| Cultura: tradizioni
Estinte quasi completamente le tribù originarie, il loro peso folcloristico permane in un miscuglio di tradizioni spagnole e, più precisamente, criollas. Simbolo ancora vivissimo della tradizione popolare sono i gauchos le cui feste, i rodei, si tengono al tempo della marcatura del bestiame. Ma grande rilievo hanno anche le feste religiose, nelle quali sopravvivono, insieme ai riti della tradizione cattolica spagnola, parecchi motivi pagani. Grandi feste sono dedicate alla Vergine (Vergine della Candelaria, Vergine di Salta, Vergine Nera di San Juan, Vergine di Itatí, Vergine del Rosario nei dintorni di Buenos Aires, Vergine di Luján), a S. Giovanni (con manifestazioni diffuse in tutta l'Argentina) e specialmente alla celebrazione del Natale (interessante la festa del Niño alcalde di La Rioja; suggestiva la pantomima detta Huachi Toro eseguita dai bambini davanti al presepe). Forme tradizionali criollas e pagane ricorrono in occasione di matrimoni e di funerali, infatti la morte è uno dei temi su cui si basa molta parte dei riti folcloristico-spirituali argentini (singolari il funerale dei bambini, velorio angelito, e quello seguito dall'impiccagione del cane del defunto, o “sacrificio del cane nero”, di chiara origine precolombiana); su residui pagani è pure impostata la festa dei morti (offrenda). Come in tutta l'America Meridionale, grande risalto assume il carnevale (chaya), ritenuto festa per eccellenza; nelle sue forme più tradizionali si ritrova specialmente in campagna (caratteristici sono quelli di Tucumán, Catamarca e, principalmente, di Humahuaca). Gli aspetti più vivaci e mutevoli del folclore argentino si riscontrano nelle danze e nella musica, che formano un complesso campionario di varianti regionali (nel Nord-Ovest sono più evidenti le persistenze incaiche). Tra gli strumenti originari sono tipici la quena (flauto di osso o argilla), il sikus (piccolo flauto di Pan) e la caja (piccolo tamburo schiacciato), importati dagli Inca, in epoca precolombiana, dal Perú. Altri strumenti incaici sono tuttora usati in Patagonia, come il kultrun (tamburo ricavato da una zucca ricoperta di cuoio), l'“arco musicale” (ottenuto con un osso teso da una corda e usato un po' come lo scacciapensieri siciliano), il timbal de agua (un vaso di coccio ricoperto di cuoio e contenente acqua), l'erkencho (corno di vacca), il violino chaqueño e la flauta tucumana. Ma lo strumento degli indios più celebre è la maraca. Derivano invece da modelli europei il charango e l'arpa criolla, che si ispirano alla chitarra, strumento tipico del gaucho, per il quale è stato creato un ampio repertorio di canti e danze. Influenze arcaiche si trovano in canzoni come la baguala (al cui nome si è ispirato in anni recenti un prestigioso complesso folcloristico), il triste, la vidala. Mentre l'azione di coreografi e di compagnie di balletto internazionali favorì, a partire dalla seconda metà del sec. XVIII, l'introduzione di espressioni di ogni tendenza e il loro sopravvento sugli sporadici tentativi di autonomia nazionale, assai diversa fortuna ebbe la danza popolare, che nacque dall'incontro fra la tradizione indigena india e l'apporto della cultura occidentale, prevalentemente spagnola, e che ha le sue più tipiche manifestazioni nella cueca, nella mariquita, nella criolla (derivata dalla fusione di elementi della danza spagnola e del folclore gaucho) e, soprattutto, nel tango argentino. Altre danze diffusissime sono la zamba, il bailecito, l'escondido, la chacarera, il gato (ballo tipico del gaucho), il carnavalito (di origine incaica), il malambo (danza maschile e individuale), il cielito (controdanza tipica dei criollos), il pericón, la media caña. L'influenza della musica nera si trova nella habanera, nella polka, in balli di origine brasiliana e nel già citato tango argentino, a cui è necessario associare i nomi di almeno un compositore che ne ha segnato la storia, Astor Piazzolla (1921-1992), e di un cantante, Carlos Gardel (1890-1935), divenuto leggenda nazionale (nel 2003 l'UNESCO lo ha inserito nella lista del patrimonio intangibile dell'umanità). Le fogge del vestire presentano persistenze folcloristiche criollas secondo le regioni, ma base dell'abbigliamento, principalmente nelle zone rurali, è ancora il poncho, di origine precolombiana, come le ojatas (sandali femminili); nelle aree urbane è pressoché ormai predominante la moda occidentale. Nella gastronomia è dominante la presenza di piatti criollos con varianti regionali; fra i più tipici l'asado con cuero e empanadas, ma la carne in ogni sua forma e preparazione è diffusissima; tra i dessert gli alfajores, con dulce de leche o marmellata, e il rinomato gelato. La bevanda più diffusa è il mate (bevuto nella boccia forata detta bombilla); seguono la caña, la chicha e la aloja (tutte bevande alcoliche); caffè e infusi vengono consumati in qualsiasi momento della giornata. Apprezzati all'estero anche molti vini, soprattutto della zona di Mendoza. Tra i passatempi e gli sport più amati ci sono il calcio (argentino è Diego A. Maradona), il rugby (i pumas argentini sono fra le nazionali più forti), la pallacanestro, il tennis, i rodeo.
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