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| A noi, francamente, paiono affermazioni apodittiche, indimostrate e, in ultima analisi, dogmatiche, come quella che afferma che «le nozioni basate sulla natura [...] sono divine» 58. E neanche si comprende come possa conciliarsi, con l'antidogmatismo, il valore che la Massoneria attribuisce ai vari Gradi dell'iniziazione che, «attraverso la simbologia e la filosofia massonica», formerebbe uomini completi nei quali si opererebbe quella «trasformazione interiore dell'uomo», designata, significativamente, come «palingenesi [...], morte mistica 59 [...], rigenerazione [...], rinascita», paragonata perfino «allo stato di grazia divina» 60. Sono affermazioni, queste, che non solo vengono fatte senza alcuna dimostrazione, ma sono dette con un tono ispirato che, per autentici antidogmatici, come vogliono essere i massoni, dovrebbe riuscire quasi insopportabile. Ma le incongruenze e le contraddizioni non si fermano qui. Lasciamo pure da parte l'affermazione, trinciata con troppa sicumera, che non esiste alcuna certezza superiore all'intelligenza umana. I massoni, che rifiutano qualsiasi Rivelazione divina, si piegano, tuttavia, a riconoscere il valore di verità all'iniziazione, cioè alla «rivelazione dei Grandi Iniziati» e a quelle verità che essi suppongono comuni ad ogni uomo, tanto da poter parlare di «Religione Universale». Vien fatto subito di pensare, nell'un caso come nell'altro, come i massoni prestano fede ciecamente a «dogmi» non rivelati, ma creati dall'intelligenza umana. Se la Rivelazione divina è un «insulto» alla ragione, come definiremo la rivelazione umana, sia pure di Grandi Iniziati, ma sempre uomini come noi? Ce n'è abbastanza per diffidare dell'antidogmatismo massonico, che potrebbe definirsi antidogmatismo di comodo, o, meglio, come «la dogmatica degli antidogmatici». CONTINUA...
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