IL FARO DEI SOGNI

Oceania

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(((claudio)))
view post Posted on 28/10/2021, 17:09 by: (((claudio)))     Top   Dislike
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Dagli indigeni ai primi esploratori europei

Le popolazioni indigene dell'Oceania si stabilirono nei luoghi dove vennero trovate dagli Europei in epoche molto più antiche di quello che si può credere; sfruttando il fatto che esisteva un tramite terrestre tra l'Asia e l'Oceania, i primi uomini giunsero in Nuova Guinea e in Australia circa 50 000 anni fa. Da questa prima "colonizzazione", in tempi molto più recenti se ne dipartì un'altra, incentivata dall'ormai consolidata conoscenza della navigazione: tra il 1000 a.C. e l'inizio dell'era volgare, migliaia di persone si spostarono gradualmente da un'isola all'altra, fino a popolare tutto il Pacifico. È assodato che questa "espansione" riguardò Polinesia e Melanesia, e dalle piccole isole appena raggiunte questi popoli arrivarono fino in Nuova Zelanda. Infine dalla Polinesia, nel corso del primo millennio della nuova era, mentre in Europa finiva l'Impero Romano e cominciava il Medioevo, essi si spinsero fino ai gruppi di isole più sperduti, come le Hawaii o l'isola di Pasqua.

Il primo europeo a vedere il Pacifico fu Vasco Núñez de Balboa nel 1513. L'interesse degli Spagnoli verso le Indie li portò a fondare una colonia nelle Filippine e a collegarla via mare con il Messico o il Perù, dato che lo stretto di Magellano allungava di troppo il viaggio dall'Europa ed era assai pericoloso.

Nel XVII secolo gli Olandesi si sostituirono ai Portoghesi come dominatori nelle Indie e da lì cominciarono a spingersi verso il Pacifico. Fino alla prima metà del Settecento furono uomini Olandesi a cominciare la complessa esplorazione dell'emisfero australe; ricordiamo Willem Janszoon, che nel 1606 scoprì l'Australia, e Abel Tasman, che tra il 1639 e il 1644 esplorò le coste dello stesso continente scoprendo la Nuova Zelanda.
Dal Settecento ai giorni nostri

Ben presto fu il Regno Unito ad interessarsi alla zona. Tra il 1768 e il 1779 il capitano James Cook compì tre viaggi, nei quali esplorò la costa orientale dell'Australia appurando che non faceva parte dell'immaginario continente australe cercato già dagli Spagnoli: lo stesso per la Nuova Zelanda che circumnavigò interamente, mentre fu il primo a sbarcare alle isole Hawaii e a percorrere lo stretto di Torres, intuendo che la Nuova Guinea e l'Australia non sono unite come tutti pensavano (ma lo stretto era già stato percorso inconsapevolmente dallo spagnolo Luis Váez de Torres, a cui venne intitolato in seguito alla riscoperta dei suoi diari, in seno all'ondata di esplorazioni spagnole del XVI secolo). Nel suo secondo viaggio Cook si spinse fino a latitudini freddissime, distruggendo il mito del continente australe: se esso esisteva, si trovava in aree così vicine al Polo Sud da non essere abitabili (l'Antartide sarà poi scoperto nel 1820); le sue esplorazioni sono state certamente le più importanti nella storia dell'Oceania; tuttavia egli non fu il primo dei grandi navigatori che nel Settecento "girovagarono" per il Pacifico: nel 1699 William Dampier aveva seguito le orme di Tasman in Australia e scoperto la Nuova Irlanda e la Nuova Britannia; dal 1766 al 1769 Louis Antoine de Bougainville era stato il primo francese a circumnavigare il globo; nel 1766 Samuel Wallis aveva riscoperto le Tuamotu (già visitate dal portoghese Pedro Fernandes de Queirós nel '500), tra cui la splendida Tahiti e le Pitcairn; e nel 1785 Jean-François de La Pérouse era partito con l'intento di emulare i predecessori, mappando soprattutto le coste del Pacifico settentrionale. Gli ultimi grossi dubbi geografici furono chiariti da Matthew Flinders che nel 1801 definì una volta per tutte le coste dell'Australia e appurò che la Tasmania era un'isola, cosa che neanche Cook aveva compreso.

Nel frattempo iniziò a diffondersi il mito illuministico del "buon selvaggio" (creato da Bougainville, continua ancora oggi) che viveva in armonia con la natura: d'altronde queste esplorazioni erano state volute nell'ambito della cultura illuministica europea del Settecento, secondo cui era compito dell'uomo evoluto civilizzare il mondo, ideale che poi rimarrà radicato nella società per tutta l'era coloniale, fino al XX secolo; il primo esempio di questo sentimento è il celebre romanzo di Daniel Defoe, Robinson Crusoe, scritto proprio in quegli anni. La colonizzazione di queste zone fu iniziata dal Regno Unito in Australia, ma in modo assai insolito: tanto scarso era l'interesse verso questo continente a cui ormai i Paesi Bassi avevano rinunciato, che esso fu usato come colonia penale; nel 1788 sbarcò a Botany Bay (dove oggi sorge Sydney) il primo carico di galeotti. Poco dopo tuttavia arrivarono anche altre persone, come in Nuova Zelanda (dal 1814) con l'intento di fondare grossi allevamenti: questi uomini tenaci nel corso del XIX secolo prima scenderanno a patti (Trattato di Waitangi, 1840), poi sconfiggeranno i Māori in Nuova Zelanda e cacceranno gli Aborigeni nelle zone più ostili dell'Australia, che esploreranno in lungo e in largo; memorabile l'impresa di Robert O'Hara Burke e William John Wills che nel 1860 riuscirono a raggiungere la costa nord da Melbourne, attraverso deserti e foreste. Queste due grandi colonie inizieranno il lungo processo di emancipazione dal Regno Unito dalla loro trasformazione in Dominion, l'Australia nel 1901 e la Nuova Zelanda nel 1907, alla piena indipendenza dopo la seconda guerra mondiale.

Per quanto riguarda il resto dell'Oceania, verrà frequentato da missionari, mercenari e commercianti dall'inizio dell'Ottocento, ma le prime colonie saranno quelle francesi: Polinesia Francese e Nuova Caledonia dal 1842, a cui si aggiunge l'arcipelago di Wallis e Futuna nel 1853. Gli altri territori vengono velocemente occupati da Germania (Micronesia e Nuova Guinea) e Regno Unito (tutte le altre isole) dal 1882 in poi, fino alla prima guerra mondiale, quando la Germania perde i suoi territori che passano al Regno Unito e agli Stati Uniti d'America, i quali alla fine saranno gli unici a mantenere una certa influenza sul Pacifico per la loro vicinanza (mentre Francia e Regno Unito concederanno l'indipendenza a gran parte delle isole, tra gli anni '60 e gli anni '90 del XX secolo) soprattutto in Micronesia dove per decenni sono stati effettuati pericolosi esperimenti nucleari, durante la guerra fredda, (Atollo di Bikini) dei quali oggi la popolazione locale deve ancora arginare gli effetti. È comunque importante ricordare che ancora oggi questi tre stati mantengono un certo numero di colonie in Oceania.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Oceania

 
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