| Un ultimo particolare, che vale la pena di notare, è quello relativo alla prescrizione delle «stellette» sul bavero delle divise militari italiane. Si ispirano esse alla simbologia massonica, come sostenevano i vecchi «clericali», oppure l'adozione delle stellette ha altri significati che nulla hanno a che vedere con la Massoneria? Le stellette militaristellette a cinque punte furono prescritte nel 1871, con una serie di provvedimenti diligentemente rievocati dalla rivista Storia illustrata. Per l'autore della citata pubblicazione, che rispondeva alla domanda se le stellette avessero relazione con lo «Stellone» e se questo è il «simbolo della nazione», non è ravvisabile alcun collegamento: «Circa l'origine, si ritiene che la scelta della "stella" non abbia un particolare significato [...]. Una donna formosa, con una stella in fronte o sulla corona portata sul capo, era comune nelle figurazioni dell'Italia nell'800. È naturale che quella stella, che, per essere generalmente vistosa suggerì il vocabolo "stellone", sia assurta a simbolo delle fortune d'Italia. Troviamo la "stella" anche nello stemma della Repubblica. Possiamo quindi riconoscere, in questo segno di uso ormai centenario, un "simbolo" della continuità della nazione» 261. Che le stellette dei nostri soldati non abbiano alcun «particolare significato», non ci pare, tuttavia, del tutto pacifico. Intanto, è bene notare che le varie prescrizioni delle stellette furono emesse quando era Ministro della Guerra il Generale Cesare Ricotti-Magnani (1822-1917). Padre Rosario Esposito conferma che il Ricotti-Magnani era massone. Aveva, infatti, soppresso i Cappellani Militari, la Messa festiva e «sostituì la croce di Savoia con la Stella massonica nelle uniformi dell'esercito» 262. Certamente, qualche dubbio può sorgere, per quanto non decisivo, se si pensa al significato che, già prima del 1871, aveva assunto la parola «stellone». Alfredo Panzini (1863-1939), nel suo Dizionario Moderno 263, alla voce «Stellone», dice: «Lo stellone d'Italia, cioè la meravigliosa fortuna che assistette l'Italia nella storia del suo Risorgimento. Si dice anche: "Speriamo nello stellone"!, ossia nella fortuna della Patria; e si suole dire quando non si trovano argomenti più validi a bene sperare. Risale alle figurazioni simboliche dell'Italia sormontata dalla stella di Venere».
Il deciso parere che le «stellette» siano un «regalo massonico», è chiaramente espresso dalla S\ Maria Rygier (1885-1953), della Loggia Le Droit Humain, nel suo volume La Franc-Maçonnerie Italienne devant la guerre et devant le Fascisme («La Massoneria italiana di fronte alla guerra e di fronte al fascismo»). Citiamo, in una nostra traduzione: «La Massoneria ha dato all'Italia il suo tesoro più prezioso: illoggia mista le droit humain Pentagramma sacro, e ha voluto che la Stella fiammeggiante fosse messa in mostra sull'uniforme dei soldati, indubbiamente perché la virtù magica del sangue, versato per la Patria, vitalizzasse l'augusto Pentacolo» 264. Perché, «in materia tanto grave», la sua «interpretazione personale potrebbe sembrare insufficiente», si riferisce «all'alta competenza massonica di F\ Giosuè Carducci», del quale cita alcuni versi della poesia Scoglio di Quarto: «In quel vespero/ del cinque maggio [...]/ E tu ridevi, Stella di Venere/ Stella d'Italia». E poi commenta: «I competenti di scienze esoteriche sanno benissimo che la Stella di Venere, detta anche "Stella di Lucifero", quando sorge al mattino, è, precisamente, la Stella delle Iniziazioni. È proprio quella che [...] brilla sulla fronte degli Adepti, nell'ora della suprema Illuminazione, della liberazione indicibile. È l'anima stessa dell'Italia che sembra racchiusa, da una congiura potente, in questa Stella, che i nostri pittori e scultori mettono sulla testa dei simulacri della Patria; che, in pieno regime fascista, è illuminata, nei giorni di festa, sulle facciate o le sommità degli edifici pubblici, più in alto che i fasci littori; ma che nessun civile, sia donna che ragazzo, ha il diritto di mettere sul suo vestito» 265. E ancora: «L'Italia, infatti, circonda di un rispetto tanto geloso, di una volontà di possesso tanto esclusiva, il sacro Pentagramma, che, quando, nel 1918, formò le legioni straniere con prigionieri cechi, polacchi o rumeni che domandavano di combattere sotto le sue bandiere, essa permise loro di scegliere quel corpo scelto che desideravano, ma rifiutò loro le stellette, che solo i suoi figli hanno il privilegio di bagnare col proprio sangue» 266.
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