IL FARO DEI SOGNI

Categoria:Gruppi etnici in Brasile

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view post Posted on 21/2/2023, 10:48     Top   Dislike
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Miraña


I miraña (o bora, dal nome di un sottogruppo) sono un gruppo etnico della Colombia, del Perù e del Brasile, con una popolazione stimata di circa 3300 persone. Questo gruppo etnico è per la maggior parte di fede animista e parla la lingua bora (D:Mirana-BOA01).

Vivono nei pressi dei fiumi Yaguasyacu, Putumayo, Ampiyacu, in Perù. Altri gruppi sono in Brasile (stato dell'Amazonas), tra i fiumi Tefé e Caiçara) e Colombia (il sottogruppo dei bora in Providencia sul fiume Igaraparana; il sottogruppo dei miraña sul fiume Caquetá, Amazzonia colombiana).





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Mirity-tapuya


Lingua

Parlano la lingua tukano che appartiene alla famiglia linguistica Tucano. La lingua Miriti (codice ISO 639: MMV) è considerata estinta.
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano dell'Amazonas, sul corso inferiore e medio del fiume Tiquié, nelle comunità di Iraiti, São Tomé, Vila Nova e Micura.[2]





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Morerebi


I Morerebi sono un piccolo gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 114 individui (2000). Parlano la lingua Morerebi (codice ISO 639: XMO) e sono principalmente di fede animista.

Vivono nello stato brasiliano dell'Amazonas, presso Rio Preto e Marmelos, in 2 villaggi. Sono correlati ai Tenharim, di difficile classificazione perché evitano contatti con culture esterne.





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Munduruku


I Munduruku (o anche Mundurucu) sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 11.630 individui (Funasa, 2010).[1] Parlano la lingua Munduruku (codice ISO 639: MYU). Denominazioni alternative: Mundurucu, Monjoroku, Weidyenye, Paiquize, Pari, Caras-Pretas.

Insediamenti

Vivono negli stati brasiliani di Pará e Amazonas, nelle zone dei fiumi Tapajós e Madeira, in 22 villaggi (2000). La popolazione è stata decimata, nel corso del XX secolo, dalla malaria; oggi la popolazione sta ricominciando a crescere.
Storia
Sezione vuota

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Organizzazione sociale

I Munduruku sono un gruppo di discendenza patrilineare con residenza matrilocale. Gli antropologi, infatti, hanno studiato che quando un uomo si sposa va a stabilirsi nel villaggio della moglie, anche se non abita con lei. Egli va ad occupare la "casa degli uomini", la quale ospita tutti gli altri mariti provenienti da fuori e gli uomini non sposati del villaggio (fratelli e figli delle donne del villaggio, purché abbiano raggiunto l'età pubere). Le donne abitano in "case" disposte circolarmente nel villaggio, con le loro madri e i loro figli piccoli.[2]
Cultura

Secondo il linguista francese Pierre Pica, che li ha studiati, questo popolo sa contare fino a 5 poi per quantità superiori usano parole come "molti" (ADE), "alcuni" (ADESU) o "una piccola quantità" (BURUMAKU). Ovviamente non bisogna pensare che abbiano capacità intellettive inferiore agli altri popoli, semplicemente si sono adattati ad un ambiente in cui le capacità di calcolo non sono d'aiuto nella vita quotidiana.

Addirittura si "rifiuterebbero" di contare, perché apprendere questa facoltà significherebbe per loro sacrificarne altre (come la capacità di orientamento) necessarie alla sopravvivenza nella foresta. Dalle ricerche risulta che questo popolo possiede le nozioni di punto, linea, parallelismo, distanza ed angolo, e che distinguono in modo approssimato la quantità, ma non riescono proprio a contare. In questo sembrano abbastanza simili ai bambini di 5-6 anni.

Nel 2010 sono stati fatti studi antropologici su questa popolazione al fine di dimostrare come siano innati concetti di geometria euclidea negli esseri umani.[3][4]
Religione

Sono principalmente di fede animista e praticano lo sciamanesimo. Hanno avuto in passato contatti con gruppi di missionari.[5]





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Mura (popolo)


Lingua

Parlano la lingua Mura che appartiene alla famiglia linguistica isolata Mura. Questa lingua è stata poi nel corso del XX secolo sostituita dalla lingua Nheengatu, ideata dai gesuiti. Nella fase finale del XX secolo e nel XXI secolo ha avuto invece maggiore diffusione il portoghese.[2]
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano dell'Amazonas. Sono sparsi in più di 40 terre indigene in diversi comuni tra cui Alvarães, Anori/Beruri, Autazes, Borba, Careiro da Várzea, Novo Aripuanã, Itacoatiara, Manaquiri, Manicoré e Uarini, tutti situati all'interno dello stato dell'Amazonas, in particolare nelle regioni dei fiumi Madeira e Purus.[3]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Mura_(popolo)

 
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Nadöb


I Nadöb (o anche Maku-Nadëb) sono un gruppo etnico indigeno della Colombia e del Brasile, con una popolazione stimata in circa 600 individui nel 1995.[1] Fanno parte del macrogruppo dei popoli Makù, insieme ai Bara (o Kakwa), ai Nukak, agli Yuhupde, ai Dow e agli Hupda.


Lingua

Parlano un idioma (codice ISO 639: MBJ) appartenente al gruppo delle lingue makù.[2] Uno dei sottogruppi dei Nadöb si fa chiamare kabori ("ragazzi").[3]
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano dell'Amazonas, nei pressi dei fiumi Negro e Japurá.[3] Alcuni sottogruppi sono nomadi e si spostano tra i confini di Brasile e Colombia.
Storia
Sezione vuota

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Organizzazione sociale
È un gruppo seminomade che si sostenta con l'agricoltura.





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Nambikwara


I Nambikwara sono una popolazione indigena del Brasile, stanziata negli stati brasiliano del Mato Grosso e Rondônia. Al momento della scoperta, la popolazione contava almeno 40000 persone. Nel 1999, secondo l'Instituto Socioambiental brasiliano, il numero di individui era sceso a 1.145, in un'area ristretta del Brasile occidentale.


Descrizione etnografica

Il nome di questo popolo venne utilizzato dagli etnologi fin dal 1700, e la sua più probabile origine è quella di un nomignolo brasiliano di origine tupi, che vuol dire orecchie bucate o orecchie lunghe e fa riferimento ai monili che i Nambikwara portavano ai lobi delle orecchie.

Questo popolo vive in un territorio arido simile a savana (cespugli e piante spinose), interrotto, lungo i fiumi, da tratti di foresta a galleria. Le attività seguono il ciclo stagionale: durante la stagione secca si dividono in bande nomadi e si dedicano alla caccia (con arco e frecce avvelenate) e alla raccolta (svolta da donne e bambini: frutti selvatici, semi, radici, lucertole, ragni, roditori, ecc.); nella stagione delle piogge vivono in villaggi provvisori, praticando l'agricoltura con il metodo taglia-e-brucia (manioca, mais, fagioli, cotone, tabacco) e la pesca.

Esistono due tipi di insediamento dei Nambikwara, a seconda delle diverse condizioni stagionali. Nel periodo delle piogge vivono vicino ai fiumi, in villaggi composti da una o più capanne ad alveare adibite ad abitazioni, e una capanna rituale, più piccola, la “capanna flauto”. Dal 1950 il tetto a spiovente sostituì la struttura ad alveare. Molti oggetti di uso quotidiano, comuni ad altri gruppi tropicali, non sono rintracciabili presso i Nambikwara. Ad esempio l'amaca per dormire non è utilizzata, da qui il nome attribuitogli da un vicino gruppo, i Paresi, di "quelli che dormono per terra" (Uaikoakorè).
Localizzazione geografica Nambikwara.

Nella stagione secca, invece, i Nambikwara conducono una vita nomade, e si stabiliscono in semplici rifugi ricavati da foglie di palma attaccate a dei pali di appoggio.

Le cerimonie rituali, connesse al ciclo stagionale, sono accompagnate da danze. La religione sciamanica comprende la credenza in numerosi spiriti della natura.
Clan
Manduka

I Manduka - Nambikwara-Munduka sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 27 individui. Parlano la lingua Nambikuara, Southern (D:Wasusu-NAB05) e sono principalmente di fede animista.

I pochi esponenti sopravvissuti di questo gruppo vivono nello stato brasiliano del Mato Grosso insieme ai Nambikwara, con i quali si sono integrati nel corso del XX secolo.
Sarare

I Sarare - Nambikwara-Sararé sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 55 individui. Parlano la lingua Sarare (codice ISO 639: SRR) e sono principalmente di fede animista.

Vivono nello stato brasiliano del Mato Grosso.
Storia

Nonostante il nome fosse già noto, questo popolo venne ufficialmente scoperto solo nel XX secolo.

Il primo contatto fu stabilito nel corso delle spedizioni successive del 1907 e del 1908 condotte dal generale Cândido Rondon per conto del governo brasiliano, in vista della costruzione di una linea telegrafica che collegasse il Brasile nord-occidentale con l'allora capitale Rio de Janeiro.

La costruzione del telegrafo continuò fino al 1915, e i Nambikwara ebbero regolarmente scambi e contatti con gli operai, i soldati e i funzionari della Commissione telegrafica. Nel 1911 fu pubblicato il Rapporto etnologico di Rondon, oltre a diversi testi e articoli di membri della sua spedizione.

I Nambikwara furono nuovamente osservati da Claude Lévi-Strauss, in una missione condotta con la moglie Dina Dreyfus e col collega brasiliano Luís de Castro Faria nel 1938. Le risultanze dell'analisi - condotte per la prima volta secondo i più evoluti crismi dell'antropologia culturale - confluirono in una tesi complementare di dottorato pubblicata nel 1948 (La vie familiale et sociale des indiens Nambikwara). Lévi-Strauss riprenderà queste osservazioni nel suo capolavoro Tristes Tropiques pubblicato nel 1955.

Negli anni cinquanta, il territorio nel quale i Nambikwara erano stanziati nell'area compresa tra il rio Papagaio a est fino alla confluenza dei fiumi Commemoraçao de Floriano e Barao de Melgaço, ai confini dell'altopiano del Mato Grosso.

Collegamenti esterni

Fundação Nacional do Índio
People groups of Brazil da Peoplegroups.org
Languages of Brazil da Ethnologue

Bibliografia

Claude Lévi-Strauss, La vita familiare e sociale degli indiani Nambikwara (1948) - Torino: Einaudi, 1970.

Claude Lévi-Strauss, Tristi Tropici (1955), Milano, Il Saggiatore, 1965.





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Naua


Naua sono un gruppo etnico del Brasile. Parlano la lingua e sono principalmente di fede animista.

Vivono nello stato brasiliano dell'Acre.
Bibliografia

People groups of Brazil da Peoplegroups.org
Languages of Brazil da Ethnologue





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Negarotê


I Negarotê (o anche Nambikwara-Negarotê) sono un gruppo etnico del Brasile prossimo all'estinzione che ha una popolazione stimata in circa 40 individui. Parlano la lingua Nambikuara, Northern (codice ISO 639: MBG) e sono principalmente di fede animista.

Vivono nello stato brasiliano del Mato Grosso. Sono correlati al gruppo dei Nambikwara.

Bibliografia

People groups of Brazil da Peoplegroups.org
Languages of Brazil da Ethnologue





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Ninam


I Ninam (o anche Yanomami-Ninam, Xiriana, Jauaperi, Xirixana) sono un gruppo etnico del Brasile e del Venezuela che ha una popolazione stimata in circa 526 individui. Parlano la lingua Ninam (codice ISO 639: SHB) e sono principalmente di fede animista.

Vivono nello Stato brasiliano di Roraima, nei pressi dei fiumi Mucajaí e Paragúa e nello Stato venezuelano di Bolívar. Denominazioni alternative: Yanam, Xirianá, Shiriana Casapare, Kasrapai, Jawaperi, Crichana, Jawari.
Bibliografia

People groups of Brazil da Peoplegroups.org
Languages of Brazil da Ethnologue





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Nukini


I Nukini sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in 622 individui (2010).[1]


Lingua

Parlano la lingua Nukini, lingua che appartiene alla famiglia linguistica pano. In alcuni testi storici sono stati denominati anche con i nomi di Inucuini, Nucuiny, Nukuini, Nucuini, Inocú-inins e Remo. A parlare la lingua nukini ormai sono solo i membri più anziani mentre le giovani generazioni utilizzano per lo più il portoghese.[2]
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano di Acre, lungo i fiumi Timbaúba, Meia Dúzia, República e Capanawa e sulla riva sinistra del fiume Môa. La maggior parte della comunità si trova all'interno del territorio indigeno omologato ed assegnato ai Nukini, nel comune di Mâncio Lima (533 persone nel 2003). Altri membri si trovano in località quali Cruzeiro do Sul, Rodrigues Alves e Rio Branco.[3]

Gruppi

L'etnia Nukini è suddivisa in 4 clan:

Inubakëvu ("popolo del giaguaro maculato")
Panabakëvu ("popolo della palma assai"; assai è un genere di palma Euterpe)
Itsãbakëvu ("popolo della palma patoá")
Shãnumbakëvu ("popolo del serpente")

Tuttavia, la maggior parte delle giovani generazioni non è nemmeno a conoscenza di tali suddivisioni sociali e i matrimoni tra i membri del gruppo tendono a non seguire le regole impartite dalle vecchie generazioni.[4]





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Ofayé


Gli Ofayé (o anche Ofayé-Xavante, Opayé) sono un piccolo gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 56 individui. Parlano la lingua Portuguese (D:Brazilian Portuguese-POR05) e sono principalmente di fede animista.

Vivono nello Stato brasiliano del Mato Grosso do Sul, lungo i fiumi Verde, Vacaris, e Ivinhema, nell'area di Brazilândia. Denominazioni alternative: Opaié-Shavante, Ofaié-Xavante, Opayé.





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Oro Win


Gli Oro Win sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 55 individui. Parlano la lingua Oro Win (codice ISO 639: ORW) e sono principalmente di fede animista.

Vivono nei pressi del fiume Pacáas Novos, un affluente del Mamoré, lungo i confini tra Brasile e Bolivia.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Oro_Win

 
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Palikur


I Palikur sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 1.293 individui (2010).[1]


Lingua

Parlano la lingua Palikur (codice ISO 639: PAL), lingua che appartiene alla famiglia linguistica Aruak.
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano di Amapá e nella Guyana francese.[1]
Storia
La posizione dei Palikur prossimità delle foci dei Rio delle Amazzoni li ha resi una delle prime tribù amazzoniche incontrate dai colonizzatori europei. Già nel 1507 il loro nome è stato registrato dall'esploratore spagnolo Vicente Yanez Pinzón. Verso la metà del XVII secolo la popolazione Palikur fu stimata in 1.200 unità; circa un terzo della popolazione totale viveva tra i fiumi Cassiporé e Maroni.





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Panará


I Panará sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in 374 individui (2008).[1] Sono in gran parte coltivatori e agricoltori.


Lingua

Parlano la lingua Kreen-akarore (codice ISO 639: KRE), lingua che appartiene alla famiglia linguistica Jê. I Panará appartengono al gruppo di indigeni che parlano le lingue Gê del Brasile centrale,[2] un sottogruppo del Gê settentrionale, che comprende le lingue Kayapó, Suyá, Apinayé e Timbira.
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano di Mato Grosso, nella riserva dello Xingú.[1]
Storia
Origini

I Panará sono gli ultimi discendenti dei Cayapó del sud, un grande gruppo etnico che abitava nella zona del Brasile centrale nel XVIII secolo, noti soprattutto per la ferocia con la quale attaccavano chi si avventurava nel loro territorio e perché non facevano prigionieri.
Contatto

I Panará vivevano isolati fino al 1973, quando un progetto del governo portò alla creazione della strada BR-163 (Cuiabá-Santarém) che passava attraverso il loro territorio. A causa di ciò la tribù è stata decimata da malattie quali influenza e diarrea. 250 dei 350 membri della tribù morirono nel primo anno di contatto con la civiltà dei bianchi. .[3]
Vita nello Xingu

Il 12 gennaio 1975 i 79 membri sopravvissuti della tribù vennero trasferiti dal governo nella riserva del Parco Indigeno dello Xingu, e obbligati a vivere a contatto con tribù nemiche sotto la supervisione dello stato.[4] Una squadra della Escola Paulista de Medicina esaminò 27 dei 29 nuovi arrivati, tutti adulti oltre 20 anni di età. L'altezza media era intorno a 167 centimetri, che corrispondeva all'altezza media degli indigeni appartenenti al macro-gruppo Gê, un poco più alti degli indigeni dell'Alto Xingu.

20 anni dopo, i Panará iniziarono a trattare per lo spostamento della tribù nel loro territorio originario. La maggior parte del loro territorio era stato degradato dai cercatori d'oro, dai coloni, e dagli allevatori di bestiame: sei degli otto villaggi vecchi erano stati distrutti. Nel 1994 gli anziani della tribù si incontrarono con i direttori del parco Xingu e del FUNAI per chiedere che i loro diritti venissero rispettati. A loro vennero concessi 4.950 km quadri di territorio originale lungo il fiume Iriri situato sul confine tra Mato Grosso e Pará.

Tra il 1995 e il 1996, i Panará si spostarono gradualmente verso un nuovo villaggio chiamato Nãsepotiti, nella loro terra tradizionale, e il primo novembre 1996 il Ministro della Giustizia dichiarò la Terra Indigena dei Panará come "possessione indigena permanente". Nel 2003 il numero di individui contava 250 unità, cresciuto a 374 nel 2008.[1]





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Pankararé


I Pankararé (o anche Pankaré) sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 1.500 individui. Parlano la lingua portoghese e sono principalmente di fede cristiana.

Vivono nello Stato brasiliano di Bahía.





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Pankararu


I Pankararu (o anche Pankarará) sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 4.500 individui. Parlano la lingua portoghese e sono principalmente di fede cristiana.

Vivono negli stati brasiliani di Pernambuco e Alagoas. La lingua Pankararu è considerata estinta. Denominazioni alternative: Pankarará, Pankarú, Pancaru, Pancaré, Pankaravu, Pankaroru.





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Papavo


I Papavo sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 206 individui. Parlano la lingua Papavo (codice ISO 639: PPV) e sono principalmente di fede animista.

Vivono nello stato brasiliano dell'Acre, nei pressi del fiume Taramacá.





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Parakanan


I Parakanan sono un gruppo etnico del Brasile con una popolazione stimata in 900 individui nel 2004 (Funasa).[1]


Lingua

Parlano la lingua parakanã (codice ISO 639-3 pak) che appartiene alle lingue tupi-guaraní, lingua simile a quella dei gruppi Tapirapé, Ava Canoeiro, Asurini do Tocantins, Guajajara e Tembe. I Parakanã si auto-definiscono awaeté, che significa "vero popolo (gli umani)", in opposizione al termine akwawa, utilizzato per indicare gli stranieri.

Tra le altre denominazioni utilizzate per indicare i Parakanan vi sono quelle di altri gruppi etnici come gli Xikrin del fiume Bacajá (sottogruppo dei Kayapó) che li chiamano Akokakore o gli Araweté che li identificano con i termini ''Auim ("nemico"), Iriwä pepa yã ("signori delle piume di avvoltoio") o Iriwa ã ("mangiatori di piume di avvoltoio", utilizzato in senso dispregiativo).[2]
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano del Pará, divisi in due ceppi, quello occidentale e quello orientale, classificazione non distinguibile dai territori in cui sono stanziati ma dovuta ad una divisione interna avvenuta alla fine del XIX secolo. Circa 600 Parakanan sono stanziati nel territorio indigeno Parakanã (351.000 ettari), localizzato nel bacino del fiume Tocantins, nei comuni di Repartimento, Jacundá e Itupiranga. Altri 300 circa vivono nel territorio indigeno di Apyterewa (773.000 ettari), situato nel bacino del fiume Xingu, nei comuni di Altamira e di São Félix do Xingu, in cui sono stanziati solo Parakanan appartenenti al gruppo occidentale. Questo secondo territorio è invaso regolarmente da taglialegna, contadini, coloni e cercatori d'oro.[2]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Parakanan

 
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Paranawat


I Paranawat (o anche Paranauat) sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 100 individui. Parlano la lingua Portuguese (codice ISO 639: POR) e sono principalmente di fede animista.

Vivono nello Stato brasiliano di Rondônia, nei pressi degli affluenti dei fiumi Jiparaná e Sono. Denominazioni alternative: Paranauat, Pawaté, Majubim.





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Paresí


I Paresí sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 2.005 individui (2008).[1


Lingua

Parlano la lingua Paresí (codice ISO 639: PAB), lingua che appartiene alla famiglia linguistica Aruak.
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano di Mato Grosso.[1]





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Parintintin


I Parintintin sono un gruppo etnico indigeno del Brasile con una popolazione stimata in 418 individui nel 2010 (Funasa).[1]


Lingua

Parlano la lingua Kagwahiv che appartiene alle lingue tupi-guaraní. Si auto-identificano con il termine Kagwahiv che significa "la nostra gente" mentre il nome Parintintin è stato probabilmente assegnato dai loro nemici "storici", i Mundurucú.[2]
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano dell'Amazonas, in due territori indigeni omologate nel 1997: Ipixuna e Nove de Janeiro.[3]
Storia

Insieme ad altri gruppi, i Parintintin sono discendenti del grande gruppo dei Kagwahiva (o Cabahyba) che abitavano le sorgenti del fiume Tapajós tra il XVIII e il XIX secolo. Secondo Carl Friedrich von Martius, i Kagwahiva facevano a loro volta parte del più ampio gruppo dei "Tupi centrali", che comprendeva al suo interno anche i Kaiabi e gli Apiaká.[2][4]

A seguito dei contatti con i brasiliani negli anni quaranta del XX secolo, una popolazione complessiva di circa 4.000 individui si ridusse a 120 dopo il secondo boom del caucciù e la costruzione dell'autostrada trans-amazzonica negli anni settanta. Un'ulteriore colonizzazione del bacino amazzonico portò alla diffusione di malattie per le quali i Parintintin non erano preparati.[5] Negli anni seguenti hanno dovuto anche fronteggiare gli eventuali impatti sul territorio causati dal complesso idroelettrico di Madeira.





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Patamona


I Patamona sono un gruppo etnico del Brasile e della Guyana correlato al gruppo etnico degli Ingarikó. Sono considerati un sottogruppo del più ampio gruppo definito come Kapon, in cui sono inclusi, oltre ai Patamona, gli Ingarikó e gli Akawaio. Questo ha portato all'introduzione dei nomi Kapon-Ingarikó, Kapon-Patamona e Kapon-Akawaio. Il termine "patamona" può essere traducibile con "casa mia".[1]


Insediamenti

In Brasile gli Ingarikó e i Patamona occupano una regione di montagna nel territorio indigeno di Raposa Serra do Sol, situata a nord-est dello stato di Roraima. In Guyana i Patamona si trovano ai confini con il Brasile, nella Serra de Pacaraíma e lungo il fiume Ireng.[2]





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Pataxó Hã-Hã-Hãe


I Pataxó Hã-Hã-Hãe sono un gruppo etnico del Brasile con una popolazione stimata in 2.375 individui nel 2010 (Funasa).[1]


Lingua

Parlano la lingua portoghese. La lingua originaria dei Pataxó Hãhãhãe (codice ISO 639-3: pth), appartenente alla famiglia linguistica Maxakali, non è più in uso fin dagli anni trenta del XX secolo.[2]
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano di Bahia, nella riserva indigena Caramuru-Paraguaçu, collocata all'interno dei comuni di Itaju do Colônia, Camacã e Pau-Brasil creata nel 1926. Alcuni vivono nella riserva Fazenda Baiana, nel comune di Camamu, a sud dello stato di Bahia.[3]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Patax%C3%B3_...%C3%A3-H%C3%A3e

 
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Paumari


I Paumari sono un gruppo etnico del Brasile che ha una popolazione stimata in circa 1559 individui (2010).[1] Parlano la lingua Paumari (codice ISO 639: PAD) ma molti componenti di questo gruppo parlano anche il portoghese. Sono principalmente di fede animista. Denominazioni alternative: Purupurú.


Insediamenti

Conosciuti anche come "i nomadi del Purus", i Paumari vivono nello stato brasiliano di Amazonas, in 3 villaggi, situati nei pressi del fiume Purus. Costruiscono le abitazioni su zattere galleggianti chiamate flutuantes. Sono conosciuti per la loro attitudine a vivere a contatto con l'acqua, i loro habitat principali sono infatti le pianure alluvionali (várzeas), i fiumi e i laghi del bacino del fiume Purus con i suoi affluenti come l'Ituxi, il Sepatini e il Tapauá.[1]
Storia

Secondo alcuni studiosi, sono discendenti di un sottogruppo degli antichi Purupuru, un popolo estinto che ha occupato una regione nei pressi della foce del Purus a di quella dell'Ituxi nel XVIII secolo. I Purupuru furono menzionati nella metà del XIX secolo quali abitanti della regione tra il lago di Jary e il fiume Paraná-Pixuna (affluente di destra del basso Purus) e la foce dell'Ituxi. Un altro sottogruppo estinto dei Purupuru, i Juberi (Jubirí, Yuberí), era situato nella parte bassa del fiume Tapauá, sulle rive del lago Abonini e sulle rive del Purus prima della foce del fiume Mamoriá-Açu. Gli attuali Paumari sono stati menzionati per la prima volta solo nel 1845 dal mercante Manoel Urbano da Encarnação come gruppo di indios sfruttati per la raccolta di drogas do sertão, sostanze ricavate dalla vegetazione della foresta. Nel 1862 il naturalista tedesco Gustav Wallis prese nota di una maloca (capanna) di Paumari alla foce del fiume Jacaré.

I Paumari sono uno dei pochi gruppi etnici che sono riusciti a sopravvivere senza scontri e significative decurtazioni demografiche, oltre che alle esplorazioni dei colonizzatori spagnoli, anche ai periodi del boom del caucciù con relative numerose spedizioni indirizzate alla raccolta di questo lattice tra il XIX e il XX secolo. Negli anni novanta il numero di Paumari è ulteriormente aumentato, arrivando ad oltre 700 unità grazie anche agli aiuti del governo brasiliano che, tra l'altro, ha riscoperto e ridato valore ai modi, usi e lingua di questa etnia. Un censimento del 2010 porta il numero di Paumari a 1559 unità.[1]





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Pemon


I Pemon sono indigeni amerindi che vivono in Venezuela, Brasile e Guyana[1]. La lingua da loro parlata, chiamata Pemon, è una lingua caraibica parlata principalmente in Venezuela, nella regione della Gran Sabana. Altri nomi usati per i lingua madre Pemon sono: Pemong, Arecuna, Aricuna, Jaricuna, Kamarakoto, Camaracoto, Taurepan, Taulipang, Makuxi, Macuxi, Macushi. Secondo il censimento del 2001 vi erano oltre 15.000 che parlavano Pemon in Venezuela.

I Pemon vennero incontrati per la prima volta da gente occidentale nel diciottesimo secolo, che tentarono di convertirli al cristianesimo.[1] La loro società si basa sul commercio ed è considerata decentralizzata.[1] In Venezuela i Pemon vivono nella Gran Sabana limitata dai tepui a sud.[1]

In Brasile (parte settentrionale dello stato di Roraima) e in Guyana i Pemon vengono chiamati Macuxi.


Mitologia

I Pemon possiedono una ricca tradizione di miti, portata avanti fino ai nostri tempi, nonostante ci fu la conversione di molti indigeni al cattolicesimo o al protestantesimo.

Nel pantheon vi sono gli dei che vivono nelle terre erbose in cima ai tepui.[1] Le montagne sono sacre e i mortali non possono salire, in quanto vi sono anche gli spiriti degli antenati chiamati "mawari".[1]

Vi sono miti che descrivono le origini del Sole e della Luna, la creazione dei tepui, e le attività dell'eroe creatore Makunaima e dei suoi fratelli.

La prima persona che si dedicò allo studio della mitologia dei Pemon fu Theodor Koch-Grunberg, che visitò il Monte Roraima nel 1912.





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Pira-tapuya


I Pira-tapuya o Tapuyas sono un gruppo etnico del Brasile e della Colombia.[1]


Lingua

Parlano la lingua Piratapuyo (codice ISO 639: PIR) che appartiene alla famiglia linguistica Tucano. Si fanno chiamare Waíkana.[2]
Insediamenti

Vivono nello stato brasiliano dell'Amazonas e nel dipartimento colombiano di Vaupés. Sono localizzati sul corso centrale del fiume Papuri, nei pressi di Teresita, e sul corso inferiore del fiume Uaupés. Alcuni gruppi sono migrati e vivono sul fiume Negro e a São Gabriel.[2]
Storia
Secondo il monaco spagnolo Gaspar de Carvajal, che partecipò all'esplorazione di Francisco de Orellana nel 1542 lungo il rio delle Amazzoni e ne scrisse un resoconto[3], fra le loro schiere militavano anche delle donne, che gli ricordarono le Amazzoni della mitologia greca, dando così il nome al fiume.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Pira-tapuya

 
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