| Cultura: teatro
Il Perú precolombiano conobbe certamente molte forme di spettacolo, in particolare religioso-coreografiche. Gli spettacoli popolari non cessarono con l'arrivo degli spagnoli, anzi, in vari casi vinti e vincitori collaborarono in invenzioni coreografiche, come per esempio nel 1546 per festeggiare l'ingresso di Pizarro a Lima. Anche gli autos sacramentales vennero presto introdotti in Perú e se nella maggioranza dei casi i testi erano spagnoli (specie di Calderón e della sua scuola), vi fu anche qualche autore locale, come Alonso Hurtado, vincitore nel 1563 di un concorso in occasione del Corpus Domini, con un Auto de la gula. La prima commedia profana spagnola venne rappresentata a Guayaquil nel 1568; la prima commedia di Lope de Vega fu data a Lima nel 1599. Collezioni di commedie, stampate appositamente per l'America, cominciarono a giungere in Perú nel 1565, quando cioè il teatro era nato da poco nella stessa Spagna. Le compagnie teatrali venivano dalla Spagna, con un repertorio già formato. Tuttavia si ebbero anche autori locali che usarono le lingue indigene per rappresentazioni destinate al popolo. Tra essi il poeta meticcio Juan de Espinosa Medrano, detto el Lunarejo, che compose in quechua l'auto Il figliuol prodigo e in spagnolo il dramma biblico Amar su propia muerte. Dal 1559 Lima ebbe un teatro stabile, il Coliseo (le rappresentazioni precedenti si erano svolte all'aperto, nelle chiese, nei conventi, in palazzi nobiliari, ecc.), per merito della compagnia spagnola di Francisco López e Isabel de los Ángeles. Ebbero così impulso le manifestazioni sceniche, che si susseguirono grazie anche all'estro di autori locali quali Diego Mejía de Fernangil, Lorenzo de las Llamosas (ca. 1665-dopo il 1705), Juan del Valle Caviedes, che espresse la propria vena comico-satirica in brevi lavori come l'Entremés del amor alcalde, il Baile del amor médico e il Baile del amor tahur, Pedro de Peralta Barnuevo, autore di intermezzi, balli, di una commedia musicale (Triunfos de amor y poder, 1711), una commedia calderoniana (Afectos vencen finezas) e della tragedia Rodoguna, derivata da Corneille. Nel 1680 era intanto sorto a Lima il Teatro Principal, per cui scrissero, tra gli altri, Antonio de Solis, Gregorio de Villalta y Núñez, Manuela Carrillo de Andrade y Sotomayor, Francisco del Castillo. Per tutto il sec. XVIII Lima continuò a essere una città teatrale; nella seconda metà del secolo dominò nella sua vita sociale una famosa attrice, Micaela Villegas, detta la Perricholi, protetta dal viceré Manuel de Amat, che recitò al Teatro Principal (distrutto dal terremoto del 1746 e ricostruito nel 1760) e al Coliseo (fatto riedificare nel 1788 dall'attrice e dall'impresario Fermín Vicente Echarri che affidarono l'incarico all'architetto italiano Pellegrino Turchi). Perfino viceré, come il marchese di Castell-dos-Rius, e frati, come Francisco del Castillo Andraca, composero farse, intermezzi e balli. Anche Félix de Alarcón, Jerónimo de Monforte, autore della divertente farsa El amor duende e Jerónimo Fernández de Castro contribuirono alla fioritura del teatro. Anche in alcuni centri minori si ebbe una vita teatrale: ad Arequipo sorse nel 1790 un Coliseo; a Callao, dove già nel 1595 aveva recitato una compagnia di attori nomadi, si diedero rappresentazioni sulla piazza o in teatri improvvisati; intorno al 1780, durante un'insurrezione antispagnola, fu rappresentato presso Cuzco il dramma indigeno Ollantay. Dopo la proclamazione dell'indipendenza fiorì la commedia vera e propria, libera dai vincoli d'omaggio a viceré e governatori, grazie soprattutto a Felipe Pardo y Aliaga e Manuel Ascensio Segura, ricca di forza comica e di icastica vivacità nella resa di costumi ed espressioni popolari di Lima. Nel corso del sec. XIX il teatro, per le convulse vicende del Paese, decadde e drammaturghi dotati preferirono andarsene dal Perú. Così non si ebbero quasi autori romantici e un certo risveglio teatrale si ebbe soltanto con il realismo, tra la fine del secolo e la prima guerra mondiale. Fra i drammaturghi del Novecento si ricordano Felipe Sassone (1884-1959), che operò soprattutto in Spagna; il poeta L. Yerovi (1881-1917), Percy Gibson Parra, Juan Ríos (n. 1914-1991), Bernardo Roca Rey (n. 1918), il notevole Sebastián Salazar Bondy, autore di No hay isla feliz (1954) e animatore anche del teatro di marionette; e fra i più giovani, Julio Ortega (n. 1942), poeta e saggista, il cui Teatro (1965) contiene alcuni testi di sicura forza drammatica. L'antica tradizione iberica e meticcia è tuttora viva. Gruppi studenteschi e sperimentali si dimostrano attenti alle esperienze più nuove e concorsi annuali indetti dalla Escuela Nacional de Arte Escénico fanno conoscere autori nuovi. Centro della vita teatrale è sempre Lima, con il Teatro Municipal, per la lirica e per la prosa, il Teatro Manuel A. Segura, destinato soprattutto alle rappresentazioni drammatiche, il Club de Teatro e il Teatro de la Cabana, sede della Scuola d'arte drammatica.
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