| Libro ventesimo
I Troiani e gli Achei si preparano a una nuova giornata di guerra, mentre Zeus acconsente che gli dei si sfidino tra di loro: così Apollo, Artemide, Afrodite, Ares e Leto scendono dall'Olimpo per schierarsi al lato di Troia, mentre Hermes, Atena, Poseidone, Era ed Efesto si schierano al fianco dei Danai. Achille si batte con Enea, ma nessuno dei due morirà, perché da Enea è destinato a far nascere la stirpe di Dardano, che un giorno assumerà il controllo dei Troiani scampati al massacro di Troia. Nel momento in cui Enea sta per essere ucciso da Achille, interviene Poseidone a salvarlo, pur essendo divinità ostile ai troiani. Achille uccide Polidoro, fratello di Ettore, che accecato dall'ira, scaglia la sua lancia contro il Pelide, che viene però deviata da Atena. Achille allora si scaglia su Ettore, ma Apollo interviene avvolgendolo in una fitta nebbia e sottraendolo alle ire dell'eroe acheo che, rabbiosamente, comincia a far strage degli altri nemici intorno a lui. Tra le uccisioni più memorabili abbiamo: Troo figlio di Alastore al quale Achille fa uscire con una pugnalata il fegato che cade a terra, senza pietà alcuna per il nemico arresosi spontaneamente; Deucalione colto a un braccio dalla lancia dell'eroe, che gli dà poi il colpo di grazia decapitandolo, e Rigmo, il giovane eroe trace figlio di Piroo, colpito con una lancia al petto. Libro ventunesimo
Achille fa grande strage di nemici attorno al fiume Scamandro, gettandone poi i corpi nel fiume. Subiscono questa sorte anche Licaone figlio di Priamo e il forte eroe peone Asteropeo. Indignato per tanta impudenza, il dio del fiume Scamandro lo prega di continuare la sua strage altrove, ma il Pelide non l'ascolta neppure e continua il massacro. Allora il dio del fiume, adirato, gli scaglia contro la vorticosa potenza delle sue acque e Achille, atterrito, fugge via, temendo di morire di una morte vergognosa. Interviene Efesto che con una pioggia di fuoco placa l'impeto delle acque, salvando l'eroe acheo. Gli dei sull'Olimpo smettono di lottare. Intanto Achille, ingannato da Apollo che ha preso le sembianze di Agenore, un guerriero troiano che poco prima l'aveva affrontato, insegue il dio lontano dalle porte Scee, mentre i fuggitivi troiani riescono a rientrare in città. Libro ventiduesimo
I Troiani si precipitano all'interno delle mura, eccetto Ettore che rimane davanti alle Porte Scee, bloccato dal suo destino; a nulla valgono i disperati richiami dei genitori. Quando finalmente Apollo si rivela nella sua divinità ad Achille che lo rincorreva, l'eroe greco avvista da lontano Ettore e corre verso di lui. Il troiano, terrorizzato, fugge: tre volte i due fanno il giro delle mura della città; Atena, assumendo le sembianze di Deifobo, fratello di Ettore, convince questi ad affrontare il nemico. Ettore propone ad Achille il giuramento di rendere alla famiglia il corpo di quello dei due che sarà ucciso, ma il Pelide rifiuta rabbiosamente. Il duello inizia, le lance volano senza colpire, ma nel corpo a corpo, Achille trafigge Ettore nel solo punto scoperto, tra il collo e la spalla. Morendo, Ettore presagisce la prossima morte del rivale. Achille, accecato dall'odio, fora i piedi del cadavere e lo trascina, attaccato al carro, nella polvere. Vedendo la scena dalle mura, Priamo ed Ecuba scoppiano in lacrime ed urlano disperati. Le grida raggiungono Andromaca, moglie di Ettore, ancora ignara dell'accaduto: quando si avvede della morte del marito, predice il terribile destino che attende lei ed il figlio Astianatte. Sviene e, una volta ripresi i sensi, ordina che siano bruciate le vesti di Ettore: è l'estremo sacrificio di ciò per cui ha speso la sua vita. Libro ventitreesimo
Si tengono i solenni funerali di Patroclo, con Achille che sgozza dodici giovani prigionieri troiani: il rogo arde per tutta la notte; al mattino Achille indice i giochi funebri. Si tiene per prima la gara dei carri: Eumelo di Fere è in testa, ma Atena fracassa il suo giogo. Vince così Diomede; secondo arriva Antiloco che precede Menelao grazie a una manovra scorretta: al traguardo però i due si riappacificano. Nella gara di lotta si affrontano Ulisse, con la sua astuzia, e Aiace, con la sua forza, e si ha un pareggio. La corsa è vinta da Ulisse che precede Aiace Oileo. Achille invita due guerrieri a combattere per vincere l'armatura di Sarpedonte: ed è Diomede che se ne appropria, sconfiggendo Aiace Telamonio. Seguono la gara di tiro con l'arco, vinta da Merione su Teucro e quella di tiro della lancia, assegnata ad Agamennone senza bisogno di disputare la prova. Libro ventiquattresimo Gli dei, raccolti in un'assemblea, alla fine deliberano che Achille restituisca il corpo di Ettore ai familiari: Teti riferisce l'ordine al figlio, che non può rifiutarsi di compiere il volere degli dei. Iride intanto avverte Priamo di andare a riprendere il corpo del figlio; egli si mette subito in viaggio verso la tenda del Pelide, guidato e protetto dal dio Hermes. Non appena il re incontra Achille, si inginocchia e lo supplica di rendergli le spoglie del figlio. Achille, impietosito da Priamo che gli ricorda suo padre Peleo, acconsente e nottetempo il re tornerà a Troia, dove Andromaca, Ecuba ed Elena compiangono il morto; infine il corpo viene bruciato e sepolto.
fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Trama_dell%27Iliade
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