| Cultura: scienza
Per scienza cinese si intende generalmente soltanto il corredo tradizionale proprio della civiltà cinese prima dell'incontro con il mondo occidentale e in quest'accezione si userà il termine nella presente voce, anche se l'apporto che può essere dato alla vita dell'uomo e allo sviluppo della società dalle concezioni generali o dalle peculiari scoperte tipiche della tradizione scientifica cinese è stato notevolmente rivalutato, tanto che è possibile dire che nella Cina di oggi la “scienza moderna”, nel suo duplice aspetto di progresso tecnologico e di interpretazione teorica della realtà, è assai più “cinese” di quanto fosse alcuni anni fa, cioè prima della Rivoluzione culturale. La scienza cinese tradizionale rifletté nelle sue caratteristiche fondamentali i caratteri tipici della civiltà e della società cinese: si trattò cioè di una scienza eminentemente pratica, legata ai bisogni di quella che fu la più grande civiltà agricola della storia, spesso profondamente orientata nei suoi scopi dalle esigenze della classe dirigente burocratica feudale, e fu quindi ricca soprattutto nel settore pratico della tecnologia. § Per tutte le scoperte effettuate dai cinesi è difficile individuare il nome di singoli inventori in quanto le strutture sociali cinesi lasciavano largamente a personale di tipo subalterno, artigiani ed esecutori, i compiti propriamente tecnologici, mentre riservavano agli uomini più colti i compiti organizzativi. Le scoperte tecnologiche quindi non derivavano da ricerche teoriche e sperimentali individuali, bensì da un lento accumularsi di piccoli perfezionamenti attuati da larghi gruppi impegnati nel lavoro. In qualche caso tuttavia, soprattutto quando le scoperte potevano avere un rilievo militare o economico notevole, funzionari statali e uomini di cultura partecipavano all'organizzazione oltre che allo sviluppo delle ricerche e i loro nomi ci sono stati tramandati dalla storia. § L'alchimia cinese, anche se fu come quella dell'Europa medievale strettamente connessa alla magia, portò a una serie di scoperte tecnologiche superiori a quelle compiute contemporaneamente in Occidente, per esempio l'elevatissimo livello della tecnica della fusione del bronzo raggiunto sotto la dinastia Shang (sec. XVI-XI a. C.) e di quello della fusione del ferro (sec. VII e VI a. C.). Questa diede decisivo impulso non solo alle arti della guerra ma alla possibilità di dissodare le terre della valle dello Chang Jiang, da allora gradualmente assurta a centro dell'economia agricola cinese. Del pari i cinesi conobbero fino dalla dinastia Han (206 a. C.-220 d. C.) le proprietà del mercurio nel formare le amalgame, oltre alle tecniche per ottenere una serie di metalli non ferrosi dai minerali. Sempre all'aspetto tecnologico dell'alchimia si devono far risalire tanto l'invenzione della carta all'inizio del sec. II d. C. (a opera di un funzionario, Cai Lun) quanto l'infinita varietà di tecniche per fabbricare gli inchiostri, sia da vegetali sia da composti del mercurio, e specialmente il grande vanto dell'arte e della tecnica cinesi: la scoperta della stampa, dapprima a caratteri fissi di legno nel sec. VI d. C., poi dopo l'XI a caratteri mobili, in legno o in maiolica (questi ultimi dovuti a un artigiano, Bi Sheng, vissuto sotto la dinastia Sung) con il conseguente sviluppo dell'arte tipografica in cui tuttora i cinesi eccellono. Legato all'alchimia è un altro ramo delle tecniche e della scienza tradizionali, l'agronomia, nella quale emergono più che altrove i vantaggi del metodo empirico della scienza cinese: nei procedimenti di concimazione, infatti, i cinesi rimasero maestri fino a che la chimica moderna pose in vantaggio i Paesi occidentali. Dalle fermentazioni alla scelta dei terreni, alla qualificazione dei diversi tipi di limo e diacqua, alla scelta e all'alternanza delle colture, i Cinesi accumularono nella loro millenaria esperienza un corredo di conoscenze che furono compendiate verso il 1600 in una grande enciclopedia da Song Yingxing e poi da Xu Guangqi. Né si devono dimenticare gli aspetti tecnologici e scientifici della lavorazione della ceramica e del caolino. Sempre l'alchimia cinese giunse, attorno ai sec. IX-X, all'invenzione della polvere pirica, applicata due secoli dopo all'artiglieria per il lancio di palle di pietra. Un altro settore tecnologico che ebbe enorme importanza nella Cina antica fu quello dell'idraulica: la canalizzazione della Cina, la costruzione nel sec. VI del grande Canale Imperiale, progettato e realizzato da Yuwen Khai e Ken Hsun sotto la dinastia Sui, dopo che da un millennio circa erano stati costruiti numerosi collettori per irrigazione e trasporto, in modo da servire regioni grandi come l'Italia settentrionale, la scoperta dei principi idraulici del funzionamento di chiuse di tipo “leonardesco” fin dalla dinastia Han e l'invenzione di una serie di sistemi particolari per proporzionare il flusso irriguo alle esigenze della risicoltura portarono la Cina in testa a tutti gli altri popoli fino agli ultimi due o tre secoli. In questo campo le storie hanno tramandato i nomi di funzionari-costruttori che furono anche quelli che oggi chiameremmo grandi ingegneri idraulici, come Li Ping, Zheng Guo e Shih Lu che lavorarono nel periodo precedente la dinastia Han a determinare il tracciato ottimale di canali che tuttora irrigano vaste regioni. E ancora va ricordato che i cinesi furono i primi a costruire fin dal sec. VI eleganti ponti a una sola ampia gittata a opera dell'ingegnere e architetto Li Ch'un. Un'enciclopedia che costituisce un compendio di tutte le tecniche costruttive degli edifici e delle opere pubbliche fu redatta durante la dinastia Sung da Li Cheng con il titolo di Trattato dell’arte architettonica. § Anche nel campo delle scienze esatte, l'interesse dei cinesi ebbe soprattutto scopi pratici. L'astronomia raggiunse notevoli risultati soprattutto dal punto di vista descrittivo, ma fu ispirata più che altro dalla necessità di determinare il calendario a scopo agricolo; i cinesi seppero calcolare con precisione il periodo di rivoluzione del Sole e dei pianeti e stabilirono per primi il ritmo della precessione degli equinozi, tuttavia non arrivarono alle generalizzazioni teorico-geometriche dell'astronomia araba o greca. In campo matematico, i cinesi furono grandi computatori e grandi misuratori; prima di ogni altro popolo ebbero dimestichezza con i grandi numeri, con 10 elevato ad alto esponente (l'entità del loro Paese imponeva calcoli di grandi quantità), usarono i numeri negativi e positivi fin dal sec. III e giunsero a determinare il valore del p approssimandolo in 355/113 nel sec. V d. C. a opera dell'astronomo e matematico Zu Chongahi. Inventarono strumenti di calcolo, come le asticciole di bambù o l'abaco, oppure grandi strumenti in muratura per calcoli geodetici, e portarono a notevole grado di perfezionamento l'agrimensura per scopi economici e fiscali. Anche nella stesura di carte geografiche i cinesi raggiunsero presto un alto livello esecutivo e, avendo scoperto le proprietà del magnete fin dal sec. III, attorno al sec. XI ne applicarono i principi alla bussola per la navigazione. Cinese fu anche il primo sismografo, costruito da Zhang Heng nel 132. § Di notevole interesse è la medicina tradizionale per l'intrinseca fusione dei principi filosofici cinesi del microcosmo e del macrocosmo, dei “cinque elementi” (fuoco, metallo, acqua, legno, terra) e del yang e yin con le teorie fisiologiche e terapeutiche. Infatti, non potendo basarsi su un'anatomia scientifica, in quanto motivi etici imposero il bando alle dissezioni in tutta la storia della Cina salvo che durante il breve regno dell'imperatore Wang Mang (8-23 d. C.), i cinesi elaborarono teorie empiriche fondate su una serie di “corrispondenze” tra gli organi conosciuti, di cui cinque erano classificati come principali (cuore, fegato, polmone, milza e rene sinistro) e altri ritenuti secondari (stomaco, intestino tenue, colon, cistifellea e vescica), e gli elementi naturali, i pianeti, i punti cardinali, ecc. Nonostante queste limitazioni fondamentali, la medicina cinese, che ebbe anche cultori illustri e geniali, giunse in alcuni punti a un livello superiore alla medicina medievale europea e talvolta anche a quella rinascimentale: intuì e affermò, senza dimostrarla scientificamente, la circolazione del sangue ed elaborò una concezione empirica, ma riccamente sperimentata, dei riflessi. A quest'ultima si ricollega quello che fu il maggiore sistema terapeutico conosciuto dalla medicina cinese tradizionale e ora rivalutato: cioè l'agopuntura nelle sue varie formule, consistenti in stimolazioni locali del derma o dell'epidermide attraverso aghi d'oro, platino o altri metalli oppure coni di polvere di artemisia incendiati, secondo un complesso schema di corrispondenze con organi interni. Anche se queste terapie non ottenevano gli effetti molteplici e generali che a esse attribuiva la medicina tradizionale cinese, si è dimostrato che esse sono realmente efficaci in una serie di disfunzioni nervose, reumatiche, artritiche. Del pari largamente sviluppate erano le varie forme di idroterapia e tutte le arti tipicamente orientali, e forse importate dall'India, di controllo dei riflessi, dei muscoli e della respirazione. Nel campo della farmacologia vera e propria la scienza tradizionale cinese, che in questo settore era legata all'alchimia, ebbe un larghissimo corredo di conoscenze, testimoniato, tra l'altro, dal grande compendio che, sotto il nome tradizionale di P’en-tsao (Classificazione di alberi ed erbe), raccolse nel sec. XVI il maggior medico, botanico, agronomo cinese, Li Shizhen: la sua opera cita oltre 10.000 ricette e pratiche mediche, descrive nei minimi particolari e nelle loro proprietà erbe, prodotti animali e minerali. Da questo massimo documento della medicina tradizionale cinese, oggi al centro di una sistematica rivalutazione, e da altre opere più occasionali si nota come i cinesi conoscessero e applicassero a uso terapeutico i derivati del mercurio contro la sifilide, dell'arsenico contro le febbri intermittenti, della segale cornuta a scopo ginecologico, dell'olio di chaulmoogra contro la lebbra, delle cortecce di varie piante contro la malaria e del ferro contro l'anemia; mentre è più difficile valutare i limiti di efficacia delle pratiche di immunizzazione contro il vaiolo mediante primitive vaccinazioni. § La scienza cinese, che verso il sec. XIII (cioè nel periodo della massima espansione creativa delle forze sociali della civiltà cinese) aveva probabilmente raggiunto un livello di conoscenze superiore a quello dell'Europa medievale e dello stesso mondo arabo, successivamente non fu in grado per motivi filosofici, politici e sociali di operare quelle sintesi teoriche che nel mondo occidentale contrassegnarono lo sviluppo scientifico del tardo Rinascimento. Da allora quindi la scienza cinese, che già nel Medioevo aveva avuto una vivace serie di scambi di conoscenze con gli arabi, con gli Indiani e forse anche con gli europei, si trovò a essere semplicemente tributaria dell'Occidente, importando dapprima alcune concezioni astronomiche attraverso la mediazione dei gesuiti recatisi alla corte di Pechino sotto la dinastia Ch'ing (1644-1912) e subendo poi la forzosa immissione nel mondo moderno a seguito della dominazione occidentale indiretta dopo il 1842. L'introduzione nel Paese di una serie di nozioni tecniche e problemi propri della scienza occidentale promosse, almeno in una certa misura, una trasformazione del corredo scientifico tradizionale della scienza propriamente cinese. Fino agli ultimi decenni tuttavia non si è verificato un vero e proprio fenomeno di assimilazione e di reciproco scambio di acquisizioni tra i due diversi corredi scientifici, bensì una contrapposizione tra due diversi modi di intendere la scienza: da un lato quello di origine occidentale, considerato solo e unico veramente “scientifico”, dall'altro quello tradizionale, relegato nel settore arretrato della vita del Paese. Uno dei compiti specifici che si è proposto il movimento rivoluzionario è stato proprio quello di superare questa contrapposizione rigorosa e settoriale, da un lato diffondendo nelle campagne e tra le classi più povere una visione moderna della scienza e della tecnica, dall'altro mettendo a profitto per lo sviluppo moderno tutte quelle nozioni che, accumulate dalla scienza cinese tradizionale e soprattutto dal diffuso e vasto corredo di pratiche tecnologiche e artigianali, possono essere utilizzate per arricchire anche la scienza moderna. A questo proposito le scoperte cinesi recenti che hanno avuto maggior rilievo dal punto di vista scientifico sono state quelle che si riferiscono all'utilizzazione dell'agopuntura nella pratica dell'anestesia, applicata ormai in Cina in milioni di casi di interventi chirurgici di ogni tipo e gravità, oltre che nella cura della sordità e in qualche caso della cecità derivanti da lesioni ai nervi acustico e ottico. Nel campo della tecnologia più avanzata legata alle necessità militari si è pure messa in luce la necessità di applicare tecniche originali che consentano alla Cina, elaborando in modo nuovo i principi teorici e le tecniche di applicazione in precedenza adottati dagli altri Paesi, di percorrere con maggiore rapidità le tappe che in altri casi hanno richiesto lunghi anni di ricerca e di applicazione sia nel settore atomico sia in quello missilistico. A questa duttilità e originalità della ricerca teorica e all'apertura di vie nuove nell'applicazione pratica sono stati attribuiti i rapidi successi nello sforzo di ricerca, produzione e sperimentazione delle armi atomiche, iniziato dopo il 1959 e condotto innanzi tanto rapidamente da consentire di attuare il 16 ottobre 1964 un primo esperimento con un ordigno nucleare e di passare poi nel volgere di quattro anni all'esplosione di cariche termonucleari miniaturizzate e montate su vettori, mentre nel settore della missilistica il lancio avvenuto nella primavera 1970 di un satellite spaziale cinese ha dimostrato se non altro il rapido sviluppo di un settore tecnologico che viene ovviamente coperto dal massimo riserbo. Il lancio, inoltre, della sua prima navetta spaziale, Nave degli dei, capace di portare un uomo nello spazio, ha segnato alla fine del 1999 l'avvenuta modernizzazione della Cina. Gli anni Duemila hanno fatto registrare una scalata eccezionale della Cina tra i Paesi più attivi nel campo della ricerca spaziale. Grazie al Fondo cinese per l'astronautica sono stati, e saranno, sovvenzionati numerosi programmi spaziali, soprattutto in collaborazione con la Russia e in concorrenza con gli Stati Uniti.
fonte https://www.sapere.it/enciclopedia/Cina%2C...are+della-.html
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