| Territorio: geografia umana
Si ritiene che gli abitanti originari della Thailandia siano stati in tempi preistorici genti negritos di origine melanesiana; le fertili pianure attrassero successivamente popoli paleoindocinesi, in particolare i khmer, gli attuali abitatori della Cambogia. Destinati però ad avere il sopravvento furono i thai, giunti dal Nord in successive migrazioni e che praticamente nel sec. XIII occuparono il Paese, concentrandosi soprattutto nella pianura del Menam e nei bacini intermontani. La quasi totalità della popolazione è oggi costituita da genti thai (le esigue minoranze si raggruppano nelle aree periferiche); sotto il nome di thai si comprendono però popoli diversi, accomunati dal fatto di parlare una stessa lingua, appartenente alla famiglia sino-tibetana. La popolazione thailandese etnicamente si divide così: thai 95,9%, birmani 2%, cambogiani 0,4%, laotiani 0,3%, cinesi 0,2%. Oltre ai thai veri e propri, o siamesi, appartengono al medesimo ceppo i lao (che abitano soprattutto il vicino Laos) e che in territorio thailandese sono particolarmente diffusi nel Khorat e sui monti settentrionali, dove sono insediati anche i gruppi sparsi come i meo e gli yao; essi pure d'origine sinica, praticano un'agricoltura itinerante ricorrendo alla pratica dell'incendio di aree forestali (ray); oltre a coltivare riso, mais e oppio, si dedicano all'allevamento di maiali e cavalli. Nella Thailandia occidentale vivono tribù karen, di origine birmana, mentre nella regione meridionale predominano genti malesi; qui, al riparo delle dense foreste, sopravvivono ancora esigui nuclei di semang, i più primitivi tra gli odierni abitatori della Thailandia, cacciatori e raccoglitori affini ai mincopi delle Andamane. Alle migrazioni iniziatesi verso la fine del sec. XIX al tempo della creazione della rete ferroviaria si deve la presenza di cinesi in Thailandia, occupati preminentemente in attività commerciali; si tratta di una comunità ben integrata con una buona rappresentanza politica. Diverso è il caso della minoranza malese di religione islamica, stanziata nella regione meridionale, più povera e discriminata. Sono presenti anche oltre 100.000 rifugiati provenienti dal Myanmar che fuggono dalle discriminazioni su base etnica. Le campagne di pianificazione familiare e l'aumento del tenore di vita e della scolarizzazione hanno contribuito, dai primi anni Novanta del Novecento, ad abbassare il tasso di natalità e a ridurre il tasso di crescita della popolazione. Tuttavia, la densità abitativa è in costante aumento: se al censimento del 1980 risultava una densità abitativa di 90 ab./km², nel 2015 era di 135,87 ab./km². Naturalmente è la presenza di ambienti adatti alla risicoltura e climaticamente favorevoli a determinare le leggi del popolamento. Così le più fitte concentrazioni corrispondono alla pianura del Menam e alla zona meridionale prossima al delta. Popolate sono anche le aree pianeggianti che si stendono immediatamente ai piedi dei rilievi; ampie zone del Paese, come il Nord montagnoso, sono però poco popolate; nelle stesse pianure si hanno densità non elevate lontano dai fiumi, che rappresentano i principali e tradizionali assi di attrazione. I due terzi della popolazione vivono in zone rurali. Tra le forme d'insediamento predomina il villaggio costituito da case di legno su palafitte: l'edificio maggiore è il wat, tempio e monastero buddhista. I villaggi sorgono prevalentemente lungo i corsi d'acqua, naturali vie di comunicazione; tra le popolazioni montanare che praticano l'agricoltura itinerante si hanno numerosi, precari villaggi ubicati in mezzo a spiazzi arborei e formati da poche capanne di legno. Le città, sorte con la formazione dei primi regni thai, ebbero funzione di sedi del potere civile e religioso e mantennero la loro importanza solo per il periodo in cui svolsero tale ruolo: è il caso soprattutto di Ayutthaya, l'antica capitale thailandese. Unica metropoli è Bangkok, città di fondazione relativamente recente e capitale dal 1782. Posta sulla riva sinistra di un meandro del Menam ad appena 30 km dal mare, deve in larga misura le sue fortune al processo suscitato in tutta la penisola indocinese dai rapporti commerciali con l'Occidente, che ha comportato l'abbandono delle antiche capitali insediate nel cuore delle regioni fluviali a vantaggio di centri costieri o comodamente raggiungibili per via d'acqua dal mare e ciò per evidenti ragioni commerciali. Attorno a un nucleo d'impronta monumentale, con edifici pubblici, templi e palazzi che si rifanno alla tradizione architettonica thai, si è ormai dilatata una vasta città, con una vera e propria city moderna ma anche con sterminati e miserabili quartieri di casupole: quasi una sintesi o un simbolo delle contraddizioni che il Paese non riesce a sanare. Negli ultimi decenni l'espansione della città è stata rilevante, grazie alle nuove attività, tra cui quelle industriali, che vi sono sorte e si è venuto a creare uno dei maggiori agglomerati urbani del continente che già nel 2010 ospitava oltre 8 milioni di persone; Bangkok è il massimo centro commerciale e culturale del Paese, nonché nodo primario delle comunicazioni. Nelle province intorno alla capitale si trovano altre importanti città, quali Samut Prakan, Nonthaburi e Nakhon Pathom. Gli altri centri hanno solo funzioni regionali, come Chiang Mai, la maggiore città della Regione Settentrionale, o Nakhon Ratchasima, fulcro del Khorat e situata nella regione nordorientale, e Udon Thani, il più popoloso centro della stessa regione, Chon Buri, massimo centro della Regione orientale, o Surat Thani, porto della penisola malese.
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