| Annotazioni al testo
^ L'opposizione di Poseidone è dovuta al fatto che Odisseo gli ha accecato il figlio Polifemo. ^ Atena in questo passo predice a Telemaco il futuro, affermando che suo padre non è morto ma che vaga per il mare, impedito da "gente selvaggia". Ciò non è vero, poiché al tempo suo padre si trovava sull'isola di Ogigia dalla ninfa Calipso. ^ I consigli dati da Atena al suo giovane anfitrione sono espressi in modo non chiaro e apparentemente contraddittorio. Atena afferma che nel caso Odisseo ritorni sarà questi a farsi vendetta. Nel caso, in contraddizione col vaticinio, non debba tornare, avverrà dell'altro: cacciati i pretendenti e rimandata sua madre a casa del padre di lei, non avute notizie del padre e potendone quindi certificare la morte, dovrà trovare un nuovo marito alla madre e uccidere i pretendenti. ^ Solo in questo frangente Telemaco "attonito in cuore" comprende di essere stato di fronte a una presenza divina. ^ Il concetto di pretendente assume in questo ambito un significato particolare. Ammesso che la dignità regale non passasse per via direttamente ereditaria, nonostante la presenza in patria di Odisseo avrebbe agevolato per suo figlio la salita al trono, in assenza del padre si apre una vera e propria lotta per la successione. Le vie per salire al trono potevano essere molteplici e la loro natura non è nota alla perfezione. Certamente, nonostante il verdetto potesse forse essere espresso dall'assemblea o vi potesse essere addirittura una lotta armata per la successione, l'essere marito della regina avrebbe agevolato la salita al trono. Lo stesso Odisseo, dopo vent'anni di assenza, non avrebbe più potuto rivendicare il trono (confermato in II, 246-251 da Leocrito). ^ I Proci in sede di banchetto si comportano in modo immorale e sono per ciò criticati da Atena. ^ Egizio è un anziano, ritenuto saggio: egli aveva quattro figli, dei quali uno morto con Odisseo poiché ucciso dal Ciclope, un altro che viveva come pretendente di Penelope tra i Proci e due che gli erano fedeli. Egizio ricorda come da quando se ne fosse andato Odisseo mai fosse stata raccolta l'assemblea, simbolo del crollo delle istituzioni. ^ Penelope aveva infatti promesso che avrebbe preso marito appena avesse completata la realizzazione di una tela che avrebbe fatto da sudario per Laetre, anziano padre dello sposo che sperava sarebbe presto ritornato vivo in patria. In virtù di questa speranza per allungare il tempo di realizzazione dell'opera nottetempo continuava a disfarla. Dopo che una donna a lei vicina aveva informato i pretendenti di questo fatto, era stata costretta a finirla contro la sua volontà. Questa questione è ripresa con le medesime parole pure in XIX, 130-161 da Penelope, e in XXIV, 128-150 dal fantasma di Anfimedonte. ^ Si tratta di due aquile che, venendo da un monte non precisato, si mettono a lottare proprio sopra l'assemblea. ^ Si verifica in questo frangente un profondo anacronismo. Ai tempi in cui era ambientato il poema, era uso fossero i pretendenti ad offrire doni, come più volte ricordato nei testi omerici. In questi passi, sembra sia già stata introdotta l'usanza secondo la quale è la famiglia d'origine ad offrire doni. ^ Aliterse è un anziano indovino, che prima della partenza di Odisseo gli aveva pronosticato il ritorno dopo vent'anni, previe molte avventure che avrebbero causato la perdita di tutti i compagni. ^ È particolare il concetto d'eredità nel caso dei sovrani ellenici, per i quali i beni personali erano nettamente separati da quelli della corona. Se questi ultimi passeranno direttamente al successore, quelli privati di Odisseo sarebbero invece lasciati senza un padrone nel caso della morte di Telemaco, ipotizzata da uno dei pretendenti durante il prossimo viaggio in mare. Euriclea prontamente afferma che però potrebbe essere anche una morte programmata per mezzo di un attentato, come poi infatti i pretendenti tenteranno di fare. ^ Le modalità colle quali Nestore interroga il suo ospite sono uguali a quelle usate dal Ciclope per Odisseo (IX, 252-255); nella presentazione non si dà una connotazione negativa all'attività della pirateria, al contrario di quanto in XIV, 85-88. ^ Questa necessità era dettata dal fatto che Aiace Oileo aveva usato violenza nei confronti della sacerdotessa di Atena Cassandra. Questa storia non è descritta se non in fonti posteriori, una veloce allusione è presente in IX, 502. ^ Il personaggio che doveva farle la guardia era un aedo; da ciò si può dedurre che in epoca micenea questa categoria godesse di una reputazione superiore a quella che ebbe in un secondo momento. ^ Considerati i diffusi contatti marittimi dei Micenei cogli altri popoli che abitavano le sponde del Mediterraneo, lo svolgersi dei viaggi di Menelao in Oriente potrebbe essere letto come un'allusione a quelli. ^ Antiloco era morto in guerra cercando di difendere il padre, ucciso da Memnone, re degli Etiopi, a sua volta fatto perire per mano d'Achille. Questi eventi erano narrati nell'Etiopide, poema epico del ciclo troiano andato poi disperso, attribuito dalle fonti a Arctino di Mileto. ^ Il racconto di Elena apre una questione mai pienamente risolta nell'ambito dell'epica antica, ossia quella della moralità presente o meno nelle scelte di questa. Se l'Iliade non contiene aperte accuse nei confronti della donna, sovente presentata come strumento passivo della volontà di Afrodite e ricordata nel tradizionale proemio come oggetto di un ratto, nell'Odissea Elena riconosce una propria colpa e parallelamente ammette di essersi ravveduta via via che gli anni di soggiorno ad Ilio passavano. Il successivo discorso di Menelao tende però a smentire quanto sostenuto da Elena. ^ La descrizione dell'ambiente nel quale sarebbe morto Menelao offre un richiamo a quello dei Campi Elisi o Isole dei Beati, citate pure da Esiodo in Le opere e i giorni, a 166-173. L'idea antica dell'immortalità degli eroi, esseri semi-divini, è estranea alle credenze omeriche. ^ Curioso è il ruolo della figura di Laerte nel poema, poiché rimane sempre un personaggio secondario a dispetto delle sue dignità sociale ed età; dato che non si parla del suo passato e del perché abbia abdicato, è probabile che sia una recente introduzione nella narrazione. ^ Si ritiene che l'inserimento nell'intreccio di questo episodio sia frutto dell'intervento di una seconda figura successiva all'autore originale, identificabile o con chi unì la Telemachia col resto del poema o con un rapsodo che inventò questi passi per poter narrare i canti V-XXIV separatamente dai precedenti, poiché 1) questo brano appare speculare a quello presentato in I, 22-95 2) molte parole sono riprese da altri passi dell'opera (II, 230-234; IV, 557-560, 700-702). ^ Riassumendo nel dialogo brevemente Ermes gli eventi relativi e successivi alla battaglia combattuta presso Ilio, allude a una ipotetica ira di Atena nei confronti di Odisseo. Questo fatto, in contrasto coi continui aiuti forniti dalla dea all'eroe, appare come un'arbitraria ed inesatta applicazione del motivo generale giustificante le disgrazie che colpirono gli eroi achei durante il loro ritorno a casa (III, 135 e segg.; IV, 502). È inoltre noto al lettore omerico fino dal proemio che colui che maggiormente osteggiò il ritorno di Odisseo in patria fu Poseidone, almeno a partire dall'episodio del Ciclope. ^ Per l'identificazione dell'isola di Calipso, se di alcuna utilità sono le indicazioni relative alla durata del viaggio, giacché tutti quelli di Odisseo durano o diciotto, come questo, o nove giorni, sono importanti i nomi delle costellazioni citate, che ci fanno supporre una collocazione nell'estremo occidente. ^ I Feaci, dopo che per un certo periodo di tempo erano rimasti ad abitare vicino ai Ciclopi venendo continuamente da questi depredati, si erano trasferiti sotto la guida del re Nausitoo nell'isola di Scheria: al tempo dell'arrivo di Odisseo il re era Alcinoo. L'isola dei Feaci era stata identificata dai Greci con Corfù, prossima ad Itaca: nonostante nel tempo siano state formulate anche altre teoria, nel poema questa terra è presentata come un luogo fiabesco e fuori dal mondo e non tanto come un posto realmente esistente. Non si dice mai che sia un'isola, ma lo si può dedurre da quanto in VI, 204. ^ Nella veloce descrizione che Nausicaa fa della città dei Feaci, sembra che questa ricalchi lo schema tipico delle colonie ioniche dell'VIII secolo a.C.: al contrario, il palazzo di Alcinoo sembra molto simile alle regge micenee, in palese anacronismo. ^ Questi consigli, ripetuti anche da Atena, lasciano trasparire un chiaro anacronismo consistente nel fatto che al tempo in cui era ambientata l'Odissea nessuna donna in Grecia godeva più di una tanto ampia autorità (provata da quanto fa in VII, 74; XI, 338.): nonostante Alcinoo non sia a lei subordinato, ciò lascia trasparire alcuni riferimenti al mondo miceneo, anacronistici se inseriti nel contesto cittadino vigente tra i Feaci.
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