IL FARO DEI SOGNI

IL SACRO TERAPEUTICO-SCIAMANICO TRA NEW AGE E NEXT AGE

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(((claudio)))
view post Posted on 7/11/2022, 11:04 by: (((claudio)))     Top   Dislike
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1.2. Il Next Age

Da un recente colloquio (inizio Dicembre ‘99) avuto alla sede del CESNUR con Massimo Introvigne, ritornato a Torino dopo un convegno tenuto in America ( con i maggiori specialisti dei nuovi movimenti religiosi, fra cui Melton ed Hanegraaff), ho avuto modo di chiarire quali fossero le origini del termine “Next Age”, le sue radici storiche e, in particolar modo, il dibattito attuale intorno alla nascita di questa nuova realtà.

“Next Age” non è una maniera americana per definire il fenomeno che stiamo considerando, ma esprime un’idea nata in Europa del passaggio ad una differente fase del “New Age”, sia fra gli storici ed i sociologi delle religioni, sia fra i newagers stessi (come è dimostrato dal Salone del New Age di Milano che, da Ottobre di quest’anno, ha scelto di diventare Salone del New Age e del Next Age).

In un suo recente lavoro, Introvigne ha affermato a proposito:

“Il Next Age può essere descritto come il passaggio del New Age dalla terza alla prima persona singolare. Per il New Age il Pianeta Terra entrerà (o è già entrato) in un evo di superiore consapevolezza, felicità, benessere. Dopo la delusione il Next Age ammette che forse per il Pianeta Terra, o per la società nel suo insieme, non è in vista nessuna gioiosa trasformazione. Le cose, anzi, potrebbero perfino peggiorare. Il singolo, invece, può entrare nel suo New Age personale e raggiungere uno stato superiore di prosperità, salute, soddisfazione (anche sul piano sessuale, che nel Next Age viene spesso in primo piano). La società può anche andare alla rovina: ma la singola persona che ha accesso a determinate tecniche entrerà comunque in una sua età dell’oro personalissima e privata.”[45] E continua citando anche Gordon Melton: “Come ha notato acutamente Gordon Melton[46], questo passaggio è accompagnato da dichiarazioni – da parte di alcuni portavoce importanti del New Age (ma non di tutti) – secondo cui, in realtà, il New Age non ha mai promesso una trasformazione sociale globale o planetaria. Nel New Age l’elemento importante sarebbe sempre stata la trasformazione individuale. Si tratta, in realtà, di un semplice escamotage: uno sguardo anche superficiale alla letteratura del New Age negli anni 1980 e (soprattutto) 1970 mostra una forte carica di millenarismo progressista. Nell’abbandono della fase utopica e nel ripiegamento sull’individualismo – con accenti spesso narcisistici – il Next Age è effettivamente “nuovo” e diverso dal New Age. Il Next Age, naturalmente, è meno nuovo se si guarda alle tecniche e alle idee di fondo, che rimangono in gran parte le stesse.”[47]

Dello stesso parere è ovviamente Melton, il quale scrive:

“The New Age movement has passed into history. Just as there are some people who are still fighting the American Civil War, at least in their heads, there are a few who still await the imminent New Age, but they have shrunk to a minuscule number. However, the people brought into the metaphysical – psychic – occult world as a result of the New Age movement remain.”[48]

Analizzando le interpretazioni di Introvigne, di Melton, e rifacendoci alle precedenti considerazioni di Hanegraaff (pur quest’ultimo non parlando mai espressamente di “Next Age”), si può facilmente dedurre quale sia l’aspetto fondamentale soggiacente alla metamorfosi del mondo religioso, che consiste in una trasformazione tendenzialmente individualistica del mito millenaristico di rinnovamento e guarigione spirituale dell’umanità ormai fallito, e per questo costretto ad un ripiegamento narcisistico incentrato su uno sviluppo di tipo più personale ed egocentrico. Secondo tali autori il Next Age non farebbe altro che riprendere una componente notevole del New Age rappresentata da una forma distorta di occultismo, riadattandola ad un contesto non più universale ma privato, personale ed immediato. Il New Age, che si rivelava essere spesso solo un grande contenitore delle più svariate tecniche occulte, abbandonando lo spunto millenaristico, si è trasformato in una sorta di terapeutica spirituale e soggettiva, ponendo sempre più l’accento su modalità pratiche di auto-perfezionamento e di potenziamento delle possibilità mentali innate nell’uomo, che solo con un adeguato procedimento interno può fare scaturire da dentro di sé.

Assumendo come metro di cambiamento la problematica relativa alle tecniche “esoteriche” (utilizzando il termine alla maniera del newager) di sviluppo mentale ed alle arti della guarigione attuali (è sotto gli occhi di tutti l’enorme diffusione delle pratiche terapeutiche alternative), è interessante notare come proprio da questo campo gli studiosi attuali del fenomeno Next Age siano partiti per descrivere questa estrema degenerazione egocentrista.

Così come adesso si parla di “supermercato delle religioni” o, come afferma il sociologo inglese Paul Heelas, di “auto-religioni”,[49] per indicare il fatto che ognuno tende a costruirsi la propria religione personale, scegliendo e fondendo in maniera sincretistica diversi elementi tratti dall’enorme offerta religiosa contemporanea, così nel Next Age ciascuno ha la possibilità di modellare la sua anima attraverso svariati mezzi (ma “tecniche” o “arti” sono a mio parere i termini più appropriati) che dovrebbero avere un fine salvifico di realizzazione e di completezza.

L’unico motto che allora rimane dalle ceneri del millenarismo fallito della “Nuova Era”, riprendendo Introvigne, che risuonava nei messaggi comunicati agli uomini dalle entità del channeling, consiste nell’invito a creare ognuno la propria realtà. Il relativismo sincretistico del New Age si modifica in una concezione di “relativismo volontarista”, dove la volontà usata per controllare e potenziare la mente in vista di una felicità del tutto personale assume un primato che, pericolosamente, potrebbe diventare assoluto.[50]

G. Filoramo aveva indicato quattro elementi fondamentali della nuova religiosità del New Age, caratteri strutturali su cui si imperniava la visione del mondo, in cui credevano (e in cui qualcuno crede ancora, seppur in maniera confusa) i newagers: una concezione olistica, un panteismo di fondo, una prospettiva evoluzionistica e, fondamentale per il nostro discorso, una psicologizzazione della religione che coincide con una sacralizzazione della psicologia.[51]

Infranta la speranza nell’avvento di un’epoca migliore, e vanificato l’impegno del singolo newager di preparare una trasformazione generale della coscienza, il postmillenarismo della Next Age rappresenta ancora di più la religiosità dell’era dell’individualismo, una religiosità psico-terapeutica.

Se nel New Age vi era l’idea di fondo che “ciò che conta è ciò che facciamo, che occorre reagire a un tipo di vita priva di senso e frantumata, diventando completamente responsabili della propria vita, dal momento che non esistono poteri misteriosi al di fuori di noi, imparando, di conseguenza, a superare tutti quei blocchi, legati fondamentalmente all’ignoranza, che impediscono di realizzarci autonomamente,”[52] e che salvare se stessi e raggiungere la felicità sia possibile solo attraverso un viaggio psicologico, interiore, nei meandri della propria psiche, diventando dei tecnici e dei terapisti della propria anima, nel Next Age si osserva ancora più decisamente il dominio di un’etica basata su una sopravvalutazione del Sé, che porta inevitabilmente alla ricerca esasperata di tecniche autoguaritrici (ma non solo, spesso considerate addirittura onnipotenti) di un io malaticcio e confuso.

Ma quali sono le figure storiche che hanno portato a tutto questo? E Come individuare nella nebulosa del New Age, i germi dell’attuale sviluppo di questo fenomeno ?

Ancora Introvigne ci viene in aiuto, indicandoci un’ipotesi di partenza per scoprire le radici storiche del Next Age, scoprendone le ispirazioni principali in alcuni autori di questo scorcio di fine secolo.

Secondo il sociologo romano[53] il precursore sarebbe un medico psicologo americano, Morgan Scott Peck, che nel 1978 scrisse “The Road Less Traveled”,[54] un’opera che condensa al meglio gli spunti per un’etica di bene “privato”, ottenuto mediante diverse discipline mentali comprendenti le seguenti tecniche: responsabilizzarsi delle proprie scelte e di quello che si fa senza addossare le conseguenze del nostro agire a nessuno al di fuori di noi stessi, impegnarsi per la verità e per raggiungerla sapendo che essa è comunque in perenne divenire, e cambia come (e con) noi, rimandare la gratificazione personale “programmando” l’alternanza di piacere e dolore nel vivere quotidiano, così da sperimentare e superare prima il dolore, in modo tale che in una seconda fase possa rimanere solo il piacere, e, infine, la tecnica del balance, la ricerca di un equilibrio mente-corpo stabile, a cui si può arrivare sforzando la nostra volontà ad essere flessibili in tutte le circostanze che, come la verità, mutano continuamente.[55]

“Non faccio mai qualcosa per qualcun altro se non lo faccio anzitutto per me stesso” scrive Peck, “un altro dei maggiori equivoci sull’amore è che consista nel sacrificio di sé. Quando pensiamo a noi stessi come a persone che fanno qualcosa per qualcun altro, stiamo negando in qualche modo la nostra responsabilità. Qualunque cosa facciamo è fatta perché scegliamo di farla, e compiamo questa scelta perché è quella che ci soddisfa di più. Qualunque cosa facciamo per qualcun altro, la facciamo in realtà perché soddisfa un nostro bisogno personale.”[56]





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14 replies since 29/10/2022, 09:43   2741 views
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