IL FARO DEI SOGNI

Australia

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Risorse energetiche e minerarie

Il Paese è totalmente autosufficiente per quanto riguarda la domanda energetica e in diversi casi è fra i maggiori produttori mondiali di alcuni minerali richiesti dal mercato. Dalle miniere australiane vengono estratti, fra gli altri, carbone, lignite, bauxite, rame, uranio (terzo produttore mondiale), oro (12% della produzione mondiale), ferro, diamanti (primo produttore mondiale), manganese, nichel e stagno.

Nell'Australia Occidentale sono stati scoperti importanti giacimenti di petrolio e gas naturali.
Industria

L'industria raccoglie il 21% della forza lavoro: i principali centri industriali sono Sydney, Newcastle e l'area metropolitana di Melbourne. Sono sviluppate le industrie siderurgica e metallurgiche, elettroniche e petrolchimiche, la produzione di fibre sintetiche e di cavi elettrici. Si contano anche industrie di confezionamento dei prodotti agricoli e della lana. Geelong, vicino a Melbourne, è nota per l'industria automobilistica.

L'Australia è ricca di risorse minerarie: oro, ferro, nichel, piombo, zinco e rame. Le industrie più sviluppate sono quelle basate sulla trasformazione delle materie prime: industrie siderurgiche, metallurgiche, chimiche e petrolchimiche. Il paese è un grande esportatore di carbone e ferro.
Commercio internazionale

Le importazioni riguardano soprattutto macchinari, autoveicoli, prodotti chimici, carta e cartone, tessuti e filati. Le esportazioni sono costituite da metalli, carbone, petrolio, lana e cereali. Nel 2004 secondo il Ministero del Commercio australiano il valore totale delle esportazioni ammontava a 97.138 milioni di dollari USA, mentre il valore delle importazioni era di 105.461 milioni di dollari USA.
Trasporti e vie di comunicazione

Ferrovie
Il percorso della linea ferroviaria Indian Pacific

La rete ferroviaria è poco sviluppata. Il sistema ferroviario, è stato realizzato in gran parte nel XX secolo con un impianto a raggiera dai porti verso l'interno. In totale si calcolano 9474 km di ferrovie, gestite dal governo federale. Di questi, ben 4376 corrispondono alla linea ferroviaria più lunga al Mondo dopo la Transiberiana: la Indian Pacific. Essa collega Sydney a Perth attraversando tre stati (Nuovo Galles del Sud, Australia Meridionale e Australia Occidentale) dal lato orientale a quello occidentale del continente; il viaggio dura circa tre giorni[47].

La Indian Pacific è la linea più giovane del sistema ferroviario australiano, è stata costituita nel 1970. La Indian Pacific, ha avuto il merito di unificare lo scartamento dei binari degli stati attraversati, a quello standard più diffuso nel mondo (1.435 mm)[47]. Infatti, precedentemente, ogni stato aveva un "suo scartamento": il Nuovo Galles del Sud adottava quello a 1.500 mm; il Victoria 1.600 mm; il Queensland e l'Australia Occidentale lo scartamento di 1.016 mm (3 piedi); mentre l'Australia Meridionale adottava tutti e tre i tipi di scartamento[47].
Rete stradale

La rete stradale principale unisce le varie capitali degli Stati e si estende per 913.000 km, dei quali solo 353.331 è asfaltato. Il senso di marcia è tenendo la sinistra. L'Australia è il secondo paese al mondo col più alto tasso di proprietari d'automobili, e detiene il terzo più alto livello di consumo di carburanti al mondo. Non a caso nel 1997 erano immatricolate oltre 12 milioni di automobili (pari a 601 veicoli per 1.000 abitanti).

Perth, Adelaide e Brisbane sono classificate fra le città al mondo più dipendenti dall'uso di automobili. Inoltre, l'Australia, assieme a Canada e Stati Uniti, è uno dei paesi dove si ha il più alto livello di distanze chilometriche percorse da un'auto.

In Australia ci sono tre tipi di strade:

Federal Highways
State Highways
strade locali

Si tenga presente che in inglese per highway s'intende una grande varietà di tipi di strade (dalle autostrade, alle strade a due corsie, ai sentieri e, addirittura, le idrovie). Una famosa strada sterrata è la Pista di Birdsville lunga 517 km che si snoda nell'outback australiano.
Trasporto aereo
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Qantas.
Un Airbus A330-300 della Qantas in atterraggio a Singapore.

Molto più efficiente la rete aerea che collega le principali città ai centri più remoti. A causa delle grandi distanze, esso è il mezzo più impiegato dagli australiani. I due aeroporti intercontinentali si trovano a Sydney (Kingsford Smith) e a Melbourne (Tullamarine).

L'Australia dispone di una compagnia aerea di bandiera, la Qantas, che la collega con tutto il Mondo.
Navigazione
Esistono in tutta l'Australia oltre 70 importanti porti commerciali, soprattutto situati lungo la costa orientale. Il maggior scalo è Sydney.

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Ambiente
Aree naturali protette

L'Australia conta una estesa rete di aree naturali protette che coprono circa il 15% del territorio nazionale e circa il 50% delle acque territoriali.[48]
Flora

La flora dell'Australia è ricca e diversificata e la vegetazione è prevalentemente costituita da piante sempreverdi. La flora australiana è distribuita in tre zone principali: la zona tropicale, lungo i margini settentrionali del continente e in parte delle coste orientali; la zona temperata lungo la costa sud-orientale, compresa la Tasmania; e la zona interna, caratterizzata da clima monsonico e da temperatura elevata, è coperta da fitte foreste per lo più di alberi non perenni. Lungo la costa nord-orientale, sono diffuse le foreste pluviali, palme, felci e piante rampicanti crescono rigogliose insieme a querce, frassini, cedri, faggi e vegetazione di sottobosco, mentre le mangrovie (con le loro tipiche radici aeree) si sviluppano lungo l'umida fascia costiera settentrionale. All'interno si trova la savana. La zona temperata è caratterizzata prevalentemente da piante che si adattano a un clima e a un suolo costantemente aridi (o anche dette xerofite), dalla savana da foreste di eucalipto, da foreste pluviali temperate e da vegetazione alpina sulle Alpi australiane e sui rilievi della Tasmania. Il pino, albero non originario dell'Australia, cresce lungo le coste orientali e in Tasmania. La Tasmania è caratterizzata da boschi di faggi e da una vegetazione molto simile a quella della Nuova Zelanda. Nelle regioni interne predominano la savana, la steppa e le praterie semi-aride.
Fauna
In Australia vivono fino a 300.000 diverse specie di animali, di cui solo 100.000 sono state classificate e contate. Si tratta di una fauna tipica, presente in Australia fin dall'epoca in cui il continente era parte del Gondwana, con molte caratteristiche comuni alla fauna della Nuova Guinea e a quella del Sud Africa. Dal Gondwana derivano gli unici mammiferi ovipari al mondo: l'ornitorinco, che vive nei fiumi dell'Australia sud-orientale, e l'echidna che è presente anche in Nuova Guinea. Nonostante vivano anche in America meridionale, sono caratteristici dell'Australia i mammiferi marsupiali, dei quali il più noto è il canguro, di cui esistono circa 50 specie, diffuse nella zona temperata e nella zona tropicale. Tipici dell'Australia sono anche marsupiali più piccoli, tra questi vi sono l'opossum e il koala; cibandosi unicamente di foglie di eucalipto, quest'ultimo è stato gravemente minacciato dalla distruzione dei boschi ed è specie protetta in tutta l'Australia. I soli mammiferi placentati che vivono in Australia - roditori, pipistrelli e il dingo (cane selvatico) - sono di origine asiatica; si ritiene che possano essere stati gli aborigeni a portare nella regione il dingo, un predatore notturno che si nutre soprattutto di pecore. Tra i rettili presenti nel continente figurano due specie di coccodrilli, tra cui il coccodrillo marino, il più grande del pianeta. Tra le varie specie di lucertole vi sono il moloch e la tiliqua dalla lingua blu. In Australia si trovano circa 100 specie di serpenti velenosi, quali l'inland taipan (Oxyuranus microlepidotus), considerato il serpente dal veleno più potente al mondo, e la vipera della morte. I mari australiani ospitano una grande varietà di pesci e di mammiferi acquatici. Nelle acque meridionali si trovano numerose specie di balene, mentre la foca abita la costa meridionale, le isole nello stretto di Bass e la Tasmania. Nelle acque australiane vivono circa 70 specie di squali, molte dei quali pericolose per l'uomo.

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Cultura

Pittura e scultura

Come in tutte le civiltà la prima forma di pittura fu quella rupestre, che possiamo trovare in svariate località dell'Australia settentrionale e consiste in una sequenza di diversi stili legati ai diversi periodi storici. I materiali tradizionali impiegati nella pittura aborigena erano acqua o saliva mescolate con ocra e altri coloranti minerali, sangue di canguro e resine. Come strumenti si usavano semplici pennelli, bastoncini, o le dita. Piuttosto diffusa era anche una tecnica che consisteva nel riempirsi la bocca di pittura e spruzzarla sulla superficie da dipingere, con un effetto simile a quello della moderna pittura a spruzzo. Oltre a dipingersi il corpo, gli aborigeni dipingevano le pareti rocciose e la corteccia degli alberi (soprattutto dell'eucalipto melaleuca, nella zona di Arnhem). In alcune zone, e in particolare nella zona di Papunya, disegnavano direttamente sulla sabbia del deserto australiano.

Nella pittura su corteccia si utilizzano parti lisce e prive di nodi, preferibilmente ricavate dall'albero durante la stagione umida. La corteccia veniva poi pulita della scorza esterna più dura con uno strumento appuntito, riscaldata al fuoco, e appiattita calpestandola o schiacciandola con grossi sassi. Una volta dipinta, veniva applicato un fissante, tipicamente succo di orchidea.

Graffiti aborigeni nel Parco Nazionale del Kakadu, Territorio del Nord:

Nella pittura rupestre aborigena tradizionale venivano utilizzate pareti rocciose spesso situate all'interno di caverne o in luoghi difficilmente accessibili. I luoghi scelti per la pittura avevano spesso un importante significato spirituale o religioso nella cultura locale, e non raramente i nuovi dipinti venivano realizzati sulla stessa parete usata per dipinti più antichi, che ne risultavano coperti. Alcuni dipinti rupestri in luoghi come Kakadu o Uluru risultano dalla sovrapposizione di decine o centinaia di strati.

Scultura aborigena:

Le sculture lignee aborigene rappresentano spesso i Mimi, creature mitologiche simili a piccoli uomini. Altri oggetti realizzati in legno la cui realizzazione ha talvolta valenza artistica sono i boomerang, i coolamons, i bullroarer, i didjeridoo e perfino i "bastoncini per scavare" (digging sticks). Le decorazioni di questi oggetti, soprattutto con tecniche in stile dot art, sono però più tipiche dell'arte moderna (e alla vendita di souvenir turistici) che propri della tradizione aborigena.

Musica

Per quanto riguarda la musica indigena, sembra certa l'influenza della cultura musicale dei Māori, basata su strumenti percussivi e ritmici, aventi il compito di accompagnare canti e danze, talvolta inseriti all'interno di riti propiziatori e di iniziazione. Negli ultimi secoli, sotto l'ìnfluenza della musica colta europea sono stati fondati a Sydney la Philharmonic Society (1820), un buon numero di teatri lirici e istituti musicali. Nel Novecento si è intensificata l'attività di studiosi musicali, di compositori e di musicisti, tra i quali si annoverano il direttore d'orchestra Denis Vaughan e Nellie Melba, una delle più importanti cantanti d'opera del mondo.[49] Dame Joan Sutherland, cantante d'opera attiva a livello internazionale nella seconda metà del Novecento, è considerata con Maria Callas e Montserrat Caballé fra i più influenti soprani del secolo. È stata la prima artista australiana a vincere un Grammy Award nel 1962, e una sala del teatro dell'opera di Sydney è a lei intitolata.

Gli AC/DC grande band Hard Rock famosa in tutto il mondo, sono australiani d'origine scozzese, così come i Bee Gees altro gruppo musicale famoso in tutto il mondo a partire dagli anni sessanta e classificati fra i cinque artisti di maggior successo della storia della musica con oltre 220 milioni di dischi venduti, sono australiani d'origine dell'Isola di Man. Grande artista di fama mondiale è la cantautrice Kylie Minogue, nonché attrice della serie tv Neighbours, originaria di Melbourne, rappresentata anche in una statua di bronzo nel centro della città natale. Altri artisti famosi sono Holly Valance, la star australiana di Kiss Kiss, Down Boy, Natalie Imbruglia e Delta Goodrem. Sono australiani anche i Karnivool, uno dei gruppi Progressive rock più famosi, i Men at Work e i Savage Garden. Uno dei protagonisti della scena musicale australiana è Nick Cave, fondatore della storica rock-band the Birthday Party e leader dei Nick Cave and the Bad Seeds, noti e apprezzati in tutto il globo. Nell'ultimo decennio nel panorama musicale australiano si è affermato il metalcore, un genere combinante hardcore e metal, che ha moltissimo successo, sia in termini di fanbase che di vendite, e ha portato gli artisti australiani a dominare l'intera scena mondiale, con band quali Parkway Drive, I Killed the Prom Queen, Northlane, In Hearts Wake, Thy Art Is Murder (questi deathcore), Buried In Verona e Deez Nuts (quest'ultimi quasi esclusivamente hardcore). Nel campo dell'elettronica è invece da segnalare il gruppo musicale drum and bass Pendulum, divenuta famosa in Europa anche per il remix di Voodoo People degli inglesi The Prodigy. Negli anni 2010 si sono affermati anche la rapper Iggy Azalea e il gruppo pop rock 5 Seconds of Summer.

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Cinema

Fra le serie televisive australiane vi sono le celebri: H2O, Blue Water High, Neighbours e Sea Patrol.

Alcuni dei film australiani di maggior successo comprendono Picnic ad Hanging Rock (1975) di Peter Weir; Interceptor (Mad Max), del 1979, diretto da George Miller (nella parte del protagonista Max un giovanissimo Mel Gibson, attore che fu lanciato grazie a questo film); Gli anni spezzati (Gallipoli) (1981) di Peter Weir; L'uomo del fiume nevoso (1982); Mr. Crocodile Dundee (1986); Priscilla - La regina del deserto (1994) di Stephan Elliott; Babe, maialino coraggioso (1995) di Chris Noonan; 10 canoe, un film del 2006 diretto da Rolf de Heer e Peter Djigirr ed è il primo lungometraggio realizzato interamente in lingua australiana aborigena; Australia (2008), un kolossal epico diretto da Baz Luhrmann, con protagonisti Nicole Kidman e Hugh Jackman. Tracks - Attraverso il deserto, un film del 2013 diretto da John Curran con protagonista Mia Wasikowska. Il film è tratto dal libro autobiografico Orme (Tracks), che racconta la vera storia di Robyn Davidson, che nel 1977 attraversò il deserto australiano.
Letteratura
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura australiana.

Una letteratura australiana si afferma nel periodo coloniale con gli scrittori Banjo Paterson, autore della famosa ballata Waltzing Matilda, proposta anche come inno nazionale e Henry Lawson.

In particolare la letteratura australiana si afferma nella seconda metà del XX secolo con lo scrittore, Premio Nobel per la Letteratura nel 1973, Patrick White.
Scienza e tecnologia
Medicina

Tra le personalità scientifiche australiane un posto importante lo occupa Howard Walter Florey, Premio Nobel per la medicina,(assieme a Alexander Fleming e a Ernst Boris Chain), nel 1945, che ha contribuito all'utilizzo terapeutico della penicillina e considerato spesso scopritore delle proprietà della penicillina.
L'Australia nello spazio

29 novembre 1967: viene lanciato WRESAT, il primo satellite australiano

Sport
Football australiano

Gli sport di squadra più popolari in Australia sono quelli di derivazione britannica, anche se nativo del luogo è il football australiano (in inglese Australian rules football), di fatto lo sport nazionale del Paese, nato nel 1859 nello Stato di Victoria, dove ha il suo nocciolo duro, ma che vanta circa 600 000 praticanti su tutto il territorio nazionale[50]; tale sport è governato dalla Australian Football League (AFL).
Cricket

Per quanto riguarda gli sport di squadra dove l'Australia compete internazionalmente ad alto livello, si citano il cricket, in cui ha vinto quattro titoli di campione del mondo (1987, 1999, 2003 e 2007).

Tra i grandi crickettisti ricordiamo Donald Bradman, considerato il più grande battitore di tutti i tempi.
Rugby

Il rugby a 13, disciplina nella quale è campione del mondo uscente e delle cui quattordici edizioni della Coppa del Mondo ne ha vinte dieci; il rugby a 15, della cui Coppa del Mondo è stata vincitrice nel 1991 e nel 1999 ed è stata finalista nel 2003 e nel 2015; i due codici del rugby hanno il loro nucleo forte negli Stati del Nuovo Galles del Sud (compreso, per vicinanza territoriale, il territorio della Capitale Australiana) e del Queensland. Nel rugby a 13 le rappresentative di tali due stati danno annualmente luogo a un evento chiamato State of Origin: a rappresentare tali due squadre sono giocatori che militino a livello professionale in una squadra di club dello Stato di appartenenza oppure siano nativi di tale stato. Nel rugby a 15, le uniche australiane ad avere vinto il titolo del Super Rugby, competizione che vede alla partenza anche squadre sudafricane e neozelandesi, sono state a tutto il 2014 i Brumbies (Canberra), i Queensland Reds (Brisbane) e gli Waratahs, che rappresentano il Nuovo Galles del Sud.
Nuoto
Il nuoto è largamente praticato e, nel medagliere olimpico, negli sport acquatici l'Australia vanta il secondo posto dietro gli Stati Uniti[51]: famosi nuotatori provenienti da tale Paese sono Fanny Durack, la più grande nuotatrice al mondo di tutte le distanze dagli sprint freestyle alla miglio maratona dal 1910. al 1918, Dawn Fraser, vincitrice dei 100 metri stile libero in tre Olimpiadi consecutive (Melbourne 1956, Roma 1960 e Tokyo 1964), Murray Rose, vincitore di sei medaglie complessivamente in due edizioni olimpiche (1956 e 1960), Shane Gould, vincitrice di tre medaglie olimpiche a Monaco di Baviera nel 1972, e Ian Thorpe, vincitore di nove medaglie tra le Olimpiadi del 2000 a Sydney e del 2004 ad Atene.

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Tennis

Nel tennis l'Australia vanta 28 vittorie nella Coppa Davis (l'ultima nel 2003) e, a livello femminile, 7 vittorie nella Fed Cup (l'ultima nel 1974); Rod Laver fu il primo tennista a vincere due volte il Grande Slam (i quattro tornei maggiori del circuito tennistico, gli Australian Open, gli Open di Francia, il torneo di Wimbledon e gli U.S. Open), la prima volta da dilettante nel 1962 e la seconda volta da professionista nel 1969. Altri tennisti famosi sono stati Pat Cash, Pat Rafter, Mark Philippoussis e Lleyton Hewitt.
Automobilismo

Anche nell'automobilismo, in particolare nella Formula 1, gli australiani hanno iscritto il loro nome nell'albo d'oro: Jack Brabham vinse tre volte il campionato mondiale, nel 1959, nel 1960 e nel 1966, mentre Alan Jones lo vinse nel 1980. In Australia è molto seguito il campionato nazionale Supercars. Ogni anno sul circuito di Mount Panorama si disputano la 12 Ore di Bathurst e la Bathurst 1000, quest'ultima in grado di attirare 200mila spettatori dal vivo. Nel 2018 Will Power ha trionfato nella 500 Miglia di Indianapolis
Calcio

Discreto seguito, specialmente nelle comunità di immigrati italiani e croati, riscuote il calcio, che assurse per la prima volta alla ribalta internazionale nel 1974 quando si qualificò al campionato mondiale di quell'anno in Germania occidentale; ripeté l'impresa trentadue anni più tardi, nel 2006, ancora in Germania. Singolarmente, la Nazionale di calcio dell'Australia vanta il record dell'incontro internazionale vinto con il massimo scarto, 31-0 inflitto nel 2001 alle Samoa Americane[52] nel corso delle qualificazioni al campionato del mondo 2002. È stata, tra l'altro, Campione di Coppa D'Oceania per ben 4 volte e il capocannoniere attuale è Tim Cahill, con 50 reti.
Ciclismo

In Australia sono presenti tanti altri sport tra cui il ciclismo, dal 1999 si disputa il giro Santos Tour Down Under[53].
Giochi olimpici
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Australia ai Giochi olimpici.

L'atleta australiano più titolato è Ian Thorpe, nel nuoto, con 5 ori, 3 argenti e un bronzo

Il primo titolo olimpico per l'Australia fu conquistato da Edwin Flack, nell'atletica leggera, ai Giochi olimpici di Atene 1896.
Altri avvenimenti sportivi
L'Australia ha ospitato due edizioni delle Olimpiadi estive, a Melbourne nel 1956 e a Sydney nel 2000.

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Generalità

Detiene il primato di isola più grande del mondo, all'interno del continente più piccolo: si trova nell'emisfero australe, tra l'Oceano Indiano e l'Oceano Pacifico, che formano i mari di Timor, degli Arafura, dei Coralli e di Tasman. Generalmente l'Australia è considerata parte dell'Oceania, ma in realtà rappresenta un tutto unitario e nettamente distinto. Ha infatti una struttura “continentale”, estesa per 3153 km da N (Cape York, 10º 41´ S) a S (South East Cape, 39º 08´ S) e per 4006 km da W (Steep Point, 113º 09´ E) a E (Cape Byron, 153º 39´ E), e con le sue vaste e compatte superfici si oppone al frammentato mondo insulare da cui è circondata a N (gli arcipelaghi che fanno da ponte verso l'Asia) e a E (gli archi insulari del Pacifico). Scoperta dagli europei appena nel sec. XVII, è talora chiamata “continente nuovissimo”, mentre il nome deriva da quella Terra Australis di cui si favoleggiava sin dall'antichità. Pur se poco popolata e con vaste zone inospitali, l'Australia ha saputo sfruttare al meglio le caratteristiche favorevoli della regione sudorientale, dove fortunate condizioni ambientali hanno favorito un'intensa utilizzazione di risorse minerarie e agricole e una straordinaria concentrazione demografica, permettendo la nascita di estese agglomerazioni urbane. Il Paese ha saputo crescere, svilupparsi e conquistare una propria identità culturale, anche se debitrice in larga misura della civiltà britannica. All'inizio del Duemila l'Australia ha cominciato a definire sempre meglio il proprio ruolo, sia a livello regionale sia nello scacchiere mondiale, ma sembrava ancora alla ricerca del modo migliore per affrontare i rapporti con le popolazioni indigene, e il problema dell'immigrazione. Oggi la politica migratoria australiana ha trovato un equilibrio basandosi sul concetto di utilità del migrante, col risultato di avere immigrazioni selettive in base alle necessità lavorative e demografiche del Paese.

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Territorio: geografia umana. Il popolamento

L'Australia non ha dato fino a oggi resti fossili di Ominidi presapiens; rari sono anche i reperti ossei anteriori al III millennio a. C., nonostante si siano moltiplicate le scoperte di siti preistorici con notevoli corredi d'industria litica, il più antico dei quali risale a ca. 36.000 anni fa (lago Mungo, nel Territorio del Nord). Dallo studio comparato dei reperti litici e dei crani fossili, è stata avanzata l'ipotesi che gli aborigeni australiani derivino, per metamorfismo regionale, dagli Homo sapiens sapiens dell'Insulindia (analogie morfologiche con i reperti di Wadjack, Giava, Niah, Borneo): secondo alcuni studiosi si ebbero flussi migratori di genti nomadi dedite alla caccia, pesca e raccolta, che avvennero in tre fasi, anche via mare, dall'isola di Timor verso le coste di nordovest e dalla Nuova Guinea verso la Terra di Arnhem (Arnhem Land) e la penisola di York. Altri ritengono che si sia trattato di un'unica migrazione attraverso la Nuova Guinea verso le regioni settentrionali dell'Australia, verificatasi durante la fase finale della glaciazione Würm (ca. 40.000 anni fa). In ogni caso, le trasformazioni climatico-ambientali e la topografia del continente non favorirono né insediamenti stabili né l'elaborazione di tecniche agricole; così pure, le caratteristiche morfologiche del tipo umano australiano hanno subito lievi modifiche, come testimoniato dai reperti di Talgai, nel Queensland (risalenti a 15.000 anni fa), e di Keilor, nel Victoria (9000 anni fa), comparati con quelli degli aborigeni attuali e dei Tasmaniani (ormai estinti). La diffusione di queste genti nell'Australia fu lenta e frammentaria e sembra che solo verso il X millennio dall'era attuale furono raggiunte le regioni meridionali e la Tasmania. Il rinvenimento di numerosi siti abitati fin nel cuore del continente (in epoca preistorica ancora ricco di vegetazione e di animali), nei quali è presente una notevole industria litica con minime variazioni locali, l'identica organizzazione delle strutture socio-culturali e religiose (vedi Australiani) fanno pensare che le numerose “orde” derivino da una sola stirpe o, quantomeno, che si sia affermato il modello culturale e di vita di un solo gruppo dominante. Particolarmente importanti, in proposito, sono risultate le indagini nei siti di recente scoperta nel Territorio del Nord (Malagangerr), nel Sud-Est (Menindee e Keilor) e nel Queensland (Keniff). La frammentazione dei gruppi e l'esiguo numero di abitanti (gli aborigeni non superarono mai le 600.000 unità) in rapporto agli ambienti abitabili favorirono la staticità del modo di vivere nomade, di cacciatori-raccoglitori: alla fine del sec. XVIII le popolazioni autoctone avevano ancora a disposizione vasti territori fertili, pur essendo concentrate nelle regioni orientali (soprattutto nel Sud-Est) e settentrionali del continente, e in poche altre zone. L'impatto con i colonizzatori bianchi fu distruttivo, non solo per gli eccidi perpetrati ma soprattutto per le profonde e rapide trasformazioni conseguenti l'introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento e poi dello sfruttamento minerario. Agli inizi del sec. XX gli aborigeni (compresi i meticci) erano ridotti a circa 50.000 unità, ma, a partire dagli anni Cinquanta, si verificò una ripresa demografica, grazie soprattutto ai provvedimenti statali in loro favore. Solo nel 1967 un referendum concessesse i diritti di cittadinanza; nel corso del successivo decennio, gruppi di indigeni sollecitarono i governi al fine di ottenere il riconoscimento dei diritti sui territori in cui erano stanziati. Nel 1977 è stata istituita una grande riserva nel Territorio del Nord in cui risiedono i superstiti di 300 dei 500 gruppi censiti all'inizio di questo secolo; altre riserve sono state create, dal 1985, nel Nuovo Galles del Sud (abitate in prevalenza da meticci) e più di recente una ventina di riserve sono in funzione nel Queensland (penisola di Capo York), nella Terra di Arnhem e in qualche altro Stato. Al censimento del 1989 risultavano circa 80.000 aborigeni (di cui meno della metà puri) “autonomi”, cioè esclusi i meticci che si sono integrati al modo di vita dei bianchi e che in gran parte risiedono ai margini delle grandi metropoli australiane. La lenta ma continua ripresa demografica della componente aborigena ha consentito a questo popolo di raggiungere all'inizio del XXI secolo la soglia delle 400.000 unità: al censimento del 2006 gli indigeni erano ca. 455.000. Si tratta di piccole comunità stanziate soprattutto nei settori occidentale e settentrionale dell'isola, anche in zone considerate del tutto inospitali come il deserto centrale. Quella degli australiani aborigeni è una popolazione giovane e con una speranza di vita di 15-20 anni più bassa rispetto a quella di origine europea e segnata da un più basso livello di istruzione, maggiormente interessata da fenomeni di alcolismo, droga e delinquenza. Le organizzazioni internazionali lamentano, tuttavia, atteggiamenti discriminatori da parte delle autorità australiane tanto che nel 2000 l'ONU, in occasione dell'apertura dei giochi olimpici di Sydney, ha espresso preoccupazione per questa situazione. In particolare, le comunità aborigene chiedono il riconoscimento formale e un congruo risarcimento per la cosiddetta “generazione rubata”, vale a dire una politica, protrattasi fino alla fine degli anni Sessanta del Novecento, attraverso la quale migliaia di bambini indigeni erano stati sottratti alle famiglie. Solo nel 2008 il governo Rudd ha chiesto formalmente scusa alle comunità aborigene, un gesto atteso da tempo. Le rivendicazioni degli indigeni riguardano anche il possesso delle terre, dal momento che alcuni dei territori tradizionalmente abitati da queste comunità continuano a essere oggetto di sfruttamento da parte delle industrie minerarie. Scoperta dai portoghesi, “riscoperta” dagli olandesi, l'Australia fu popolata dagli inglesi: si trattò però inizialmente di forzati, cioè ergastolani rinchiusi in colonie penali. La prima di tali colonie fu fondata a Sydney nel 1788; altri luoghi di pena furono creati poi a Port Moreton (Queensland), ad Albany, Perth, Melbourne ecc. Ma già all'inizio del sec. XX cominciarono ad affluire i primi coloni liberi, che crearono ranches o stations stagionali per l'allevamento. Si trattò quindi, inizialmente, di allevatori (squatters), non di agricoltori; questi ultimi giunsero successivamente, soprattutto con la diffusione della coltura della canna da zucchero. Furono occupate solo le zone costiere, mentre l'interno restò a lungo inesplorato; in particolare si ebbero insediamenti intorno ai porti, da cui partivano alla volta della Gran Bretagna i prodotti della pastorizia e dell'agricoltura.

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Territorio: geografia umana. Immigrazione e sviluppo demografico

La grande immigrazione ebbe inizio alla metà del sec. XIX con un ritmo annuale di ca. 100.000 individui, quasi tutti provenienti dalla Gran Bretagna. Lo sfruttamento minerario, iniziatosi con la scoperta di giacimenti auriferi, accrebbe l'ondata immigratoria. Nel 1880 la popolazione, quasi interamente bianca, era salita a 2,2 milioni; gli aborigeni nel frattempo erano fortemente diminuiti, in seguito sia all'eliminazione da parte dei bianchi sia alle malattie contratte dai nuovi venuti. Nel 1900 la popolazione era già di 3,7 milioni, per la maggior parte stanziata nel Nuovo Galles del Sud e nel Victoria: questa dislocazione intorno ad alcuni grandi centri portuali fu successivamente all'origine della divisione in diversi Stati. L'immigrazione di italiani cominciò piuttosto tardi, con la richiesta di manodopera che non fosse nera; oggi essi formano la comunità più numerosa, ma rilevanti sono pure quelle di greci, olandesi, tedeschi e siriani. Gli italiani si sono tradizionalmente insediati in aree agricole: nelle piantagioni di canna da zucchero della costa settentrionale del Queensland, nei territori rurali dell'Australia sudoccidentale, soprattutto presso Perth, e nei territori a economia mista, rurale e urbana, nei pressi di Sydney e di Melbourne. A partire dagli anni Cinquanta del Novecento questo schema cambiò e la manodopera italiana venne attratta dall'industrializzazione, dando occupazione nelle industrie pesanti delle maggiori aree metropolitane: in particolare in quella di Melbourne, dove oggi vive più di un terzo di tutti gli italiani immigrati in Australia. Agli apporti dall'esterno si aggiunsero nel frattempo quelli dovuti all'incremento naturale; l'aumento demografico ha inoltre ricevuto un notevole impulso dall'ondata immigratoria seguita alla seconda guerra mondiale, che ha suscitato nuovi sviluppi economici dell'Australia. La popolazione è così composta essenzialmente da bianchi (90,2%) mentre gli asiatici (7,3%) e gli aborigeni (2,5%) rappresentano le minoranze più importanti. La crescita demografica risulta avere valori più alti rispetto ai parametri dei Paesi occidentali e gli incentivi statali alle famiglie introdotti nei primi anni del sec. XXI hanno fatto registrare un aumento della natalità. La piramide dell'età evidenzia tuttavia un aumento delle fasce intermedie e di quelle più alte: circa il 20,4% degli australiani ha più di 60 anni; ciò fa dell'Australia il Paese con la popolazione più vecchia del continente. L'incremento annuo è del 7% (2013), in parte dovuto all'incremento naturale e in parte all'immigrazione; quest'ultima, motore della nascita del Paese, è ora oggetto di severe misure restrittive. Attraverso la cosiddetta “soluzione pacifica” nel 2001 l'Australia ha stabilito inoltre un accordo con altri Paesi del Pacifico (Nauru e Papua Nuova Guinea) per regolare il flusso dei rifugiati. Tale accordo prevede che l'accoglienza venga assicurata da questi Paesi all'interno di campi profughi. Questa politica si è chiusa definitivamente nel 2008 con la risistemazione dei richiedenti asilo presenti nei campi di Nauru e Papua Nuova Guinea in altri Paesi (Europa, Nuova Zelanda e Australia stessa, secondo Paese al mondo nel 2006 scelto come meta finale dei richiedenti asilo) e il contestuale rientro in patria di gruppi dei rifugiati nei luoghi d'origine. Si calcola che, tra il 1996 e il 2005, l'Australia abbia accolto una media di 70.000 rifugiati l'anno, provenienti per la maggior parte da Serbia e Montenegro, poi da Sudan, Iraq, Afghanistan, conferendo nello stesso periodo asilo ad alcune migliaia di asiatici, cinesi, cingalesi e indonesiani. La popolazione ha una densità di 3,02 ab./km², la più bassa del continente; la distribuzione è però molto ineguale, con bassissime concentrazioni nel Territorio del Nord, dove si registra una densità media di 0,2 ab./km², e molto alte intorno ai grandi centri urbani: Brisbane, Sydney, Adelaide, Melbourne, ossia nella grande fascia esterna (la cosiddetta A. “utile”) dal clima meno arido. L'area in assoluto più densamente abitata è il territorio della capitale federale, Canberra, con 162 ab./km². Sensibili mutamenti si sono verificati anche in città periferiche rispetto al tradizionale baricentro del Sud-Est. Nel territorio sudorientale dell'Australia si stanno coagulando due piccole megalopoli. La prima lungo le coste del Nuovo Galles del Sud; l'area centrale è costituita da Sydney, mentre due ali sono rappresentate da Newcastle, a Nord, e da Wollongong, a Sud; in mezzo a queste due ali si sta ampliando lungo la costa un fitto tessuto di centri intermedi. La seconda megalopoli si sta formando tra Melbourne e Adelaide, lungo le strade e la ferrovia che collegano le due città e con diramazioni lungo le direttrici costiere, tra la baia di Port Phillip (Port Philip Bay) e il golfo di San Vincenzo. L'interno non manca comunque di risorse: la sua penetrazione procede ovviamente a rilento, anche perché l'organizzazione territoriale avviene in spontanea funzione dell'economia capitalistica, non dirigistica. Nell'interno vi sono aree minerarie e zone pioniere dedite soprattutto all'allevamento (grandi e organizzati ranches). Benché nelle zone esterne agricole non manchino né villaggi né farms isolate, l'89,4% della popolazione ormai vive nelle città; tra essele principali sono quelli di Sydney e Melbourne: Sydney, metropoli di stampo americano fitta di grattacieli, è il massimo porto, centro finanziario e industriale su cui gravita tutta una serie di altre città industriali. Melbourne, valorizzata soprattutto in passato, ha un volto più conservatore, però è attivissimo centro commerciale. Centri portuali sono anche Brisbane, Adelaide, Perth, le altre maggiori città, e sempre sulla costa, sono Wollongong, Newcastle, Townsville, Rockhampton, ecc., sbocchi di zone minerarie o agricole. Hobart è importante in quanto capitale della Tasmania; Canberra è infine l'accogliente capitale federale.

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Cultura: generalità

La colonizzazione britannica del tardo Settecento, da un lato, ha portato in Australia uomini, tradizioni, culture, valori di stampo europeo e ha permesso uno sviluppo di matrice occidentale, dall'altro ha dato il via prima a una tormentata convivenza tra aborigeni e coloni, poi ai problemi connessi ai legami tra questi ultimi e la madrepatria. Il XX secolo è invece coinciso con l'arrivo di centinaia di migliaia di persone tra italiani, turchi, libanesi e asiatici, fenomeno che ha definitivamente reso questo immenso Stato la terra di un multiculturalismo fuori dal comune. A intricare ulteriormente i fili di questo melting-pot etnico, si è aggiunta la forte influenza dello stile di vita statunitense. Uno degli effetti più importanti di questi processi è senza dubbio il fatto che anche culturalmente il Paese vanta eccellenze in ogni campo. In ambito figurativo, agli artisti di origine europea, maggiormente suggestionati dal “Vecchio” e “Nuovo” continente, si sono affiancati, a partire dagli anni Novanta del Novecento, numerosi esponenti aborigeni, evidente esito dei più recenti orientamenti volti alla rivalutazione e alla tutela della cultura indigena. Molte testimonianze dell'arte aborigena sono presenti nei siti nazionali protetti dall'UNESCO. Quelli definiti “naturali e culturali” sono quattro: il Parco Nazionale Kakadu (1981, 1987, 1992), la Regione dei laghi Willandra (1981), i Parchi nazionali della Tasmania occidentale (1982, 1989) e il Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta (1987, 1994); due quelli esclusivamente culturali: il Royal Exhibition Building e Carlton Gardens (2004) e la celeberrima Opera House di Sidney (2007) e i Siti Carcerari (2010). Restando in campo architettonico si può affermare che, in ambito sia pubblico sia privato, il dominio stilistico europeo e occidentale è stato pressoché assoluto. Nella sfera letteraria la riscoperta di temi “locali” ha avuto inizio nei primi decenni del Novecento, mentre personalità di spicco, come Patrick White, Nobel per la letteratura nel 1973, hanno costellato l'intera storia del Paese, spesso agevolati dall'ampia diffusione di riviste e iniziative di sostegno. Lo stesso si può dire per il teatro, il cinema, la danza, la musica classica e leggera (negli anni Ottanta e Novanta rock band come AC/DC e INXS hanno avuto un successo enorme, ma tra i nomi celebri figurano anche Nick Cave and the Bad Seeds e, recentemente, il fenomeno pop Kylie Minogue) e, soprattutto, lo sport: gli australiani sono ai massimi livelli in questo campo e hanno conquistato titoli prestigiosi in numerosissime discipline. In conclusione, non è eccessivo affermare che l'Australia si delinea senza dubbio quale uno dei migliori esempi al mondo in merito alla gestione delle risorse e alle politiche di tutela e sviluppo della cultura: ne sono testimonianza ulteriore le istituzioni, con i ministeri e l'Australian Council in testa, alla guida delle decine di biblioteche, musei, gallerie, festival presenti sul territorio.

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Cultura: tradizioni. La tradizione di origine europea

In questo continente coesistono un folclore europeo e uno aborigeno. Il più vistoso è indubbiamente quello di origine europea. La storia della colonizzazione inglese ha assunto aspetti tali da determinare nello stesso tempo un'adesione a tradizioni di vita inglese e un'avversione per l'originaria madrepatria. Lingua, usi e costumi, feste, passioni sportive sono sostanzialmente inglesi, anche se hanno subito alcune modificazioni più o meno accentuate. Certi aspetti della sistemazione urbanistica, i locali pubblici (pubs per gli uomini, clubs per le donne), un certo tipo di emancipazione femminile, i caratteri del ménage familiare – fenomeni e situazioni che si riscontrano principalmente fra gli abitanti delle città – richiamano nettamente l'Inghilterra. Nelle campagne, dove nonostante ogni modernità sussiste il mito dell'allevatore (molto simile al cow-boy nordamericano) con la sua atmosfera pionieristica, si è instaurato un sistema di vita che per certi lati richiama quello degli Stati Uniti d'America, forse per una certa somiglianza del processo di colonizzazione. Le piccole città rurali hanno quindi elaborato un tipo di folclore di origine piuttosto recente e, tuttavia, dall'impronta molto forte. Lotterie nazionali e corse di cavalli riflettono forse un'originaria sete di ricchezza manifestatasi nella “corsa all'oro”, che anche in Australia ha avuto i suoi momenti da epopea. Avvenimento nazionale è l'annuale Melbourne Cup, la più importante corsa di cavalli australiana; ma le manifestazioni ippiche nel Paese si contano a centinaia. Numerosissime sono pure le manifestazioni simili ai rodei americani, dove si esibiscono gli spericolati buckjumpers, domatori di puledri selvaggi. Il folclore sportivo è il terzo elemento di questo quadro: notevolmente praticati sono il nuoto, il tennis, il cricket, il calcio, il rugby e il golf. In particolare nel rugby, l'Australia (con i suoi “Wallabies”) contende agli “All Blacks” neozelandesi e alla nazionale del Sud Africa (“Springboks”) il titolo di squadra più forte dell'emisfero australe, se non dell'intero pianeta. La rivalità fra le tre nazioni trova massima espressione proprio nel Tri Nations, torneo in cui, dal 1996, le compagini si sfidano con cadenza annuale. Altre attività sportive entrate nelle tradizioni australiane sono il pugilato e il surfing, sport balneare nel quale l'Australia è stata per anni la nazione-guida. Su ogni spiaggia si svolgono annualmente competizioni di surf, tanto popolari da essere entrate nell'iconografia della pubblicità turistica. Fra gli sport più diffusi anche l'Aussie Rules (football australiano), una sorta di calcio-rugby senza risparmio di colpi. In campo gastronomico l'Australia non vanta tradizioni rinomate, tuttavia in epoca contemporanea ai piatti di origine occidentale se ne sono affiancati di nuovi, a volte derivati da questi, a base di selvaggina, pesce e spezie locali. Altra tendenza moderna è la commistione di piatti e gusti della tradizione occidentale con quella orientale, per cui è stata coniata anche un'espressione apposita: tutto ciò che non è classificabile come autenticamente originale, in cucina, è “Modern Australian”. Fra i cibi più tipici e diffusi il vegemite, un estratto di lievito dal colore scuro, che gli australiani adorano. Altri sapori locali, insoliti per i gusti occidentali, sono quelli derivanti da alcune specie vegetali (peperoncini piccanti, mirto australiano, gli akudjura, acidi pomodori del bush, la noce di macadamia ecc.). Tra le carni inusuali, non mancano il filetto di canguro, la carne di coccodrillo, oppure, per i palati più coraggiosi i witchetty grubs, piccole larve saporite, simili a noci. Tra le bevande, caffè e vino sono i protagonisti delle tavole, ma diffusa è anche la produzione di birra artigianale.

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Cultura: tradizioni. La tradizione di origine aborigena

Il folclore aborigeno è assai limitato; la storia degli Australiani originari si è conclusa con la creazione di riserve (centro e coste nordoccidentali), dove si conservano, nonostante la vicinanza di una civiltà industriale assai evoluta, tradizioni primitive innestate su condizioni di vita estremamente disagiate. Accade sempre più spesso che gli aborigeni dividano la loro esistenza fra vita tribale e vita nelle città. La cultura di queste genti è a un livello totemico e si manifesta in cerimonie con danze caratteristiche (come la “danza del gabbiano”), eseguite oggi anche come spettacolo per turisti. Persistono l'uso delle pitture corporali e la pratica di riti iniziatici (prove di coraggio). Oggetti tipici di queste genti sono il celebre boomerang, il propulsore detto woomora e la cjuringa, strumento magico custodito da ogni tribù e consistente in una paletta ovale che viene legata a una corda e fatta girare vorticosamente perché emetta un sibilo caratteristico.

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Cultura: lingue

Le lingue indigene dell'Australia sono numerose ma ancora scarsamente conosciute e in fase di arretramento di fronte all'inglese. Da queste lingue l'inglese ha mutuato un certo numero di vocaboli (boomerang, kangaroo, ecc.) che si sono poi largamente diffusi. Il lessico e il sistema fonetico delle lingue australiane sono poveri, mentre più complessa è la morfologia; il genere si distingue con voci diverse, il numero con suffissi, il verbo è complicato e muta secondo le differenti varietà linguistiche. La classificazione delle lingue indigene australiane presenta notevoli difficoltà; geograficamente si possono distinguere i seguenti gruppi: lingue del Kimberley settentrionale; dell'Australia sudorientale; dell'Australia centrale; del Queensland settentrionale e centrale; del Nuovo Galles del Sud. Pure difficile è l'individuazione di un'unità genealogica e delle parentele con altri gruppi linguistici: fra le più sicure è quella con le lingue papuane comprese nel dominio linguistico dell'Oceania.

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Cultura: letteratura. Le origini

Nulla di scritto ci è pervenuto della letteratura aborigena, ma solo tradizioni orali nei vari dialetti del Common Australian. La raccolta di queste testimonianze comincia tardi. Soltanto intorno al 1840 E. Eyre (1815-1901), riuscito a conquistare le simpatie degli aborigeni, lasciò nei suoi diari i primi documenti sulla loro concezione di vita e sui loro costumi. Gli studi compiuti da Eyre fecero scuola e l'interesse per gli aborigeni andò aumentando, come rivelano gli scritti di H. Kendall (1839-1882), M. Gilmore (1865-1962), K. Prichard (1883-1969), degli Jindyworobaks (1938-53), di R. Stow (n. 1935), J. Wright (1915-2000), ecc. La poesia degli aborigeni consiste in testi per canti e per corroborees (le loro tipiche danze-rappresentazioni) nei quali all'accuratezza della descrizione si unisce l'arte di comunicare impressioni (per esempio, sul piviere nero che spicca il volo, sul fuoco nel bush, sulla Luna Uomo). Si hanno composizioni poetiche di due tipi: brevissime, di 4 o 5 parole, e lunghe, di solito appartenenti a un ciclo. Le rappresentazioni rituali sono dirette da un Songman che guida la tribù verso il Dreaming, l'eterno spirito. La conoscenza di questi canti era ed è fonte di grande rispetto, dato il fondamento religioso di cui essi sono animati: ogni persona ha infatti il suo Dreaming, un proprio totem che descrive il legame di ciascuno con i propri antenati spirituali. Ogni canto ne spiega il legame con il territorio cui è legato e racconta le fortune o le insidie del destino. Ogni totem, ogni sogno, fa inoltre riferimento a quell'epoca antica, il Dreamtime, in cui vivevano gli antenati, esseri capaci di dare forma a tutte le creature viventi

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Cultura: letteratura. Il primo periodo (1788-1850)

La letteratura australiana del primo periodo coloniale (1788-1850) è rappresentata soprattutto da annali e rapporti (A. Collins, 1756-1810; A. Phillip, 1738-1814), da memorie di deportati (J. Vaux, n. 1782), da opere storiche e topografiche scritte da esploratori (T. Mitchell, E. Eyre, M. Flinders). Questo materiale costituì la base della letteratura australiana e a esso si sono riallacciati scrittori contemporanei quali P. White e T. Keneally. Gli inizi del sec. XIX furono caratterizzati da grande vitalità, opinioni contrastanti, cambiamenti radicali, opposizione al sistema di deportazione (chiamato “il sistema”) e alle conseguenze politiche e sociali che ne erano derivate: il ruolo autocratico svolto dai militari nella colonia e il rifiuto da parte dell'Inghilterra a concedere l'autonomia all'Australia. Si scatenarono conflitti su problemi politici, sociali e relativi all'istruzione (vivi tuttora), cui parteciparono polemisti e oratori quali W. Wentworth (1790-1872), J. Lang (1799-1878) e W. Ullathorne (1806-1889). In questo periodo cominciò a nascere l'amore per il paesaggio australiano, registrato nei versi di C. Harpur, W. Wentworth e C. Tompson (1807-1883). I primi romanzi, largamente autobiografici, sono soprattutto ispirati all'ambiente di lavoro.

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