IL FARO DEI SOGNI

Ulisse (Odisseo)

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view post Posted on 28/1/2019, 14:30     Top   Dislike
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Il Ciclope lanciò un urlo orribile che indusse tutti i suoi compagni ad accorrere per vedere che cosa mai accadeva; ma quando Polifemo rispose gridando che la colpa era di Nessuno, i suoi compagni lo presero per pazzo e se ne andarono via. Polifemo si avvicinò a tastoni all'ingresso della caverna, spostò la pietra e, le mani protese dinanzi a sé, attese ansioso di poter agguantare i Greci mentre cercavano di fuggire. Ma Odisseo legò ciascuno dei suoi compagni sopravvissuti sotto il ventre di un ariete. Per sé scelse un enorme ariete e si aggrappò al pelo del suo ventre con le dita dei piedi e delle mani. Così Odisseo riuscì a liberare sé e i suoi compagni, raggiunse la nave e la mise in mare, ma non riuscì a trattenersi dal lanciare un ironico saluto al Ciclope rivelandogli il suo vero nome. Per tutta risposta Polifemo scagliò in acqua un masso che mancò di poco la prua della nave. Poi pregò il padre Poseidone di far sì che Odisseo, se mai fosse ritornato in patria, vi giungesse tardi e a stento, su nave altrui. Poseidone accolse la supplica di Polifemo e promise di vendicarlo.

Sfuggito a Polifemo, Odisseo raggiunse l'isola di Eolo, padrone dei Venti, che lo ospitò per un mese intero e l'ultimo giorno gli offrì un otre dove aveva rinchiuso i venti all'infuori di quello d'occidente che avrebbe spinto direttamente le navi fino a Itaca. Allorché Odisseo cadde addormentato, sopraffatto dalla stanchezza, i suoi uomini, convinti che l'otre contenesse oro, l'aprirono e subito i venti tutti insieme soffiarono respingendo la nave verso l'isola Eolia. Con profonde scuse, Odisseo implorò l'aiuto di Eolo, ma gli fu risposto di non poter essere aiutato essendo ormai inviso agli dèi.
Dopo sette giorni di navigazione Odisseo giunse nel paese dei Lestrigoni governati dal re Lamo. I capitani della flotta di Odisseo entrarono a vele spiegate nel porto di Telepilo e i Lestrigoni fecero strage tra gli equipaggi e distrussero le navi. Si salvò solo la nave di Odisseo il quale, più cauto, l'aveva legata a un albero all'iboccatura del porto. Egli riuscì a recidere con un colpo di spada il cavo che tratteneva la sua nave e a prendere il largo. Con l'unica nave rimasta si diresse verso est e dopo un lungo viaggio raggiunse l'isola Eea, dove regnava la maga Circe. Circe catturò gli uomini scesi a terra e li trasformò in porci, risparmiando solo Euriloco che, troppo sospettoso, indugiò all'esterno del palazzo. Euriloco fece ritorno alla nave e narrò ogni cosa a Odisseo che si armò e partì alla ricerca dei compagni. Con grande sorpresa incontrò il dio Ermete che gli offrì una talismano per rendere inefficaci gli incantesimi di Circe. Odisseo si rifiutò di accettare le amorose carezze della maga finché ella non avesse liberato i suoi compagni e tutti gli altri marinai tramutati in belve prima di loro. Ben volentieri Odisseo rimase in Eea finché Circe gli ebbe partorito un figlio, Telegono.


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Quando venne il giorno di ripartire, Circe gli consigliò di scendere prima nel Tartaro e interrogare Tiresia per sapere ciò che lo attendeva in Itaca, se mai vi fosse giunto, e negli anni seguenti. Odisseo costrinse i suoi uomini a imbarcarsi per recarsi nella terra di Ade. Quando avvistarono il bosco di Persefone, Odisseo sbarcò e fece esattamente ciò che Circe gli aveva consigliato di fare. Nel Tartaro scavò una fossa e sacrificò un giovane ariete e una pecora nera ad Ade e a Persefone e attese l'arrivo di Tiresia, tenendo lontane tutte le altre ombre. Gli apparvero Elpenore, un compagno morto a Eea e rimasto senza sepoltura, la madre Anticlea e finalmente Tiresia che, bevuto avidamente il sangue sceso nella fossa, ammonì Odisseo a tenere sotto controllo i suoi uomini in Sicilia, perché non fossero tentati di rubare la mandria sacra a Elio. Fece anche altre predizioni sul suo futuro e gli disse che sarebbe ritornato in patria da solo, e su una nave straniera, che a Itaca avrebbe dovuto vendicarsi dei pretendenti alla mano di Penelope e che i suoi viaggi non sarebbero finiti, ma doveva ripartire con un remo sulle spalle, alla ricerca di un popolo che non conoscesse la navigazione, Qui avrebbe dovuto sacrificare a Poseidone, per poi ritornare a Itaca e vivere sereno fino a tarda età. Ma la morte gli sarebbe giunta dal mare. Dopo aver ringraziato Tiresia, Odisseo parlò con le ombre di molti eroi caduti davanti a Troia, con molte regine e principesse, e infine parlò anche con l'ombra di Eracle. Lasciò il regno dei morti e ritornò a Eea, dove diede sepoltura ad Elpenore e salpò di nuovo, dopo aver ricevuto gli ultimi consigli di Circe.

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Non appena la nave si avvicinò all'isola delle Sirene, Odisseo seguì il consiglio di Circe: otturò con cera le orecchie dei suoi uomini e si fece legare all'albero maestro per udire i loro canti. Così la nave doppiò l'isola senza che nessuno scendesse a terra. Passò poi tra due mostri, Scilla e Cariddi (nello stretto di Messina) e avvicinandosi troppo a Scilla, per sfuggire a Cariddi, perse sei dei più abili marinai. Evitò le Rocce Vaganti e approdò sull'isola di Trinacria (più tardi identificata con la Sicilia), dove si trovò bloccato per un mese a causa dei venti contrari. I viveri cominciarono a scarseggiare e gli uomini affamati, ignorando il divieto di Odisseo, attesero che egli si fosse addormentato e uccisero alcuni buoi di Elio per mangiarli. Odisseo, destatosi, inorridì al vedere l'accaduto e inorridì anche Elio quando ebbe notizia del furto. Si lagnò con Zeus il quale, visto che la nave aveva ripreso il mare, scatenò una terribile tempesta e scagliò una folgore in coperta che fece inabissare la nave e tutti annegarono, fuorché Odisseo. Egli legò l'albero alla chiglia e fu spinto verso i gorghi di Cariddi dove il mostro ingoiò la zattera. Aggrappato ai rami di un fico che sorgeva sulla riva attese che il mostro la vomitasse di nuovo, vi risalì e si allontanò remando con le mani, e dopo nove giorni giunse nell'isola della ninfa Calipso.
La bellissima Calipso confortò Odisseo che giaceva stremato sulla spiaggia e gli offrì cibo e bevande e il suo morbido letto. Secondo taluni la ninfa generò a Odisseo i gemelli Nausitoo e Nausinoo, e lo trattenne a Ogigia per sette anni, o forse soltanto cinque. Infine, pregato da Atena protettrice dell'eroe, Zeus inviò Ermete a Calipso con l'ordine di lasciar partire Odisseo. Calipso, a malincuore, mise a sua disposizione il legno necessario per costruire una zattera e Odisseo partì col vento in poppa. Poseidone, suo implacabile nemico, vide all'improvviso la zattera e scatenò un temporale che trascinò a fondo Odisseo, ma poiché questi era valente nuotatore, riuscì a risalire in superficie e a raggiungere la zattera. La pietosa dea Leucotea gli si presentò con l'aspetto di un gabbiano: portava nel becco un velo e disse a Odisseo di avvolgerselo attorno alle reni per evitare di annegare. Quando un'altra ondata spazzò la zattera, l'eroe si cinse del velo e cominciò a nuotare. Poseidone era intanto ritornato al suo palazzo; Atena osò suscitare un vento che placava le onde e due giorni dopo Odisseo potè approdare sulla costa di Scheria, la terra dei Feaci.

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view post Posted on 9/2/2019, 18:37     Top   Dislike
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Stremato, s'addormentò nel bosco che costeggiava un fiume. Al mattino, fu svegliato dalle grida e dalle risa di un gruppo di ragazze. Era Nausicaa, figlia del re dell'isola, con le sue ancelle, venute a lavare la biancheria e a giocare sulle rive del fiume. Odisseo, coprendo la sua nudità con un ramo fronzuto, si mostrò loro e chiese, con dolci parole, di aiutarlo. Nausicaa gli diede vesti per coprirsi e gli indicò la strada che portava al palazzo di suo padre, il re Alcinoo. Presso Alcinoo e la regina Arete, Odisseo fu accolto con grande ospitalità. Il giorno seguente furono organizzati giochi e durante i festegiamenti serali Odisseo rivelò la sua identità e raccontò le proprie avventure. Poi fu colmato di doni e venne messa una nave a sua disposizione. Durante il viaggio Odisseo s'addormentò; i marinai feaci gettarono l'ancora nel porto di Forcide e per non disturbare il sonno dell'eroe lo portarono a terra e lo deposero con cautela sulla spiaggia, ammucchiando i tesori che portava con sé, i regali d'Alcinoo, presso un albero non lontano. La nave ritornò a Scheria; ma, al momento di raggiungere l'isola, Poseidone, irato con i Feaci per le cortesie usate a Odisseo, la trasformò in pietra, con tutto l'equipaggio.
Odisseo, quando si destò, non riconobbe la sua isola avvolta in una nebbia leggera; ma Atena, artefice della foschia, gli rivelò la sua identità, lo rivestì di stracci e gli disse di recarsi da Eumeo, il capo dei porcari. La dea intanto scortò Telemaco da Sparta dove si era recato per avere notizie di suo padre da Menelao. Eumeo accolse ospitalmente il mendicante fornendogli un resoconto della situazione di Itaca. Non meno di centoventi principi corteggiavano Penelope, vivevano nella reggia di Odisseo e dissipavano le sue sostanze. Laerte, il vecchio padre di Odisseo, aveva lasciato la corte e si era ritirato in campagna. Odisseo non svelò la sua identità e finse di essere un cretese che aveva combattuto a Troia ed era al corrente di alcune avventure di Odisseo. Frattanto Telemaco sbarcò inaspettato e si recò alla capanna di Eumeo. Il porcaro andò da Penelope per metterla al corrente dell'arrivo di Telemaco e, approfittando della sua assenza, Odisseo si fece riconoscere dal figlio e insieme organizzarono un piano per sconfiggere i pretendenti.

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Il giorno seguente Odisseo ed Eumeo si recarono a palazzo e strada facendo incontrarono il capraio Melanteo che ingiuriò il mendicante. Nel cortile del palazzo, Odisseo trovò il cane Argo che, troppo vecchio e debole per alzarsi, agitò debolmente la coda, drizzò le orecchie riconoscendo il padrone, e spirò. Odisseo entrò nella sala dei banchetti, dove Telemaco, fingendo di non sapere chi fosse quel mendicante, gli offrì ospitalità. Antinoo, un pretendente, gli scagliò addosso uno sgabello. Iro, un accattone di Itaca, sfidò Odisseo in una gara di pugilato e Odisseo lo abbattè con alcuni pugni. Penelope, scesa nella sala, desiderò vedere quel mendicante straniero per chiedergli notizie di Odisseo, ma il mendicante decise di rimandare l'incontro alla sera. Giunta la sera, Odisseo disse a Telemaco di togliere tutte le armi dalla sala e di riporle nell'armeria, mentre egli si recava a visitare Penelope. La regina non riconobbe il marito e raccontò al mendicante di come aveva tenuto a bada i pretendenti fingendo di tessere il lenzuolo per il vecchio Laerte, che durante la notte segretamente disfaceva. Il mendicante, sempre fingendo d'essere cretese, le garantì di aver incontrato di recente Odisseo il quale presto sarebbe tornato a Itaca. Penelope lo ascoltò attentamente e ordinò a Euriclea, la vecchia nutrice di Odisseo, di lavargli i piedi. Ed ecco che Euriclea riconobbe la ferita sulla coscia, ma Odisseo la obbligò a tacere. Penelope propose di indire l'indomani una gara tra i pretendenti, invitandoli a cimentarsi nel tiro all'arco del marito: si trattava di scagliare una freccia negli anelli di dodici asce disposte in fila. Come premio il vincitore l'avrebbe avuta in sposa. Odisseo la incoraggiò ad organizzare la sfida al più presto.

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view post Posted on 18/2/2019, 15:42     Top   Dislike
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L'indomani Penelope fece portare l'arco che Odisseo aveva ricevuto in dono da Eurito, e diede inizio alla gara. Tutti quanti, guidati da Telemaco, si cimentarono, ma nessuno riuscì a curvare l'arco. Odisseo frattanto rivelava la sua vera identità a Eumeo e a Filezio, il mandriano. Euriclea e Filezio sprangarono le porte, mentre Odisseo ed Eumeo entravano nel palazzo. Telemaco chiese che anche il mendicante provasse a tendere l'arco, e per le proteste e gli insulti dei pretendenti fu costretto a ordinare a Penelope di ritirarsi nelle sue stanze. Nello sbalordimento generale il mendicante tese l'arco senza sforzo e, presa con cura la mira, scagliò la freccia nei dodici anelli delle asce. Con Telemaco ed Eumeo, Odisseo diede quindi inizio alla strage dei pretendenti risparmiando soltanto il rapsodo Femio e l'araldo Medonte. Melanteo cercò di riportare le armi ai pretendenti, perché Telemaco aveva lasciato aperta la porta dell'armeria, ma Eumeo e Filezio lo fermarono in tempo e lo legarono. La strage continuava, e nel giro di poco tempo tutti i pretendenti giacquero morti al suolo. Poi le serve che non erano rimaste fedeli alla causa di Odisseo portarono via i cadaveri, ripulirono il pavimento della sala insozzato di sangue e furono impiccate nel cortile del palazzo insieme col capraio Melanteo, il quale si era schierato dalla parte dei nemici del padrone. Odisseo si fece riconoscere da Penelope e, per toglierle ogni scrupolo, le descrisse il letto nuziale, che soltanto entrambi conoscevano. Il giorno seguente, Odisseo si recò in campagna dove viveva il padre Laerte, e si fece riconoscere. Frattanto, i parenti dei Pretendenti massacrati si riunirono in armi, per chiedere soddisfazione. Ma la dea Atena, sotto le spoglie del vecchio Mentore, apparve ai contendenti e li divise. Li mise in fuga e Odisseo, che cercò di inseguirli, venne fermato da una folgore di Zeus. La pace infine tornò a Itaca.

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view post Posted on 22/2/2019, 15:06     Top   Dislike
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Esistono versioni diverse sugli ultimi anni di Odisseo. Seguendo i consigli di Tiresia, con un remo sulla spalla, partì a piedi e raggiuse la Tesprozia. Qui, offrì a Poseidone il sacrificio che Tiresia gli aveva ordinato un tempo. Sposò Callidice, regina dei Tesprozi, da cui ebbe un figlio, Polipete. Regnò per un po' di tempo congiuntamente a Callidice e riportò vittorie sui popoli vicini. Ma, allorché Callidice morì, consegnò il regno a Polipete, e ritornò a Itaca, dove trovò il secondo figlio avuto da Penelope, Poliporte.
A itaca la morte venne a Odissea dal mare, così come Tiresia aveva previsto. Telegono, il figlio che egli aveva avuto da Circe, salpato in cerca del padre, fece una scorreria a Itaca, credendo che fosse l'isola di Corcira, e Odisseo si preparò a respingere l'attacco. Telegono lo uccise sulla riva del mare con una lancia che aveva per punta l'aculeo di una razza. Allorché venne a sapere l'identità della sua vittima, Telegono portò il corpo da Circe, insieme con Penelope.
Un'altra tradizione narra che i parenti dei pretendenti uccisi intentarono un'azione legale contro Odisseo, nominando loro giudice Neottolemo, re delle isole Epirotidi. Odisseo acconsentì ad accettare il verdetto e Neottolemo stabilì che egli lasciasse l'isola e che gli eredi dei pretendenti avrebbero dovuto versare a Telemaco, ora re, un adeguato compenso per i danni subiti. Odisseo si recò in Etolia presso il re Toante, ne sposò la figlia con la quale generò Leontofono e lì, in Etolia trascorse il resto della sua vita.

fonte http://mitologia.dossier.net/odisseo.html#odisseo

 
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