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| Contemporaneamente, ad est dell’Eufrate, le milizie Sdf avanzano nelle province di Al Hasakah e Raqqa. Proprio la capitale del califfato è oggetto dell’operazione che, partita ad inizio 2017, porta nel luglio di questo stesso anno all’assedio da parte degli uomini delle milizie filo curde. La conquista di Raqqa avviene però soltanto nel mese di ottobre, con l’aviazione americana che si rivela decisiva per le forze sul campo, inesperte nella lotta urbana.
Con i governativi in grado di recuperare in tre mesi gran parte del deserto e con Raqqa caduta nelle mani delle Sdf, di fatto lo Stato islamico in Siria viene cancellato. Permangono ancora due sacche nella provincia di Deir Ezzor ed al confine con l’Iraq.
La città martire della Siria: Deir Ezzor
Una menzione particolare merita il capoluogo più orientale del paese: Deir Ezzor, città di più di centocinquantamila abitanti sull’Eufrate, assediata prima da al Nusra e poi, a partire dal 2013, dall’Isis. Per quattro lunghi anni, abitanti e soldati governativi presenti al suo interno convivono fianco a fianco per respingere quotidiani attacchi dei terroristi.
Prima dell’estate del 2017, il fronte dove sono attestati i governativi è distante più di 250 chilometri: la città vive come una piccola enclave pro Assad nel cuore di un deserto controllato dall’Isis. Guidati dal generale Issam Zahradine, i governativi riescono a difendere questa sacca e a permettere ai cittadini di non vivere sotto le insegne del califfato. Cibo, acqua, medicinali e munizioni vengono dal cielo.
Con l’avanzata governativa nel deserto, Deir Ezzor vede avvicinarsi il momento della liberazione dall’assedio dell’Isis. L’evento tanto atteso si ha nel settembre 2017, quando le Tiger Force, unità d’élite dell’esercito di Damasco, incontrano le postazioni degli uomini di Zahradine. Deir Ezzor, dopo quattro anni, si riunisce con il resto del Paese: in nessun luogo, come in questa città, si può ben capire cosa voglia dire convivere fianco a fianco con i terroristi dell’Isis.
Oggi Deir Ezzor si avvia alla sua normalità: in città è tornata l’elettricità, il cibo e l’acqua arrivano via terra senza più particolari problemi e la vita è ripresa senza più gli echi della guerra. Nell’ottobre del 2017 però, dopo circa un mese la fine dell’assedio, il generale Zahradine muore saltando su una mina durante un giro di perlustrazione sulle rive dell’Eufrate. Sarà per sempre lui, senza ombra di dubbio, il simbolo della resistenza di questa città martire della Siria contro il califfato (Le battaglie che hanno portato alla liberazione di Deir Ezzor).
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