IL FARO DEI SOGNI

IL SACRO TERAPEUTICO-SCIAMANICO TRA NEW AGE E NEXT AGE

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(((claudio)))
view post Posted on 22/11/2022, 09:32 by: (((claudio)))     Top   Dislike
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Dopo un lungo periodo durante il quale Castaneda, scosso e atterrito dalle esperienze avute in stato di trance e dall’intransigenza degli insegnamenti ricevuti dal suo “maestro”, ha più di una volta interrotto bruscamente la ricerca, appare “L’isola del Tonal” (1974), e, esattamente un anno dopo “Il secondo anello del potere” (1975)[112]. Il tema centrale ricorrente in queste opere non è nuovo: ancora una volta, nelle conversazioni tra Carlos e Don Juan, si oppone alla realtà ordinaria un tipo diverso di realtà indescrivibile e ineffabile che può aprire le porte alla “sapienza”. Secondo l’indio yaqui, il mondo non è fatto di oggetti, così come noi lo vediamo, ma è fatto di campi di energia che egli chiama “le emanazioni dell’aquila” e che costituiscono di fatto l’unica realtà trascendentale.[113] Solo due di queste emanazioni sono accessibili dall’uomo in particolari situazioni percettive, mentre le emanazioni normalmente allineate sono conosciute come il tonal, la coscienza normale, il lato destro. Le emanazioni che si trovano al di là della banda dell’umanità costituiscono l’ignoto propriamente detto e non vengono mai allineate nel contesto della gente comune. Esse sono dette da Don Juan il nagual, il lato sinistro, la realtà separata. Il fattore che determina quali emanazioni saranno selezionate, o “allineate”[114], in un momento specifico della percezione, è denominato “punto d’unione”[115], che potrebbe essere definito, tanto per capirci, come la proprietà della consapevolezza di scegliere le emanazioni atte a produrre la percezione simultanea di tutti gli elementi che costituiscono il mondo della percezione.

Il nuovo sistema sciamanico di conoscenza che Castaneda ci presenta, ha lo scopo preciso di riuscire a muovere deliberatamente il punto d’unione, per liberare l’uomo dagli angusti limiti della percezione ordinaria: tutti gli insegnamenti di Don Juan puntano in questa direzione e si dividono in due aree, lezioni per il lato destro e lezioni per il lato sinistro, i cosiddetti “due anelli del potere”[116]. Tali aree definiscono, ciascuna a modo suo, forme specifiche dette di “non fare” che porterebbero il punto d’unione a muoversi. Le espressioni più rappresentative di queste due aree sono rispettivamente l’arte dell’agguato e l’arte del sognare.

Tutti gli scritti successivi usciti negli anni ottanta (“Il dono dell’aquila”, 1981, “Il fuoco dal profondo”, 1984, “Il potere del silenzio”, 1987), oltre a ripetere in diversa maniera i medesimi concetti dei precedenti, partono da questo sistema fondamentale di differenti percezioni della realtà per tentare di approdare – sull’esempio dell’evoluzione di Castaneda, e con le necessarie spiegazioni della guida sciamana – alla completa integrazione delle due parti, permettendo di entrare finalmente nel mondo dell’inconoscibile. Il mondo dell’ignoto sarebbe una parte di emanazioni praticamente infinita. Noi potremmo avere la possibilità di percepire tutte le emanazioni dell’aquila[117] comprese in essa, ma ciò nonostante questa parte, per nostra sfortuna, resta normalmente inutilizzata (fondamentalmente per ignoranza) per tutta la vita. Una caratteristica fondamentale del funzionamento del primo anello del potere, del lato destro della realtà (la critica razionale di essa, la normalità dello stato di coscienza nella veglia), è che lo si può bloccare, realizzando azioni estranee alla descrizione analitica del mondo, dette da Don Juan “non fare”. La descrizione ordinaria del mondo ci costringe a comportarci sempre secondo le sue indicazioni, quindi tutte le nostre azioni emanano dalla descrizione e a loro volta la convalidano. Queste azioni sono conosciute come “fare” e combinate con la descrizione costituiscono un sistema che si autoalimenta da solo. Il non fare, che si esprime in una serie di tecniche (interrompere il dialogo interno dei pensieri[118], imporsi lunghi periodi di meditazione, digiunare, imparare ad “ascoltare” il silenzio…) avrebbe la capacità di interrompere il flusso della descrizione e tale interruzione a sua volta sospenderebbe il “fare” del mondo conosciuto. Quindi il non fare sarebbe il mezzo per aprire il cammino verso il nagual, il lato ignoto ed inconsapevole della persona, il quale a sua volta rappresenta, per ciò che riguarda il mondo, la realtà separata, e per ciò che riguarda la persona, la consapevolezza dell’altro io. Poiché il non-fare praticato nella consapevolezza del lato destro possiede la facoltà di portarci verso il lato sinistro, praticandolo in modo costante si creerebbero dei punti di contatto tra i due lati e poco a poco tali contatti potrebbero avvicinarci all’integrazione tra le due forme di consapevolezza, risultando nella “totalità di se stessi”.

E così ovviamente il “fare” nel lato sinistro, ossia il raggiungere la piena “consapevolezza del lato sinistro” recuperando e reincorporando tale coscienza nella realtà personale, avvicinerebbe la possibilità di integrarsi nella totalità di se stessi. Anche in questo caso Castaneda ci presenta nel corso dell’opera molti esempi del modo di raggiungerla –benché la consapevolezza dell’altro io, essendo espressione del nagual, sia incomprensibile e le sue possibilità siano praticamente illimitate – come: le vaghe memorie dell’altro io immagazzinate nell’inconscio del nostro passato, il ricordo della nostra natura di esseri luminosi, energetici, la consapevolezza del corpo del sogno[119] , che permette l’utilizzazione pragmatica della nostra esperienza nell’ambito del sognare, la consapevolezza della morte, la possibilità di allinearci con la consapevolezza di altre forme di vita, organiche o no, come alberi, animali, o la terra stessa.

Molto è stato detto e scritto pro e contro Castaneda e molti oggi pensano che i suoi testi vadano classificati nel genere finction piuttosto che in quello etnoantropologico.[120] Ma, a parte il fatto che una probabile ambientazione romanzata del suo reportage potrebbe non aver impedito all’ autore di aver inserito in essa delle esperienze vissute, l’importanza di Castaneda non sta tanto nella veridicità di quanto racconta – problema che in questa sede comunque non interessa -, quanto da un lato nell’aver suscitato tra i primi un grosso interesse per lo sciamanesimo nella cultura moderna allontanandosi dal paradigma psichedelico dominante all’epoca delle sue ricerche, e dall’altro – ma a questo conseguente – nel tentativo di dimostrare comunque come l’uso delle tecniche, delle droghe o delle piante allucinogene debba trovare il suo impiego nel ristrutturarsi delle capacità percettive dell’ “apprendista stregone” ed essere soprattutto a questo solamente finalizzato e limitato.[121] L’importanza di una simile affermazione risulta immediatamente quando analizziamo il lavoro di molti altri autori ove traspare come questi ultimi tendano, viceversa, ad assimilare la riuscita di particolari tecniche e l’uso di determinate piante psicoattive che possono indurre degli stati alterati di coscienza di natura religioso-sciamanica con quello stesso stato alterato di coscienza. Tale visione è comune non solo agli ex giovani ribelli americani, ma anche ad alcuni moderni “sciamani” new age per i quali la tecnica o la pianta allucinogena finiscono con l’essere più importanti del contesto, in senso lato, in cui le si assume. Sulla base di tale paradigma, le variabili individuali osservate nell’assunzione di certe sostanze o all’opera nelle varie tecniche finiscono con l’essere riconducibili a idiosincrasie psicologiche e considerate una specie di disturbo dell’esperienza stessa.[122]

Ciò che rende sciamanico[123] invece l’uso di una tecnica specifica o di una determinata pianta è l’importanza attribuita a determinate forze, psicologiche e non, nel determinare se essa indurrà uno stato alterato di coscienza e quale sarà il suo contenuto. (La tecnica o la droga, in altre parole, possono sia rompere che modellare una determinata percezione del mondo: nel primo caso siamo davanti ad una natura ludica, che si basa su una interpretazione neurofisiologica, nel secondo ad un suo uso sciamanico vero e proprio).






segue III. LO SCIAMANESIMO NELLA SPIRITUALITA’ NEW AGE

 
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14 replies since 29/10/2022, 09:43   2741 views
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