| Cultura: cinema
Per decenni la produzione cinematografica australiana più nota è stata quella documentaristica (L’angolo più remoto del mondo, 1953, di John Heyer, sull'odissea di un camion postale; Il popolo del deserto, 1967, di Ian Dunlop, straordinario saggio etnografico sugli ultimi aborigeni), anche perché di impianto documentario era il primo film del secondo dopoguerra internazionalmente conosciuto: The Overlanders (1946), su una trasmigrazione di bestiame nel periodo bellico, firmato però dall'inglese Harry Watt. Invece un cinema a soggetto era esistito dai primordi: dal 1899, in cui fu addirittura prodotto in Australia il primo lungometraggio della storia del cinema (I soldati della Croce), al 1919 in cui uscì Il tipo sentimentale, una commedia del pioniere Raymond Longfort contro l'ubriachezza. Per decenni però la pressione culturale, ma specialmente economica, angloamericana aveva bloccato lo sviluppo produttivo nazionale, tanto che, pur essendo dotato d'una notevole rete di sale e di una frequenza di pubblico tra le più alte del mondo, il Paese sembrava accontentarsi dei prodotti stranieri. Negli anni Settanta, grazie soprattutto all'Italia, i film australiani approdarono in Europa: nel 1975 Taormina premiò Domenica, troppo lontano di Ken Hannam sui tosatori di pecore, nel 1976 Picnic a Hanging Rock di Peter Weir, suggestivamente ambientato in un collegio femminile inizio secolo, nel 1978 Fronte delle notizie di Phil Noyce su un ventennio di cinegiornalismo; nel 1980 Sorrento dedicò il suo annuale “incontro” all'Australia. Tra i film usciti sui nostri schermi spicca La mia brillante carriera (1978) di Gill Armstrong, sulla condizione femminile. In genere nella produzione australiana prevalgono i temi della separazione, della segregazione sociale e sessuale e c'è un'ansiosa ricerca di identità nazionale e culturale. Il grande sviluppo cinematografico dell'Australia ha avuto come conseguenza la nascita di una generazione di ottimi registi, come lo stesso Weir, Bruce Beresford, Roger Donaldson (n. 1945), regista nel 2003 de La regola del sospetto, Fred Schepisi (n. 1939), autore di Sei gradi di separazione (1993) e Vizio di famiglia (2003). La produzione australiana non sembra comunque averne risentito più di tanto, visto il sicuro talento di alcuni registi delle generazioni successive come Jane Campion, Bill Bennet (n. 1953), Richard Lowenstein (n. 1959), Rolf De Heer, nato nei Paesi Bassi nel 1951, ma cresciuto in Australia e impostosi nei festival europei (Bad Boy Bubby 1994, La stanza di Cloe 1996 e Balla la mia canzone 1998), o come John Hillcoat (n. 1961), P. J. Hogan, n. 1962 (Le nozze di Muriel, 1994; Il matrimonio del mio migliore amico, 1997), Emma Kate Croghan, n. 1972 (Amore e altre catastrofi, 1996), Scott Hicks (n. 1953), autore di uno straordinario Shine (1996) e Samantha Lang, nata nel 1967 a Londra (The Well, 1997). Notevole anche il successo internazionale di film intelligenti e audaci quali: Priscilla la regina del deserto (1994) di Stephan Elliot (n. 1964), Babe - maialino coraggioso (1995) di Chris Noonan (n. 1952) e il sequel Babe va in città (1998) di George Miller (n. 1945), autore anche di Happy Feet nel 2006 e di Mad Max: Fury Road nel 2015, Kiss or kill (1998) di Bill Bennett, il provocatorio Holy Smoke (1999) della Campion e il dramma intimista Lantana (2001) di Ray Lawrence. I titoli elencati esemplificano senza dubbio che la qualità del movimento cinematografico di matrice australiana ha saputo mantenere una propria anima più genuina, a fianco alle produzioni multimilionarie degli ultimi anni, sbarcate sull'isola insieme alle major di Hollywood; tendenza che è stata spesso riconosciuta proprio dai premi della stessa Academy Awards, oltre che dai principali festival internazionali. Anche le produzioni più importanti dei primi anni Duemila, realizzate negli studi australiani, come Moulin Rouge! (2001), diretto da Baz Luhrmann (n. 1962), hanno registrato notevole successo di critica e di pubblico. Tra gli attori più famosi e apprezzati si segnalano Nicole Kidman (n. 1967, Hawaii), Cate Blanchett (n. 1969), Heath Ledger (1979-2008) e Hugh Jackman (n. 1968). In questo solco di cinematografia d'autore, ma di impronta statunitense, si inseriscono anche le successive prove del già citato P. Weir: da L’attimo fuggente (1989) a The Truman Show (1998) a Master and Commander - Sfida ai confini del mare (2003). Nel 2008 poi il già citato Luhrmann ha reso omaggio alla sua terra dʼorigine con il film campione dʼincassi Australia, interpretato da Nicole Kidman e Hugh Jackman.
fonte www.sapere.it/enciclopedia/Austr%C3%A0lia.html
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