prince de Galles
1905 - La breve corsa del poliziotto (La petit course du policier)

Di numerosi cortometraggi esistono più versioni.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Auguste_e_Louis_Lumi%C3%A8re

 
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Étienne-Jules Marey


Étienne Jules Marey (Beaune, 5 marzo 1830 – Parigi, 15 maggio 1904) è stato un fisiologo, cardiologo e inventore francese. Studioso dei movimenti, ideò strumenti e tecniche per la loro registrazione per cui è considerato anche un precursore della cinematografia.


Biografia

Figlio di un commerciante di vini, fece gli studi secondari a Digione. Si iscrisse all'Università di Parigi nel 1849, laureandosi nel 1859 con una tesi riguardante la circolazione del sangue in condizioni normali e patologiche. Questo lavoro, la cui metodologia era incentrata sulla registrazione grafica della meccanica cardiaca secondo le tecniche di Carl Ludwig, fu il primo di una lunga serie di studi di emodinamica cardiovascolare.
Dal 1869 al 1904, fu professore al Collège de France, titolare della cattedra di Histoire naturelle des corps organisés. Nel 1878, divenne membro dell'Accademia delle scienze.
Una foto di Étienne-Jules Marey a Napoli che è stata evidentemente utilizzata come modello per la più celebre incisione del fucile fotografico pubblicata su "La Nature" nel 1882.
Ètienne-Jules Marey a Napoli. Sulla didascalia scritta a mano si può leggere la data: "marzo 1882".
Incisione che illustra il fucile fotografico pubblicata su "La Nature" n. 464, 22 aprile 1882, p. 326.

È documentata la presenza e l'attività di Marey a Napoli[1], in particolare grazie ai documenti presenti nell'archivio storico della Stazione zoologica Anton Dohrn. Le frequentazioni napoletane di Marey presumibilmente furono inizialmente motivate da una sua relazione con madame Vilbort, moglie di Joseph Vilbort, direttore del giornale francese Le Globe. Madame Vilbort si recò a Napoli per curare, grazie al clima mite, una sua malattia, e Marey la seguì. I due comprarono insieme villa Maria, a Posillipo, nel 1880. A Napoli Marey svolse parte degli studi per la realizzazione dei suoi strumenti precinematografici, e proprio alla Stazione Dohrn studiò il movimento dei pesci tenuti nelle vasche dell'acquario. In una lettera datata 1º novembre 1876 Marey, infatti, fece richiesta alla Stazione Zoologica di torpedini vive per i suoi studi. Tra la documentazione che testimonia le frequentazioni di Marey con Anton Dohrn vi sono foto in cui i due sono insieme durante una gita in montagna, oppure in cui Marey si trova a bordo della barca di Dohrn. L'uso del suo fucile fotografico, con il quale puntava gli uccelli ma senza sparare, apparve piuttosto stravagante ai napoletani dell'epoca, che pare si riferissero talvolta a Marey come allo "scemo di Posillipo".
Opere
sfigmografo di Marey
Fucile fotografico di Marey
Marey: Uccelli (Immagini di fase)
Streaklines (fumo)

Marey si interessò soprattutto al movimento in tutte le sue forme: ciclo cardiaco, respirazione, contrazione muscolare, coordinazione motoria ecc. Lo studio minuzioso dei movimenti spinse Marey a inventare numerosi strumenti scientifici.
Il fisiologo

Fra i principali lavori di cardiologia di E.J. Marey si ricordano:

registrazione simultaneamente delle pressioni nelle cavità cardiache (atri e ventricoli, nell'aorta, nell'arteria polmonare, nella vena cava superiore e in quella inferiore. Le registrazioni vennero effettuate per mezzo di un microcatetere in vivo nel cavallo, assieme ad Auguste Chaveau (1827-1917), professore di Fisiologia veterinaria all'Università di Lione; Marey e Chaveau fornirono notevoli interpretazioni dei dati dal punto di vista emodinamico;[2][3][4][5]
scoperta del periodo refrattario del muscolo cardiaco nel 1875;
la prima registrazione intracardiaca grafica dell'attività elettrica del cuore, in animale, per mezzo di un elettrometro capillare (1876); si osservi che il primo elettrocardiogramma in un essere umano, con elettrodi posti sulla superficie corporea, fu registrato solo nel 1887 ad opera di Augustus Desiré Waller;
la prima registrazione dei movimenti della parete toracica in corrispondenza dell'apice cardiaco, determinati dai movimenti sisto-diastolici del cuore (Apicocardiogramma)[6]

L'inventore

La fisiologia gli deve l'introduzione dei metodi di registrazione grafica, e l'invenzione di numerosi apparecchi (sfigmografo, pneumografo, cardiografo, cronofotografo). Per esempio, nel 1881 Marey sostituì, come strumento di registrazione dell'attività elettrica del cuore, il chimografo di Carl Ludwig con uno strumento di sua invenzione, il cronofotografo, che permetteva di fissare fotograficamente le varie fasi di un movimento a scopo di studio. Come conseguenza di tale invenzione, e di altre simili riguardanti tecniche di registrazione fotografica dei movimenti, Marey è considerato uno dei principali pionieri del cinema e della fotografia. Nel 1888 inventò la prima macchina fotografica, con pellicola in rulli di carta sensibilizzata, e nel 1893 costruì il primo fucile cronofotografico.

Diventò famoso per i suoi studi fotografici sul movimento dei cavalli e degli uccelli. Trovandosi, dunque, di fronte al problema di dover catturare immagini nel minor tempo possibile (quali appunto un cavallo al galoppo o un uccello in volo) ideò e realizzò il fucile fotografico. Questo strumento funzionava come un normale fucile da caccia, ma dotato di lastre fotografiche circolari od ottagonali poste in una piccola camera oscura, mentre la canna fungeva da mirino e all'interno di essa era collocato l'obiettivo. Le sue esperienze furono di fondamentale importanza per la progettazione aeronautica in quanto il volo degli uccelli era finalmente descritto nei minimi particolari.
Legge di Marey

Marey ha osservato la relazione inversamente proporzionale che lega la pressione arteriosa alla frequenza cardiaca: col diminuire della pressione arteriosa aumenta la frequenza dei battiti cuore, e viceversa, aumentando la pressione delle arterie, il polso tende a farsi raro. Un comportamento anomalo rispetto a tale legge è detto "frequenza paradossa".
Scritti di Marey

Recherches sur la circulation du sang à l'état physiologique et dans les maladies. Paris 1859
Recherches sur le pouls au moyen d'un nouvel appareil enregistreur: le sphygmographe. Soc Biol Paris (C.R.) I (1859) 289, II (1860) 635
Études physiologiques sur les caractères graphiques des battements du cœur. 1863
Du mouvement dans le fonctions de la vie. 1868
La machine animale, locomotion terrestre et aérienne. Paris 1873
La mesure de la pression dans les artères de l'homme. Mém. VIII. In: Travaux du Laboratoire de M. Marey 2 (1876) 307
Moyen de mesurer la valeur manomètrique de la pression du sang chez l'homme. Acad Sci Paris (C.R.) 87 (1878) 771
La méthode graphique dans les sciences expérimentales – La circulation du sang à l'état physiologique et dans les maladies. Paris 1878
La circulation du sang à l'état physiologique et dans les maladies. Paris 1881
Le fusil photographique. La Nature 22 avril (1882) 326
Les eaux contaminées et le choléra. Paris 1884
Le mouvement. Paris 1894 (London 1895)





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%89tienne-Jules_Marey

 
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Maurice Martenot


Maurice Martenot (Parigi, 14 ottobre 1898 – Clichy, 8 ottobre 1980[1]) è stato un inventore francese creatore dell'Onde Martenot, uno strumento musicale usato per creare suoni ed effetti speciali nella musica moderna, impiegato da diversi importanti compositori.


Biografia

Nato a Parigi, è meglio conosciuto per la sua invenzione dell'Ondes Martenot, uno strumento musicale elettronico, precursore dei moderni sintetizzatori musicali, realizzato nel 1928, ma ulteriormente perfezionato da lui stesso nel corso di tutta la sua vita. Ha presentato un modello in microtonale nel 1938. Ha insegnato ad utilizzare questo strumento ai musicisti Karel Goeyvaerts, Jeanne Loriod, Georges Savaria, Gilles Tremblay.

Martenot stesso ha suonato come 'ondist' con la Philadelphia Orchestra sotto Leopold Stokowski nel 1930. Allo World's Fair di Parigi gli fu assegnato "Le Grand Prix de l'Exposition Mondiale".

Ha insegnato al Conservatorio di Parigi nel 1940.





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Marcel Mennesson


Marcel Louis Mennesson (Villeneuve-sous-Dammartin, 30 aprile 1884 – Parigi, 18 aprile 1976) è stato un ingegnere e inventore francese, cofondatore della Solex e noto per l'invenzione del VéloSoleX e del micrometro pneumatico.


Biografia

Marcel Louis Mennesson nacque a Villeneuve-sous-Dammartin il 30 aprile 1884, da Charles Victor, meccanico, e Josephine Natalie Pauline Volet[1]. Mennesson, capace in matematica, fu ammesso alla Scuola centrale di Parigi nel 1902[2] e vi si laureò nel 1905[3]. Nell'ottobre 1906, insieme coll'amico Maurice Goudard, conosciuto durante gli studi, fondò la società Goudard & Mennesson (antenata della Solex), per produrre il radiatore centrifugo inventato nello stesso anno da Goudard.

Scoppiata la prima guerra mondiale, fu mobilitato come sottotenente e, dopo un anno, fu promosso capitano aggiunto al capitano direttore dell'approvvigionamento delle formazioni motorizzate, nella sezione di trasporto materiali № 509[3][4].

Smobilitato, Mennesson ritornò alla Solex, che ormai si era decisamente convertita alla produzione di carburatori, dove occupò il posto di amministratore delegato[3] e, in seguito, di direttore tecnico[4]. Risolta la crisi in cui la Solex versava nell'immediato dopoguerra, si dedicò alle relazioni con l'estero, seguendo le installazioni delle filiali di Londra, Berlino[3] e Torino[5], oltre che la collaborazione con la Ford[6], che si sarebbe protratta oltre la seconda guerra mondiale[7].

Nel 1932 preparò una comunicazione all'Accademia francese delle scienze sul suo micrometro pneumatico, capace di apprezzare, misurando la variazione di un flusso d'aria con un manometro ad acqua, il micron[8][9]. L'apparecchio così ideato consentiva alla Solex di montare sui suoi carburatori ugelli calibrati molto precisamente. L'idea si può già vedere, in stato embrionale, in un brevetto di due anni prima, in cui si proponeva un metodo per valutare le perdite di pressione in camere a volume variabile[10]. Negli anni Cinquanta, il comparatore del miglior micrometro Solex aveva un'incertezza nelle misure del decimo di micron[11], che è pari a quella che tuttora hanno i micrometri pneumatici[12].

Sebbene occupasse posti di rilievo, Mennesson, finché gli fu possibile, non rinunciò mai alla sua presenza in fabbrica, vicino al personale, da cui si guadagnò rispetto, stima e il soprannome di "l'homme du tas"[2].

Morto a Parigi il 18 aprile 1976, è stato sepolto nella tomba di famiglia nel suo paese natale[13].
Onorificenze
Cavaliere della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere della Legion d'onore
— 31 dicembre 1927
Ufficiale della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale della Legion d'onore
— 22 gennaio 1936
Commendatore della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore della Legion d'onore
— 29 ottobre 1952





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Ernest Michaux


Ernest Michaux (Saint-Brieuc, 29 agosto 1842 – Parigi, 19 gennaio 1882) è stato un inventore francese.


Biografia
Monumento a Bar-le-Duc

Figlio di Pierre Michaux, nacque il 29 agosto 1842 a Saint-Brieuc, in Bretagna.[1] Negli anni sessanta del XIX secolo (le fonti indicano variamente il 1855, il 1861 e il 1864[2]) inventò una nuova draisina, un biciclo con l'aggiunta dei pedali collegati alla ruota anteriore, aggiungendo in seguito anche i freni. Nonostante la scomodità, che fece assegnare a questa sorta di bicicletta il nomignolo di scuotiossa, fu prodotta in modo piuttosto massiccio per l'epoca.[3] L'invenzione gli è accreditata assieme al padre Pierre.[2]

Introdusse inoltre la sella al posto di un rudimentale cuscino.[4]

Morì il 19 gennaio 1882 all'ospedale Laennec di Parigi.[1]

A Bar-le-Duc gli è stato dedicato un monumento insieme al padre, Pierre.





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Joseph Monier


Joseph Monier (Saint-Quentin-la-Poterie, 8 novembre 1823 – Parigi, 13 marzo 1906) fu un giardiniere francese, riconosciuto come il primo ideatore del cemento armato.

Il 16 luglio 1867 egli si fece rilasciare il primo brevetto riguardante la costruzione di vasi e recipienti in cemento con armatura di ferro, presentati all'Esposizione Universale di Parigi dello stesso anno. Seguirono negli anni 1868,69 e 73 altri brevetti per tubi, serbatoi, solette piane e curve, scale, ecc. In tali brevetti si riscontrarono già gli elementi ed i concetti principali per l'armatura del cemento, per quanto basati ancora su principi empirici. Il brevetto Monier del 1870 viene considerato dai tecnici come fondamentale per lo sviluppo del cemento armato.[1]


Screenshot_2023-02-08_at_10-05-11_Joseph_Monier_-_Wikipedia





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Monier

 
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Fratelli Montgolfier


I fratelli Joseph-Michel Montgolfier (Annonay, 26 agosto 1740 – Balaruc-les-Bains, 26 giugno 1810) e Jacques-Étienne Montgolfier (Annonay, 6 gennaio 1745 – Serrières, 2 agosto 1799) sono stati gli inventori della mongolfiera, mezzo aerostatico funzionante grazie all'aria calda.

La loro invenzione fu il primo aerostato a portare un essere umano in cielo. In seguito al successo dei loro esperimenti, furono nominati membri straordinari dell'Accademia delle scienze di Parigi ed il padre Pierre ricevette, come riconoscimento, il titolo nobiliare ereditario de Montgolfier dal re Luigi XVI nel 1783.


Biografia
I primi anni

I due fratelli nacquero in una famiglia di ricchi fabbricanti di carta ad Annonay, un paese a sud di Lione (Francia). La mentalità di Joseph era tipica dell'inventore: geniale e sognatore, ma poco pratico negli affari e nelle faccende personali. Intelligente e creativo per natura, si ribellava all'istruzione rigida e formale e per due volte fuggì dalla scuola. Ciononostante, la sua spontanea curiosità gli permise da autodidatta di raggiungere un'eccellente formazione nelle allora emergenti scienze fisiche. Tornato infine in famiglia, rimase comunque solo marginalmente coinvolto nelle attività industriali della cartiera.

Étienne (con questo nome Jacques-Étienne fu sempre più comunemente noto) aveva un carattere più regolare ed orientato agli affari di Joseph. Mandato inizialmente a Parigi perché si dedicasse agli studi di architettura, fu richiamato ad Annonay per prendere in mano gli affari di famiglia dopo l'improvvisa morte del fratello maggiore Raymond nel 1772. Nei successivi 10 anni Étienne si dedicò ad introdurre delle innovazioni tecnologiche nell'industria familiare (la produzione della carta era un'attività ad alto contenuto tecnico nel XVII secolo), riuscendo a portare le più recenti novità nelle proprie fabbriche. Il suo operato gli meritò un riconoscimento da parte del governo francese, a cui seguì un finanziamento perché la fabbrica Montgolfier potesse essere presa a modello per le altre fabbriche di carta della nazione.
I primi esperimenti

Dei due fratelli, Joseph fu il primo a considerare la possibilità di costruire una macchina volante. Si ipotizza che un giorno, osservando i panni posti ad asciugare sopra un fuoco, notò che alcune parti ripetutamente si sollevavano verso l'alto.

Joseph iniziò a svolgere degli esperimenti specifici nel novembre 1782, quando viveva ad Avignone. Come egli stesso riportò pochi anni più tardi, stava una sera davanti ad un fuoco mentre rifletteva su una questione militare di attualità: un attacco alla fortezza di Gibilterra, che si era dimostrata imprendibile sia da terra che da mare. Joseph iniziò a pensare alla possibilità di un attacco dall'alto, con truppe sollevate in aria dalla stessa forza che innalzava le scintille del falò. Egli ipotizzava che all'interno del fumo vi fosse una qualche sostanza, un gas speciale (il "gas di Montgolfier"), dotato di una speciale proprietà che definì "lievità".

Sulla base di questi ragionamenti, Joseph costruì un contenitore a forma di scatola (delle dimensioni di 1 x 1 x 1,3 metri), usando un sottile foglio di legno per i lati e un rivestimento superiore in tessuto leggero di taffetà. Sotto il contenitore accese un falò di carta. L'oggetto si sollevò rapidamente dal suo supporto fino a urtare il soffitto. Joseph convinse poi il fratello a costruire un primo aerostato ad aria calda scrivendogli le seguenti poche, profetiche parole: "Presto, procurati una buona dose di taffetà e di corde, e ti mostrerò uno dei più sbalorditivi fenomeni al mondo!". Da quel momento in poi i due fratelli lavorarono assieme al progetto.

I due fratelli costruirono un nuovo apparecchio, in scala, tre volte più grande (27 volte in volume). Nel suo primo volo[1], il 14 dicembre del 1782, la spinta di sollevamento fu così forte che essi ne persero il controllo. L'aerostato volò per circa 2.000 metri. Dopo l'atterraggio, l'oggetto venne distrutto da quella che Étienne definì "l'indiscrezione dei passanti".
Dimostrazioni pubbliche
Prima dimostrazione pubblica ad Annonay, 4 giugno 1783

Stanti questi successi, i fratelli Montgolfier decisero di svolgere una dimostrazione pubblica del funzionamento dell'aerostato ad aria calda, e stabilire così la paternità dell'invenzione. Realizzarono quindi un apparecchio a forma di pallone sferico, realizzato con tela di sacco e tre strati interni di carta sottile. L'involucro sviluppava un volume interno di quasi 790 m3 d'aria e pesava 225 kg. Era composto da quattro parti (la cupola e tre segmenti laterali) tenute assieme da 1.800 bottoni. Una "rete da pesca" in cordame applicata all'esterno fungeva da rinforzo della struttura. Il 5 giugno 1783 l'aerostato fu fatto volare nella prima dimostrazione pubblica ad Annonay, di fronte a un gruppo di notabili degli "états particuliers". Il volo coprì circa 2 km, durò 10 minuti e raggiunse l'altitudine stimata di 1.600-2.000 metri.

La notizia del successo raggiunse rapidamente Parigi. Étienne si recò nella capitale per tenere ulteriori dimostrazioni e per assicurare ai due fratelli la paternità dell'invenzione del volo. Étienne, avendo studiato a Parigi, aveva più familiarità con le abitudini e i costumi della città. Joseph, considerati i suoi modi originali e la sua timidezza, rimase presso la famiglia.

Vi era qualche preoccupazione sui possibili effetti di un volo in alta quota su degli esseri viventi. Esistono dei riferimenti a un bando emanato dal re Luigi XVI, che proibiva qualsiasi volo da parte di persone finché gli eventuali effetti sugli animali non fossero stati valutati (anche se non vi è evidenza diretta di un tale editto). È più probabile che fossero gli stessi inventori, prudentemente, a decidere di sperimentare il volo inizialmente solo su degli animali.

Il 19 settembre 1783 l'"Aerostate Révellion" (come lo aveva chiamato Étienne) fu fatto volare con a bordo i primi aeronauti viventi: una pecora, un'oca ed un gallo, collocati in un cesto appeso alle corde del pallone. Questa dimostrazione ebbe luogo di fronte ad un'immensa folla raccolta nel palazzo reale di Versailles, presenti il re Luigi XVI e la regina Maria Antonietta. Il volo durò circa 8 minuti, coprì circa 3 km e raggiunse un'altezza di circa 500 metri; sarebbe potuto durare di più, ma l'aerostato era instabile, e perciò subito dopo il decollo si inclinò vistosamente su un lato, lasciando fuoriuscire dall'imboccatura una notevole quantità dell'aria calda contenuta all'interno. Gli animali, comunque, completarono il volo senza conseguenze.

Fra i primi a sopraggiungere sul punto di atterraggio vi fu Pilâtre de Rozier, che si era già candidato ad essere fra i primi aeronauti quando si fosse tentato il volo con uomini a bordo. Pierre Montgolfier infatti, padre degli inventori, aveva acconsentito che i figli lavorassero alla realizzazione degli aerostati invece di dedicarsi all'amministrazione delle cartiere di famiglia, a condizione che nessuno dei due tentasse di volare di persona.
Il volo con equipaggio umano
Un modello del pallone dei fratelli Montgolfier al London Science Museum

A seguito del successo dell'esperimento di Versailles, e sempre in collaborazione con Réveillon, Étienne iniziò la costruzione di un aerostato da 1.700 m3 che potesse consentire il volo con un equipaggio. Il 21 novembre 1783 Pilâtre de Rozier e il marchese d'Arlandes realizzarono il primo volo libero umano su un aerostato intitolato alla regina Maria Antonietta (che tanto si era entusiasmata e prodigata a tale evento), coprendo in 25 minuti una distanza di circa 9 km, a una quota variabile intorno ai 100 m di altezza, sui tetti di Parigi. La trasvolata fece notevole scalpore. Numerose iscrizioni celebrarono lo storico evento. Si produssero sedie con lo schienale a forma di aerostato e orologi da tasca in smalto e bronzo con il quadrante iscritto in un pallone. I francesi meno benestanti potevano acquistare stoviglie decorate con immagini del volo.
Gli ultimi anni

Massoni, i fratelli Montgolfier furono membri della Loge des Neuf Soeurs, appartenente al Grande Oriente di Francia[2]. Jacques-Étienne Montgolfier morì nel 1799 e ricevette sepoltura nel cimitero di Davézieux; Joseph-Michel Montgolfier morì nel 1810 e venne sepolto nel cimitero della cittadina natale di Annonay.
Sviluppi futuri

Nel 1766 lo scienziato inglese Henry Cavendish aveva scoperto l'idrogeno, aggiungendo acido solforico a ferro, latta o trucioli di zinco. Lo sviluppo dell'aerostato a gas d'idrogeno, principalmente ad opera di Jacques Charles, procedette in parallelo agli esperimenti dei Montgolfier con l'aria calda. La crescita di entrambe le tecnologie veniva stimolata dalla consapevolezza della competizione fra le due soluzioni. Alla fine, la tecnologia basata sull'idrogeno finì per prevalere per diversi motivi, fra cui la decisione del governo di puntare sull'uso del gas. Per i successivi 180 anni i palloni a idrogeno rimasero la soluzione dominante e furono impiegati in tutte le più importanti imprese, compresa la trasvolata della Manica effettuata il 7 gennaio 1785 da Jean-Pierre Blanchard e John Jeffries.

I palloni basati sul riscaldamento dell'aria interna al posto del riempimento con gas leggeri sarebbero tornati in auge solo negli anni sessanta, quando Ed Yost risolse i problemi di sicurezza della classica mongolfiera, utilizzando il nylon come tessuto per l'involucro e il gas propano come combustibile per il bruciatore.
Citazioni e omaggi
Il poeta Vincenzo Monti scrisse in onore dei fratelli un'ode, paragonando la loro impresa a quella mitica degli Argonauti (Ode al signore di Mongolfier).





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Fratelli_Montgolfier

 
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Roland Moreno


Roland Moreno (Il Cairo, 11 giugno 1945 – Parigi, 29 aprile 2012) è stato un inventore e imprenditore francese


iografia

In giovane età Moreno ha fatto il garzone come addetto alle consegne per il settimanale francese L'Express. In seguito diventa impiegato ministeriale e conduce allo stesso tempo esperimenti nel campo dell'elettronica.
L'invenzione della smart-card
Un chip di identificazione a radio frequenza EPC utilizzato per Walmart

Nel 1974 depositò il brevetto per una scheda trasportabile capace di memorizzare e gestire dati. Declinò l'invenzione in 45 diverse tipologie. L'ultimo brevetto dell'opera è scaduto nel 1999 e l'Innovatron, società fondata ai fini di gestire l'aspetto economico delle sue idee, si ritrovò da quel momento in difficoltà economiche[1].
Curiosità

Si ritiene che con tale invenzione Moreno abbia guadagnato almeno 100 milioni di euro.
L'inventore francese non ha mai davvero sfondato negli Stati Uniti, con riferimento soprattutto al mondo bancario e del credito[2].
Era un autodidatta[3].





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Augustin Mouchot


Augustin Mouchot (Semur-en-Auxois, 7 aprile 1825 – Parigi, 4 ottobre 1912) è stato un inventore francese, creatore dei primi motori a energia solare.


Biografia

Mouchot è nato a Semur-en-Auxois, in Francia, il 7 aprile 1825. Ha insegnato presso le scuole primarie di Morvan (1845-1849) e successivamente di Digione, prima di conseguire una laurea in matematica nel 1852 e una laurea in Scienze Fisiche nel 1853. Successivamente, ha insegnato matematica nelle scuole secondarie di Alençon (1853-1862), Rennes e nel liceo di Tours (1864-1871). Fu durante questo periodo che egli intraprese la ricerca sull'energia solare, che ha portato alla fine al governo francese di ottenere i finanziamenti per la ricerca a tempo pieno.
La ricerca solare

Mouchot elaborò l'idea di trovare nuove fonti di energia alternative, credendo che il carbone, che aveva alimentato la rivoluzione industriale alla fine si sarebbe esaurito. Nel 1860 iniziò ad esplorare l'energia solare, sulla base del lavoro di Horace-Bénédict de Saussure e Claude Pouillet. Ulteriori esperimenti hanno coinvolto una caldaia piena d'acqua racchiusa in vetro, esposta al calore del sole fino alla bollitura dell'acqua, il vapore così prodotto avrebbe dovuto fornire l'energia motrice per un piccolo motore a vapore.

Nell'agosto del 1866, Mouchot sviluppò il primo collettore parabolico solare, che fu presentato all'imperatore Napoleone III a Parigi. La pubblicazione del suo libro sull'energia solare, La Chaleur solaire et ses Applications industrielles (1869), ha coinciso con l'inaugurazione del più grande motore a vapore solare mai costruito. Questo motore fu esposto a Parigi fino a quando la città cadde sotto assedio durante la Guerra Franco-Prussiana nel 1871, e non fu trovato dopo che l'assedio finì.

Nel settembre 1871, Mouchot ricevette assistenza finanziaria dal Consiglio Generale di Indre-et-Loire per installare un generatore solare sperimentale presso la biblioteca Tours. Presentò un documento sul generatore per l'Accademia delle Scienze il 4 ottobre 1875, e nel dicembre dello stesso anno presentò all'Accademia un dispositivo che, con il sole ottimale, avrebbe fornito un flusso di vapore di 140 litri al minuto. In seguito l'anno successivo chiese l'autorizzazione dal ministero per prendere congedo dal suo posto di insegnante al fine di sviluppare un motore per l'Esposizione Universale del 1878, Lettera e nel gennaio del 1877 ottiene una missione e una sovvenzione per l'acquisto di materiali ed esecuzione dei suoi motori solari in Algeria francese, dove la luce solare era in abbondanza. Il direttore delle missioni scientifiche raccomanda Mouchot al Governatore di Algeria, sottolineando l'importanza della sua missione in Francia, "per la scienza e per la gloria dell 'Università".
L'Esposizione Universale di Parigi
Generatore solare del 1878

Tornando alla Francia metropolitana nel 1878, Mouchot e il suo assistente Abel Pifre, Mouchot realizzò un motore presso l'Esposizione Universale di Parigi, e vinse una medaglia d'oro per le sue opere, in particolare per la produzione di ghiaccio con il calore solare concentrato. Tuttavia, i benefici economici del Trattato Cobden-Chevalier, in combinazione con un mezzo di trasporto interno più efficiente per la consegna del carbone, fece sì che il carbone diventasse più economico, in Francia, riducendo la necessità di ricerca nel campo dell'energia alternativa. Il governo francese infatti, valutò in un rapporto che l'energia solare era antieconomica, ritenendo la ricerca di Mouchot senza più importanza e terminando così il suo finanziamento.

Mouchot successivamente tornò a insegnare. Non fu però completamente dimenticato, e fu insignito dei premi de l'Institut de France nel 1891 e nel 1892. Morì nel 1912 a Parigi.
Citazioni

"Non si deve credere, nonostante il silenzio degli scritti moderni, che l'idea di utilizzare il calore solare per le operazioni meccaniche sia recente. Al contrario, si deve riconoscere che questa idea è molto antica e il suo lento sviluppo attraverso i secoli ha dato vita a vari dispositivi curiosi. "

- Augustin Bernard Mouchot, all'Esposizione Universale, Parigi, Francia (1878).

"Alla fine l'industria non troverà più in Europa le risorse per soddisfare la sua prodigiosa espansione... il carbone sarà senza dubbio esaurito. Cosa fare, allora dell'industria?"

- Augustin Bernard Mouchot, dopo aver dimostrato una prima applicazione industriale dell'energia solare termica (1880).





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Denis Papin


Denis Papin (Chitenay, 22 agosto 1647 – Londra, 1712) è stato un matematico, fisico e inventore francese, conosciuto soprattutto per le sue sperimentazioni sulla macchina a vapore.


Biografia

Fece studi in medicina ad Angers. All'inizio lavora con Christian Huygens, a Leida, dove tenta di mettere a punto una pompa ad aria. Nel 1679 inventa la pentola a pressione, depositando all'epoca il brevetto con la scritta «Il qui presente "digestore" rende digeribili molte quantità di cibi, tra cui le carni più dure». In seguito lavora per qualche tempo con Robert Boyle, per ritornare poi con Huygens nel 1680. Dopo un soggiorno a Venezia come direttore delle pratiche all'Accademia Ambrosio Sarrotti, e quindi alla Royal Society di Londra, fu nominato professore di matematica a Marburg.

A questo punto, partendo dall'esperienza della pentola a pressione, Papin costruisce la sua prima macchina a vapore, un battello a vapore, nel 1707. Ma questa superba invenzione comporta le rimostranze da parte dei battellieri, che minacciano di distruggere il battello.

In seguito Papin ritorna definitivamente in Inghilterra, dove, malgrado le nuove ricerche, le sue risorse finanziarie vanno a diminuire. Papin muore nel 1712 a Londra, là dove ha lavorato con Robert Boyle e dove ha costruito il suo battello a vapore.
Scoperte
Fig. 2. Illustrazione all'articolo Dionysii Papini descriptio torcularis ... pubblicato sugli Acta Eruditorum del 1689
Illustrazione all'articolo Dion. Papini nova methodus ad vires motrices ... pubblicato sugli Acta Eruditorum del 1690
Pistone di Papin

Il principale interesse di Papin fu la fisica[1]. Nel 1687, egli fornisce una prima teoria di una macchina funzionante per mezzo del moto alternato di un pistone. Questa macchina era sul modello delle macchine atmosferiche di quei tempi.

Il funzionamento era il seguente: si mette nel fondo di un cilindro verticale, nel quale si muove un pistone, dell'acqua portata ad ebollizione, sviluppando vapore e quindi esercitando una certa pressione, sollevando nello stesso momento il pistone. Si lascia che il vapore si condensi cosicché il pistone ridiscenda sollevando dei pesi tramite una o più pulegge. Ciò permette una migliore ripartizione della forza applicata per mezzo dei pesi.
Opere

Nouvelle manière pour lever l'eau par la force du feu ... par m. D. Papin, A Cassel, pour Jacob Estienne libraire de la cour : par Jean Gaspard Voguel imprimeur, 1707.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Denis_Papin

 
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