IL FARO DEI SOGNI

Venezuela

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Il Venezuela, ufficialmente Repubblica Bolivariana del Venezuela (in spagnolo República Bolivariana de Venezuela) è una repubblica federale situata nel nord dell'America meridionale. La sua capitale è Caracas. Fa parte dell'America Latina.

Situata subito a nord dell'equatore, è considerato come uno dei Paesi con la maggiore diversità ecologica nel mondo. Abitata già in epoca precolombiana da gruppi tribali amerindi come caribe e arawak, fu toccata da Cristoforo Colombo nel suo terzo viaggio nel 1498 e venne inglobata nel vasto impero sudamericano spagnolo nel XVI secolo, anche se il clima limitò fortemente l'entità della colonizzazione. Fu il primo Stato latinoamericano a emanciparsi dalla Corona spagnola, proclamando formalmente il 5 luglio 1811 la propria indipendenza, che divenne effettiva solo nel 1821.

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Il Paese, oggi strutturato in 23 Stati e un distretto federale (attualmente definito Distrito Capital), è delimitato a nord dal Mar dei Caraibi (che a sua volta comprende la frontiera marittima con la Repubblica Dominicana, Aruba, Bonaire, Curaçao, Porto Rico, Isole Vergini americane, Isole Vergini britanniche, Martinica, Guadalupa, Sint Maarten e Trinidad e Tobago), a est confina con la Guyana, a sud e a sud-est con il Brasile, a ovest e a sud-ovest con la Colombia. Il Venezuela si estende su una superficie terrestre totale di 916 445 km², comprensiva della cross continentale, dell'isola di Margarita e delle Dipendenze federali venezuelane. Il punto più settentrionale del suo territorio è rappresentato dall'isola di Aves. Il Paese esercita la sovranità su 860 000 km² di superficie marina sotto il concetto Zona economica esclusiva. Il Venezuela ha anche una storica controversia territoriale con la Guyana su una superficie di circa 159.500 chilometri quadrati compresi nella Guayana Esequiba situata lungo il confine orientale, designata come Zona en Reclamación.

800px-VEN_orthographic

Dopo la proclamazione dell'indipendenza e per buona parte dell'Ottocento e della prima metà del Novecento, a causa dell'instabilità interna e di una serie di lotte civili, il Venezuela non riuscì ad avere uno sviluppo economico soddisfacente. Fu solo a partire dalla seconda metà degli anni quaranta del Novecento, con la massiccia immigrazione europea (tra cui molti italiani) e lo sfruttamento intensivo delle proprie risorse minerarie (e in particolare del petrolio) che cominciò rapidamente a modernizzarsi, sperimentando una forte crescita economica. Sul finire degli anni cinquanta del XX secolo, all'indomani della caduta del dittatore Marcos Pérez Jiménez (1958) si impose nel paese un sistema di governo democratico.

Bolivar_Arturo_Michelena

Il Venezuela è considerato un paese in via di sviluppo con un'economia basata principalmente sulle operazioni di estrazione, raffinazione e commercializzazione del petrolio e di altre risorse minerarie. L'agricoltura riveste ormai una scarsa importanza mentre l'industria ha avuto negli ultimi decenni uno sviluppo diseguale (in gran parte è ancora un'industria di assemblaggio e montaggio).

Septima_avenida_-_San_Cristobal

La sua popolazione conta 32 816 801 abitanti in gran parte meticci nati dall'incrocio delle etnie indigene sia con bianchi di origine generalmente ispanica sia con creoli e africani. Sono presenti nel Paese anche molti europei (spagnoli, italiani e portoghesi in particolare) e loro discendenti, mentre gli indigeni allo stato puro e gli asiatici rappresentano una parte trascurabile della popolazione. La multietnicità del Venezuela ha fortemente influenzato sia la sua vita sociale e culturale sia l'arte. La danza nazionale è lo joropo.

Chavez_Kirch_Lula141597

L'attuale capo dello Stato è Nicolás Maduro, nonostante il titolo sia contestato fallimentarmente da Juan Guaidó. La lingua ufficiale è lo spagnolo insieme ad altre lingue indigene.



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Toponomastica

Il 30 maggio 1498, nel corso del terzo viaggio di Cristoforo Colombo, una flotta di sei imbarcazioni, al comando dell'ammiraglio genovese raggiunse le coste dell'attuale Venezuela. Il 1º agosto, tre velieri toccarono le coste del Venezuela nei pressi dell'isola di Trinidad. Entrarono nel Golfo di Paria, sulla foce del Serpente o Dragon's Mouth. Senza saperlo, Cristoforo Colombo era giunto in Sud America. L'esploratore la battezzò con il nome di Tierra de Gracia.

Il nome Venezuela è stato storicamente attribuito al navigatore italiano Amerigo Vespucci che navigò sulla costa settentrionale del Sud America insieme ad Alonso de Ojeda nel 1499, nel corso di una spedizione navale esplorativa che raggiunse la costa nord-occidentale del paese, ora nota come Golfo del Venezuela. In quel viaggio, l'equipaggio osservò le costruzioni degli indigeni erette su palafitte di legno fuori delle acque. Tali costruzioni ricordarono a Vespucci la città di Venezia, e lo ispirarono nell'attribuire il nome di Venezziola o Venezuola alla regione. Il termine che in italiano rinascimentale aveva il significato di piccola Venezia, si trasformò successivamente in spagnolo in Venezuela, nonostante ciò, molti anziani veneziani (e veneti) sono soliti chiamarla con il nome rinascimentale[6].

Altre versioni, storicamente meno accreditate, affermano che il nome Venezuela sia di origine indigena e non un diminutivo di Venezia. Tuttavia la prima versione rimane la più ampiamente accettata come spiegazione sull'origine del nome del paese.
Storia
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Venezuela.
Epoca precolombiana
Si pensa che l'essere umano sia apparso nel territorio venezuelano circa 30 000 anni fa, provenienti dall'Asia, dopo aver attraversato lo Stretto di Bering ed essersi diffuso in Nord America, e dalla Polinesia, attraverso ondate di popoli arrivati su imbarcazioni primitive. I popoli indigeni primitivi erano dediti a caccia, pesca e agricoltura, più o meno avanzata; alcuni gruppi coltivavano prodotti che sono rimasti nel corso del tempo tra i più consumati del luogo, come mais, cacao, fagioli e yuca[7]. I popoli cacciatori erano nomadi e si spostavano in continuazione, al contrario degli agricoltori, che svolgevano un vita semisedentaria e che col tempo svilupparono delle civiltà avanzate, in grado di lavorare la ceramica e di costruire opere come ad esempio argini di fiumi e dighe. I gruppi indigeni più importanti erano i chibchas, che vivevano sulle Ande, i Caribe, situati in quasi tutte le regioni costiere, e gli arawakos, stanziatisi in una parte della costa e più a sud[8].



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La seconda guerra mondiale

Verso la metà degli anni trenta, Eleazar López Contreras succedette a Gómez come presidente del Venezuela. Egli ristabilì alcune libertà democratiche, promulgando nel 1936 una costituzione di ispirazione liberal-moderata, che però limitava in vario modo l'azione delle organizzazioni e dei partiti di sinistra.

Nel 1941 López Contreras venne sostituito dal generale Isaías Medina Angarita, che si alleò con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, dichiarò guerra all'Asse, rese operativa un'imposta sul reddito già elaborata dal suo predecessore, rese più moderno e funzionale il Codice civile, intraprese un'intensa lotta all'analfabetismo e pose le basi per una prima, timida normativa concernente la previdenza sociale. Tuttavia la politica riformista di Medina Angarita, forse giudicata troppo moderata, non riuscì a incontrare il favore delle masse, che nel 1945 appoggiarono l'ascesa al potere del socialdemocratico Rómulo Betancourt, che cominciò un rinnovamento costituzionale promulgato nel 1947, istituendo il voto segreto a suffragio universale per l'elezione del presidente[9].
Il secondo dopoguerra
Hugo Chávez nel 2010.

Nel 1948 il presidente Rómulo Gallegos, eletto democraticamente nel '47, fu esiliato da un'alleanza di conservatori ed esercito, e al suo posto il potere fu assunto da una giunta militare che sciolse il parlamento e instaurò una dittatura.

Negli anni cinquanta Marcos Pérez Jiménez, appartenente alla giunta militare ascesa al potere nel 1948, riunì su di sé tutti i poteri, divenendo dittatore del Venezuela. Convinto che l'immigrazione europea potesse essere determinante per lo sviluppo del Paese, la favorì in ogni modo, permettendo l'ingresso di circa un milione di stranieri (tra di essi circa 300 000 italiani, che attualmente costituiscono la seconda più importante comunità straniera dopo quella spagnola).

Nel gennaio 1958 Pérez Jiménez venne deposto da una giunta militare capeggiata dal generale Wolfgang Larrazábal. Da tale data ebbe inizio l'attuale era democratica del Venezuela, con una serie di presidenti, democraticamente eletti, che si sono succeduti alla guida del Paese: Rómulo Betancourt, Rafael Caldera, Raúl Leoni, Luís Herrera Campíns, Jaime Lusinchi, Carlos Andrés Pérez, Hugo Chávez, Nicolás Maduro.
Il governo bolivariano
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Rivoluzione bolivariana.

Hugo Chávez è ricorso a elezioni e referendum per sostenere le riforme costituzionali di cui è stato promotore e le sue politiche di tipo rivoluzionario. Con l'approvazione della Costituzione Bolivariana, avvenuta mediante referendum nel 1999, è stato introdotto il principio della revocabilità di tutti i mandati elettivi a ogni livello dell'amministrazione, compresa la carica presidenziale, che può essere revocata attraverso referendum popolare alla metà del periodo di esercizio. Dopo l'approvazione del referendum costituzionale del febbraio 2009, le candidature per tutte le cariche elettive possono essere ripresentate nelle successive elezioni, senza limitazioni numeriche.

Nel 2002 è stato ordito un colpo di Stato contro Hugo Chávez, reo di aver ripetutamente ed insistentemente violato il dettato costituzionale, da parte di settori dell'imprenditoria, ma con un buon seguito popolare, del sistema comunicativo e di alcuni militari. Il colpo di Stato è fallito in seguito alla fedeltà al regime di importanti settori dell'esercito, nel quale si è sempre fortemente annidata la pervasiva corruzione pubblica, e grazie all'apparato giudiziario, nel frattempo epurato di tutte le sue componenti non dichiaratamente chaviste, riportando il presidente a Palazzo di Miraflores, sede del governo. Chávez è morto di cancro nel marzo del 2013 e il suo posto è stato preso da Nicolás Maduro, uno dei suoi più fedeli sostenitori.

Sotto il governo di Maduro sono emersi gravi problemi economici. Gli attacchi operati da Maduro contro gli Stati Uniti d'America, accusati di essere un impero volto all'annichilimento e alla conquista di liberi Stati sovrani, ha comportato la promulgazione di dure sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti che hanno aggravato le già rilevanti difficoltà nell'acquisto dei beni di prima necessità e di medicine, oltre al blocco dei conti come è sempre avvenuto per gli Stati considerati nemici e per organizzazioni o gruppi terroristici[10][11],[12] che hanno portato a razionamenti e scarsità anche di generi di prima necessità[13]. Il 29 marzo 2017 il Tribunale Supremo di Giustizia ha condannato il Parlamento per aver voluto convalidare l'elezione di alcuni deputati dell'opposizione particolarmente invisi al regime, e ha avocato a sé il potere legislativo, compiendo a tutti gli effetti un colpo di Stato e come una vera e propria deriva autoritaria del Paese, ispirata da Maduro[14]. Si rivela fondamentale il sostegno nei confronti del regime di Maikel José Moreno Pérez, neoeletto presidente del Tribunale Supremo di Giustizia con alle spalle precedenti penali per reati contro la persona e contro il patrimonio, oltre che per corruzione[14]. In seguito Maduro ha invitato il tribunale, a furor di popolo, a rivedere il suo verdetto[15]. Le elezioni presidenziali anticipate, convocate per l'aprile 2018 e poi rinviate al successivo 20 maggio, per poter garantire i successivi brogli, hanno visto la partecipazione di quattro candidati[16][17][18][19][20].



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Geografia


Il Venezuela è situato nella parte più settentrionale dell'America meridionale, si affaccia sul mar dei Caraibi e nella parte più meridionale della costa, a sud del delta dell'Orinoco, sull'oceano Atlantico. La sua geografia variegata combina regioni tropicali, climi desertici, giungle, ampie pianure e ambienti andini. Vi si trova la più grande area protetta dell'America Latina, nota come Zone soggette a regime di amministrazione speciale, che copre circa il 63% del territorio nazionale[21].
Morfologia
Il Salto Angel, le più alte cascate al mondo.

Geograficamente in Venezuela possono distinguersi tre diverse aree:

Nella parte settentrionale del paese vi è una zona montuosa costituita da catene appartenenti al massiccio andino, proseguimenti della Cordigliera Orientale colombiana dai quali si dipartono due sistemi montuosi, la Sierra de Perijá che delimita il confine tra Colombia e Venezuela e la Cordigliera di Mérida che si insinua nel paese a sud e a est del lago di Maracaibo e di cui il Pico de Bolivar (5 007 m s.l.m.) rappresenta il punto più elevato. Tra i due sistemi montuosi si trova l'altopiano di Zulia. La Cordigliera di Mérida prosegue seguendo la linea della costa (e assumendo appunto il nome di Cordigliera della Costa) che in questo tratto è scoscesa e impervia, di fronte si trovano numerose isole, la più grande è la Isla de Margarita. Nel tratto più orientale, in corrispondenza del delta dell'Orinoco, la costa si fa bassa e paludosa.

La parte centrale del paese è caratterizzata da ampie pianure erbose chiamate Los llanos che coprono circa un terzo del territorio del paese. Si tratta di un'area con un'altitudine ridotta (inferiore ai 600 m s.l.m.) che durante la stagione delle piogge subisce ampi allagamenti da parte dei fiumi che l'attraversano.

La parte meridionale del paese, a sud del corso del fiume Orinoco, si trova su un altopiano chiamato massiccio della Guyana, da un punto di vista geologico è uno degli ambienti più antichi dell'intero continente.
La formazione più notevole di quest'area è l'altopiano chiamato Gran Sabana, nel corso dei millenni l'arenaria che lo compone è stata erosa e sono rimaste vallate e formazioni rocciose chiamate Tepuis caratterizzate da flora e fauna particolari, l'isolamento ha infatti permesso lo sviluppo di specie endemiche. In quest'area si trovano alcune fra le cascate più alte del mondo, come ad esempio il Salto Kukenam e il Salto Angel (979 m) che è una delle attrattive principali del Parco Nazionale di Canaima ed è stato incluso nella lista del patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO.
Idrografia

Il fiume principale del paese è l'Orinoco, lungo 2 574 km di cui circa 1 500 sono navigabili. Nasce al confine tra Venezuela e Brasile. Nel primo tratto del suo corso lo spartiacque è difficilmente definibile, il fiume si divide infatti in due rami uno dei quali, il canale Casiquiare, costituisce un collegamento naturale con il Rio delle Amazzoni, tramite il Rio Negro infatti un terzo circa delle acque dell'Orinoco confluisce nel Rio delle Amazzoni.

La maggior parte dei fiumi che nascono nella parte settentrionale del paese scorrono verso sud-est nel fiume Apure, un affluente dell'Orinoco, che attraversa la regione dei Llanos.

Un altro fiume degno di nota è il Río Caroní, caratterizzato da un corso molto rapido e sfruttato per la produzione di energia elettrica. Nasce negli altopiani della Guyana e sfocia nell'Orinoco nei pressi di Ciudad Guayana.

Nella parte nord-occidentale del paese si trova il lago di Maracaibo, il più grande lago dell'America meridionale, residuo di un antico golfo sul mar dei Caraibi.



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La comunità italiana


Il Ministero degli affari esteri italiano calcola che, fra la fine della Seconda guerra mondiale e l'inizio degli anni settanta del Novecento, siano immigrati in Venezuela oltre 250 000 italiani[26], che, in massima parte, si insediarono in forma permanente nel paese latinoamericano. Tale corrente migratoria, che raggiunse le sue punte più alte negli anni 1949 - 1960 (con oltre 220 000 emigrati[27]), diminuì drasticamente negli anni sessanta del Novecento, per convertirsi in un fenomeno assolutamente marginale nei decenni successivi in cui si sono verificati anche dei periodi con saldi positivi a favore dell'Italia.

Secondo l'Ambasciata d'Italia a Caracas, sono poco meno di duecentomila (2005) gli italiani residenti nel paese, cui vanno aggiunti altri ottocentomila loro discendenti, considerando anche quelli di origini "miste", o forse più. Questi ultimi, per la normativa locale, sono considerati venezuelani a tutti gli effetti essendo nati in Venezuela. A questa poderosa colonia, costituita da circa un milione di membri, vanno aggiunti anche alcuni italo-venezuelani di ascendenze italiche più lontane, come l'ex-presidente Jaime Lusinchi (di origine corso-italiana), che governò il paese negli anni ottanta del Novecento.

Le zone che hanno accolto il maggior numero di immigrati provenienti dall'Italia sono quelle centro-settentrionali e, in primo luogo, Caracas, la capitale (Distretto federale e parte dello Stato Miranda), che riuniva, agli inizi degli anni settanta, i due terzi dell'intera comunità (140 000 su 210 000 circa). Seguivano, nell'ordine, gli Stati Zulia (17 000 unità) e Aragua (13 000 unità). Collettività di una certa consistenza erano presenti anche negli Stati Bolívar (10 000), Lara (9 000) e Carabobo (8 500)[28].

L'immigrazione italiana in Venezuela fu di carattere quasi esclusivamente urbano, non rurale o misto come in Argentina e Brasile, e coinvolse al 90% le regioni meridionali, mentre in Argentina vi fu un forte apporto anche di liguri, piemontesi e friulani e in Brasile di veneti. Attualmente molti oriundi italiani, fra cui prevalgono ormai quelli di seconda e terza generazione, occupano posizioni sociali ed economiche di primaria importanza in Venezuela.
Religione

La libertà religiosa è garantita dalla Costituzione. La gran maggioranza dei venezuelani sono di fede cristiana e in particolare cattolica (oltre il 90%), seguiti dai protestanti (2% solamente)[29] e gli ortodossi (meno dell'1%). I musulmani rappresentano meno dello 0,5% sulla popolazione totale. Trascurabili le minoranze induiste, buddiste e di altre confessioni religiose.

Numericamente esigua (fra i 16 000 e i 35 000 fedeli, a seconda delle rilevazioni), ma importante sotto il profilo economico e finanziario, è la comunità di religione ebraica presente nel paese. A Caracas è concentrato circa il 40% dei fedeli, ma gruppi più o meno consistenti si possono trovare anche a Maracaibo, Maracay, Puerto La Cruz, Porlamar e altre città venezuelane. Dalla fine degli anni novanta del Novecento molti rappresentanti della comunità ebraica hanno lamentato atteggiamenti di intolleranza, se non proprio di antisemitismo, nei propri confronti[30]. La responsabilità viene imputata al presidente Chávez, che da parte sua ha sempre respinto tali accuse giudicandole prive di fondamento. Il motivo per cui spesso è stato accusato di antisemitismo nasce dalle sue critiche alla nazione di Israele (anche se in tal caso si tratta di antisionismo), nate anche per la sua solidarietà alla Palestina, il suo noto antimperialismo e le sue amicizie con i leader di Paesi come Iran e Siria, noti avversari di Israele.



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Lingue
Lingua ufficiale

La lingua ufficiale è lo spagnolo, che presenta numerose affinità con quello parlato nei Caraibi (Cuba, Repubblica Dominicana, Porto Rico, ecc.) e alcune differenze con quello della madre-patria ispanica, soprattutto di carattere fonetico e lessicale. Va messo in evidenza che quanto più alto è il livello socio-culturale del parlante venezuelano tanto più tali differenze si riducono, mentre nel caso contrario si accentuano.

Per quanto riguarda la fonetica le differenze più salienti fra lo spagnolo-venezuelano e quello peninsulare sono quattro:

il seseo, e cioè il caratteristico suono interdentale della c + e e/o c + i e della z, viene sempre pronunciato come una s sorda (mentre ha un suono simile al th inglese di fine parola, nello spagnolo di Spagna)
la s posta alla fine della parola, marcatissima nello spagnolo peninsulare è quasi muta, venendo pronunciata come una j appena accennata (in italiano h aspirata); quando invece la s, trovandosi nel corpo della parola, è seguita da consonante, non viene neppure pronunciata;
la d intervocalica e a fine parola non viene generalmente pronunciata;
di uso generale è lo yeismo in cui il suono ll (simile all'italiano gl di gigli) viene pronunciato come fosse una y

Le differenze lessicali possono venire sintetizzate nella seguente forma:

presenza nello spagnolo di Venezuela di arcaismi, scomparsi da secoli oppure utilizzati nello spagnolo peninsulare solo nel loro significato originario, come ad esempio, carro (carro in castigliano, automobile in spagnolo venezuelano), plata (argento in castigliano, denaro in spagnolo venezuelano), ecc.;
presenza di molti termini inesistenti nello spagnolo peninsulare. Tali termini possono essere di origine india 'guayoyo', in italiano caffè lungo, guacamaya (pappagallo in italiano), o di derivazione italiana (tenemos la testa, piano a piano, ciao, ecc.), francese (mussiù per indicare lo straniero, da monsieur, petipuás, piselli in italiano, da pétit pois), inglese (full equipo, equipaggiamento completo, da full equipment, guachimán, in italiano vigilante, custode, da Watch-man), portoghese (malandro, cioè malandrino, delinquente), africana (chévere, intraducibile in italiano, detto di persona in gamba, o di cosa o di sensazione estremamente piacevole, ecc., dallo yoruba ché egberi), ecc.

Va infine sottolineato che nella quasi totalità del Venezuela, la seconda persona plurale dei vari modi e tempi si è persa completamente. Il vosotros è stato sostituito dall'ustedes seguito dalla terza persona plurale. Solo nella città di Maracaibo, e zone limitrofe, si è conservato il vos (invece del vosotros dello spagnolo peninsulare), seguito dalla seconda persona plurale, però e utilizzato per la seconda persona del singolare (Vos Hacéis = Tu Haces = Tu Fai).
Lingue co-ufficiali

La nuova costituzione bolivariana di Venezuelana, voluta dal presidente Hugo Chávez (1999), protegge le lingue indigene (art. 9) ribadendone la coufficialità con lo spagnolo nei propri territori di diffusione. Si tratta di oltre 30 idiomi autoctoni raggruppati in otto famiglie principali:

arawako - che include il kurripako, il piapoko e il wayuu, l'idioma autoctono più parlato in Venezuela (oltre 100 000 parlanti);
caribe - che comprende, fra gli altri, oltre al caribe, le lingue pemón (la più parlata di tale famiglia), akawayo, eñepá, e altre di minore importanza;
chibcha - con il barí;
guahibana - comprendente il jivi e il kuiva;
makú - cui appartengono gli idiomi puinave e jodi;
sáliva - che include la lingua sáliva (in via di estinzione con soli 17 parlanti) e il wótuja;
tupí - con lo yeral;
yanomama - integrata dal sanemá e dal yanomami.
papiamento - dialetto ancora parlato nella zona miniera di El Callao, portato in Venezuela dai laboratori dalle isole caraibiche vicine, in cerca di fortuna nelle miniere d'oro venezuelane.

Fra le lingue non appartenenti ad alcuna famiglia segnaliamo, fra le altre, il pumé e il waraw.

Tali lingue sono parlate, in una situazione di monolinguismo, o di bilinguismo con lo spagnolo, da poco più di 170 000 venezuelani, nella quasi totalità appartenenti alle varie etnie di indios che popolano ancora alcune zone del paese.



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Altre lingue

Gli immigrati di prima e spesso, anche di seconda generazione, parlano, accanto allo spagnolo, le lingue dei paesi di origine. La più diffusa, dopo quella ufficiale, è l'italiano, insegnato anche in molte scuole del paese e sostenuto dalla presenza della Società Dante Alighieri, con sede, per il Venezuela, a Caracas. Tale lingua è anche intesa, se non parlata, da molti venezuelani che non hanno ascendenze italiane ma che per ragioni familiari, di studio o di lavoro sono entrati in contatto con la comunità italiana, massicciamente presente soprattutto in alcune importanti città della zona centro-settentrionale del paese (Caracas, Valencia, Maracay, ecc.).

Dopo l'italiano la lingua allogena più parlata, come madrelingua, in Venezuela, è il portoghese, grazie soprattutto alla presenza di molti immigrati provenienti dal paese iberico ma anche agli oltre mille chilometri di frontiera in comune con il Brasile, lungo i quali la lingua di Camões è molto diffusa (va però evidenziato che le zone limitrofe al Brasile, tutte appartenenti alla Guayana venezuelana, sono generalmente poco popolate). Strettamente imparentato al portoghese è il galiziano, parlato da molti immigrati iberici (ricordiamo che dalla Galizia è provenuta gran parte dell'immigrazione spagnola diretta in Venezuela e più in generale nelle Americhe).

Diffusione più modesta hanno il francese e il tedesco. Quest'ultimo è parlato in una sua varietà "coloniale" nella Colonia Tovar, dove vivono ancora i discendenti dei coloni che, attorno alla metà dell'Ottocento, si insediarono in zona.

Fra gli idiomi non indoeuropei si segnala l'arabo, parlato dai numerosi immigrati libanesi (e in minor misura siriani) che si sono trasferiti in Venezuela nel corso del Novecento.

Un posto a sé stante merita l'inglese, parlato, come seconda lingua, dall'alta borghesia venezuelana, e, più in generale da gran parte della classe dirigente che spesso manda i propri figli a studiare negli Stati Uniti d'America e (meno frequentemente) in Gran Bretagna. L'inglese, pur contando nel paese un numero di parlanti, come madrelingua, inferiore a quello dell'italiano, del portoghese e di altre lingue allogene, si è convertito nella seconda metà del Novecento, in Venezuela come nel resto dell'America Latina (e del mondo) nel secondo idioma più studiato dopo quello ufficiale e quello che sicuramente ha più prospettive di sviluppo nel prossimo futuro.
Ordinamento dello Stato
In corso

Questa voce o sezione tratta di eventi in corso o di immediata attualità.
Le informazioni possono pertanto cambiare rapidamente con il progredire degli eventi.
Se vuoi scrivere un articolo giornalistico sull'argomento, puoi farlo su Wikinotizie. Non aggiungere speculazioni alla voce.

Il Venezuela è una repubblica presidenziale; il Presidente, capo dello Stato e capo del governo, è eletto con elezione diretta e rimane in carica per sei anni. A seguito del referendum del febbraio 2009 e del conseguente emendamento apportato alla Costituzione Bolivariana del Venezuela, ha la possibilità di ripresentarsi per un numero indefinito di mandati. Il presidente nomina il vicepresidente e stabilisce dimensione e composizione del governo. In base all'art 72 della costituzione bolivariana emendata nel 1999, i titolari di tutte le principali magistrature elettive (compresa quella del Presidente della Repubblica), possono essere soggetti a referendum popolare revocatorio una volta compiuta la metà del loro mandato.

Il Parlamento è costituito da una sola camera detta Assemblea Nazionale (Asamblea Nacional) composta da 167 deputati; tre seggi sono riservati ai rappresentanti delle popolazioni native. I deputati restano in carica per 5 anni e possono essere rieletti per altri due mandati.



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Sistema sanitario

Il Venezuela ha un sistema sanitario universale nazionale. La speranza di vita alla nascita è di 74,2 anni, mentre la mortalità infantile si attesta sui 20 morti ogni mille abitanti[36], inferiore comunque alla media Sudamericana. La malnutrizione infantile (definita come arresto della crescita nei bambini sotto i cinque anni) si attesta al 17%. Secondo le Nazioni Unite, il 32% dei venezuelani manca di servizi igienici adeguati[37], soprattutto quelli che vivono nelle zone rurali. Le malattie gravi più comuni sono il tifo, la febbre gialla, il colera, l'epatite A, B e D[38]. Il Venezuela ha un totale di 150 impianti per il trattamento delle acque reflue. Tuttavia, ancora il 13% della popolazione non ha accesso all'acqua potabile[39].
Forze armate

Nel 2016 si stimava che il Venezuela disponesse di 115 000 soldati, 192 carri armati, 277 aerei militari, 6 fregate, 4 corvette, 2 sottomarini e 7 navi per la difesa costiera. Secondo la stessa stima, la potenza generale delle forze armate venezuelane ne fa il 45º stato in una classifica di 133 paesi[40]. Esistono sei forze armate indipendenti. La sua marina militare è denominata Armada Bolivariana, analogamente l'esercito è Ejército Nacional de la República Bolivariana de Venezuela, mentre l'aeronautica è denominata Aviación Militar Nacional Bolivariana.

Politica

Politica interna

L'attuale Costituzione del Venezuela fu approvata mediante un referendum il 15 dicembre 1999 e afferma che la Repubblica Bolivariana di Venezuela è costituita da uno Stato sociale e democratico di diritto e di giustizia che propugna come valori supremi del sistema giuridico la vita, la libertà, la giustizia, l'uguaglianza, la solidarietà, la democrazia, la responsabilità sociale e, in generale, il rispetto dei diritti umani, l'etica e il pluralismo politico[41]. Secondo i termini stabiliti dalla Costituzione della Repubblica, il Venezuela ha la forma di uno stato federale decentralizzato, governato dai principi di integrità territoriale, dalla cooperazione, dalla solidarietà, dalla partecipazione e dalla corresponsabilità. La stessa ha come scopo la tutela e la promozione della persona e dell'umanità, garantisce l'esercizio democratico della volontà popolare, e la ricerca di uno stato di benessere. Per raggiungere questi obiettivi, i percorsi identificati sono sviluppare l'istruzione e il lavoro[42].

Si prevede inoltre che la forma di governo è quella di una Repubblica presidenziale, guidata dal Presidente della Repubblica che ha funzioni sia di capo di Stato sia di capo del governo. La sovranità, che risiede nel popolo, viene esercitata in due modi: direttamente, attraverso la stessa Costituzione e le leggi, e, indirettamente, mediante suffragio. Tutti gli enti pubblici sono soggetti alle disposizioni della presente Costituzione. Il Presidente ha il potere di dirigere le azioni di governo[43].

Il territorio nazionale è diviso in stati, un Distretto Capitale, in Dipendenze Federali e Territori Federali. Gli stati federati sono divisi in Comuni. Allo stesso modo, il governo è diviso tra il potere nazionale, il potere statale e il potere municipale[44]. Sia il governo sia quelli delle suddivisioni territoriali devono essere democratici, partecipativi, elettivi, decentralizzati, alternativi, responsabili e revocabili[45].

I poteri dello Stato si dividono in:

Potere esecutivo, esercitato dal Presidente della Repubblica, dal vicepresidente e dai ministri. Il Presidente viene eletto tramite suffragio diretto segreto e rimane in carica per sei anni. Ha la possibilità di venire rieletto più volte.
Potere legislativo, esercitato dall'Assemblea nazionale del Venezuela, parlamento unicamerale composto da 167 deputati eletti tramite suffragio universale con sistema misto e garanzia di rappresentanza di ogni unità federale nonché delle popolazioni indigene. Anch'essi come il presidente possono essere rieletti.
Potere giudiziario, esercitato dal Tribunal Supremo de Justicia de Venezuela
Potere pubblico, controllato da un organo denominato Consejo Moral Republicano, che oltre a essere difensore del popolo controlla in linea generale l'operato dello Stato.
Potere elettorale, esercitato dal Consejo Nacional Electoral, ha il compito di regolamentare e gestire i processi elettorali.



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Politica estera

La politica estera del Venezuela è naturalmente cambiata nel corso della storia a seconda degli orientamenti politici dei propri governanti. All'inizio del XX secolo il Venezuela ebbe alcune tensioni con le potenze europee e con gli Stati Uniti a causa del debito estero. Durante la seconda guerra mondiale si mantenne neutrale fintanto che decise di appoggiare gli Alleati. Con la Costituzione del 1961 e dopo aver avuto buoni rapporti con gli USA e con alcune dittature negli anni cinquanta, Rómulo Betancourt eletto democraticamente nel 1959, decide di avere rapporti solo con gli stati chiaramente democratici. Il Venezuela ha una lunga storia di rivendicazioni territoriali con Guyana e Colombia; con quest'ultima la disputa cominciò addirittura dai tempi della dissoluzione della Gran Colombia, per il Golfo del Venezuela, dove pare esistano discreti giacimenti petroliferi, e che portò nel 1987 alla crisi della corvetta ARC Caldas che rischiò di scatenare un conflitto armato[46]. Ancora nel 2007 i due paesi cercarono di negoziare e concordarono di proseguire successivamente la questione irrisolta sul golfo[47].
Hugo Chávez, Lula e Kirchner in un incontro a Brasilia.

Con il colpo di Stato del 2002 tentato ai danni di Hugo Rafael Chávez Frías, presidente del Venezuela dal 1999, i rapporti in politica estera del Venezuela sono decisamente cambiati.
Chávez si è sempre mosso in politica estera seguendo due importanti direttrici: il consolidamento dell'OPEC (ricordiamo a tale proposito che il petrolio è alla base dell'economia venezuelana) e un'integrazione maggiore dell'America Latina da realizzarsi attraverso l'Unasur e l'Alba (Alternativa Bolívariana para América Latina y el Caribe), senza cioè l'intermediazione e il patronato degli Stati Uniti d'America. Tale politica ha progressivamente allontanato il Venezuela dagli Stati Uniti d'America avvicinandolo sempre più a Cuba e ad alcuni paesi latinoamericani (Argentina, Brasile, Ecuador, Bolivia e Nicaragua, in particolare).

Il Venezuela è uno degli stati fondatori, insieme all'Argentina e al Brasile, della Banca del Sud e partecipa al suo capitale con 4 000 milioni di dollari[48][49].



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view post Posted on 11/11/2020, 17:44     Top   Dislike
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Economia



Il paese rappresenta la quarta economia dell'America latina dopo Brasile, Messico e Argentina.

Prodotto nazionale lordo (2012): 381 286 milioni di US$ (31º posto della classifica mondiale)[3].
Prodotto nazionale lordo (PPA), per potere d'acquisto (2012): 397 890 milioni di US$ (33º posto della classifica mondiale)[3].
Prodotto nazionale lordo pro capite (2012): 12 918 US$ pro capite (53º posto della classifica mondiale)[3].

La voce principale dell'economia venezuelana è legata all'estrazione e raffinamento del petrolio.
Agricoltura

La produzione agricola del Venezuela è data da: caffè, cacao, tabacco, canna da zucchero, cotone, vaniglia. Il governo venezuelano varò la legge per la riforma agraria nel 1960, volta all'espansione e alla diversificazione della produzione agricola. Nel 2003 il settore primario occupava l'11% della forza lavoro e concorreva per il 4,5% alla formazione del PIL. Le colture destinate al mercato interno sono soprattutto mais, riso, patate, manioca e banane. Tra le colture di piantagione, destinate a essere esportate, prevale il caffè, oltre alla canna da zucchero e al cacao. Nella zona costiero-andina si trovano piantagioni di tabacco, mentre nelle aree meno piovose della costa è diffuso il cotone. Rilevanti sono le colture di alberi da frutta.
Allevamento

Il patrimonio zootecnico è piuttosto ricco, particolarmente per quanto riguarda i bovini, tradizionalmente allevati nella zona dei llanos, ma anche gli ovini.

L'allevamento, in forte progresso fino agli anni novanta, soprattutto nei llanos, si è andato negli ultimi anni sviluppando a un tasso insoddisfacente, nonostante le misure e gli incentivi promossi dal governo. La pesca non risulta molto sviluppata, ma alcune popolazioni indigene la usano da generazioni per garantirsi la sopravvivenza.
Industria

L'industria è in prevalenza formata da quella chimica, metallurgica, meccanica, del tabacco e alimentare. Fra i prodotti lavorati destinati all'esportazione si segnala il rum.
Crisi economica
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi economica in Venezuela del 2013-2019 e Crisi in Venezuela.

A partire dal 2013 l'economia venezuelana ha subito un calo degli indici macroeconomici, inaugurando un periodo di recessione e di crisi. L'origine di questa caduta è una combinazione di problemi strutturali dell'economia venezuelana e la forte influenza esterna della crisi finanziaria globale, con la caduta dei prezzi del petrolio. Nel 2014, il PIL ha avuto una variazione -4,3%, -7,1% nel 2015, -18,6% nel 2016. Particolarmente difficile la crisi in Venezuela si manifesta in un forte aumento della disoccupazione, con un tasso di disoccupazione del 14% nel primo trimestre del 2015 secondo i dati di INE.

La nazione è al primo posto dal 2013 al 2019 secondo l'indice di miseria, somma di inflazione e disoccupazione, che è una misura del malessere di un paese.

La discesa del prezzo del petrolio nel 2015 e nel 2016 ha colpito duramente il paese, che basa buona parte della sua economia sulle esportazioni petrolifere. Fattori climatici avversi hanno causato una carenza di elettricità nel paese, in gran parte di origine idroelettrica. Per far fronte alla mancanza di elettricità, il governo di Maduro in aprile 2016 ha incominciato a razionare l'uso dell'elettricità[50] e ha ridotto la settimana lavorativa, per i dipendenti pubblici, a martedì e a giovedì[51].
Moneta
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Bolívar venezuelano.

Con la legge monetaria del 1879 il Venezuela adottò il bolívar, in sostituzione del venezolano (valuta che aveva avuto breve vita). Inizialmente il valore del bolívar fu definito, sulla base di un sistema argenteo (silver standard), pari a 4,500 g di argento puro, seguendo i principi dell'Unione monetaria latina. La legge monetaria del 1887 fissò il bolívar d'oro come moneta legale, e il sistema aureo (gold standard) divenne pienamente operativo nel 1910. Il Venezuela uscì dal sistema aureo nel 1930 e, nel 1934, il tasso del bolívar fu fissato in riferimento al dollaro USA al cambio di 3,914 bolívar = 1 dollaro, rivalutato poi nel 1937 a 3,18 bolívar = 1 dollaro, cambio che sarebbe durato fino al 1941.

Fino al febbraio 1983 il bolívar fu la valuta della regione più stabile e più accettata a livello internazionale. Da allora, comunque, il valore della valuta fortemente diminuito, a causa dell'elevata svalutazione.

Dal 1º gennaio 2008 è entrato in circolazione il bolívar venezuelano forte (Codice ISO 4217: VEF; localmente abbreviato Bs F; plurale bolívares fuertes)[52], che a seguito della crisi economica del 2013-2018 è stato sottoposto ad un processo di iperinflazione.[53] Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel 2018 il bolívar venezuelano forte dovrebbere raggiungere un tasso di inflazione pari al milione per cento su base annua.[53]

Il Governo venezuelano del Presidente Nicolás Maduro, ha annunciato che dal 20 agosto 2018 entrerà in circolazione il bolívar venezuelano sovrano (bolívar soberano), che sostituirà il bolívar fuerte e sarà ancorato al Petro,[53] una criptovaluta approvata nel febbraio 2018 dal governo venezuelano di Nicolás Maduro per tentare di aggirare le dure sanzioni finanziarie imposte al Venezuela dalla comunità internazionale.[54]



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view post Posted on 13/11/2020, 18:46     Top   Dislike
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