IL FARO DEI SOGNI

Turchia

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Cultura: cinema


Iniziata nel 1914 con cortometraggi e cinegiornali di guerra, la produzione nazionale registrò una dozzina di film nel periodo muto e un centinaio col sonoro fino al 1950. Dominatore assoluto fu Muhsin Ertuğrul (1892-1879), uomo di teatro che si limitò a filmare il proprio repertorio.

Pioniere del linguaggio cinematografico oltre che dell'impegno politico e sociale fu invece, negli anni Cinquanta, Lüftü Akad, influenzato da modelli francesi e americani (In nome della legge, 1952; Ci sono sei morti, 1953; Il fazzoletto bianco, 1955), ma poi sempre più vicino ai costumi e alla realtà del Paese (La legge delle frontiere, 1966; Il fiume, 1972; La sposa, 1973; Il matrimonio, 1974; L'espiazione, 1975). Il suo esempio venne seguito da numerosi registi che contrastarono la tendenza prevalente per i melodrammi d'azione, sesso e violenza.

L'Orso d'oro vinto nel 1963 al Festival di Berlino da Estate arida di Metin Erksan rafforzò la corrente più onesta, impersonata tra gli altri da Atif Yilmaz che fece debuttare Yilmaz Güney come attore e come assistente e che nel 1972, durante uno dei frequenti periodi di carcerazione politica dell'allievo, completò e firmò il suo film I poveri.

Nato nel 1937 a Yenice di Adana, immaturamente spentosi a Parigi nel 1984, Güney è la figura artisticamente e civilmente più rilevante del cinema turco. Dopo una densissima carriera di attore, si formò come cineasta e scrittore attorno alla rivista Giovane cinema nata nel 1968.

Quale autore completo esordì col trittico Speranza (1970), Elegia (1971), L'amico (1974), dedicato ai contadini dell'Anatolia e che sfidava a viso aperto il regime feudale. Condannato a più riprese, prima per comunismo poi, su false testimonianze, per assassinio, Güney continuò la resistenza nei vari penitenziari, dettando altri film ai propri assistenti Serif Gören e Zeki Ökten, che praticamente li giravano. Dopo il golpe dei generali (settembre 1980) temette per la sua vita e, nell'ottobre del 1981, riuscì a evadere e a riparare all'estero.

Nel 1982 presentò personalmente a Cannes il suo Yol (materialmente filmato da Gören, ma da lui concepito, sceneggiato e montato), vincendo la Palma d'oro.

Proseguì la sua battaglia in esilio con un altro film, l'ultimo, Il muro (1983), sulle esperienze di prigionia. Il suo influsso sui giovani è stato dirompente, da lui è nato il nuovo cinema più volte premiato ai festival internazionali.

Oltre a quelli di Gören (La medicina, 1984; Sentimenti nascosti, 1985) e di Ökten (Il gregge, 1979; Il nemico, 1980; Il lottatore, 1985) spiccano i nomi di Yavuz Orkan (Miniera, 1978), Ali Özgentürk (At, il cavallo, 1983), Omer Kavur, Türkan Soray, Erden Kiral, egli pure costretto all'esilio (Sulla terra fertile, 1980; Una stagione a Hâkkari, 1983, Orso d'argento al Festival di Berlino; Lo specchio, 1984), Yavuz Turgul (Mushin Bey, 1988) e Menduh Un (Tutte le porte erano chiuse, 1990). Nonostante una fortissima crisi economica abbia messo in ginocchio negli anni Novanta la cinematografia turca, non sono mancati autori e pellicole di rilievo.

Successi internazionali hanno ottenuto Furuzam e Gulsun Karamustafa con I miei cinema (1990), Fehmi Yasar con Il cuore di vetro (1990), Omer Kavur, che si è avvalso della collaborazione dello scrittore Orhan Pamuk, per Il viso segreto, presentato nel 1991 alla Mostra del Cinema di Venezia, e Mustafa Altiokar con İstanbul sotto le mie ali (1996).

Il già citato Kiral ha realizzato nel 1996 Esilio blu, il film più costoso della cinematografia turca. Molti registi sono figli della grande ondata emigratoria che ha portato i turchi in tutta Europa, soprattutto in quella che un tempo era la Germania Occidentale: basti pensare al successo del drammatico La sposa turca (uscito in Italia nel 2004), opera prima di Fatih Akin (n. 1973) che traccia con esattezza il ritratto di una generazione divisa in due, tra Oriente e Occidente.

Si definisce «figlio di due culture», infine, anche il regista Ferzan Ozpeteck (n. 1959), nato a İstanbul e attivo da qualche decennio in Italia.



Fonte: www.sapere.it/enciclopedia/Turch%C3%ACa.html



Edited by *Cristal* - 25/9/2019, 11:31
 
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