IL FARO DEI SOGNI

Veneto

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view post Posted on 11/3/2021, 17:52     Top   Dislike
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La Grande Guerra





Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò nel primo conflitto mondiale (primo colpo di cannone sparato dal Forte Verena) a fianco delle potenze dell'Intesa con l'obbiettivo di sottrarre all'Impero austro-ungarico il Friuli austriaco con la città di Gorizia e la Venezia-Giulia, con Trieste, l'Istria e Fiume.

Il Veneto divenne pertanto la retrovia del lunghissimo fronte esteso dalle Piccole Dolomiti alle Dolomiti, alla Carnia e all'altopiano carsico.

Treviso divenne sede dell'Intendenza del Regio Esercito, mentre a Padova si stabilirono vari Comandi Superiori, compreso quello della 3ª Armata, numerosi reparti logistici e il principale ospedale militare del fronte.

Il collasso del fronte nella notte del 24 ottobre 1917, durante la battaglia di Caporetto, trasformò di colpo il territorio veneto nel cuore del nuovo fronte.

Sotto la minaccia dell'accerchiamento e della sconfitta totale, l'esercito tentò un ripiegamento in breve trasformatosi in rotta.

La via che minacciava i capoluoghi veneti si presentava completamente spalancata per l'imperial-regio esercito austro-ungarico.


Nel disperato tentativo di difendere Venezia e la sua preziosa base navale, l'esercito italiano tentò di riorganizzarsi prima sulla Livenza, quindi si attestò sul Piave, dove si impegnò in una lunga battaglia di resistenza.

I territori a nord del fronte rimasero quindi in mano austriaca sino al 1918 e alla vittoria finale nella battaglia di Vittorio Veneto.

La prima guerra mondiale lasciò sul territorio gravissimi danni. Interi paesi vennero cancellati lungo la linea del Piave, così come in montagna (Asiago venne completamente rasa al suolo) mentre le campagne risultavano incolte e spopolate.

L'enorme povertà lasciata dalle macerie della guerra favorì una massiccia emigrazione, diretta in massima parte verso i paesi dell'America latina e altre regioni d'Italia.


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La seconda guerra mondiale





La seconda guerra mondiale apportò nuove distruzioni.

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 il territorio venne occupato dalle truppe germaniche. Verona divenne una delle capitali della RSI, con l'insediamento di importanti comandi militari e di alcuni ministeri.

In questo periodo enormi distruzioni vennero causate dai bombardamenti aerei (particolarmente feroce quello che colpì e rase al suolo gran parte di Treviso).

E altri massicci bombardamenti su Padova e Verona e in particolare Vicenza, anche questa quasi rasa al suolo.

Enormi distruzioni patì in particolare poi il polo industriale di Marghera, ripetutamente colpito dai bombardamenti alleati.

Il territorio veneto divenne quindi terreno delle azioni di guerriglia durante la Resistenza partigiana. Con la resa incondizionata dell'occupante tedesco il 29 aprile 1945 il Veneto venne infine liberato dal nazi-fascismo.


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Dal secondo dopoguerra a oggi
***

Il 2 giugno 1946 massiccia fu la partecipazione della popolazione veneta al referendum che sancì il passaggio dalla monarchia alla repubblica.

Con l'entrata in vigore il 1º gennaio 1948 della Costituzione della Repubblica Italiana, nella nuova organizzazione dello Stato venne prevista la creazione del Veneto come regione a statuto ordinario.

Nel dopoguerra, riprese l'emigrazione che interessò America, Europa e altre regioni del nord Italia.

Si stima in circa 3 300 000 le persone emigrate negli anni dal 1876 al 1976 dal Veneto, di fatto la regione italiana a maggior emigrazione in tale periodo (seconda è la Campania, con 2 500 000).

Durante gli anni cinquanta l'attività industriale di Porto Marghera incominciò a riprendersi dalle devastazioni portate dal conflitto, riprendendo a crescere, fino a raggiungere la massima espansione negli anni 1960, quando il polo industriale divenne uno dei più importanti d'Europa.

A partire dagli anni sessanta, si è verificata in Veneto una proliferazione di piccole e medie imprese.


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Politica - Suddivisione amministrativa





Dal 1º gennaio 1948, ex art. 131 della vigente Costituzione italiana, il Veneto è una regione a statuto ordinario della Repubblica Italiana, ma solo con la legge 281 del 1970 furono attuate le sue funzioni.

Con 571 comuni sul suo territorio, il Veneto è la terza regione d'Italia per suddivisione comunale. Il Veneto è suddiviso in 7 enti di area vasta (di cui 6 province e 1 città metropolitana).


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Consiglio regionale
***


l'organo di rappresentanza democratica del popolo veneto, determina l'indirizzo politico e amministrativo della Regione e ne controlla l'attuazione; esercita la potestà legislativa, nonché la potestà regolamentare non attribuita da singole leggi regionali della Giunta; adempie alle altre funzioni conferitegli dalla Costituzione, dallo Stato e dalle leggi. (art. 33 - legge regionale statutaria 17 aprile 2012, n.1). Ha sede presso Palazzo Ferro Fini, Venezia.

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Statuto e autonomia
***


L'istituzione formale della Regione del Veneto si deve alla Costituzione del 1948, peraltro rimasta inattuata sino al 1970. Lo statuto regionale del 1971 è l'unico statuto regionale, oltre a quello sardo, che definisce «popolo» gli abitanti della regione.

Tra 2005 e 2008 sono stati effettuati vari referendum, con esito positivo, da parte di comuni confinanti con le regioni del Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia, per ottenere il passaggio dalla regione del Veneto alle due regioni autonome limitrofe.

Il procedimento costituzionale richiede che i referendum con esito positivo vengano esaminati per l'approvazione finale dal parlamento nazionale, previo parere obbligatorio dei due consigli regionali interessati.

L'11 gennaio 2012 il Consiglio regionale ha approvato in seconda votazione il nuovo statuto.

Il successivo 4 febbraio, tuttavia, il governo Monti annuncia di voler impugnare dinanzi alla Corte costituzionale lo Statuto per contrasto tra il comma IV dell'art. 30 sull'autonomia finanziaria e l'articolo 119 comma II della Costituzione, scatenando, tra l'altro, le vivaci proteste della maggioranza regionale, intenzione decaduta dietro promessa da parte della presidenza regionale di modificare il comma specificando l'obbligo del rispetto da parte del bilancio regionale dei vincoli e dei principi di coordinamento della finanza pubblica.


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Progetto d'indipendenza o di autonomia




Il 12 giugno 2014, il consiglio regionale, a maggioranza, ha votato il progetto di legge per indire un referendum sull'ipotesi di indipendenza del Veneto dall'Italia.

Il progetto di legge è stato quindi convertito nella legge regionale numero 16/2014 il 19 giugno 2014, accompagnata dalla legge numero 15/2014, relativa a un referendum per l'autonomia regionale.

Nel giugno 2015 la corte costituzionale ha sentenziato, a seguito dell'impugnazione da parte del governo, la bocciatura completa del referendum sull'indipendenza e parziale del referendum sull'autonomia, il quale, dopo un nuovo giudizio da parte della Consulta, è stato ammesso.

Il referendum si è svolto domenica 22 ottobre 2017, con affluenza del 57,2% e il 98,1% di voti favorevoli.

Sempre lo stesso giorno è stato svolto un referendum analogo anche in Lombardia.



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Società - Evoluzione demografica




La popolazione del Veneto non è omogeneamente distribuita.

Se la media pianura vanta le densità maggiori (soprattutto lungo la fascia che va da Verona a Venezia passando per Vicenza, Padova e Treviso), meno popolati sono la bassa Veronese (eccetto nel quadrilatero comprendente Bovolone, Isola della Scala, Nogara, Cerea e Legnago) e il Polesine (specie in seguito all'alluvione del 1951). Ancor meno abitate sono le Prealpi e la montagna (la provincia di Belluno mostra le densità minori), eccetto l'alto Vicentino (con Schio, Valdagno, Thiene, Bassano del Grappa) e la Valbelluna.

A partire dagli anni ottanta si è verificato il fenomeno, molto diffuso in tutto il Norditalia, dello spopolamento delle grandi città (Venezia con Mestre in testa) a favore dei piccoli e medi comuni delle "cinture" periurbane.

Questo ha portato a un notevole sviluppo urbano e taluni hanno constatato la formazione di una vasta megalopoli che si estende in particolare tra Padova, Mestre e Treviso (la cosiddetta PaTreVe o Triangolo Veneto).

Nel rapporto annuale Censis del 2008 si parla di una grande regione metropolitana (GREM) veneta estesa su 6679,6 km² che conta una popolazione di 3 267 420 abitanti e di una piccola area metropolitana (PAM) veronese estesa su 1426 km² e con una popolazione di 714 724 abitanti.


Il tasso di incremento naturale annuo è stato uno dei più elevati d'Italia, ma dal 1983 è divenuto per la prima volta negativo.

Anche se oggi questa tendenza permane (e, anzi, si è rafforzata), il Veneto resta una delle regioni del Nord Italia con il più alto indice di natalità.

Il fenomeno, tuttavia, varia notevolmente da provincia a provincia, anche se la popolazione residente continua comunque a crescere per effetto dell'immigrazione dall'estero, divenuta notevole a partire dal 1990.

Dalla fine dell'Ottocento ebbe luogo un'intensa emigrazione di veneti all'estero a causa dell'estrema povertà della regione.

Gli abitanti del Veneto si spostarono particolarmente verso Australia, Argentina, Uruguay e Brasile.

Infatti il Veneto è stato, sino agli anni settanta, una terra di emigrazione (oltre 3 milioni di partenze tra il 1870 e il 1970) per via della povera economia contadina, non affiancata da impianti industriali di rilievo. Sino al fascismo i flussi si dirigevano specialmente in America Latina (Brasile, Argentina); negli anni trenta le bonifiche promosse da Mussolini portarono gli emigranti nel Lazio (Latina) e in Sardegna (Mussolinia di Sardegna, oggi Arborea) e anche nelle colonie italiane d'Africa; nel secondo dopoguerra, le correnti si spostarono verso le aree industriali della Lombardia, del Piemonte e della Liguria, e verso l'Europa centrale, specie dopo l'alluvione del Polesine nel 1951 (che costrinse decine di migliaia di persone a lasciare la propria terra).

Il notevole sviluppo dell'industria a partire dagli anni settanta trasformò il Veneto da terra di emigrazione a terra di immigrazione.

Più che i rientri, molti sono stati gli immigrati dal Meridione e in seguito dall'estero (Nordafrica, Europa orientale), il che ha fatto del Veneto la quinta regione per numero di abitanti (dopo Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia) e una delle prime per numero di stranieri residenti.



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Lingue e dialetti




Nella Regione sono parlate, oltre all'italiano e al veneto, almeno altre cinque lingue: il cimbro, il ladino, il friulano e il tedesco. Oltre a queste, esistono alcune zone della provincia di Rovigo in cui si parla anche il dialetto ferrarese.

La Regione Veneto si caratterizza per una forte conservazione del proprio idioma storico, distinto in diversi dialetti. Secondo le statistiche, è compreso da quasi il 70% della popolazione,[28] con un sostanziale bilinguismo Italiano-veneto. La vivacità della lingua veneta è confermata dal fiorire di iniziative culturali ed editoriali che, soprattutto in questi ultimi anni, hanno visto un moltiplicarsi di pubblicazioni. La forte riscoperta delle identità storico-linguistiche è stata recentemente sancita da una legge della Regione Veneto, approvata dal consiglio regionale il 28 marzo 2007, volta alla valorizzazione, alla tutela e alla diffusione della lingua veneta.[29]

Le altre lingue sono diffuse in aree molto limitate e parlate da minoranze che, spesso, antepongono ai loro idiomi l'italiano o il veneto stesso.

La lingua ladina è parlata in diversi comuni della Provincia di Belluno.[30]
Il cimbro è un dialetto bavaro tirolese un tempo assai diffuso nell'Altopiano dei Sette Comuni, in Lessinia e nelle località limitrofe. Entrato in crisi già secoli fa, attualmente è parlato solo da poche decine di persone, perlopiù anziane, residenti a Giazza (VR) e a Roana (VI).[31]
il friulano è parlato lungo nei dintorni di Portogruaro ed è riconosciuto ufficialmente come lingua minoritaria e storica nei comuni di Cinto Caomaggiore, Teglio Veneto e San Michele al Tagliamento[32]. In realtà, come per il ladino, anche l'area friulanofona è difficilmente definibile poiché è fortemente influenzata dal veneto.
Il dialetto ferrarese è parlato nella Transpadana Ferrarese in provincia di Rovigo.[33]
Se all'interno della Regione Veneto esistono diverse comunità allofone, specularmente, venetofone sono alcune aree delle regioni confinanti, in particolare il Friuli-Venezia Giulia occidentale e meridionale (nei dintorni di Pordenone e Monfalcone, tutta la zona costiera da Grado fino a Muggia), il Trentino orientale e meridionale, e parte della provincia di Mantova.

All'estero è venetofona la comunità italiana della Venezia Giulia in Slovenia (Istria) e in Croazia (Istria, Quarnaro e Dalmazia).

Il veneto parlato nella Regione Veneto si divide essenzialmente in quattro macroaree, ognuna con caratteristiche proprie, pur non perdendo la sostanziale unitarietà linguistica.

L'area più vasta è quella centrale, comprendente la provincia di Padova e Vicenza, parte della provincia di Rovigo e parte della provincia di Venezia: tra i fenomeni più interessanti che la caratterizzano, oltre a una marcata conservazione delle vocali atone finali, vi è il fenomeno della metafonesi.

Questa è invece assente nell'area veneziana, che si estende su tutta la laguna di Venezia, da Chioggia fino a Caorle e ha storicamente costituito il riferimento su cui si è modellata la koinè linguistica veneta. Da registrare in quest'area una minore conservazione della vocali atone finali.

Questo fenomeno diviene ancora più marcato nelle altre due aree, quella settentrionale trevigiano-bellunese, in cui sono ancora vive le interdentali sorde e sonore, e quella veronese, in cui emerge talvolta il sostrato gallo-italico.


***
Religione
***


La presenza religiosa in Veneto ha da sempre dato vita a numerose istituzioni ed edifici di culto, soprattutto nella città lagunare, ma non solo. Antonio di Padova, noto in città con il nome Il Santo, fu prima canonico agostiniano a Coimbra (1210), poi frate francescano (1220). Viaggiò molto vivendo prima in Portogallo quindi in Italia e in Francia.

Nel 1221 si recò al Capitolo Generale ad Assisi dove vide di persona Francesco. Professore di teologia e valente predicatore, fu inviato da Francesco d'Assisi a combattere l'eresia catara in Francia.

Fu trasferito poi a Bologna e quindi a Padova. Morì all'età di 36 anni.

Definito da molti cattolici come Taumaturgo cioè autore di prodigi, per la notevole mole di eventi miracolosi a lui ascritti sin dai primi tempi dopo la sua morte e fino a oggi.

La figura di Marco evangelista, legata alla città di Venezia, si dipana in una serie di tradizioni orali, spesso in contrasto tra loro. Una tradizione lo vuole evangelizzatore in Egitto e fondatore della chiesa di Alessandria che lo vuole come suo primo vescovo.

Altra tradizione vuole che Marco - prima di rientrare in Egitto - fosse stato inviato da Pietro nella metropoli alto-adriatica di Aquileia - capoluogo della X Regio Venetia et Histria - per curare l'evangelizzazione dell'area nord-est. A Marco si deve la scelta dei primi Vescovi della Chiesa-madre di Aquileia (Ermagora e Fortunato) dalla quale deriverà, in tempi e per complesse vicende successive, il titolo del Patriarca di Grado poi assorbito da Venezia.

Dopo la sua morte ad Alessandria, le spoglie del santo vengono trafugate da mercanti veneziani nell'828 a Venezia dove pochi anni dopo verrà dato inizio alla costruzione della Basilica che ancora oggi ospita le sue reliquie.

Il Veneto ospita anche i resti di un altro evangelista, San Luca, che riposano (tranne la testa conservata a Praga) nella Basilica di Santa Giustina a Padova, assieme alle reliquie di san Mattia apostolo.

Tra i luoghi di culto, oggetto di pellegrinaggi, vanno ricordati: il Santuario della Madonna di Monte Berico a Vicenza; il Santuario Madonna della Corona, nelle montagne veronesi; il Santuario della Beata Vergine del Covolo, edificio progettato da Antonio Canova situato sulle pendici del monte Grappa; e il santuario, più moderno e all'interno della città di Padova, di San Leopoldo, Santuario del Cristo Alluvionato a Lama Polesine in provincia di Rovigo.

La fede Cristiana si fuse in tale maniera con la tradizione popolare e la vita quotidiana dei veneti che proprio a Verona sorse una nuova arte, unica al mondo: la famosa tecnica dei concerti di campane alla veronese.

Il Veneto ha dato i natali ad alcuni Pontefici della Chiesa cattolica, tra cui vanno ricordati Papa Pio X (Riese Pio X) e Papa Giovanni Paolo I (Canale d'Agordo).

Papa Giovanni Paolo II (Karol Woytila) trascorse molte delle sue vacanze nelle montagne venete, soprattutto nel Comelico e a Lorenzago di Cadore.

Proprio questi luoghi, ora, sono oggetto di un progetto di valorizzazione grazie al Cammino delle Dolomiti, un percorso ad anello che tocca i luoghi più importanti della spiritualità presenti nella montagna bellunese.

Notevoli le presenze di altre confessioni religiose.

La confessione protestante, presente in numerose città con chiese luterane, anglicane, valdesi e metodiste, ha trovato nella Serenissima un ambiente che ha permesso la diffusione della cultura evangelica, data anche la presenza di case editrici.

Alcune chiese ortodosse si possono trovare a Venezia, oggi rivitalizzate dalla presenza di molte persone provenienti dall'est europeo di tradizione ortodossa.

La più importante è la chiesa di San Giorgio dei Greci, sede dell'Arcidiocesi d'Italia e Malta, dipendente dal Patriarcato di Costantinopoli.

Altra presenza storica, e anche ora molto attiva, è quella della comunità ebraica nel ghetto di Venezia, quartiere presente nel sestiere di Cannaregio.

A Venezia tale comunità crebbe godendo inizialmente di un clima di relativa tolleranza, finché il Consiglio dei Pregadi (Senato) dispose il 29 marzo 1516 che tutti gli ebrei dovessero obbligatoriamente risiedere nel “Ghetto nuovo”.

Nasce così un'istituzione che verrà poi ampiamente applicata anche nel resto d'Europa.

Con la caduta della Repubblica e l'avvento di Napoleone furono eliminate le discriminazioni nei confronti degli ebrei i quali furono equiparati in tutto agli altri cittadini.

Le porte del ghetto furono eliminate così come l'obbligo di residenza.

Al giorno d'oggi questo complesso è rimasto abbastanza integro anche se gli ebrei veneziani sono ormai poche centinaia.

Due sinagoghe sono tuttora aperte al culto e quasi tutti gli altri edifici della comunità svolgono ancora funzioni istituzionali (museo, casa di riposo ecc.). Altre comunità ebraiche importanti si trovano a Padova e a Verona.

Nel territorio del Veneto, non sono attualmente presenti moschee di dimensioni importanti: esistono, tuttavia, dei luoghi di culto per i fedeli musulmani, e alcuni progetti di realizzazione di moschee.


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Evoluzione storico-economica




Veneto è una delle regioni più ricche d'Italia.

Ha conosciuto una fortissima espansione economica, sin dal secondo dopoguerra, e oggi è sede di importanti attività industriali e terziarie.

Complessivamente il PIL della regione Veneto registrato nel 2003 è stato di 94 429,6 milioni di Euro 1995 che, attualizzati al 2004, corrispondono a 116 148,4 milioni di Euro.

Il Veneto apporta, nel 2003, un Valore Aggiunto che costituisce il 67% della ricchezza prodotta dall'intero Nord Est e il 9% di quella nazionale.

Attualmente, la crisi economica presente a livello mondiale, incide anche sull'economia veneta.

Tuttavia, stando ad analisi recenti, l'export sembra ancora trainare la produzione.

Lo sviluppo dell'industrializzazione sul finire dell'Ottocento, contemporaneamente all'unione del Veneto all'Italia, vede una lunga incubazione protoindustriale, una modernizzazione dell'industria laniera, e lo sviluppo di una classe imprenditoriale, che vede nel territorio vicentino il luogo dove insediare le attività produttive.

Il mercato cercava di non rivolgersi più al proprio interno ma di aprirsi al resto d'Italia, rinnovando i processi manifatturieri e trovando delle spinte in una nuova classe dirigente, che vede nuovi protagonisti d'eccezione imporsi. Tra questi vanno ricordati:

Alessandro Rossi: imprenditore laniere scledense, con il suo pedagogismo industrialista propone una nuova visione dell'azienda industriale in tutto il vicentino.
Vincenzo Stefano Breda: si coinvolge in un processo di infrastrutturazione del territorio, coinvolgendosi in attività politiche e in attività bancarie, anche ad alto rischio.


Luigi Luzzatti: capo del movimento che vuole l'affermazione delle Banche mutue popolari.
Leone Wollemborg: ricco possidente, a capo del movimento d'opinione che vuole l'affermazione delle Casse rurali.


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In Veneto, come in altre regioni d'Italia, a cavallo della fine del XIX e inizi del XX secolo ebbe impulso la meccanizzazione dell'attività molitoria. Si trovano citati i seguenti 20 molini nel catalogo del 1908 della Società Anonima Meccanica Lombarda di Monza.

Udine Muzzati Magistris & C.
Spilimbergo Mongiat A.
Vicenza Nenzi G.
Treviso Stucky A.
Padova Golfetto G.
Verona Consolaro & C.
Venezia Stucky G.
Adria Finzi Emanuele
Desenzano Luigi Bonomini
Battaglia Castelletto & C.
Parona sull'Adige Fratelli Cazzola & Giacomo Roan
Tarcento Fadini A.
Azzida San Pietro al Natisone Pussini Giuseppe & Andrea
Coriano Veronese Brena Camillo
Piove di Sacco Padova Guido Finzi
Piove di Sacco Padova Sartori & Simonato
Bagnarola Variola & Figli
Debba Vicenza G. Roi
Zimella Ingegnere Bertolaso
Padova Cecconi & Fratello
Tuttavia proprio in questi anni di fine Ottocento incomincia l'intraprendenza dei contadini, e si afferma un tessuto produttivo che si specializza, dando vita a delle forme embrionali di distretto.

Con il 1900 e la rivoluzione dell'energia elettrica, si fanno strada alcune società elettriche, tra cui la Cellina e poi la SADE.

Giuseppe Volpi, dopo aver costituito la SADE, fu autore della crescita del capitale di questa società, fino a farla diventare una delle più importanti realtà produttive di energia, costruendo una rete di distribuzione elettrica che coprì buona parte del territorio veneto.

Successivamente, proprio per iniziativa di Volpi, nacque il polo industriale chimico di Venezia (Marghera), il quale fungeva da raffineria e da terminal per l'industria del Nord-Ovest. Tale sviluppo industriale di Marghera incominciò nel 1919 per continuare fino al 1932. In questo modo, in Veneto si ha l'introduzione di un'industria ad alta densità di capitale. Dal 1937 al 1940 il Veneto diventa la terza regione industrializzata d'Italia.

L'incremento della potenza installata documentava del progresso tecnico e dei miglioramenti produttivi raggiunti dal Veneto nonostante la pesante congiuntura degli anni trenta.

Esso si concentrava nelle province di Vicenza e di Venezia, che detenevano così più del 50% della potenza complessivamente disponibile, contro il 43,7% di dieci anni prima. Il progresso era comunque andato in direzioni opposte: a rafforzare i comparti delle industrie di base e di quelle produttrici di beni strumentali nel comprensorio veneziano; a razionalizzare il settore produttivo tessile, in particolar modo il comparto laniero.

Si accentuava così la frattura tra localizzazione della manifattura leggera e localizzazione dei settori trainanti, come quello chimico ad esempio, che nel 1937-1940 presentava dei valori superiori ai dati nazionali: il 4,3% dell'intera occupazione industriale regionale (3,9% il valore nazionale), 32,9 addetti per unità produttiva (16,9), una potenza disponibile pari al 12,7% della regione (9,2% la media nazionale) e al 10,2% della forza motrice complessiva dell'intera industria chimica italiana (era il 3,4% solo dieci anni prima).[40] Un altro elemento cardine della storia economica del Veneto è l'impresa Marzotto di Valdagno, la quale rappresenta una svolta nella cultura economica veneta: Gaetano Marzotto Jr concepisce l'attività produttiva come continua spinta al cambiamento, all'innovazione, al reinvestimento di capitali e alla realizzazione di economie di scala.

Nel secondo dopoguerra il Veneto conosce un periodo di crisi, diventando una zona povera e senza un'economia trainante.

Tuttavia, il Veneto ha saputo uscire da questa crisi grazie al suo essere un aggregato di sistemi, al suo saper coniugare tradizione e innovazione, al suo saper essere internazionale e locale allo stesso tempo, al suo essere formato da uno sviluppo multilineare che ha permesso la nascita di molti distretti, differenziando la produzione in maniera accentuata.


***
Situazione attuale
***


Le attività agricole (frumento, mais, frutta, ortaggi) e zootecniche (bovini, suini) sono ancora di rilievo, e sono molto meccanizzate.

L'industria è presente soprattutto nelle province occidentali e sulle coste adriatiche; prevalgono piccole aziende, specializzate nei settori alimentare, tessile, calzaturiero e del mobile.

A Marghera, nella terraferma veneziana, è ancora attivo il polo chimico industriale di Porto Marghera.

Molti sono i segnali che fanno pensare a una sua chiusura, auspicata da molte associazioni di residenti e ambientalisti, tuttavia, il problema occupazionale vivacizza il dibattito, poiché secondo molte associazioni di lavoratori una sua chiusura creerebbe un problema sociale ben peggiore dei danni causati dalla chimica. Molte sono state le morti tra i lavoratori, la cui responsabilità una sentenza ha attribuito ai vertici del Petrolchimico.

Treviso e provincia sono anche la prima area d'Italia per l'abbigliamento giovanile, con il gruppo Benetton.

Importanti sono anche le attività bancarie, il commercio e il turismo, nelle località balneari di Jesolo, Caorle, Bibione, Eracleamare, Cavallino-Treporti, Sottomarina, Rosolina, nelle località montane di Cortina d'Ampezzo, Arabba, Falcade, Val di Zoldo, Alleghe, Pieve di Cadore, Asiago, nelle città d'arte e sul lago di Garda.

Con la crisi globale di inizio XXI secolo si assiste a una forte delocalizzazione dei settori produttivi delle aziende venete principalmente nei paesi in via di sviluppo; di contro la regione segnala forti progressi e investimenti nelle nuove tecnologie, in particolare nella nanotecnologia.

Il Veneto attualmente fa parte sia della Euroregione Adriatico Ionica sia della Comunità di lavoro Alpe Adria.

Secondo l'Osservatorio suicidi per motivazioni economiche della Link Campus University, nel periodo 2008-2018 che è seguito alla Grande Recessione, il Veneto è stata la regione italiana che per il maggior nmero di anni ha conseguito il primato dei suicidi causati dalla crisi economica e bancaria.


L'anno col maggior incremento relativo a livello nazionale è stato il 2016, che ha registrato un +20% del numero di decessi rispetto ai dodici mesi precedenti, mentre l'anno con il più elevato numero di suicidi in assoluto è stato il 2014, con 201 casi accertati.



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Turismo





La vocazione turistica del Veneto, che detiene il primato di regione più visitata d'Italia, è confermata dai quasi 15 milioni di arrivi nel 2010 e dagli oltre 60 milioni di presenze.


I settori turistici possono essere suddivisi nei seguenti ambiti: Città d'arte, Mare, Montagna, Terme, Lago.


Le città d'arte hanno registrato, relativamente all'anno 2010, 7,2 milioni di arrivi e 16,2 milioni di presenze, mentre il comprensorio balneare ha registrato 3,6 milioni di arrivi e 25,8 milioni di presenze.


Gli arrivi turistici totali nel 2010 sono stati di 5.609.809 italiani e 8.973.933 stranieri.


Grazie al suo patrimonio paesaggistico, storico, artistico e architettonico il Veneto è stato, con oltre 16,2 milioni di visitatori e 61,8 milioni di presenze turistiche, la regione più visitata d'Italia nel 2014.

Alcuni tipi di condotte e l'esigenza di garantire un turismo di qualità hanno indotto le amministrazioni locali a dotarsi di regole più circostanziate e severe.

Il Comune di Venezia ha modificato il proprio Regolamento di Polizia Urbana nel 2018 e nel 2019 per garantire pulizia e decoro nei centri abitati, e la tutela dell'incolumità e della fruibilità urbana.


Ha introdotto una lista aree di particolare decoro, il divieto di assunzione di alcolici in orario notturno al di fuori dei locali autorizzati e di circolare in tenuta balneare o a torso nudo, e, per gli esercenti, il limite di occupazione del suolo pubblico di due giorni al mese e l'obbligo di raccolta differenziata obbligatoria.

Oltre alle multe, le sanzioni possono arrivare al Daspo, e alla sospensione/revoca della licenza per i pubblici esercenti.

Le presenze turistiche nel comprensorio montano hanno conosciuto un calo sia come presenze sia come arrivi, dal 1997 al 2010.

I mesi più frequentati sono quelli estivi con cifre che superano 1.500.000 presenze durante il mese di agosto negli anni dal 2007 al 2010.


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Infrastrutture e trasporti/Assi viari
Autostrade





Elenco delle autostrade passanti per il Veneto:

Autostrada A4 Italia.svg A4
Autostrada A13 Italia.svg A13
Autostrada A22 Italia.svg A22
Autostrada A27 Italia.svg A27
Autostrada A28 Italia.svg A28
Autostrada A31 Italia.svg A31
Autostrada A57 Italia.svg A57
Autostrada ASPV Italia.svg SPV
Statali


Elenco delle strade statali passanti per il Veneto:

Strada Statale 10
Strada Statale 11
Strada Statale 12
Strada Statale 13
Strada Statale 14
Strada Statale 16
Strada Statale 47
Strada Statale 48
Strada Statale 50
Strada Statale 51
Strada Statale 52
Strada Statale 53
Strada Statale 62
Strada Statale 249
Strada Statale 251
Strada Statale 309
Strada Statale 450
Strada Statale 482
Strada Statale 638
Strada Statale 641


Oggigiorno gran parte delle strade statali del Veneto è passato, dall'ANAS, sotto il controllo di Veneto Strade, divenendo così Strade Regionali.


***
Ferrovie
***

La stazione di Venezia Santa Lucia che, insieme con la stazione di Venezia Mestre formano il nodo ferroviario più importante della Regione e uno dei più importanti d'Italia.


Di seguito vengono riportate le linee ferroviarie che percorrono la regione:

Adria-Mestre
Bassano del Grappa-Padova
Calalzo-Padova;
Casarsa-Portogruaro;
Brennero-Verona;
Mantova-Moselice
Milano-Venezia;
Montebelluna-Treviso
Padova-Bologna;
Padova-Padova Interporto;
Ponte nelle Alpi-Conegliano;
Rovigo-Chioggia;
Trento-Venezia;
Treviso-Portogruaro;
Venezia-Trieste;
Venezia-Udine;
Bologna-Verona
Verona-Modena;
Verona-Rovigo;
Vicenza-Schio;
Vicenza-Treviso.
Tutte le linee sopracitate sono gestite da Rete Ferroviaria Italiana tranne la ferrovia Adria-Mestre, di proprietà regionale, la cui gestione è stata affidata a Sistemi Territoriali.

È in corso il potenziamento di alcune linee ferroviarie per ottenere un servizio suburbano con orari cadenzati.

Questo progetto è conosciuto come Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR).

Un tempo la regione era dotata delle seguenti linee ferroviarie:

Adria-Ariano Polesine;
Ferrovia delle Dolomiti;
Lonigo-Lonigo Città;
Mantova-Peschiera;
Montebelluna-Susegana;
icona stazione Treviso-Ostiglia;
Verona-Caprino-Garda.
Sono in progettazione tre linee ad alta velocità:

Ferrovia Milano-Verona (alta velocità)
Ferrovia Verona-Venezia (alta velocità) (di cui è già stato completato il tronco tra Padova e Venezia)
Ferrovia Venezia-Trieste (alta capacità)



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Porti




Porti d'Italia

Il porto del Lido o porto di San Nicolò è l'accesso settentrionale alla laguna di Venezia, a nord di quelli di Malamocco e Chioggia.

È situato tra Punta Sabbioni e l'isola del Lido ed è il principale accesso al porto di Venezia per il traffico passeggeri e traghetto.

Il porto, che deve il suo nome alla vicina chiesa di San Nicolò, in cui si conservano le reliquie del patrono dei naviganti, è attualmente protetto da due lunghe dighe foranee, ma sono in corso massicci lavori di risistemazione nell'ambito del progetto MOSE che ne modificheranno radicalmente l'aspetto, con la creazione di una terza diga in mare aperto, di un'isola artificiale e di un bacino laterale per consentire l'accesso anche quando saranno in funzione gli sbarramenti contro le acque alte.

***
Porto di Malamocco
***

Il porto di Malamocco o bocca di porto di Malamocco (com'è chiamato in loco) è l'accesso centrale alla laguna di Venezia, a sud di quello di Lido-San Nicolò e a nord di quello di Chioggia.

È situato tra le isole del Lido e di Pellestrina e comunica direttamente attraverso il canale dei Petroli con Marghera, sede delle banchine industriali (container, prodotti chimici e petroliferi) del porto di Venezia.

Il porto, che deve il suo nome alla vicina Malamocco, è attualmente protetto da due lunghe dighe foranee, ma sono in corso massicci lavori di risistemazione nell'ambito del progetto MOSE che ne modificheranno radicalmente l'aspetto, con la creazione di una terza diga in mare aperto e di un bacino laterale per consentire l'accesso anche quando saranno in funzione gli sbarramenti contro le acque alte.


***
Porto di Chioggia
***

Il porto di Chioggia o bocca di porto di Chioggia (com'è chiamato in loco) è l'accesso più meridionale della laguna di Venezia.

È situato tra l'isola di Pellestrina e Sottomarina, nel comune di Chioggia.


***
Porto di Venezia
***

Il porto di Venezia è uno dei più importanti d'Italia per il volume di traffico commerciale e uno dei più importanti nel Mediterraneo per quanto riguarda il settore croceristico.


***
Aeroporti
***

L'Aeroporto di Venezia-Tessera "Marco Polo", che insieme con quello di Treviso forma il terzo polo aeroportuale d'Italia.

Aeroporto di Treviso-Sant'Angelo "Antonio Canova".
Di seguito vengono riportati i principali aeroporti veneti:

Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Venezia-Tessera. Insieme all'aeroporto di Treviso-Sant'Angelo forma il terzo polo aeroportuale d'Italia
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Treviso-Sant'Angelo
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Verona-Villafranca
Vengono riportati gli altri aeroporti minori presenti in Regione:

Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Asiago
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Belluno
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Ca' Negra
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Cortina d'Ampezzo-Fiames
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Legnago
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Padova
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Thiene
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Treviso-Istrana
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Venezia-Lido
Italian traffic signs - icona aeroporto.svg Aeroporto di Verona-Boscomantico
Fino al 2008 era presente anche l'Aeroporto di Vicenza.


***
Trasporti pubblici
***


ACTV (Venezia e parte della provincia)
ATV (Verona e provincia)
ATVO (provincia di Venezia - zona orientale)
Busitalia-Sita Nord (Padova e provincia, Rovigo e provincia)
DolomitiBus (Belluno e provincia)
Mobilità di Marca (Treviso e provincia)
SE.AM (Cortina d'Ampezzo)
SVT (Vicenza e provincia)
Oltre alle consuete linee di autotrasporto urbano, due città venete hanno deciso di dotarsi di un nuovo modello di tram, l'NTL Translohr, caratterizzato da una guida vincolata per mezzo di una sola rotaia, mentre il movimento è permesso per mezzo di ruote su gomma. A Padova tale mezzo è in funzione dal 2007, mentre a Mestre dal 2010.



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Istruzione - Università





Università Ca' Foscari Venezia
Rinomata come una delle Università più prestigiose d'Italia, prende il nome dalla propria sede principale, il palazzo detto appunto Ca' Foscari, situato nel sestiere di Dorsoduro.
L'Università Ca' Foscari di Venezia, nasce il 6 agosto 1868 come Scuola Superiore di Commercio ed è stata la prima istituzione in Italia a occuparsi dell'istruzione superiore nel campo del commercio e dell'economia.
Ca' Foscari è oggi una moderna università che presenta un ampio ventaglio di attività formative articolate in quattro grandi aree scientifico-culturali: economica, linguistica, scientifica e umanistica.

Per l'anno scolastico 2008-2009, offre 23 corsi di laurea triennali (di primo livello) e 30 corsi di laurea specialistica, oltre a master universitari di primo e di secondo livello, 6 scuole di dottorato di ricerca e una scuola di specializzazione per gli insegnanti della scuola secondaria.


Università degli Studi di Padova
L'Università degli Studi di Padova è fra le più note università in Italia, e fra le più antiche al mondo (la seconda in Italia, la settima al mondo), risalendo al 1222. Nel 2007 contava circa 63 000 studenti e 2 350 docenti.

Si trova nella città di Padova.

Il Cotonificio Veneziano, polo dell'Università Iuav di Venezia.


Università Iuav di Venezia
L'Università IUAV di Venezia è stata fondata come Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 1926.

La scuola superiore di architettura di Venezia (seconda in Italia, dopo quella di Roma) fu istituita nel dicembre di quell'anno per iniziativa di Giovanni Bordiga, allora presidente dell'Accademia di belle arti di Venezia.

Dal 2001 l'ateneo è diventato Università Iuav di Venezia, affiancando alla facoltà di Architettura le altre due (Design e Pianificazione del territorio).

Tra i rettori del passato troviamo: Giovanni Bordiga, Guido Cirilli, Giuseppe Samonà, Carlo Minelli, Carlo Scarpa, Carlo Aymonino, Valeriano Pastor, Paolo Ceccarelli e Marino Folin.

Dal 2015 il rettore dell'Università è Alberto Ferlenga.

Iuav offre lauree triennali in Scienze dell'Architettura, Produzione dell'Edilizia, Arti Visive e dello Spettacolo, Disegno industriale, Pianificazione urbana e territoriale, Servizi informativi territoriali (SIT).

Oltre a ciò sono attivi corsi di Laurea Specialistica in Architettura (per la Costruzione, per la Conservazione, per la Sostenibilità, per la Città e per il Paesaggio), in Arti visive, Teatro, Disegno e Comunicazione visiva, Pianificazione.


Università degli Studi di Verona
L'Università degli Studi di Verona è un'università fondata nel 1982 ed è organizzata in otto facoltà e ventisei dipartimenti.

L'Università degli Studi di Verona è organizzata in due poli principali all'interno della città omonima: quello di Veronetta, che ospita le facoltà umanistiche e l'amministrazione centrale con il rettorato, e quello di Borgo Roma, dove si trovano le facoltà di Medicina e di Scienze.

Oltre a questi, essa possiede una facoltà di Giurisprudenza in città e varie sedi minori nelle città vicine: è infatti presente con alcuni corsi di studio a Legnago, Vicenza, Bolzano, Trento, Ala e Rovereto.


Istituto Universitario Salesiano Venezia
è un'università privata, aggregata all'Università Pontificia Salesiana di Roma.

Attivo dal 1990, ha la sede principale alla Gazzera di Mestre e una sede secondaria a Verona.

È attivo nel campo della psicologia, pedagogia e comunicazione.


***
Accademie
***

Accademia di belle arti di Venezia
L'Accademia di Belle Arti di Venezia nasce il 24 settembre 1750 per volontà del Senato Veneto come "Veneta Academia di Pittura, Scultura e Architettura": il primo Presidente fu Gianbattista Piazzetta, affiancato dai Consiglieri Gianbattista Pittoni e Giovanni Maria Morlaiter; tra gli artisti che insegnarono in Accademia si ricordano Piazzetta, Tiepolo, Francesco Hayez, Luigi Nono, Ettore Tito, Arturo Martini, Alberto Viani, Carlo Scarpa, Afro, Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova.


Istituto veneto di scienze, lettere e arti
L'Istituto veneto di scienze, lettere e arti trova origine nel Reale istituto nazionale voluto da Napoleone Bonaparte per l'Italia all'inizio del XIX secolo.

Venne poi rifondato con l'attuale denominazione dall'imperatore Ferdinando I d'Austria nel 1838.

Con l'unione del Veneto all'Italia, l'Istituto fu riconosciuto di interesse nazionale, assieme alle principali accademie degli stati preunitari, anche se la maggiore attenzione ha continuato a essere rivolta alla vita culturale e scientifica delle Venezie.

Dal 1893 ha sede a Palazzo Loredan Cini e nel 1999 ha acquisito la seconda sede di Palazzo Cavalli-Franchetti, inaugurato nel 2004.

L'Istituto veneto di scienze, lettere e arti è un'accademia che "ha per fine l'incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere e arti".


Ateneo Veneto di Scienze, Lettere e arti
Organizzazione non profit che promuove la valorizzazione delle scienze e della cultura legate, in qualche modo, al territorio.


Accademia Filarmonica di Verona
Accademia di Agricoltura di Verona
Accademia di belle arti Gian Bettino Cignaroli
Accademia galileiana di scienze, lettere e arti di Padova, fondata come Accademia dei Ricovrati il 25 novembre 1599, una delle più antiche accademie tuttora operati.


***
Conservatori
***


Il Veneto vanta una tradizione prestigiosa nell'ambito della formazione musicale, è una terra rinomata per la qualità dei suoi cori polifonici e le sue orchestre.

In regione vi sono sette conservatori statali di musica:

Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia
Conservatorio Agostino Steffani di Castelfranco Veneto
Conservatorio Evaristo Felice dall'Abaco di Verona
Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza
Conservatorio Cesare Pollini di Padova
Conservatorio Antonio Buzzolla di Adria
Conservatorio Francesco Venezze di Rovigo.


***
Altri istituti e fondazioni
***

Fondazione CUOA
Sanità


A seguito della riforma regionale sanitaria del 2016, nella Regione furono individuate nove aziende sanitarie locali, la "ULSS 1 Dolomiti" per la provincia di Belluno, la "ULSS 2 Marca Trevigiana" per la provincia di Treviso, la "ULSS 3 Serenissima" per la parte centrale e meridionale della provincia di Venezia, la "ULSS 4 Veneto Orientale" per la restante parte, la "ULSS 5 Polesana" per il territorio della provincia di Rovigo, la "ULSS 6 Euganea" per la provincia di Padova, le "ULSS 7 Pedemontana" e "ULSS 8 Berica" per la provincia di Vicenza, e infine la "ULSS 9 Scaligera" per la provincia di Verona.[61]

Dalla stessa riforma furono inoltre confermate alcune eccellenze della Regione: l'Azienda Ospedaliera di Padova, l'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e l'Istituto Oncologico Veneto.


***
Cultura - Patrimoni dell'umanità
***


In Veneto sono presenti otto beni inseriti nella lista dei siti patrimonio dell'umanità redatta dall'agenzia UNESCO, in quanto rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale:

Venezia e la sua Laguna
Venne iscritta nel 1987 in quanto «Fondata nel V secolo e sviluppatasi su 118 piccole isole, Venezia divenne una grande potenza marittima nel X secolo.

L'intera città è uno straordinario capolavoro dell'architettura in cui anche il più piccolo edificio può custodire opere di alcuni dei più grandi artisti del mondo quali Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Veronese e altri».


Città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto
Sito iscritto nel 1994 e ampliato nel 1996, in quanto «Fondata nel II secolo a.C. nell'Italia settentrionale, Vicenza prosperò sotto il dominio veneziano dall'inizio del XV secolo fino alla fine del XVIII secolo.

L'opera di Andrea Palladio (1508–80), basata su uno studio dettagliato dell'architettura classica, conferisce alla città un aspetto unico.


Gli edifici urbani di Palladio, così come le sue ville, sparse in tutto il Veneto, hanno avuto un'influenza decisiva sullo sviluppo dell'architettura.


Il suo lavoro ha ispirato uno stile architettonico denominato palladianesimo che si diffuse in Inghilterra, oltre che in altri paesi europei, e nel Nord America».[67]
Orto botanico di Padova
Bene iscritto nel 1997 in quanto «Il primo giardino botanico del mondo è stato creato a Padova nel 1545. Conserva ancora la sua disposizione originale: un elemento centrale circolare che simboleggia il mondo, circondato da un anello d'acqua.

Altri elementi furono aggiunti in seguito, alcuni architettonici (ingressi ornamentali e balaustre) e alcuni pratici (impianti di pompaggio e serre).

Continua ad essere utilizzato per il suo scopo originale ovvero centro di ricerca scientifica».


Città di Verona
Iscritta nel 2000 in quanto «La storica città di Verona fu fondata nel I secolo a.C.

Fiorì in particolare sotto il governo della famiglia Scaligera nel XIII e XIV secolo e come parte della Repubblica di Venezia tra il XV e il XVIII secolo.


Verona ha conservato un considerevole numero di monumenti dall'età antichità, dei periodi medievale e rinascimentale, e rappresenta un esempio eccezionale di fortezza militare.»


Le Dolomiti
Enorme area iscritta nel 2009 in quanto «Il sito delle Dolomiti comprende una catena montuosa delle Alpi settentrionali italiane, si estende su ben 141 903 ettari e conta 18 cime che superano i 3 000 metri di altitudine. Presenta alcuni dei più bei paesaggi montani, con pareti verticali, strapiombi e un'alta densità di strette, profonde e lunghe valli.

Un sito seriale composto da nove aree che presentano una varietà di paesaggi spettacolari di rilievo internazionale per la geomorfologia segnata da guglie, pinnacoli e pareti rocciose, inoltre il sito presenta anche formazioni glaciali e sistemi carsici. È caratterizzato da processi dinamici come frequenti frane, alluvioni e valanghe.


Il sito presenta anche uno dei migliori esempi di conservazione di rocce carbonatiche di età mesozoica, con resti fossili».


Siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi
Un sito seriale iscritto nel 2011 che in Veneto comprende il sito palafitticolo Belvedere, del Frassino, della Tombola e il laghetto della Costa.

Si tratta quindi di «Un sito seriale composto da 111 piccoli siti che comprendono i resti di insediamenti preistorici su palafitte situati dentro e attorno alle Alpi, costruiti tra il 5000 a.C. e il 500 a.C. lungo i bordi dei laghi, dei fiumi o in zone umide.

Gli scavi archeologici, condotti solo in alcuni di questi siti, hanno rinvenuto testimonianze che forniscono informazioni sulla vita in età preistorica durante il Neolitico e l'età del bronzo nell'area alpine dell'Europa e i modi in cui le comunità interagivano con il loro ambiente».


Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale
Un sito seriale iscritto nel 2017 che in Veneto comprende la fortezza di Peschiera, lungo le sponde del lago di Garda.

Si tratta di «Un sito composto da sei opere di difesa situate in Italia, Croazia e Montenegro, che si estendono per oltre 1 000 km tra la Lombardia e la costa adriatica orientale.

Le fortificazioni dello Stato da Terra proteggevano la Repubblica di Venezia dalle altre potenze europee da nord-ovest mentre quelle dello Stato da Mar proteggevano le rotte marittime e i porti nel mare Adriatico verso il Levante.

Furono necessari per sostenere l'espansione e il governo della Serenissima. L'introduzione della polvere da sparo portò a significativi cambiamenti nelle tecniche e nell'architettura militare che si riflettono nella progettazione delle cosiddette fortificazioni alla moderna, o fortificazioni bastionate, che si diffusero poi in tutta Europa».


Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
Iscritto nel 2019 in quanto, «Situato nell'Italia nord-orientale, comprende parte del paesaggio vitivinicolo dell'area di produzione del Prosecco. Il paesaggio è caratterizzato da una conformazione geologica peculiare, dai cosiddetti "ciglioni" (stretti terrazzamenti erbosi su cui si coltivano le viti), boschi, piccoli centri abitati e da terreni agricoli. Per secoli questi terreni accidentati sono stati modellati e resi adatti alla coltura dall'uomo. Dal XVII secolo, l'uso dei ciglioni ha creato un particolare paesaggio costituito da filari di viti parallele e ortogonali ai declivi delle colline. Nel XIX secolo, la tecnica di coltivazione della "bellussera" ha contribuito alle caratteristiche estetiche del territorio».


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Edited by *Cristal* - 19/4/2021, 13:15
 
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Letteratura e teatro in lingua veneta





La letteratura in lingua veneta affonda le sue radici nella produzione di testi poetici e in prosa in lingua volgare, che si sviluppa nell'area corrispondente all'incirca all'odierna Regione Veneto a partire dal XII secolo.

La letteratura veneta, dopo un primo periodo di splendore nel Cinquecento con il successo di artisti come il Ruzante, giunge al suo massimo apogeo nel Settecento, grazie all'opera del suo massimo esponente, il drammaturgo Carlo Goldoni.

Successivamente la produzione letteraria in lingua veneta subisce un periodo di declino a seguito della caduta della repubblica di Venezia, riuscendo comunque nel corso del Novecento a raggiungere vette liriche mirabili con poeti come Giacomo Noventa, Biagio Marin di Grado, Virgilio Giotti di Trieste, Andrea Zanzotto, fino ad arrivare, nei tempi più recenti, ad autori come Ernesto Calzavara, Eugenio Tomiolo, Claudio Grisancich, Luciano Cecchinel, Gianmario Villalta e Ivan Crico.


***
Letteratura e teatro in lingua italiana -
Il Novecento
***

Tra gli scrittori del Novecento che hanno lasciato un'importante traccia nel panorama culturale italiano, vanno sicuramente citati alcuni importanti scrittori veneti.

Tra questi occorre citare sicuramente il moglianese Giuseppe Berto (1914-1978), autore di Anonimo Veneziano, Il Male oscuro e Il cielo è rosso.


Inoltre, va ricordato Mario Rigoni Stern (1921-2008), il quale, nato, cresciuto e morto ad Asiago, ha saputo raccontare i personaggi, i colori, si suoni e i silenzi dell'Altopiano dei Sette Comuni, autentico appartenente alla cultura dei Cimbri a cui si è sempre sentito legato. In tal senso, una delle opere più rappresentative è il Bosco degli urogalli, o Uomini, boschi, api. Ma l'esperienza della campagna di Russia ha segnato la sua vita e ha ispirato dei veri e propri capolavori come Il sergente nella neve.

Il trevigiano Giovanni Comisso (1895-1969) è stato senza dubbio uno dei più estrosi e dei più attivi giornalisti e scrittori. Tra le sue opere meritano di essere ricordate La mia casa di campagna e Un gatto attraversa a strada.

Luigi Meneghello (1922-2007), vicentino di Malo, è l'autore di numerosi romanzi tra cui Libera nos a Malo e Pomo Pero, libri nei quali l'elemento ispiratore è l'ambiente paesano di Malo. Meneghello utilizza uno stile originale, basato su un registro colto e raffinato, nel quale inserisce neologismi o espressioni venete italianizzate.



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Edited by *Cristal* - 23/4/2021, 14:47
 
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Tra gli altri scrittori vanno segnalati:

Paolo Barbaro
Dino Buzzati
Ferdinando Camon
Antonio Fogazzaro
Cesare Marchi
Guido Piovene
Giorgio Saviane
Sergio Saviane
Renato Olivieri


***
I nostri giorni
***

Per quanto concerne la letteratura contemporanea, Giuliano Scabia ha saputo conquistare un posto nell'ambito del panorama veneto e nazionale, grazie soprattutto al romanzo "Nane Oca", nei quali l'atmosfera delle storie popolari si mescola alla creatività linguistica e narrativa creando una storia raffinata, fatta di vicende che si rimandano, di personaggi che si moltiplicano, per creare quell'atmosfera tipica del racconto orale veneto.

Alberto Ongaro è autore di numerosi romanzi, quali "La partita", "La taverna del doge Loredan", e "L'ombra abitata", che, insieme con l'amico veneziano Hugo Pratt, tradurrà in fumetti.

Romolo Bugaro, padovano di nascita, nel romanzo "La buona e brava gente della nazione" (premio Campiello nel 1998) scrive e racconta della vita di trentenni di provincia che scoprono la disillusione di tutto ciò che la giovinezza aveva portato a sognare.

Lo stile denso, che prende forma in una scrittura barocca che, però, accompagna dialoghi serrati ma linguisticamente poveri, accentua questo conflitto tra un atteggiamento pomposo e una dissoluzione linguistica e sociale.

Tiziano Scarpa, autore di numerosissimi romanzi, è anche molto attivo sul piano teatrale, con attività pubbliche di letture in piazze e teatri; importanti sono anche le sue collaborazioni con musicisti e scrittori. Ha scritto i romanzi Occhi sulla graticola (Einaudi, 1996), Kamikaze d'occidente (Rizzoli, 2003) e Stabat Mater (Einaudi, 2008); le raccolte di racconti Amore® (Einaudi, 1998), Cosa voglio da te (Einaudi, 2003) e Amami, in cui accompagna con sessanta microstorie altrettante immagini di Massimo Giacon (Mondadori, 2007); la raccolta di aforismi Corpo (Einaudi, 2004); il libro di interventi critici Cos'è questo fracasso? (Einaudi, 2000), il poema Groppi d'amore nella scuraglia (Einaudi, 2005). Nel 2006 esce per Fanucci il libro Batticuore fuorilegge, raccolta di interventi, saggi, racconti e poesie uscite su giornali e siti web. Comuni mortali, contiene tre testi teatrali: Comuni mortali, Gli straccioni e Il professor Manganelli e l'ingegner Gadda (Effigie, 2007).

Nel 2008, oltre a Stabat Mater, sono usciti la raccolta di poesie Discorso di una guida turistica di fronte al tramonto (Amos edizioni, 2008) e il testo teatrale L'inseguitore (Feltrinelli, 2008).

Nel 2000 ha pubblicato per Feltrinelli la guida Venezia è un pesce, opera che nel 2002 ha letto ad alta voce e pubblicato per il Narratore audiolibri editrice.

Marco Paolini è autore teatrale e interprete di un repertorio che appartiene al cosiddetto teatro civile.

La sua attività si distingue per il gusto dello studio dei testi e della ricerca delle fonti e per l'accostamento continuo dei fatti a trovate teatrali spesso dissacranti e ironiche.


I suoi spettacoli sono per la gran parte sviluppati in monologhi spesso recitati in lingua veneta.

Fino al 1994 Paolini ha lavorato in vari gruppi teatrali: Teatro degli Stracci, Studio 900 di Treviso, Tag Teatro di Mestre e Laboratorio Teatro Settimo.

Con quest'ultimo ha realizzato Adriatico (1987), il primo della serie degli Album, e ha partecipato all'allestimento di diversi spettacoli teatrali, rivedendo fra gli altri Shakespeare e Goldoni.

Negli anni novanta incomincia a collaborare con la Cooperativa Moby Dick - Teatri della Riviera con cui ha realizzato spettacoli come Il racconto del Vajont, Appunti foresti, Il milione - Quaderno veneziano di Marco Paolini e i Bestiari (raccolta di spettacoli dedicati al recupero della cultura locale, in particolare veneta).

Proprio grazie a Il racconto del Vajont Paolini arriva al grande pubblico; lo spettacolo vince nel 1995 il Premio Speciale Ubu per il Teatro Politico, nel 1996 il Premio Idi per la migliore novità italiana e nel 1997 l'Oscar della televisione come miglior programma dell'anno, per la trasmissione televisiva su Rai 2 dello spettacolo (in diretta dalla diga del Vajont il 9 ottobre 1997, anniversario del disastro del Vajont).

Ivan Crico, poeta, si esprime in lingua e impiegando il dialetto bisiacco un'antica varietà della lingua veneta.

Discende, per via paterna, da una nobile famiglia veneta di Feltre.

Nel 1999 ha ideato e fondato, assieme al poeta Pierluigi Cappello, La barca di Babele, una collana di poesia, che accoglie autori noti dell'area veneta, friulana e triestina.

È impegnato in un'intensa attività artistica e di diffusione della cultura veneta anche nelle scuole e in campo istituzionale all'interno di un progetto legislativo di valorizzazione delle varietà venete del Friuli-Venezia Giulia.

Varie e significative sono le iniziative culturali sviluppate nel Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Austria, Slovenia e Croazia che fanno capo a questo poeta, legate alla poesia, alla saggistica, a convegni per la valorizzazione dei dialetti e delle lingue minoritarie europee, alla reciproca conoscenza fra i vari popoli, anche in collaborazione con studiosi e poeti veneti, sloveni, austriaci, sardi, siciliani, francesi e catalani.

Con recensioni e interviste a noti esponenti del mondo artistico nazionale (da Marco Paolini a Toti Scialoja fino alla cantante Elisa) collabora da una ventina d'anni con diverse riviste nazionali.

Nel 2009 ha ricevuto il premio nazionale di poesia Biagio Marin, il massimo riconoscimento in Italia per la poesia in dialetto e nelle lingue delle minoranze linguistiche storiche.



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Poeti




Fra i più importanti poeti veneti o di lingua veneta si ricordano (in ordine alfabetico):

Giorgio Baffo
Berto Barbarani
Vittorio Betteloni
Ferruccio Brugnaro
Pietro Buratti
Ernesto Calzavara
Luciano Cecchinel
Ivan Crico
Ugo Foscolo
Giacomino da Verona
Anton Maria Lamberti
Biagio Marin
Camillo Nalin
Giacomo Noventa
Diego Valeri
Niccolò da Verona
Bino Rebellato
Riccardo Selvatico
Domenico Varagnolo
Aldo Vianello
Andrea Zanzotto

***
Teatri
***

Teatro La Fenice

Il Teatro La Fenice è il principale teatro lirico di Venezia.

Più volte distrutto dal fuoco e riedificato, è sede di un'importante stagione operistica e del Festival internazionale di musica contemporanea.

Il Teatro la Fenice di Venezia venne progettato nel 1790 da Giannantonio Selva per una società di palchettisti dell'aristocrazia di Venezia; il teatro veneziano fu costruito celermente nonostante le numerose polemiche sulla sua collocazione e sulla sua struttura razionalista e neoclassica.


***
Teatro Malibran
***

Il Teatro Malibran è un teatro veneziano.

È noto soprattutto per la sua importanza in ambito operistico che ebbe tra il XVII e il XVIII secolo, quando portava il nome di Teatro San Giovanni Grisostomo.


***
Teatro stabile del Veneto Carlo Goldoni
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Il Teatro "Carlo Goldoni" di Venezia corrisponde all'antico Teatro Vendramin, detto anche di San Salvador o di San Luca, e fu inaugurato nel 1622.

Il Teatro Goldoni è ubicato in prossimità del Ponte di Rialto, nel centro storico di Venezia.

È un teatro all'italiana, con la sala strutturata in platea e quattro ordini di palchi-galleria, per una capienza totale di 800 posti; il palcoscenico è largo 12 metri e profondo 11,20 ed è dotato di graticcio in ferro.

Il Teatro Goldoni ospita la Stagione di Prosa organizzata dal Teatro Stabile del Veneto "Carlo Goldoni", la rassegna di Teatro Ragazzi e altre manifestazioni in concessione (balletti, operette, concerti e convegni).


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Teatro Verdi (Padova)
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Il Teatro Verdi è il principale teatro padovano.

L'edificio, commissionato da una società di nobili padovani, venne realizzato dall'architetto padovano Giovanni Gloria su progetto dell'architetto Antonio Cugini di Reggio Emilia.

Attualmente il Verdi è la sede operativa del Teatro Stabile del Veneto "Carlo Goldoni".


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Teatro Olimpico
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Il Teatro Olimpico è un teatro progettato dall'architetto rinascimentale Andrea Palladio nel 1580 e sito in Vicenza.

È generalmente ritenuto il primo esempio di teatro stabile coperto dell'epoca moderna.

La realizzazione del teatro, all'interno di un preesistente complesso medievale, venne commissionata a Palladio dall'Accademia Olimpica per la messa in scena di commedie classiche.

La sua costruzione ebbe inizio nel 1580 e venne inaugurato il 3 marzo 1585, dopo la realizzazione delle celebri scene fisse di Vincenzo Scamozzi.

Tali strutture lignee sono le uniche d'epoca rinascimentale a essere giunte fino a noi, peraltro in ottimo stato di conservazione.

Il teatro è tuttora sede di rappresentazioni e concerti ed è stato incluso nel 1994 nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, come le altre opere palladiane a Vicenza.


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Teatro Filarmonico (Verona)
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Il Teatro Filarmonico è il principale teatro d'opera di Verona.

È di proprietà dell'Accademia Filarmonica di Verona, fin dalla sua fondazione, ma viene utilizzato dalla fondazione dell'Arena come sede della stagione lirica invernale.

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Teatro romano di Verona
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Il teatro romano di Verona sorge nella parte settentrionale della città, ai piedi di colle San Pietro.

Questo teatro è stato costruito alla fine del I secolo a.C., periodo che a Verona ha visto la monumentalizzazione del colle San Pietro.

Prima della sua costruzione tra il ponte Pietra e il ponte Postumio vennero costruiti dei muraglioni sull'Adige, paralleli al teatro stesso, per difenderlo da eventuali piene del fiume. È ritenuto il più importante teatro romano del nord Italia. Attualmente viene utilizzato per rassegne di prosa durante la stagione estiva.


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