IL FARO DEI SOGNI

L'ESSENZA DELLA MASSONERIA IALIANA: IL NATURALISMO - PARTE I

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Se questi sono i riconosciuti fondamenti della dottrina massonica, stupisce vedere il rifiuto del termine «naturalismo» attribuito alla dottrina e all'ambiente massonico, da parte del già citato Lupi in polemica con Padre Caprile: «Che se per naturalismo si vuole intendere l'aver noi rigettato la trascendenza del fideismo dogmatico e rivelazionistico, non v'è chi non veda come questo sia il nostro migliore e più genuino titolo di distinzione e di carattere. Ognuno è filosofo come può e come sa e il fratello Libero Muratore non pretende di avere in mano ledichiarazione dei diritti dell'uomo chiavi dello scibile né quelle dei valori eterni; egli però si accosta reverente a questi problemi con la certezza di avere abbracciato, almeno metodologicamente, l'unico cammino possibile» 135.



Ma al Lupi, come a chiunque altro voglia dubitare del «naturalismo» massonico, sarà sufficiente por mente a qualche citazione di fonte massonica che qui facciamo seguire: la Massoneria «difese il valore dell'intelletto umano, e ne appoggiò la sua evoluzione e la sua affermazione nel dominio della natura; proclamò il diritto di vivere secondo le leggi morali immutabili della natura stessa, contro una ipocrita etica negatrice dei valori morali universali» 136. «La natura rivela alla Ragione tutto ciò che si deve credere e sperare» 137. «La Massoneria, identificando l'opera dei Rosacroce, ha proclamato lo studio della natura, strumento di ogni progresso, ma determinando che la natura non è soltanto nella materia, ma anche nelle leggi morali, la cui sede si trova nella nostra coscienza e la cui realtà è dimostrata dal fatto della società umana, come le leggi fisiche sono dimostrate dal fatto dei fenomeni fisici» 138.




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Ma non basta, perché non manca chi interpreta il naturalismo in chiave panteistica: «È tempo ormai che l'uomo cominci a comprendere che la Divinità, dalla quale si sente attratto [...] non è una persona [...], ma è dentro il proprio cuore [...]. È tempo che l'uomo cerchi Dio in tutta la Natura, ma entro la Natura e non fuori di essa. Finora si è divinizzato tutto quello che non può essere Dio. Si son fatti di certi uomini altrettanti déi [...], come è avvenuto in varie religioni e particolarmente nel cristianesimo, in cui si è rimpicciolito l'Essere Supremo fino a farne un uomo, con la deificazione sia pure di un Grande Iniziato come Gesù [...]. Dio è onnipresente e immanente nell'uomo come in tutta la Natura [...]. Da questa grandiosa visione della presenza del Divino. in tutta la Natura come nella coscienza dell'uomo, sorge appunto il concetto di quella religione umana che colloca Dio nel cuore dell'uomo; la religione dell'uomo che avrà trovato il Dio che gli è adeguato» 139.
E a coronamento inequivocabile del naturalismo massonico, ecco un pensiero ad ogni livello e ad ogni grado del pensiero massonico: «Mentre la religione umanizza Dio, la Massoneria divinizza l'uomo» 140.
Finalmente la Natura divinizzata è il Tutto e sostituisce Dio! «La Massoneria, data la sua essenza umanistica, non può professare che la razionale religione della Natura» 141.




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Essa perciò non è né «deista» né «atea». «Non è deista, in quanto, credendo nella unità delle leggi inerenti alla Natura [...] non crede né può credere nell'esistenza di un Dio premondano ed ultramondano, che è stato oltrepassato dalla scienza; di un Dio, spirito infinito, superiore ed estraneo alla Natura, creatore della Natura. Nulla di più assurdo è l'ammettere la esistenza di un Essere, che sia indipendente dalla Natura, che sia causa della Natura e che abbia influenza sulla Natura [...]. Ammessa siffatta ipotesi, impossibile sarebbe il progresso, che è legge fondamentale dell'Umanesimo e quindi della Massoneria, perché per un solo atto della volontà di questo Dio si potrebbe indietreggiare di secoli; la Storia non avrebbe più legame e sarebbe costituita dalle manifestazioni della volontà di questo Dio. La Massoneria non crede né può credere ad un Essere soprannaturale, non credendo né potendo credere ai fenomeni “innaturali”, che sarebbero le sole prove che potrebbero dimostrarne la esistenza [...].



D'altra parte, la Massoneria non è “atea”, perché crede [...] nell'esistenza di una Legge immanente nella Natura, Legge che denomina “Grande Architetto dell'Universo” [...]. Il “Grande Architetto dell'Universo”, che nel rituale massonico si invoca, non è indipendente dalla Natura: esso è immanente nella natura, ed è quella condizione eterna, assoluta, universale, che è perciò “legge” e che, connettendo le cose, le ordina, e ordinandole le architetta in modo da costituire quel tutto armonico, che chiamasi Universo [...]. Nell'èra atomica non c'è posto per un Dio persona, creatore e giudice, qual'è configurato dalle religioni, dalla rivelazione delle religioni positive [...]. Tutt'una con la natura, la detta necessità e legge è “immortale”, ed è tale immortalità, non altra, quella nella quale crede e deve credere la Massoneria, non comportando la sua dottrina umanistica, che è “naturalismo”, un mondo fuori e sopra di quello, di cui l'uomo fà parte» 142.



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E il Ventura, già abbondantemente citato, conclude: «Rammenteremo quello che fu il più celebre solenne documento antimassonico: la “Humanum genus” [...]. In questa enciclica, infatti, papa Leone XIII [...] disse: [...] “I framassoni tendono - e tutti i loro sforzi hanno questo unico fine - a distruggere dalle fondamenta qualsiasi disciplina religiosa e sociale, che sia nata dalle istituzioni cristiane, per sostituirla con una nuova conforme alle loro idee, e i cui principî fondamentali e le leggi sono improntati al “Naturalismo” [...]. Ora, il primo principio del tempio massonico“Naturalismo” - continuò a dire Leone XIII nell'enciclica - è che in tutte le cose la natura e la ragione umana debbano essere padrone sovrane.

Posto questo principio, quando si tratta dei doveri verso Dio, o non ci annettono nessuna importanza, o ne alterano la essenza con opinioni vaghe o con sentimenti erronei. Essi negano che Dio sia autore di una qualsiasi rivelazione [...]. Per essi, al di fuori di quello che la ragione umana è in grado di comprendere, non esiste alcun dogma religioso, né alcun maestro, nella parola del quale si debba avere fede in nome del suo mandante ufficiale”. Papa Leone XIII vide molto giusto: comprese che cosa fosse la Massoneria; ne svelò la fisionomia precisa; ne denudò le aspirazioni in termini inequivocabili [...]. La Massoneria autentica, sprezzante del dogma, non è una religione, e non è una corporazione, un’accademia, una sètta, un partito. Essa insegna e guida; rivela una visione nuova della Storia; è l'umanità rinnovellantesi, che equilibra le classi, consocia le nazioni, e porta la redenzione di tutti, non in cielo, ma in terra» 143



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Al Ventura fà eco Alec Mellor: «La parte dottrinale dell'enciclica è luminosa. Leone XIII definisce il programma delle Logge italiane con un'obiettività che, nel segreto, esse non dovettero certo contestare [...]. A questo naturalismo, deleterio per lo spirito soprannaturale, sarà consacrata in seguito le parte essenziale dell'enciclica [...]. Lo spirito di “Humanum genus” fu ricordato vigorosamente da Leone XIII in parecchi documenti. Nella lettera “Inimica vis”, indirizzata l'8 dicembre 1892 all'Episcopato italiano, egli sottolinea che “lo spirito comune a tutte le sètte anteriori ha ripreso vita nella setta massonica”. Medesimo richiamo nella lettera apostolica “Præclara” (del 20 giugno 1894). Leone XIII è l'ultimo Papa che abbia promulgato un'enciclica dottrinale contro la Libera Muratoria. Nel condannare il naturalismo, Humanum genus fà parte delle grandi decisioni di principio rese dalla Chiesa, che non passano con il tempo. Tutta una parte dell'enciclica, invece, è impregnata di storia e come tale dev'essere letta. “Coloro che, nel secolo XIX, avevano formulato l'insensato disegno di far seguire alla presa di Roma anche la distruzione della Chiesa, si sono collocati con gli innumerevoli suoi persecutori del passato. Nel senso proprio della parola sono essi i morti”» 144. Dopo tante autorevoli citazioni non crediamo che possano nutrirsi dubbi sul fatto che il «Naturalismo» sia il cemento della cosiddetta filosofia massonica.



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Il culto della Ragione




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Secondo la dottrina cattolica, i fondamenti razionali della fede sono:



- Dio esiste;

- Cristo è Dio;

- La Chiesa è divina.


Per il naturalismo, invece, come dice Leone XIII (1810-1903) nell'Humanum genus, «le stesse verità, che si conoscono per lume naturale di ragione [...] non hanno più per essi consistenza e certezza». Così pure scriveva Pio XII (1876-1958) nell'Enciclica Humani generis, del 12 agosto 1950: «Tutti sanno quanto la Chiesa apprezzi il valore della ragione umana, alla quale spetta il compito di dimostrare con certezza l'esistenza di un solo Dio personale, di dimostrare invincibilmente per mezzo dei segni divini i fondamenti della stessa fede cristiana; di porre inoltre rettamente in luce la legge che il Creatore ha impressa nelle anime degli uomini; e infine il compito di raggiungere una conoscenza limitata, ma utilissima, dei misteri».


Anche per l'uomo moderno è impossibile sfuggire al problema religioso e far capire al naturalismo d'ogni sorta la propria autosufficienza insufficiente, per «aprire» la filosofia verso la religione, verso il trascendente, che non apparirà più come qualcosa di superfluo o di assurdo, ma come sommamente perfettivo della natura umana, come l'unica realtà capace di colmare il vuoto che la ragione scopre in sé stessa. Già abbiamo invece accennato che il punto centrale del naturalismo massonico è la ragione; essa costituisce il vero «dogma» della Massoneria, la sua unica «fede» che le impone, come dice il Farina, di «venerare la Ragion pura» 145.




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Insieme alla libertà, la ragione è, per la Massoneria, quasi oggetto di un vero culto. E si capisce: perché, escluso il trascendente dalla sua dottrina, la Massoneria può ritrovare solo nella ragione e nella libertà «naturale» la possibilità d’un qualsiasi progresso. «La Massoneria è un'istituzione che ha il suo principio nella Ragione» 146; infatti, scrivono, «per noi massoni [...] il criterio più alto (unico) è la ragione» 147, che è al centro della realtà massonica. Così, dunque, il Dio trascendente, creatore, autore della Rivelazione (che non è certo, come dicevamo, il G\A\D\U\), viene sostituito dalla ragione che ha una sua dignità trascendente; addirittura «divine» sono le nozioni che su di essa si basano 148, come «divini» sono i poteri latenti nella mente umana.


La ragione diventa non solo la protagonista di una pseudo-religione, ma è l'assoluta dominatrice della conoscenza, l'unico tramite tra l'uomo e la realtà. Infatti «ci fà distinguere il vero dal falso [...], dissipa i pregiudizi, i vani terrori, sostituisce le credenze false, assurde e insensate, con nozioni sane, chiare, intelligibili [...], nozioni basate sulla natura, ed è superfluo aggiungere che esse sono divine» 149. Anzi, in contrapposizione tra una visione del mondo basata sulla fede e quella fondata sulla ragione, questa viene ribadita senza equivoci: «Svanita l'ingenua fede che alla maggior parte di noi venne inculcata nei teneri anni dell'infanzia; affermatasi nell'età matura l'esigenza imperativa di sottoporre i più ardui problemi della vita, i più reconditi misteri del mondo, all'indagine e al vaglio del libero esame, il muratore divenuto veramente affrancato da ogni giogo, deve muovere alla ricerca di una nuova luce che gli derivi dal felice connubio della ragione e delle nozioni scientifiche naturali» 150.




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Dunque, la «fede dell'infanzia» è stata sostituita da una nuova «fede»; ed è proprio con accento mistico che il Gran Maestro Lenzi indica la via maestra della ragione: «Io spero che ognuno di noi, che ha chiesto di entrare in questo Tempio, ha compreso che è uscito da un altro Tempio - dove sivetrata massonica adoravano gli dèi falsi e bugiardi - ed è entrato qui dove si venera il trinomio e si sente, in modo fraterno, l'amore [...]. Usciti dai Templi dedicati a dèi falsi e bugiardi, entrati nel Tempio della luce e della verità, voi non potete essere degli indifferenti; voi avete una religione [...]. Il legame fraterno che ci unisce insieme è, appunto, il legame che deriva da un alto principio. È nella ricerca del vero, nel dubitare quotidianamente, nel volere ogni giorno accrescere il patrimonio delle nostre cognizioni, è - come dicono gli antichi - nel togliere il velo alla misteriosa dea Iside, la nostra religione! Religione che la Massoneria professa e che istilla nell'animo dei propri adepti, perché essi - apostoli di luce e di verità - escano dal chiuso dei templi, vadano in mezzo ai profani, illuminino il cammino di coloro che sono ancora nelle tenebre, portino la fiaccola di questa fede antica e nuova, basata sulla scienza, basata sulla ragione, basata sull'intuizione esoterica degli alti misteri dell'Universo» 151.



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Quest'ultima affermazione richiama il contenuto iniziatico del credo massonico, ed indica in modo sufficientemente chiaro verso quali mète la ragione debba essere impiegata, e quale grado di razionalità scientifica vi possa essere nell'«intuizione esoterica». Il fatto è che la Massoneria si rifà, per questa via, allo gnosticismo. Si sarebbe potuto dire, con fondamento, che un'altra matrice della filosofia massonica sia da ravvisarsi nell'antico gnosticismo. Ma più che i riferimenti storico-filosofici, che non scolpirebbero questo aspetto della realtà massonica, interessa qui rilevare che la Massoneria è e si sente continuatrice e compagna di viaggio del moderno gnosticismo.



Lo gnosticismo può, in generale, definirsi un conato del pensiero filosofico del II secolo per trasformare il cristianesimo in una filosofia religiosa, oppure un conato del pensiero religioso per dare ai misteri una spiegazione filosofica più profonda di quella suggerita dalla fede. La gnosi (dal greco gnôsis, ossia «conoscenza») si sostituisce alla fede e tenta, anzi, di surrogare i dati della Rivelazione. Se la razionale gnôsis deve sostituirsi alla inconcludente pistis (ovvero la «fede», destino dei semplici fedeli, mentre la gnôsis sarebbe appannaggio e premio dei soli iniziati!), non c'è dubbio che la Massoneria professa lo gnosticismo. E non siamo noi a dirlo. C'è un documento ultrasegreto, redatto nell'euforia della rinascente Massoneria italiana, un volume litografato, fuori commercio, destinato agli Alti Gradi Amministrativi dell'Istituzione, edito a Firenze nel 1945. Questo volume conferma il vero carattere della Massoneria e dimostra che i suoi difensori cattolici sono per lo meno imprudenti nell'associarsi alla strategia che essa ha elaborato per l'attuale mondo profano.




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Eccone alcuni passi. Parlando della «nascita dell'attuale Massoneria», dice: «Il Rosacroce John Theophilus Desaguiliers, naturalista, e Giacomo Anderson, ministro protestante, e altri, convocarono nel 24 giugno 1717 in Londra i membri delle quattro Logge che ivi si trovavano in attività, in quel tempo. Questa riunione aveva per scopo di fondere la Fratellanza dei Muratori Liberi e Accettati con la Società Alchimistica luce massonicadei Rosacroce, di permettere ai Rosacroce di porre al sicuro le loro ricerche alchimistiche e le loro idee gnostiche e razionalistiche, sotto la veste rispettata della Fratellanza, e di procurare ai Muratori Liberi e Accettati i vantaggi che solamente gli adepti ricchi, influenti e ambiziosi dei Rosacroce potevano loro apportare, data la reale decadenza che minacciava la primitiva Fratellanza. L'assemblea accettò all'unanimità questa fusione. Così nacque la Massoneria, il 24 giugno 1717, da questo compromesso.

Così la Fratellanza dei Costruttori, la Fratellanza dei Muratori Liberi e Accettati disparve per sempre, e la Massoneria, officina dello gnosticismo puro prese posto contro la Chiesa cristiana, officina dello gnosticismo falsato e adulterato [...]. Nel 1723, Anderson redasse e fece approvare le Costituzioni dei Muratori Liberi e Accettati. Questa denominazione di “Liberi e Accettati”, che ricordava la Chiesa di San Paolo, fu conservata per togliere ogni sospetto sul vero scopo della Massoneria nascente. Esso rimase sempre quello della propaganda per il trionfo dello gnosticismo puro e del liberalismo razionalista in tutto il mondo [...]. Per dare l'impressione che la nuova Massoneria non era che la continuazione della Fratellanza dei Muratori Liberi e Accettati, i titoli, le cerimonie e le particolarità che la stessa aveva ricevuto dalla Fratellanza dei Costruttori, furono rigorosamente rispettate. Una sola modifica fu adottata: i Maestri formarono un Grado separato dai Compagni, e sotto la classifica di Apprendisti, Compagni e Maestri, l'armata dello gnosticismo puro si lanciò alla conquista del mondo» 152.




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«Il dovere del Cavaliere Rosacroce è di combattere lo gnosticismo bastardo racchiuso nel cattolicesimo, che fà della fede un accecamento, della speranza un piedistallo, della carità un egoismo [...]. La sola Massoneria possiede la vera religione: lo gnosticismo. Tutte le altre religioni, specialmente il cattolicesimo, hanno preso dalla Massoneria ciò che potevano avere di vero. Esse non possiedono in proprio che teorie assurde e false» 153. E, più solennemente ancora, il Gorel Porciatti afferma: «Si tratta [...] di una direzione, di una “tonalità” che non può essere che unica per tutti i massoni [...]. È la dottrina della Gnosi integrale [...]. La Gnosi è la dottrina dell'Umanità, è la subcoscienza dell'Uomo che lo accompagna attraverso le età senza mai appoggiarsi ad altra legge che non sia quella del Naturalismo Italico, (Pitagora), senza richiamarsi ad altra testimonianza che non sia l'Augusta Tradizione e senza aver bisogno di circondarsi di alcun prestigio soprannaturale per affermare la sua incontestabile autorità.


È la Voce, la Libertà, la Vita, il cui Verbo è stato l'insegnamento esoterico di tutti i Messia, di tutti i Redentori. Spogliate delle loro relatività tutti i sistemi filosofici e religiosi, e vi scoprirete questa Verità Eterna, questa Gnosi inalterata ed inalterabile che presiede alla marcia evolutiva dell'Anima Umana. È lo scopo supremo, il fine ultimo dell'Iniziazione Massonica [...], è la conquista e l'applicazione pratica di questa cognizione del Sé Individuale e Universale che racchiude la chiave di tutti i problemi umani e ultraumani. Tutte le altre manifestazioni dell'attività massonica non sono che azioni di carattere relativo e particolare, dirette verso scopi occasionali e contingenti, determinate da una speciale necessità ambientale e storica, ma inquadrata sempre nella cornice di quello Scopo Supremo» 154.




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Più realisticamente e crudamente ancora, parla Immanuel, presidente del Sacro Sinodo della Chiesa Gnostica in Italia, nella rivista Conoscenza (raccomandata, fin dal suo sorgere, dal Grand'Oriente d'Italia!): «Possiamo rispondere a quanti ci scrivono, magari perplessi, perché in un'enciclopedia hanno letto qualcosa sugli gnostici eretici dei primi secoli cristiani, chiedendo se crediamo in questa o quella dottrina. No - ancora una volta - No. Ci rifiutiamo e sempre ci rifiuteremo di accettare, insegnare, difendere una dottrina in quanto tale. Questo provocherebbe immediatamente l'involuzione della nostra Comunità, che non sarebbe più gnostica; ma la Comunità di questa o quella dottrina. La Gnosi è la Conoscenza viva che sta ed opera in tutte le dottrine, perché Conoscenza della Vita Divina. E anche qui: Vita Divina non vuol dire Vita di questo o quel Dio.


Ormai anche l'uomo della strada, anche il cosiddetto ateo, ha capito, “conosce” che il Dio delle religioni è morto perché era un Dio mortale creato dall'uomo con i suoi pensieri, le sue fantasie più o meno basse, più o meno alte [...]. Ma allora che cosa insegnano coloro che “conoscono”, gli gnostici, su questa Vita Divina? Nulla. Tendono soltanto le loro mani per stringere altre mani onde costruire una catena di uomini di desiderio, uomini capaci di riprendere, di riconoscere quella dimensione divina dell'uomo, che ormai urge nello spirito umano. Quindi non una esposizione di dottrine, di teorie [...], ma semplice strumento di lavoro. Chi vuol costruire una vita più felice e più feconda (Vita Divina), chi vuol vivere l’incessante processo creativo dell'Universo (Vita Divina), chi vuol alzare il velo di quel mistero che per migliaia d'anni ha terrorizzato e affascinato gli uomini (Vita Divina), nelle Comunità Gnostica troverà uno strumento di lavoro per realizzare questa Vita Divina. questa dimensione divina» 155.




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Anche gli Scozzesi ribattono lo stesso tasto. Ad esempio, F\ Italo Gentile, Saggissimo del Capitolo Rosacroce Dante Alighieri di Firenze del Gruppo Ghinazzi, in un suo volume intitolato Esoterismo esoterico dei Rosacroce, elegantemente stampato nel 1967, afferma: «La funzione del Capitolo, cioè la Filosofia del 18° Grado è questa: l'emancipazione dell'Umanità attraverso lo Gnosticismo; come la funzione dell'Areopago, cioè la Filosofia del 30° Grado, è la realizzazione delle Dottrine Gnostiche» (pagg. 63-64). «Il termine “gnôsis” (“conoscenza”) non denota il processo discorsivo del pensiero umano come tale, ma una “rivelazione” di Verità Divine, una intuizione gratuita che apporta gioia all'iniziato e gli assicura la “Salvezza”» (pag. 65). «Una delle crisi più pericolose attraversate dal cristianesimo primitivo fu appunto l'eresia gnostica (ecco perché la Chiesa ci teme!)» (pagg. 66-67). Non c'è, quindi, dubbio che la Massoneria consideri la Chiesa Gnostica come una chiesa di «fratelli»: «La Chiesa Gnostica mantiene rapporti di stretta alleanza con il Rito Scozzese Antico e Accettato e per esso con tutti i Supremi Consigli dei Paesi dove coesistono le due Potenze Iniziatiche» 156.



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Chi volesse portare l'indagine appena più a fondo, non tarderà a scoprire singolari e decisive analogie tra la pratica e il credo massonico e quello gnostico. Ad esempio, i «requisiti che si richiedono» per appartenere all'Ecclesia Catholica Ritus Antiqui et Gnostici (E.C.R.A.E.G.), sono: «Piena libertà da ogni servitù spirituale; garanzia di osservanza della legge morale; intuizione auto-iniziatrice» 157. Ancora:liberi muratori «Possono chiedere di far parte dell'Ecclesia Catholica Ritus Antiqui et Gnostici tutti gli uomini e tutte le donne che veramente intendono consacrarsi, senza diverso fine, al servizio dell'umanità, in qualità di Guide Occulte, sotto lo sguardo benedicente delle Gerarchie Cosmiche» 158. Alle coincidenze di struttura e perfino di linguaggio, basterà aggiungere la forte ingerenza dei più alti Gradi della Massoneria attuale nella direzione della Chiesa Gnostica. Nella rivista Acacia Massonica del settembre 1947 comparivano due articoli: «La società dei Filaleti» (pag. 4), firmato dal 33° Grado Giordano Gamberini, e «La Chiesa Gnostica» (pag. 44), firmato da Julianus. Bisogna ricordare che, chi entra a far parte di un'organizzazione iniziatica, assume un nome nuovo (nomen arcanum), in questo caso un nome latino. Così, sotto vari nomi, troviamo i massoni più in vista: Aurelius è William Anceschi, Valentinus è Giuseppe Del Conte, Lychnus è Mario Ciro De' Conca, Paracelsus è Gino Testi, Marcus è Alberto Tognetti, e così via.



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Ora, Giordano Gamberini e Julianus, sopra nominati, sono la stessa persona: Gran Maestro del Grand'Oriente d'Italia e vescovo della Chiesa Gnostica. Premette, infatti, al nome di Julianus una croce, come usano fare i Vescovi cattolici e, nel 1949-1950, diresse a Ravenna la rivista Acta Gnostica. Forse, proprio per tale qualifica si è permesso di tradurre e annotare, ognuno può vedere come il Vangelo di San Giovanni nella Bibbia Concordata edita nel 1968 da Mondadori, nella quale l'unica sacrificata è la dottrina cattolica! Sempre a proposito della Chiesa Gnostica, è significativa una lettera di Mario De' Conca, scritta il 24 marzo 1948: «Esorta i Fratelli nella Santa Gnosi ad essere ferventi nel loro lavoro e fiduciosi nell'opera che l'Alto Sinodo deve svolgere [...]. Il Vescovo Julianus è stato molto preso dai suoi molteplici impegni, ma certamente vi terrà al corrente di tutto [...]. La rivista “L'Acacia” ha portato qualche nota sulla Chiesa Gnostica Universale. Certo d'interpretare i sentimenti dei membri dell'Alto Sinodo porgo a te, fratello carissimo, e a tutti i fratelli gnostici di Firenze con a capo il sacerdote Aurelius affettuosi pensieri e correnti di buoni pensieri. In Paracleti charitate».


È una lettera che risparmia molti commenti e ci fà vedere chiaramente che Massoneria e Chiesa Gnostica sono legate a filo doppio e che gli uomini preminenti dell'una sono quelli dell'altra. «Quando poi si pensi - scrive William Anceschi - che lo Scozzesismo rappresenta la sintesi felice d'un processo di formazione nel quale confluirono Kabbalah, Ermetismo, Rosacrucianesimo, Mitraismo, Manicheismo, Gnosticismo, resta di per sé stesso acquisito che il Rito massonico è la base, il supporto sul quale può e deve orientarsi ogni attività di specializzazione per lo studio e la prassi cultuale» 159.



http://www.centrosangiorgio.com/occultismo...ia_italiana.htm

 
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