IL FARO DEI SOGNI

I Gonzaga

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I ritratti gonzagheschi della collezione di Ambras




Una serie di ritratti in miniatura di esponenti della famiglia Gonzaga è custodita nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.


Essa prende nome e proviene dal castello di Ambras di Innsbruck, in Austria e fu voluta da dall'arciduca Ferdinando II d'Austria, noto collezionista di ritratti e di armature.

La pinacoteca venne incrementata dalla seconda moglie del nobile, Anna Caterina Gonzaga, figlia del duca di Mantova Guglielmo.


La raccolta presenta sia personaggi appartenuti al ramo principale che rappresentanti dei rami cadetti della dinastia.

Dei trentatré ritratti, eseguiti da pittori di corte, cinque appartengono alla linea primogenita (tra i quali Guglielmo e Vincenzo Gonzaga), sei della linea di Guastalla, quattro della linea di Vescovato, otto della linea di Sabbioneta e Bozzolo, cinque del ramo di Luzzara e cinque del ramo di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino.


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Gli Ordini cavallereschi



A testimonianza della loro grande fede religiosa, i Gonzaga istituirono numerosi ordini cavallereschi:



-Ordine del Cordone Giallo, istituito da Ludovico Gonzaga-Nevers nel 1580;

-Ordine militare del Sangue di Gesù Cristo, istituito da Vincenzo I Gonzaga nel 1608;

-Ordine della Immacolata Concezione, istituito da Ferdinando Gonzaga nel 1623:

-Ordine delle dame di Maria Elisa, istituito da Alessandro Gonzaga, principe di Castiglione nel 1847.

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Le zecche dei Gonzaga



Anche i Gonzaga, al pari di tutte le più importanti dinastie europee, ebbero il privilegio di battere moneta.

Dopo la cacciata dei Bonacolsi i primi signori di Mantova a battere moneta furono Luigi Gonzaga e il figlio Guido (1328-1369).


Ludovico III Gonzaga nel 1444 vide invece per primo il proprio ritratto coniato su una moneta e, seguendo il prestigio e l'importanza delle casate più importanti, iniziò la coniazione di monete auree.

Nella prima metà del Cinquecento iniziò ad operare anche la Zecca di Casale Monferrato, in occasione del matrimonio di Federico II Gonzaga con Margherita Paleologa (1531).

Con la decadenza della dinastia nel 1626, regnante Vincenzo II e la perdita di potere politico, anche la Zecca di Mantova entrò in declino. L'ultimo esponente a battere moneta fu il decimo e ultimo duca Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, cacciato per fellonia da Mantova nel 1708.

Dalla metà del Cinquecento in poi nel territorio dello Stato gonzaghesco nacquero le "zecche minori" di Bozzolo, Castiglione, Guastalla, Novellara, Pomponesco, Rodigo, Sabbioneta, San Martino e Solferino.

220px-Mantova_ducatone_di_vincenzo_I_gonzaga_1595


Ducatone di
Vincenzo I Gonzaga, 1595.

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La cucina dei Gonzaga



I Gonzaga sono anche ricordati per l'arte della cucina, definita da molti “di principi e di popolo”, perché hanno saputo coniugare piatti tipicamente popolari (esempio, la polenta fritta spolverata di zucchero) con piatti decisamente più elaborati, vanto dei numerosissimi cuochi che si sono alternati alla loro corte.

Essi hanno saputo lasciare un'impronta nella gastronomia italiana, data dai prodotti ricavati dalla fertilità della loro terra (grano e riso soprattutto) e dall'importanza delle loro corti.

Il fasto della cucina gonzaghesca seguì di pari passo il declino della famiglia.

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Le ragioni del successo dei Gonzaga



I motivi che portarono la famiglia Gonzaga a primeggiare per 400 anni si possono riassumere in alcuni fattori chiave.[1l


-La ricchezza

I Corradi-Gonzaga, al momento del loro insediamento nella città di Mantova, potevano contare su di un ingente patrimonio. Disponevano infatti di circa 25.000 biolche di terra,[105] la maggior parte coltivata a grano e, agl'inizi del Cinquecento, le loro terre erano circa un decimo di tutto il ducato mantovano.

Alla morte del duca Guglielmo, si scoprì la sua fortuna colossale, costituita anche da due milioni di monete d'oro.

Grazie ai Gonzaga, Mantova divenne una città ricchissima, assai popolosa e all'avanguardia nelle arti e nella cultura rinascimentale, al pari di Venezia, Firenze e Roma.


-I commerci con Venezia

Le ingenti coltivazioni di grano prodotte nelle campagne gonzaghesche[108] permettevano alla famiglia Gonzaga scambi commerciali con l'altrettanto ricca Repubblica di Venezia dei dogi,[109] il cui ricavato veniva reinvestito nella città lagunare.


-Abili politici

La politica dei Gonzaga fu una tenace e accorta difesa di un continuo equilibrio tra le potenze confinanti: Repubblica di Venezia, Milano, Ferrara e i possedimenti pontifici.

Contarono sulla presenza di ambasciatori, il più famoso dei quali fu Baldassarre Castiglione, presso tutte le corti d'Europa.

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-Le politiche matrimoniali


Grazie alla ricchezza familiare ma anche un'intelligente politica matrimoniale, i Gonzaga riuscirono a rinsaldare i rapporti con l'Impero (Hohenzollern), la Spagna (D'Avalos), il Mezzogiorno d'Italia (Carafa, Caracciolo, Pignatelli) e con le famiglie più in vista del tempo (Borromeo, Gambara, Malaspina, Este, Bentivoglio, Malatesta, Ordelaffi, Orsini, Colonna, Medici, da Montefeltro, Paleologo).


I signori di Mantova furono alla guida di un complesso di piccoli Stati regionali che si estendevano dal Nord Italia alla Francia, al meridione d'Italia.



-Le parentele imperiali

Le accorte politiche matrimoniali dei Gonzaga permisero di stringere parentele anche con la casa imperiale.


-Gianfrancesco Gonzaga aumentò il prestigio della casata volendo come sposa nel 1433 per il primogenito Ludovico la nobile tedesca Barbara di Brandeburgo, nipote dell'imperatore Sigismondo.


-Francesco III Gonzaga sposò nel 1549 la nipote di Carlo V, Caterina d'Austria, figlia dell'imperatore Ferdinando I e Guglielmo Gonzaga nel 1561 prese in sposa un'altra figlia dell'imperatore, Eleonora.


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-Anna Caterina Gonzaga, nel 1582, andò in sposa a Ferdinando II d'Austria, secondo figlio maschio di Ferdinando I.


-Eleonora Gonzaga divenne imperatrice del Sacro Romano Impero sposando nel 1622 Ferdinando II e sua nipote Isabella Clara d'Austria si unì in matrimonio nel 1649 con Carlo II di Gonzaga-Nevers.


-Le parentele imperiali terminarono con il matrimonio celebrato nel 1651 tra Ferdinando III ed Eleonora Gonzaga-Nevers, che divenne la seconda imperatrice della casata dei Gonzaga.

-Grandi mecenati


I Gonzaga furono dei mecenati illuminati che riuscirono ad attirare in varie epoche presso la loro corte alcuni tra i più grandi artisti italiani ed europei.

Con Ludovico III, Andrea Mantegna fu nominato pittore di corte e Leon Battista Alberti iniziò l'edificazione della Basilica di Sant'Andrea. Con Isabella d'Este, marchesa consorte di Francesco II, nel 1490, fece di Mantova uno dei più grandi centri del collezionismo d'arte.

Con Federico II, Giulio Romano costruì Palazzo Te.


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Vincenzo I fu uno dei più importanti collezionisti del tempo e Rubens accettò l'incarico di pittore di corte, conservando tale carica fino alla fine del suo soggiorno italiano.

Ferdinando accolse alla sua corte il pittore fiammingo Van Dyck, Domenico Fetti, Carlo Saraceni e Francesco Albani, che decorò per il duca Villa Favorita.



-Cardinali e vescovi

La dinastia poté contare anche sulla influenza nel casato di 14 cardinali e di 13 vescovi,[118] cinque dei quali nella sola diocesi di Mantova. Già nel 1418 Gianfrancesco Gonzaga ospitò a Mantova per alcuni mesi papa Martino V e Ludovico nel 1459 ospitò per otto mesi papa Pio II in occasione del concilio, che pose Mantova al centro dell'Europa.

Il cardinale Ercole Gonzaga, nel conclave del 25 dicembre 1559, per solo cinque voti non divenne papa.



-Le condotte militari

Le fortune della famiglia furono legate anche alle condotte militari, inaugurate con Gianfrancesco Gonzaga, primo marchese di Mantova, nel 1410.

Militando come capitano prima sotto le bandiere di Venezia e poi di Milano, egli ampliò i confini dello stato gonzaghesco con i territori che ricevette in cambio dei propri servizi militari.

La sopravvivenza del piccolo stato si legava fortemente alla sua capacità di offrire forze e competenze militari alle potenze maggiori in cambio di protezione.

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-Gli Ebrei


La comunità ebraica di Mantova sorse intorno all'anno 1145.

I Gonzaga incoraggiarono l'immigrazione ebraica in tutto il loro stato, finalizzata anche ad ottenere immediati interessi economici dai banchieri ebrei esercitanti, tramite i banchi feneratizi, il prestito di denaro ad interesse.

Ebbero notevoli aiuti nei momenti di crisi ricevendo cospicui prestiti che spesso non venivano restituiti.



-Feudo imperiale

La definitiva consacrazione gonzaghesca, feudo del Sacro Romano Impero dal Medioevo, si ebbe al tempo del ducato, quando l'imperatore Carlo V concesse il titolo di duca a Federico II Gonzaga nel 1530.

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Decadenza dei Gonzaga



Con Vincenzo I iniziò il declino della famiglia Gonzaga.

Il quarto duca di Mantova, a differenza del padre Guglielmo, volle creare una corte sfarzosa e andò incontro a spese ingenti per le imprese militari contro i turchi e per la realizzazione della cittadella fortificata di Casale, ducato controllato dalla famiglia mantovana.

Vincenzo si vide costretto ad aumentare le imposte a carico dei sudditi e a cedere molte terre creando dei feudi a favore di molte famiglie.

Le rendite della famiglia diminuirono sensibilmente con Ferdinando Gonzaga, VI duca di Mantova, tanto che, per ripianare parte dei debiti che la famiglia aveva contratto, iniziò la vendita della famosa collezione di opere d'arte accumulata dai Gonzaga nel tempo.


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La situazione si aggravò ulteriormente con Vincenzo II Gonzaga, ultimo erede maschio del ramo principale di Mantova.

Costui proseguì la vendita della collezione d'arte, la Celeste Galeria, al re d'Inghilterra Carlo I.

Al fine di assicurare la discendenza alla dinastia, morto Vincenzo II senza eredi, venne scelto Carlo I di Gonzaga-Nevers, nonostante il parere contrario dell'imperatore, che scatenò la Guerra di successione di Mantova e del Monferrato.

L'avvento del ramo collaterale della famiglia nel 1627 resterà nella storia come il più brutto periodo della storia di Mantova.

La città nel 1629 venne assediata e saccheggiata da un esercito di lanzichenecchi, che diffusero anche la peste, e l'avvento di questo flagello decimò la stessa famiglia Gonzaga.


Carlo I fu costretto ad abbandonare Mantova e rientrò solo nel 1631, chiedendo l'aiuto della Repubblica di Venezia per i beni di prima necessità.


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Con l'avvento di Carlo II di Gonzaga-Nevers, inizialmente sotto la reggenza della madre Maria Gonzaga, il destino dei Gonzaga era oramai segnato.

L'ultimo duca, Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, succeduto nel 1665 nella guida di Mantova, ma poco incline a curare gli affari di Stato, fu accusato di fellonia e riparò a Padova dove morì nel 1708.

Venne dichiarato decaduto dall'imperatore ed ebbe inizio la dominazione austriaca, terminando di fatto la dominazione gonzaghesca durata ininterrottamente per 400 anni.


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Edifici religiosi e luoghi di sepoltura dei Gonzaga a Mantova




Diversi furono i luoghi di culto voluti dai signori di Mantova, più per prestigio personale che per convinzioni religiose e molti vennero scelti dalla famiglia per le loro sepolture:

Chiesa di San Francesco, cappella di San Ludovico, fu il primo mausoleo dei Gonzaga
Santuario delle Grazie, voluto da Francesco I, fu anche luogo di sepoltura
Chiesa di Santa Maria della Vittoria, voluta da Francesco II
Chiesa di San Sebastiano, voluta da Ludovico III
Chiesa di Santa Paola, voluta da Gianfrancesco, fu anche luogo di sepoltura
Chiesa di Sant'Orsola, voluta da Margherita
Basilica palatina di Santa Barbara, fatta erigere da Guglielmo, fu anche luogo di sepoltura
Basilica di Sant'Andrea, voluta da Ludovico III, fu anche luogo di sepoltura
Cattedrale di San Pietro, luogo di sepoltura


220px-Mantova-Basilica_Palatina_di_Santa_Barbara1

Mantova, Basilica palatina di Santa
Barbara

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Altre famiglie Gonzaga




Altre famiglie portarono il nome Gonzaga senza appartenere a nessun ramo della casata.

Infatti i primi marchesi della famiglia Gonzaga erano soliti premiare i servitori più fedeli con la concessione di affiancare il cognome Gonzaga a quello originale.

Alcune di queste famiglie sono tuttora fiorenti.

Per concessione:

Arrivabene-Valenti Gonzaga, i cui esponenti furono i conti Carlo Arrivabene Valenti Gonzaga, deputato, e i figli Silvio e Giberto, entrambi senatori del Regno d'Italia;
Bevilacqua-Gonzaga, con il marchese Antonio Bevilacqua;

Boschetti-Gonzaga, con il conte Giacomo Boschetti, per concessione nel 1494 di Francesco II Gonzaga;[132]
Buzzaccarini-Gonzaga, con il marchese Antonio Buzzaccarini per concessione nel 1706 del duca Ferdinando Carlo;
Calvisani (Calvisano)-Gonzaga, con Giovanni Maria, capitano al servizio di Francesco II Gonzaga e perì nella battaglia di Fornovo;

Candida-Gonzaga, con lo storico Berardo Candida Gonzaga;

Cauzzi-Gonzaga, con Francesco Cauzzi Gonzaga ed Emilia Cauzzi Gonzaga, figlia naturale del V marchese Federico II;

Fedeli-Gonzaga, con Marco Fedeli Gonzaga, vescovo di Mantova dal 1574 al 1583;

Filangieri di Candida-Gonzaga, con Antonio Filangieri di Candida Gonzaga (1868-1916), figlio di Berardo Filangieri di Candida Gonzaga, che fu autorizzato con r.d. 15 dicembre 1859 a riassumere l'originario cognome Filangieri e ad aggiungere quello Gonzaga;

Gonzaga-Myszkowski, con Zygmunt Gonzaga Myszkowski, nobile polacco, che venne adottato nel 1597 dal duca Vincenzo Gonzaga;

Guerrieri-Gonzaga, i cui esponenti principali furono Cesare Guerrieri Gonzaga, cardinale, Carlo Guerrieri Gonzaga, senatore del Regno, e Anselmo Guerrieri Gonzaga, giornalista, patriota e deputato al Parlamento;
Nembrini-Gonzaga, con Carlo Nembrini (?-1677) vescovo di Parma, con il conte Carlo Nembrini (1667-1704)[N 7] che fu consigliere di stato del duca Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers e con il cardinale Cesare Nembrini Gonzaga;

Pico-Gonzaga, con il nobile Giovanni Antonio Pico di Casale, che nel 1495 ottenne di affiancare al suo cognome quello dei Gonzaga e l'aggregazione (quindi l'adozione) alla casa Gonzaga.

Nel 1680 Giovanni Antonio Pico Gonzaga ottenne dal duca di Mantova e di Monferrato Ferdinando Carlo l'elevazione del feudo dove insisteva il castello di Uviglie, a Rosignano Monferrato, in contea;

Spagnoli-Gonzaga, con Tolomeo Spagnoli, che ottenne da Francesco II Gonzaga, divenendo suo segretario, di unire al suo cognome quello della Casata;

Valenti-Gonzaga, i cui esponenti principali furono Odoardo Valenti Gonzaga, ambasciatore del duca Carlo II presso la Repubblica di Venezia e cavaliere dell'Ordine del Redentore, Silvio Valenti Gonzaga e Luigi Valenti Gonzaga, entrambi cardinali.

Teresa Valenti Gonzaga (1793-1871), sposando il conte Francesco Arrivabene, diede origine alla famiglia Arrivabene Valenti Gonzaga.



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Per matrimonio:



Gonzaga-Colonna, con Luigi Gonzaga "Rodomonte", che sposò Isabella Colonna, e il loro figlio Vespasiano, duca di Sabbioneta;

Catalano-Gonzaga, con Andrea Catalano, duca di Cirella e Grisolia, che nel 1666 sposò Diana Gonzaga del ramo cadetto di Novellara;

Colloredo-Gonzaga, con Eleonora Gonzaga (1699-1779), figlia di Ottavio Gonzaga principe di Vescovato che nel 1721 sposò il conte Carlo Ludovico Colloredo;

Gonzaga-Parédes, con Vespasiano Gonzaga-Guastalla, che sposò in Spagna María Inés Manrique de Lara (m. 1679), X contessa di Paredes de Nava;

Grimani-Gonzaga, con Antonio Grimani, nobile veneziano, e Elena Gonzaga, figlia di Ludovico Francesco Gonzaga, quarto marchese di Palazzolo;

Pignatelli-Gonzaga, con Maria Luigia Gonzaga (1726-1773), figlia di Francesco, II duchessa di Solferino, sposò Joaquin Anastasio Pignatelli de Aragon y Moncayo (1724-1776), V marchese di Mora;

Rossi-Gonzaga, con Camilla Gonzaga, figlia di Giovanni Gonzaga, che nel 1523 sposò Pier Maria III de' Rossi, marchese di San Secondo;

Scotti-Gonzaga, con Luigia Gonzaga, figlia di Francesco I di Novellara, che alla fine del Quattrocento sposò Giovanni Maria Scotti, conte di Vigoleno.


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